Guida alle costellazioni/La Nave Argo e dintorni/Poppa: differenze tra le versioni
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Un'altra coppia facilmente risolvibile con un binocolo è quella formata da '''HD 69081''' e '''HD 69082''', entrambe azzurre e separate da oltre 1 primo d'arco; nei dintorni è osservabile un ricco campo stellare, specie in direzione sud.
La '''k Puppis''' appare ad occhio nudo come una stella azzurra di quarta magnitudine; un telescopio di 80-
Nella parte più occidentale e meridionale della costellazione si trova una coppia di stelle gialle osservabili con un binocolo; la componente più orientale, '''HD 41742''', è però a sua volta una doppia con componenti di sesta e ottava grandezza separate da meno di 5".
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Il vicino '''M47''' è più facile da osservare, essendo visibile anche ad occhio nudo; la sua estensione angolare è all'incirca pari a quella della Luna piena. Con un buon binocolo i due ammassi sono ben visibili, dando vita ad un magnifico spettacolo; un binocolo è anche sufficiente per risolverlo completamente in stelle. Poco più a nord si osserva anche un altro ammasso, meno luminoso, NGC 2423. M47 si trova a una distanza di 1600 anni luce dalla Terra ed ha un'età stimata intorno ai 78 milioni di anni; è quindi un ammasso abbastanza giovane e la sua popolazione stellare è simile a quella delle Pleiadi. Circa 50 stelle si trovano all’interno di quest’ammasso, la più brillante delle quali è una gigante di tipo B2 di magnitudine 5,7. Nel gruppo si conoscono due stelle arancioni, di magnitudine 7,83 e 7,93 che, se sono membri effettivi dell'ammasso, devono essere 200 volte più luminose del Sole. La densità media di M47 è di 0,62 stelle per parsec cubo, ma nelle regioni centrali questa sale fino a 16. M47 si allontana da noi alla velocità di circa 9,7 km/s.
Mezzo grado a nord di M47 si trova '''NGC 2423'''; è un ammasso circondato da un ricco campo stellare e forma un bel trio coi due precedenti oggetti. È visibile anche con un binocolo 10x50, in cui si mostra come un alone chiaro e nebuloso con qualche debole stellina al suo interno; un telescopio da
Più a sud, nella parte centro-settentrionale della costellazione 1° a nordovest della stella ξ Puppis, si trova '''M93''', il terzo degli ammassi di Messier; è uno dei più piccoli, ma allo stesso tempo uno dei più brillanti della Poppa. È al limite estremo della visibilità ad occhio nudo: si può provare ad individuarlo se si osserva in una notte particolarmente nitida e buia, a patto di conoscerne esattamente la posizione; con un binocolo 10x50 appare di forma leggermente allungata e già si risolvono alcune delle componenti, che diventano una trentina con un 20x80. Un piccolo telescopio amatoriale come un
Sempre nel nord si trova '''NGC 2539''', visibile in un'area completamente priva di stelle appariscenti; la presenza, 7 gradi a SSW, del ben noto gruppo di M46 e M47 contribuisce a rendere questa zona ancora meno conosciuta ed oscura. In realtà, quest'ammasso è ben visibile anche con un piccolo binocolo, nel quale si presenta come una macchia chiara priva di stelle, dominata però a sudest da una stella giallognola di magnitudine 4,76, che parzialmente lo oscura; un telescopio da
Fra gli ammassi della parte centrale spicca '''NGC 2439'''; si individua circa 4 gradi a sudest della brillante stella η Canis Majoris, in direzione di un campo stellare piuttosto ricco; appare dominato verso nord da una stellina giallastra di sesta magnitudine. Un binocolo 10x50 può permettere di risolvere in parte le sue componenti più luminose, anche se l'oggetto permane di aspetto nebuloso; attraverso un telescopio da
Verso la parte centro-meridionale della costellazione vi sono alcuni ammassi molto luminosi, fra i quali spicca '''NGC 2451'''. L'ammasso è individuabile facilmente poco a nord della retta che congiunge le stelle π Puppis e ζ Puppis; ad occhio nudo è già ben evidente come una macchia chiara con alcune minute stelline al centro, di cui una appare dominante. Essendo un oggetto posto a latitudini piuttosto australi, non poté essere osservato da Charles Messier (il quale, per altro, notò comunque degli oggetti di questo emisfero, ma aventi declinazione inferiore). È composto quasi interamente da stelle brillanti e ciò permette che l'osservazione al binocolo risulti la più gratificante; al telescopio l'oggetto si fa infatti rarefatto e diventa difficile apprezzarne la bellezza; al centro si trova la stella c Puppis, una gigante rossa, chiaramente estranea all'oggetto, il cui colore contrasta fortemente con il resto dell'ammasso, composto principalmente da stelle bianche e azzurre. Secondo uno studio del 2003, NGC 2451 sarebbe in realtà il risultato della sovrapposizione di due ammassi aperti, distanti e indipendenti fra loro, che appaiono riuniti in un unico oggetto solo per un effetto prospettico: NGC 2451 A è il più vicino dei due, posto ad una distanza di 671 anni luce; il secondo, NGC 2451 B, è più lontano, a 1206 anni luce di distanza. L'età degli ammassi è stimata sui 50-80 milioni di anni per NGC 2451 A e circa 50 milioni di anni per NGC 2451 B.
