Guida alle costellazioni/Il polo sud celeste/Tucano: differenze tra le versioni
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Il '''Tucano''' è
==Caratteristiche==
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La più nota è il sistema a quattro stelle di '''β Tucanae'''; con un piccolo binocolo si osservano due stelle di simile magnitudine, con grande separazione. Un 20x80 o un piccolo telescopio consentono di notare che la più settentrionale delle due è in realtà formata da due stelle di luminosità quasi pari separate da 27". Una delle due componenti è poi ulteriormente suddivisibile in due astri, ma per separarli occorrono strumenti più grandi.
La '''κ Tucanae''' è una stella di quarta magnitudine composta anch'essa da quattro astri; la primaria presenta ad alcuni primi d'arco di separazione una compagna di settima magnitudine, ben osservabile con un binocolo. Un telescopio di
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Fra gli oggetti appartenenti alla Via Lattea spicca il celeberrimo '''''ammasso globulare''''' che porta la sigla '''NGC 104''', anche se è indubbiamente molto meglio noto col nome '''47 Tucanae''', che deriva dalla designazione assegnatagli dal catalogo di stelle e oggetti celesti compilato da Bode nel 1801; porta anche la sigla '''C106'''. 47 Tucanae è già visibile ad occhio nudo: appare come una stella sfocata di quarta grandezza, a poca distanza dalla Piccola Nube di Magellano; trovandosi molto a sud, diventa visibile soltanto a partire dalla fascia tropicale boreale, mentre da località come Sydney, Città del Capo e Rio de Janeiro si presenta circumpolare. Attraverso un binocolo appare come una sorta di bulbo nebuloso biancastro, dai contorni sfumati e molto più luminoso al centro; al telescopio si possono già risolvere alcune delle sue componenti, che sono di magnitudine 13,5. Nonostante sia il secondo ammasso globulare più luminoso del cielo, secondo solo ad Omega Centauri, restò a lungo sconosciuto per gli astronomi dell'emisfero settentrionale, a causa della sua posizione molto meridionale. Per questo motivo fu scoperto solo nel 1751 da Nicolas Louis de Lacaille. 47 Tucanae è un ammasso molto grande: il suo diametro reale è di circa 120 anni luce. Ciò lo rende, in termini di dimensioni assolute, notevolmente più grande di ω Centauri, l'ammasso globulare più luminoso dell'intera volta celeste. Solo la parte centrale, la più luminosa, è visibile ad occhio nudo; se fossimo in grado di vedere anche le parti più deboli, accessibili solo con grandi telescopi, avrebbe una dimensione apparente di 30 minuti d'arco, simile a quella della Luna piena. Il suo nucleo è luminoso e molto denso e all’intero ammasso è assegnata la classe di densità III, che lo rende uno degli ammassi globulari più concentrati. Al suo interno sono conosciute 25 pulsar con velocità di rotazione comprese tra 1 e 8 millisecondi e almeno 21 blue stragglers. Il nucleo è stato anche oggetto di uno studio volto all’individuazione di pianeti, utilizzando il Telescopio Spaziale Hubble per scoprire eventuali diminuzioni di luminosità delle sue stelle causate dal transito di un pianeta; non venne individuato alcun pianeta, neppure nelle stelle dell’alone, contribuendo a rafforzare l’ipotesi secondo cui negli ammassi globulari i pianeti siano molto rari a causa della bassa metallicità di questo genere di sistemi così antichi. 47 Tucanae ha tuttavia anche alcune stelle ricche in metalli, nelle quali è presente un sesto del ferro in più che nel nostro Sole. Secondo uno studio effettuato dall'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, al centro dell'ammasso sarebbe presente un buco nero di dimensioni intermedie (2200 masse solari), dedotto studiando il moto di rotazione delle stelle, il loro tasso di rotazione e la posizione delle pulsar. Un altro studio effettuato grazie alle osservazioni del telescopio a raggi X Chandra utilizzando lo spettrometro ACIS (Advanced CCD Imaging Spectrometer) installato, ha evidenziato in 47 Tucanae la stella più vicina ad un buco nero mai osservata, una nana bianca orbitante ogni 28 minuti che a causa delle forze mareali perde enormi quantità di materiale. Benché appaia molto vicino alla Piccola Nube di Magellano, 47 Tucanae fa in realtà parte dell’alone della Via Lattea; la sua distanza dal Sistema Solare è stimata sui 13.000 anni luce.
