Guida alle costellazioni/Il polo nord celeste/Cefeo: differenze tra le versioni

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La costellazione di Cefeo giace sulla Via Lattea boreale, a nord del Cigno; la sua parte meridionale possiede dunque un gran numero di oggetti appartenenti alla Via Lattea; nonostante ciò si tratta in prevalenza di oggetti poco appariscenti, seppure interessanti, e infatti nessuno di essi è riportato nel Catalogo di Messier.
 
Tra gli '''''ammassi aperti''''', in generale relativamente poco appariscenti, va citato innanzitutto '''NGC 7160''', che sebbene sia piccolo e poco popolato è uno dei più appariscenti della costellazione. Si individua 4 gradi ad est della stella Alderamin, in direzione di un ricco campo stellare pervaso da numerose nebulosità. Un binocolo 10x50 è sufficiente per individuarlo e anche per risolverlo in parte: appare dominato da cinque stelline di nona magnitudine, molto raccolte; un telescopio da 100mm100 mm individua fra queste altre componenti meno luminose, fino alla magnitudine 11, mentre strumenti ancora più grandi si limitano a separare ulteriormente le stelle più brillanti, che appaiono di un colore marcatamente azzurro. Situato alla distanza di circa 2570 anni luce, è un ammasso piuttosto giovane: la sua età si aggira infatti sui 10 o 12 milioni di anni e contiene pertanto numerose stelle delle prime classi spettrali. Si ritiene che circa 2-3 milioni di anni fa una delle stelle originariamente più massicce di NGC 7160 sia esplosa come supernova, generando una grande struttura a superbolla nota come Cepheus Bubble; questo evento potrebbe essere stato la causa dell'avvio dei processi di formazione stellare che hanno portato alla nascita della giovanissima associazione stellare Cepheus OB2, situata nelle vicinanze.
 
Qualche grado più a sud si trova '''NGC 7235''', un altro piccolo e giovane ammasso aperto visibile anche con un binocolo 10x50, seppur con difficoltà. Appare in un telescopio da 120mm120 mm di apertura come un gruppetto di una decina di stelle, la più brillante delle quali è una gigante gialla di magnitudine 8,9; con strumenti da 200mm200 mm è un oggetto ampio e completamente risolto a ingrandimenti piuttosto spinti. Si tratta di un oggetto molto giovane, con un'età che può essere stimata attorno agli 11 milioni di anni o forse anche inferiore; comprende diverse stelle massicce, fra le quali spicca una supergigante blu di classe spettrale A1Ia o B8Ia. Studi incentrati sulla determinazione di stelle variabili fra le sue componenti più massicce hanno permesso di individuare una decina di stelle con variazioni; fra queste vi è una supergigante blu simile a Deneb e una variabile di tipo Beta Cephei, quest'ultima la stella più luminosa dell'ammasso. La sua distanza è pari a 9200 anni luce, ben al di là della maggior parte degli oggetti visibili in Cefeo.
 
Sull'estremità sudorientale della costellazione è presente '''NGC 6939''', uno degli ammassi aperti più brillanti di Cefeo; le sue due stelle principali, che brillano di decima magnitudine, sono poste ai vertici di nordovest e sudest dell'oggetto, mentre le componenti centrali sono di magnitudine a partire dalla 12. Un binocolo 10x50 è sufficiente per scorgerlo ma permette di intravedere solo una leggera chiazza chiara; con un telescopio di 100mm100 mm di apertura appare invece già in massima parte risolto, mentre con uno strumento da 200mm200 mm si contano diverse decine di stelle fino alla magnitudine 14 e nessuna nebulosità apparente di fondo. La sua età, determinata tramite studi fotometrici e probabilmente compresa fra 1,0 e 1,3 miliardi di anni, lo rende un ammasso piuttosto vecchio, anche se non fra i più vecchi conosciuti; ulteriore indizio della sua grande età è la sua posizione a latitudini galattiche elevate. Al suo interno sono state rilevate evidenze che alcune delle sue componenti possano essere stelle doppie; poche delle sue componenti sono state invece identificate come stelle variabili. Dista da noi circa 3860 anni luce.
 