A breve distanza si trova '''NGC 2477''' ('''C71'''), un oggetto molto compatto, dall'aspetto più simile ad un brillante ammasso globulare, se non fosse che si tratta di un oggetto interno alla Via Lattea. Un binocolo non consente di andare oltre la semplice individuazione e l'oggetto rimane nebuloso; un telescopio di
Il curioso '''Cr 135''', o '''Ammasso di π Puppis''', è un oggetto piuttosto luminoso ma di debole concentrazione; si individua facilmente a sud del triangolo composto dalle brillanti stelle ε Canis Majoris, δ Canis Majoris e η Canis Majoris, con le quali forma un asterismo a forma di croce. Sebbene sia poco conosciuto, specialmente dall'emisfero boreale, si tratta di una delle associazioni più brillanti ed appariscenti della volta celeste. In cieli particolarmente nitidi e con l'oggetto non troppo basso sull'orizzonte si possono identificare tutte le sue quattro componenti principali anche ad occhio nudo; sono disposte a formare una sorta di cono col vertice rivolto verso sud, rappresentato dalla stella π Puppis. Lo strumento ideale per la sua osservazione è un binocolo o al più un telescopio di corta focale con bassi ingrandimenti; con ingrandimenti eccessivi infatti si perde la visione d'insieme; un binocolo 10x50 si rivela lo strumento più adatto, poiché rivela sia le componenti che il contrasto di colori fra la rossa π Puppis e le altre stelline più a nord, di colore azzurro. La sua caratteristica principale è data, come detto, da un gruppo di quattro stelle visibili anche ad occhio nudo disposte a formare un triangolo (o un cono) col vertice verso sud, la più brillante delle quali è la stella π Puppis; questa stella è una supergigante rosso-arancione posta apparentemente al di là dell'ammasso. Le componenti più vicine fra loro sono le tre stelle di quinta magnitudine, più altre disposte lungo il lato orientale, visibili con un binocolo o un piccolo telescopio; le tre stelle di quinta sono tutte variabili: la più interessante è la coppia delle componenti di NV Puppis (nota anche come v1 Puppis): la primaria è una variabile del tipo Gamma Cassiopeiae, la secondaria è del tipo Beta Cephei. Questa stella forma con la stella NW Puppis (o anche v2 Puppis), di magnitudine simile, una coppia molto più larga e risolvibile anche ad occhio nudo in cieli particolarmente tersi. La distanza dell'ammasso è stimata sugli 840 anni luce, mentre la velocità radiale è stimata sui 15,35 km/s. Nel corso degli anni novanta è stato eseguito uno studio sulla velocità radiale di oltre una sessantina di stelle attorno a quest'area di cielo; lo studio non è stato in grado di chiarire l'esistenza reale dell'ammasso (ossia se le componenti siano davvero fortemente legate fra loro), ma ha permesso di scoprire che sia le stelle di Cr 135 che quelle dei campi stellari di fondo mostrano un moto proprio molto simile. Pertanto, è plausibile che tutte le stelle visibili nel campo possano essere appartenute a un'antica associazione stellare. Secondo delle ricerche più recenti condotte col satellite Hipparcos, l'ammasso in realtà esisterebbe, sebbene le sue componenti si siano notevolmente disperse; anche la stella π Puppis, nonostante sia leggermente più lontana, sembrerebbe mostrare la stessa velocità radiale di altre stelle presenti nell'area, indice che anche questa sarebbe stata in origine un membro dell'ammasso.