Un secondo ammasso globulare piuttosto luminoso è '''NGC 362''', osservabile nelle vicinanze; nonostante sia molto brillante, viene spesso trascurato dagli appassionati in favore del ben più cospicuo 47 Tucanae. Ciò nonostante, resta sempre fra i più luminosi (porta anche la sigla C 104). Sotto un cielo particolarmente buio è visibile anche ad occhio nudo e anche un binocolo 10x50 lo mostra come un oggetto chiaramente non stellare, dai contorni sfrangiati e lattiginoso. Con telescopi da
Fra le '''''galassie''''', spicca in senso assoluto la già citata '''Piccola Nube di Magellano''' ('''NGC 292''', in inglese ''Small Magellanic Cloud'', con sigla '''SMC'''), una delle galassie satelliti della Via Lattea più grandi e vicine. Appare a occhio nudo come un debole batuffolo di luce esteso per circa 3°, ossia circa sei volte il diametro della Luna piena; a uno sguardo casuale sembra quasi un pezzo staccato della Via Lattea e non una vera e propria galassia indipendente. La sua luminosità superficiale molto bassa tuttavia fa sì che sia sostanzialmente impossibile scorgerla da ambienti illuminati come i centri città. Occorre invece un cielo molto buio, possibilmente con la Luna sotto l'orizzonte per poterne apprezzare pienamente le dimensioni. Con un binocolo 10x50 appare come un oggetto nebuloso e a tratti granulare, con sovrapposti alcuni piccolissimi addensamenti stellari; alcuni piccolissimi oggetti di natura differente e più nebulosi sono invece visibili sul lato settentrionale. Con un telescopio da
Gli oggetti più notevoli appartenenti alla Piccola Nube di Magellano si trovano, come detto, in particolare sul suo lato settentrionale; fra questi, il più esteso è la grande nebulosa '''NGC 346''', di fatto una grande regione H II in cui sono stati attivi recentissimi processi di formazione stellare che hanno condotto alla nascita di stelle di grande massa. Queste stelle sono raggruppate in un ammasso aperto (sempre indicato dalla stessa sigla) e grazie alla loro intensa radiazione ionizzano i gas della nebulosa rendendola luminosa. L’ammasso aperto è facilmente osservabile con un piccolo strumento ed è risolvibile in stelle a forti ingrandimenti: le sue componenti diventano decine se osservate con un telescopio da
Verso il settore centro-meridionale della Piccola Nube si trova l’ammasso aperto '''NGC 290''', uno dei più massicci ed appariscenti della galassia; venne scoperto già da John Herschel nel 1834 ed è visibile con telescopi da
Molti altri piccoli ammassi aperti e nebulosità sono visibili con telecopi di diametro molto grande, dai
Numerosi piccoli ammassi globulari sono visibili nella regione di cielo circostante e in particolare sul lato orientale; uno dei più cospicui si trova però a poco più di mezzo grado a nordest di 47 Tucanae ed è '''NGC 121'''; può essere individuato anche con telescopi da
Un altro ammasso molto appariscente è '''NGC 419''', situato sul lato est della galassia e di aspetto così denso da essere considerato a volte un ammasso aperto e altre volte un ammasso globulare; tuttavia, la sua popolazione stellare farebbe pensare alla prima ipotesi. Appena visibile anche con strumenti di
Tutti questi oggetti sono chiaramente visibili nelle fotografie astronomiche, tant’è vero che questa e la vicina Grande Nube di Magellano sono fra gli oggetti in assoluto più fotografati dell’intero emisfero australe.
Le altre galassie visibili nel Tucano sono tutte poco appariscenti e di difficile osservazione. La più luminosa è la '''NGC 7205''', una galassia spirale dai bracci molto spessi visibile con telescopi da almeno 150-
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