Al di fuori del piano della Via Lattea, a breve distanza dalla Stella Polare, si osserva '''NGC 188''' (noto anche come '''C1'''), un ammasso aperto poco conosciuto presso gli appassionati ma piuttosto appariscente; la risoluzione in stelle diventa possibile solo con telescopi da almeno 150mm150 mm di apertura: le sue componenti più luminose infatti sono di decima magnitudine, mentre la gran parte di esse brillano dalla tredicesima a salire. Telescopi da 200 o 250mm250 mm di apertura ne forniscono una visione molto chiara, ma la risoluzione appare incompleta anche a forti ingrandimenti. Si tratta di un ammasso molto concentrato, nonostante la sua età sia stata stimata sui 5 miliardi di anni, ossia 1-2 miliardi in meno degli ammassi più antichi conosciuti all'interno della nostra Galassia. Ciò contrasta con le caratteristiche di quasi tutti gli ammassi aperti conosciuti, in genere formati da stelle giovani e calde, che ancora sono legate gravitazionalmente le une alle altre; infatti le stelle in sequenza principale di NGC 188 sono stelle vecchie e relativamente fredde, di classe spettrale F2, ossia stelle gialle, mentre quelle che si trovano nel ramo delle giganti sono allo stadio di giganti giallo-arancioni, con classe spettrale G8. L'età delle sue componenti dunque è paragonabile a quella del Sole. La sua distanza è stimata sui 6670 anni luce.
 
In direzione di Cefeo si trova una vasta regione del Braccio di Orione ricca di nubi molecolari giganti e di associazioni di stelle blu molto giovani e brillanti; vi si trovano otto strutture differenti per caratteristiche e posizione, che a loro volta contengono complessivamente oltre 200 singole nebulose più o meno brillanti, individuabili nella luce visibile e soprattutto nell'infrarosso; molte di queste nebulose sono associate a degli ammassi aperti, come nel caso di NGC 7129, o a grandi e brillanti associazioni OB, come nel caso di IC 1396. Le associazioni OB presenti in questa regione sono quattro, alcune delle quali sono composte da stelle formatesi in fasi diverse dell'evoluzione del complesso. Gran parte di queste nebulose e delle stelle ad esse associate sono tuttavia oscurate da grandi banchi di polveri e gas non illuminati situati in primo piano.
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Un oggetto molto particolare facente parte di questa regione galattica è '''IC 1396''', un ammasso aperto molto sparso associato a una vasta '''''nebulosa diffusa'''''. Individuare però l'ammasso in sé non è facile, perché è molto disperso e quasi si confonde con il campo stellare circostante. Ciò che, nelle foto a lunga posa prese attraverso un telescopio, appare ben evidente, è il grande complesso nebuloso che circonda l'ammasso, esteso per circa 1°. I gas del complesso nebuloso di IC 1396 sono eccitati dal vento stellare della gigante blu HD 206267, di magnitudine 5,70 e appartenente alla giovane associazione Cepheus OB2. Sembra che l'espansione di questa regione H II abbia creato un ampio anello di gas molecolare del raggio di circa 40 anni luce, in un lasso di tempo di almeno 3 milioni di anni. La struttura ad anello si estende per circa 3° ed è circondata da un gran numero di globuli scuri, al cui interno probabilmente avviene la formazione di nuove stelle a causa della compressione ad opera della ionizzazione, del fronte dell'onda d'urto dei venti stellari e della pressione di radiazione; i globuli maggiori si trovano sul lato nordoccidentale della regione nebulosa e fra questi ve ne è uno particolarmente famoso a causa della sua forma, che gli è valso il soprannome di Proboscide d’Elefante (ha sigla '''vdB 142''').
 
Un’altraUn'altra importante regione nebulosa si trova sul bordo orientale della costellazione, vicino al confine con Cassiopea: si tratta di '''Ced 214''' e della sovrastante '''NGC 7822''', che assieme formano la regione di formazione stellare legata all’associazione Cepheus OB4. La nebulosa giace in un tratto della Via Lattea fortemente oscurato da polveri interstellari e nebulose non illuminate; nella sua direzione si osserva HD 225216, una stella arancione di magnitudine apparente 5,68, la quale però non è legata alla nebulosa essendo in primo piano. Sotto un cielo molto buio e con l'ausilio di filtri è possibile scorgere qualche vago dettaglio della nebulosa, specialmente con strumenti di grande diametro e utilizzando ingrandimenti molto bassi a causa delle grandi dimensioni dell'oggetto; in fotografia, al contrario, il sistema diventa molto ben evidente. La sezione settentrionale del complesso è nota con la sigla NGC 7822. Al centro della nebulosa si trova il giovane ammasso aperto Berkeley 59, visibile anche con un piccolo telescopio e contenente nove stelle blu con classi spettrali comprese fra la O7 e la B3, fra le quali spicca BD+66 1673, una delle stelle più calde situate entro un raggio di 3000 anni luce dal Sole; si tratta di una binaria a eclisse (con sigla V747 Cephei) in cui la stella primaria, di classe O5V, ha una temperatura superficiale pari a 45000 K e una luminosità di 100.000 luminosità solari. L'intensa radiazione ultravioletta di queste stelle si rende responsabile della ionizzazione dei gas dell'intera nebulosa e produce un fronte di ionizzazione che si estende sulla superficie di due dense nubi molecolari; la compressione che ne deriva destabilizza l'equilibrio delle nubi, facendole collassare in più punti. Per questa ragione, il complesso di Ced 214 è un importante teatro per lo studio dei processi di formazione di stelle di piccola massa stimolati dall'azione delle vicine stelle di grande massa. La distanza del complesso nebuloso è stata stimata sui 2700 anni luce.
 