Ancora un ammasso aperto, seppure non molto concentrato, è '''NGC 2546'''. Si individua con facilità, grazie alla sua luminosità e alla presenza della stella ζ Puppis nelle vicinanze: l'ammasso sta infatti 2,5 gradi a nordest di questa stella; si presenta come un insieme molto esteso di stelle azzurrognole, le cui componenti principali sono di ottava e nona magnitudine. Con un binocolo come un 10x50 si è dunque già in grado di individuare e risolvere alcune delle componenti principali dell'oggetto. Un binocolo 20x80 o un telescopio da
Un oggetto poco noto agli astronomi amatoriali ma di grande interesse è l’associazione '''Cr 173'''; questa occupa l'intera sezione meridionale della costellazione della Poppa, sconfinando in buona parte pure nelle Vele. È perfettamente individuabile anche ad occhio nudo, grazie alla luminosità delle sue componenti stellari più brillanti, che raggiungono la quinta e la quarta magnitudine; questo agglomerato di stelle domina questa parte di cielo grazie alla concentrazione di astri luminosi. Attraverso un binocolo appare tuttavia come un vago addensamento di astri, leggermente più ricco del resto del cielo, e spesso non è possibile vederlo per intero, date le sue vaste dimensioni angolari. Di fatto, quest’oggetto coincide con la brillante associazione OB nota come Vela OB2, posta nel Braccio di Orione, la quale è responsabile del generico addensamento di stelle visibile in direzione dell'antica costellazione della Nave Argo. All'ammasso appartengono gran parte delle stelle comprese fra la quinta e la settima magnitudine apparente visibile in quest'area. Vela OB2 è una delle associazioni OB più vicine in assoluto, dopo l'associazione Scorpius-Centaurus; essendo alla distanza media di circa 1335-1370 anni luce, viene a trovarsi fisicamente all'interno della Nebulosa di Gum, un'immensa nebulosa probabilmente causata dall'esplosione di diverse supernovae. L'associazione conta quasi un centinaio di componenti sparse su un diametro di circa 6°, le più luminose delle quali sarebbero la stessa γ Velorum, situata apparentemente presso il suo centro geometrico (anche se alcuni scienziati non concordano sulla sua appartenenza all’associazione), più altre stelle di quarta e quinta magnitudine, come HD 68324, HD 64740 e HD 65818. Con lo studio dei dati del satellite Hipparcos, si è potuto determinare che l'associazione Vela OB2 di fatto coincide con l'esteso ammasso aperto catalogato negli anni trenta da Per Collinder con la sigla Cr 173, sebbene egli gli diede una diversa distanza.
La costellazione contiene anche un '''''ammasso globulare''''', noto come '''NGC 2298'''. Si individua 5,5 gradi ad ovest della stella π Puppis o, volendo, 3,5 gradi a sud della κ Canis Majoris; forma con queste due stelle un ipotetico triangolo rettangolo, col vertice dell'angolo retto sull'ammasso. Fu osservato per la prima volta da James Dunlop e si rende evidente in un telescopio di almeno 100-
Fra le '''''nebulose planetarie''''', oltre alla già citata '''NGC 2438''', visibile in direzione di M46 e osservabile anche con piccoli telescopi come un evidente anellino luminoso, vi è la '''NGC 2440''', situata circa 4° a sud di M47. Si può notare anche con strumenti da
La più estesa '''''nebulosa diffusa''''' dell’intera volta celeste è compresa fra la Poppa e la vicina costellazione delle Vele; si tratta della '''Nebulosa di Gum''', un grande resto di supernova scoperto solo alla metà del XX secolo dall’astronomo australiano Colin Gum. Non è visibile né otticamente, né con un telescopio amatoriale, poiché i suoi filamenti sono molto tenui; gran parte delle sue emissioni sono nella banda dell'infrarosso e dell'Hα. Il suo aspetto è simile a un'enorme sfera cava di gas ionizzato, il cui diametro si estende per circa 30° di volta celeste. Il bordo settentrionale è individuabile nei pressi della stella π Puppis, mentre il confine meridionale si trova a pochi gradi dall'asterismo australe della