Guida alle costellazioni/Verso il centro della Via Lattea/Scudo: differenze tra le versioni

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[[File:Messier 026 2MASS.jpg|250px|thumb|right|L’ammasso aperto M26 è molto meno concentrato del vicino M11 ed è osservabile con meno facilità.]]
[[File:NGC 6664.png|250px|thumb|left|L’ammasso aperto NGC 6664 è facilmente confondibile nel ricco campo stellare in cui giace; la sua individuazione è tuttavia facilitata dalla vicina Alfa Scuti.]]
[[File:NGC 6712 439 555 675 814 Wiki.jpg|250px|thumb|right|L’ammasso globulare NGC 6712 è poco appariscente ma ben individuabile con telescopi da 120mm120 mm.]]
 
Questa costellazione giace sulla Via Lattea, la quale la attraversa da nordest a sudovest.
 
Nella parte settentrionale è presente un grande addensamento luminoso che prende il nome di Nube Stellare dello Scudo: si tratta di una regione della Via Lattea particolarmente ricca di stelle che appare non oscurata dalle polveri interstellari ed è quindi molto ben visibile; con un telescopio da 200mm200 mm di diametro si può risolvere in decine di migliaia di deboli stelle molto vicine fra loro. La Nube appare in forte contrasto con le regioni circostanti, che sono oscurate da grandi sistemi nebulosi appartenenti al nostro braccio di spirale; le stelle della Nube appartengono invece al Braccio del Sagittario e sono quindi sullo sfondo.
 
Numerosi sono gli '''''ammassi aperti''''', nonostante le piccole dimensioni della costellazione; fra questi, due sono stati catalogati anche da Charles Messier.
 
Il più importante fra questi è '''M11''', talvolta chiamato anche '''Ammasso dell’Anatra Selvatica''', scoperto già prima che il Messier lo inserisse nel suo catalogo. M11 si individua con facilità circa 2° a sudest dalla stella λ Aquilae, o 1,5° a sud della stella β Scuti, e giace in un campo di stelle molto ricco a causa della presenza di grandi nubi stellari della Via Lattea; è visibile senza difficoltà anche con un binocolo come un 10x50, sebbene la risoluzione sia estremamente difficoltosa e l'aspetto rimanga nebuloso. Un telescopio da 120-150mm150 mm lo risolve quasi completamente, mostrando decine di componenti molto vicine fra loro, la cui luminosità è compresa fra la nona e la tredicesima magnitudine. Le stelle diventano centinaia con strumenti più grandi e l'aspetto ricorda vagamente quello di un ammasso globulare molto poco concentrato, sebbene non lo sia. M11 è uno dei più ricchi e densi ammassi aperti conosciuti: contiene infatti circa 2900 componenti accertate, fatto questo insolito per un ammasso aperto, similmente a quanto si registra per M35 nei Gemelli e NGC 2477 nella Poppa; la sua distanza è stimata attorno ai 6000 anni luce dalla Terra e ricade quindi all’interno del Braccio del Sagittario, in una zona ricca di ammassi stellari ed estesi campi stellari. La sua età è stata stimata sui 220-250 milioni di anni ed è maggiore rispetto all’età media che raggiungono gli ammassi aperti, che di solito tendono a disperdersi prima; a causa di ciò, mancano del tutto stelle delle prime classi spettrali nella sequenza principale. La densità dell’ammasso è stata stimata in circa 83 stelle per parsec cubico nelle vicinanze del centro, mentre si aggira sulle 10 stelle per parsec cubico intorno alla metà del suo raggio. La sua stella più luminosa ha una magnitudine apparente pari a 8,5, mentre sono note almeno 400 stelle con una luminosità maggiore della magnitudine 14.
 