Fra le altre nebulose spicca '''NGC 7023''', nota anche come '''C4''' e soprannominata '''Nebulosa Iride''', che circonda una stella di magnitudine 7. Si trova nella parte occidentale della costellazione e può essere scorta anche con un grande binocolo, se le condizioni di osservazione sono ottimali; un telescopio di 200mm200 mm di diametro è già in grado di rivelare alcuni particolari della nebulosa, come una sorta di barra centrale che si estende da nord a sud. NGC 7023 è una nebulosa a riflessione, ossia riflette la luce di alcune stelle vicine; probabilmente la stella principale responsabile della sua illuminazione è proprio la stellina di settima grandezza visibile al suo centro, catalogata come HD 200775, la quale si troverebbe avvolta dalla nebulosa, assieme ad altre stelle meno brillanti nate dalle sue polveri e che vanno a formare il piccolo ammasso aperto situato al suo interno, noto con la sigla Cr 429. La nebulosa probabilmente dista da noi circa 1400 anni luce e misura circa 6 anni luce. L’ammasso situato al suo interno è di piccole dimensioni apparenti ed è difficilmente osservabile attraverso la maggior parte degli strumenti amatoriali.
 
Nella parte sudorientale della costellazione, presso il confine con Cassiopea, è presente un gran numero di nebulose di idrogeno ionizzato, generalmente piuttosto deboli; fra queste la più appariscente è '''Sh2-155''' ('''C9'''), nota anche col nome proprio di '''Nebulosa Grotta''', situata circa 4° a SSE della stella ι Cephei, non lontana dall’ammasso aperto M52. Facilmente evidenziabile nelle foto a lunga posa, se la notte è particolarmente adatta può essere osservata anche con telescopi da 200mm200 mm di apertura, seppure con qualche difficoltà e con l’aiuto di un filtro interferenziale. La nebulosa appare come un insieme disomogeneo di parti brillanti e nebulose oscure; la parte settentrionale è la meno oscurata e mostra i caratteristici colori rossastri tipici delle regioni HII. La parte meridionale è invece interessata da locali oscuramenti; la nebulosa oscura più notevole, che dà il nome Nebulosa Grotta al complesso, si trova nell'angolo ad ovest. A breve distanza da questa vi è una piccola nebulosa a riflessione, nota come LBN 524, che circonda un gruppo di stelle di nona magnitudine. La distanza del complesso nebuloso è stimata sui 2400 anni luce dal Sistema Solare.
 
Fra le nebulose planetarie vi è '''NGC 40''' ('''C2'''), individuabile con telescopi di almeno 150-200mm200 mm di apertura; possiede una forma insolita, con un anello luminoso interrotto in due punti ed un involucro esterno debole e irregolare. Il suo diametro si aggira attorno all'anno luce e contiene al suo interno una nana bianca, fautrice della nebulosa, con temperatura superficiale di 90.000 K; la sua distanza si aggira sugli 11.750 anni luce.
 
Fra le '''''galassie''''' ve ne è una particolarmente luminosa, '''NGC 6946''', situata presso il confine col Cigno e nota anche con la sigla C12; è una grande galassia spirale vista di faccia, situata poco al di fuori del Gruppo Locale, a 10 milioni di anni luce; è visibile anche con un piccolo strumento come una macchia chiara ovaleggiante. Fra i suoi bracci sono presenti numerose nebulose di gas ionizzato e stelle giovani e massicce. All'infrarosso è stato evidenziato che negli ultimi 20 milioni di anni in questa galassia avrebbe avuto luogo un intenso fenomeno di starburst: nei pressi del nucleo vi è un gran numero di stelle giovani e brillanti. Il diametro lineare della galassia sarebbe di circa 58.000 anni luce e la luminosità è pari a circa 30 miliardi di soli. Negli anni 2000 fra i suoi bracci sono state osservate tre supernovae.
Una particolarità è data dalla galassia NGC 2300, situata nell’estremo nord della costellazione; si tratta di una galassia spirale, ma coi bracci così strettamente avvolti da non essere visibili facilmente nemmeno nelle foto ad alta risoluzione. Attraverso un telescopio da 150mm150 mm somiglia più a una sorta di ammasso globulare irrisolvibile in stelle, data la sua forma circolare più luminosa al centro.
A 6,4' verso WNW vi è la galassia NGC 2276, meno appariscente ma sede di numerose supernove osservate di recente e con cui la galassia precedente, stando a recenti misurazioni, sembra essere in interazione fisica.