Falsa Croce, fra Vele e Carena. Mentre i bordi meridionali appaiono molto ben definiti, per quelli settentrionali permangono delle incertezze: secondo alcuni scienziati infatti questo bordo coinciderebbe con una lunga serie di filamenti gassosi posti prevalentemente nella costellazione della Bussola e noti con la sigla Sh2-312; altri scienziati ritengono che questi filamenti si trovino troppo distanti dal punto di origine della Nebulosa di Gum e che possiedano una velocità radiale differente; questo scenario ha portato gli studiosi a ipotizzare che tali filamenti costituiscano una nube distinta rispetto alla Nebulosa di Gum e con un moto differente, rivolto verso nella nostra direzione. La distanza media della nube è pari a circa 1470 anni luce ed è situata sul bordo interno del Braccio di Orione, in cui si trova anche il sistema solare e la quasi totalità delle stelle osservabili ad occhio nudo; la sua estensione coincide con lo spazio compreso fra le due stelle Naos (ζ Puppis) e Regor (γ<sup>2</sup> Velorum); l'origine di questa struttura è stata a lungo dibattuta: in passato è stato ipotizzato che si trattase di un'antica sfera di Strömgren, ossia una bolla di idrogeno ionizzato, mentre secondo altre ipotesi si tratterebbe di un resto di supernova. Quest'ultimo è lo scenario più accreditato, ossia un'espansione della nube in seguito all'esplosione di una o più supernovae; la ionizzazione dei gas della nube è data dalle due stelle luminose poste agli estremi della nube stessa, ζ Puppis e γ<sup>2</sup> Velorum. Per conoscere le origini della nube è stato indagato il contesto galattico cui appartiene e in particolare le sue stelle adiacenti. La ζ Puppis in particolare, è stato notato che si tratta di una supergigante blu fuggitiva, ossia con un elevato moto proprio, situata a circa 1000 o 1100 anni luce di distanza, sul lato della nebulosa rivolto verso il Sole; questa sua elevata velocità la porta a trovarsi lontana sia rispetto alle regioni nebulose in grado di generare stelle con la sua massa, sia rispetto alle altre stelle del suo stesso tipo, considerando che la sua origine sarebbe il giovanissimo ammasso aperto Tr 10, nelle Vele. Alcuni studiosi hanno messo in relazione l'origine della nebulosa con l'attuale posizione di ζ Puppis, suggerendo che una delle concause dell'espansione della nube sia stata l'esplosione di una compagna fisica della stessa ζ Puppis, la cui potente onda d'urto avrebbe impresso a tale stella una notevole velocità, alterandone il normale moto e allontanandola dal punto in cui è avvenuta l'esplosione. Gli eventi che hanno generato la Nebulosa di Gum avrebbero avuto luogo da 1 a 6 milioni di anni fa. Gli oggetti più noti associati alla Nebulosa di Gum sono i cosiddetti globuli cometari. Queste particolari strutture sono i resti di nubi molecolari a cui la potente radiazione ultravioletta di ζ Puppis e γ<sup>2</sup> Velorum ha strappato gli strati più esterni; il gas che componeva questi strati costituisce una sorta di lunga chioma orientata nella direzione opposta rispetto alle fonti della radiazione e al fronte di ionizzazione. Ciò che resta di queste nubi è il denso nucleo, le cui caratteristiche sono quelle dei globuli di Bok e in cui avviene la formazione stellare, in particolare di stelle di piccola massa. Secondo un altro modello, la fonte dell'energia che ha divelto gli strati esterni delle nubi non sarebbe la radiazione ultravioletta delle due stelle, ma la potente onda d'urto causata dall'esplosione delle supernovae che hanno generato la nebulosa.
Una nebulosa facile da osservare è la '''NGC 2467''', visibile 1,5° a sudest della stella ξ Puppis; In alcune carte è riportata anche con la sigla Sh2-311 o col soprannome di “Nebulosa Teschio”. Si tratta di una nebulosa ad emissione, visibile con un telescopio da almeno 120-
Le poche galassie visibili in direzione della Poppa sono tutte poco appariscenti.
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