Un altro brillante ammasso aperto è '''M26''', che si individua con un po' di difficoltà circa 1° a ESE dalla stella δ Scuti, nel centro della costellazione, e giace anche questo in un campo di stelle estremamente ricco per via della presenza degli addensamenti stellari della Via Lattea: ciò è un ulteriore ostacolo alla sua individuazione; è visibile con molte difficoltà con un binocolo come un 10x50, dove appare come una semplice macchietta dall'aspetto nebuloso e la cui luce è poco contrastata rispetto ai ricchi campi stellari circostanti. Un telescopio da 120-150mm150 mm non aiuta molto e l'ammasso resta difficile da sciogliere; occorrono strumenti da almeno 200-250mm250 mm per individuare qualche decina di stelle, mentre in un 300mm300 mm si arriva massimo a 50 componenti. M26 si estende per 22 anni luce e si trova alla distanza di circa 5000 anni luce dal Sole, in corrispondenza del Braccio del Sagittario e leggermente più vicino rispetto al precedente; la sua stella più brillante ha una magnitudine apparente di 9,1, ma la gran parte delle altre componenti ha una magnitudine meno luminosa della 11. L'ammasso dovrebbe contenere all'incirca un centinaio di stelle e la sua età è stimata in 89 milioni di anni. Una caratteristica interessante è la presenza di una regione povera di stelle vicino al nucleo, che lo rende apparentemente poco popolato; tuttavia si tratta probabilmente di una caratteristica non fisica dell’ammasso ed è causata da una nube di polvere interstellare interposta tra noi e l’ammasso stesso.
 
Fra i numerosi ammassi aperti più deboli il più importante è '''NGC 6664'''; la sua individuazione è facilitata notevolmente dalla presenza a pochi minuti d’arco in direzione ovest della stella α Scuti; la sua posizione in corrispondenza di ricchi campi stellari lo rende d’altra parte più difficile da riconoscere. Con un telescopio da 80mm80 mm sono ben evidenti le sue stelle più luminose, di colore arancione e magnitudine 10, che tuttavia mostrano solo un addensamento appena percepibile rispetto alle stelle circostanti; strumenti da 150-200mm200 mm sono in grado di rivelare un addensamento notevolmente maggiore di stelle fino alla magnitudine 13 e l’ammasso inizia quindi a essere più definito. Mentre le stelle più luminose si allineano in senso est-ovest nella parte settentrionale dell’ammasso, le componenti meno appariscenti si dispongono a formare una protuberanza in senso nord-sud sul lato orientale. Tutta la regione circostante appare di aspetto marcatamente nebuloso e chiaro a causa della luce diffusa delle stelle che formano i ricchi campi stellari della Nube stellare dello Scudo. La distanza di quest’ammasso è stimata sui 4470 anni luce ed è quindi situato sul bordo esterno del Braccio del Sagittario, in primo piano rispetto ai due ammassi di Messier.
 
Numerosi altri ammassi aperti si trovano soprattutto nella parte settentrionale della costellazione, ma sono tutti poco contrastati e spesso formati da poche decine di stelle poco luminose e si confondono facilmente coi ricchi campi stellari di fondo.
 
Fra gli '''''ammassi globulari''''' ve n’è uno relativamente luminoso, sebbene non sia alla portata di strumenti molto piccoli: si tratta di '''NGC 6712''', visibile sul lato orientale della costellazione circa 2,5° a est della stella δ Scuti, immerso in un campo stellare molto ricco. Con un telescopio da 80mm80 mm è appena visibile come una debole macchia chiara di forma circolare, mentre con uno strumento da 150mm150 mm appare chiaro il suo aspetto vagamente granulare; la sua risoluzione è tuttavia molto difficile anche con telescopi di diametro molto grande. Si tratta di un ammasso molto poco concentrato, appartenente alla classe IX sulla scala di concentrazione degli ammassi globulari, benché sia comunque molto ricco; la sua distanza è stimata sui 20.000 - 22.000 anni luce e contiene diverse centinaia di migliaia di stelle. Si ritiene che alcuni milioni di anni fa quest’oggetto abbia attraversato il piano galattico.
 
Poco a est di questo globulare, con grandi telescopi e filtro nebulare diventa visibile la '''''nebulosa planetaria''''' '''IC 1295''', le cui dimensioni apparenti sono simili a quelle del vicino ammasso, sebbene la sua distanza sia enormemente minore. Sebbene sia riportata come oggetto di magnitudine 15, questa planetaria ha un’elevata luminosità superficiale ed è pertanto relativamente semplice da individuare, pur richiedendo strumenti di grande diametro.