Guida alle costellazioni/Il Triangolo Estivo e dintorni/Lira: differenze tra le versioni

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Fra tutte spicca la celeberrima '''ε Lyrae''', soprannominata la Doppia doppia, che è una delle stelle multiple più famose del cielo, distante circa 162 anni luce da noi: anche con un binocolo di piccole dimensioni come un 7x30 è possibile risolverla in due componenti di magnitudine molto simile e dallo stesso colore azzurrognolo; in un buon telescopio con ottiche ben allineate e ingrandimenti spinti si può notare che entrambe le stelle sono a loro volta doppie, con componenti fra la quinta e la sesta grandezza e colori a loro volta simili. L’orientazione reciproca delle due coppie è disposta a circa 90°. Le stelle che compongono '''ε<sup>1</sup> Lyrae''' hanno magnitudine 4,7 e 6,2 ed un periodo orbitale stimato di circa 1800 anni, che le colloca a una distanza di circa 140 UA. Le componenti di '''ε<sup>2</sup> Lyrae''' hanno magnitudine 5,1 e 5,5 ed un periodo orbitale delle due componenti di circa 585 anni. Le due coppie di ε<sup>1</sup> e ε<sup>2</sup> Lyrae distano fra loro almeno 0,16 anni luce e impiegano centinaia di migliaia di anni per completare un'orbita. Dal momento che il periodo è così lungo, la principale conferma che le due stelle siano fisicamente legate deriva dalla comune velocità di avvicinamento al Sole, pari a circa 28 km/s. Un osservatore posto su di una delle due coppie, vedrebbe l'altra coppia brillare con la luce di un quarto di Luna, a meno di un grado di distanza l'una dall'altra.
 
'''ζ Lyrae''' è un’altraun'altra coppia ben risolvibile anche con un binocolo; la componente primaria ha un colore bianco-azzurrastro, mentre la secondaria in un cielo nitido mostra un colore azzurro o marcatamente verdastro.
 
'''β Lyrae''' è anch'essa facilmente risolvibile con un binocolo: le due componenti, entrambe biancastre, sono separate da quasi mezzo primo d'arco.
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La vicinanza della scia della Via Lattea, che corre nell'adiacente costellazione del Cigno, fa sì che alcuni oggetti galattici siano presenti anche entro i confini della Lira.
 
L’oggetto in assoluto più conosciuto della costellazione è la '''Nebulosa Anello''', nota anche con la sua sigla del Catalogo di Messier '''M57'''. Si tratta di una delle '''''nebulose planetarie''''' più famose del cielo, grazie alla sua luminosità e alla sua forma apparentemente regolare; sta a circa il 40% della distanza angolare fra β Lyrae e γ Lyrae, più spostata verso la prima, e non può essere scorta con un binocolo comune come un 10x50, come pure difficilmente si osserva con modelli superiori come i 20x80, soprattutto per via dei bassi ingrandimenti. Piccoli telescopi possono permettere di individuarla facilmente se si osserva in condizioni adatte, mostrandola come un piccolo dischetto; con strumenti attorno i 100mm100 mm di diametro la figura anulare e la forma ellissoidale cominciano a notarsi. Strumenti maggiori mostrano alcune zone oscure ad est e ad ovest dell'anello, più alcune aree debolmente nebulose all'interno del disco. La nebulosa si trova a circa 2300 anni luce dalla Terra; possiede una magnitudine apparente di 8,8 e una magnitudine fotografica di 9,7. In un periodo di analisi di 50 anni, il tasso di espansione è stato di circa 1 secondo d'arco al secolo, che corrisponde alle osservazioni spettroscopiche di 20 - 30 km/s. M57 è illuminata da una nana bianca centrale di magnitudine 15,75 (variabile), la cui massa è circa 1,2 masse solari. Negli ultimi duemila anni la stella centrale della Nebulosa Anello ha lasciato il ramo asintotico delle giganti dopo aver esaurito quel poco che rimaneva della sua riserva di idrogeno, pertanto non potrà dunque più produrre energia attraverso la fusione nucleare e in termini di evoluzione stellare si avvicina alla fase di conversione in una nana bianca compatta. Questa stella ora è formata soprattutto da carbonio e ossigeno, con un sottile involucro esterno composto da elementi più leggeri. La sua massa è di circa 0,61 - 0,62 masse solari, con una temperatura superficiale di circa 125.000 K. Attualmente la stella è 200 volte più luminosa del Sole, anche se la sua magnitudine apparente è di 15,75. Si stima che la nebulosità osservata si stia espandendo da circa 1610 ± 240 anni (all’anno 2000), data in cui sarebbe quindi avvenuta l’espulsione degli strati esterni della sua stella centrale.
 
Nella Lira il Messier osservò anche un altro oggetto, l’'''''ammasso globulare''''' che oggi riporta la sigla '''M56'''. Quest’oggetto è piuttosto facile da localizzare, trovandosi grosso modo a metà via fra le stelle Albireo (β Cygni) e γ Lyrae; è visibile con grosse difficoltà con un binocolo 10x50, se la notte è molto buia e limpida. Con un telescopio da 114mm appare di forma tondeggiante e di aspetto nebuloso, mentre un 150mm150 mm può consentire di iniziare una difficoltosa risoluzione solo nelle nottate migliori; strumenti da 300mm300 mm con forti ingrandimenti lo risolvono con facilità in decine di componenti. M56 si trova ad una distanza di circa 32.900 anni luce dalla Terra e il suo diametro misura approssimativamente 84 anni luce; è uno degli ammassi globulari meno brillanti, soprattutto perché manca del nucleo molto brillante di cui è dotato la maggior parte di questi tipi di ammasso e la sua classe di concentrazione lo colloca fra i meno concentrati. Ciononostante, non è difficile da risolvere in stelle, anche se si trova a una notevole distanza. Le stelle più brillanti in M56 sono di magnitudine 13 e in esso sono state trovate solo una dozzina di stelle variabili.
 
Fra gli altri oggetti vi è infine '''NGC 6791''', un '''''ammasso aperto''''' non catalogato dal Messier e piuttosto debole, ma non meno importante. È situato meno di un grado a sudest della stella arancione θ Lyrae, in un campo stellare moderatamente ricco di stelle deboli situato sul bordo della Via Lattea. Attraverso un binocolo 10x50 è praticamente invisibile e nelle migliori condizioni osservative si presenta al massimo come un debolissimo alone diffuso privo di stelle; con piccoli rifrattori il suo aspetto non migliora molto, dato che le sue componenti più luminose arrivano appena alla magnitudine 13. Strumenti con 200mm200 mm di diametro ne permettono invece una parziale risoluzione. A causa delle particolari caratteristiche della sua popolazione stellare, NGC 6791 è uno degli ammassi aperti più studiati del cielo, anche se a livello amatoriale è assai poco conosciuto; si tratta di uno degli ammassi più antichi che si conoscano, con un'età stimata inizialmente attorno ai 6 miliardi di anni e attestata infine attorno agli 8 miliardi di anni. La sua distanza è invece stimata attorno ai 13.300 anni luce e giace a una latitudine galattica molto elevata e dunque quasi all'esterno del disco galattico; quest’ultima è una caratteristica tipica degli ammassi aperti che hanno un’età molto avanzata. La sua caratteristica più rilevante riguarda la metallicità delle sue stelle membri, che nonostante siano quasi due volte più vecchie del Sole presentano una quantità più che doppia di ferro in rapporto all'idrogeno; ciò contrasta con la linea generale secondo cui le stelle più antiche sono anche quelle naturalmente più povere di metalli. La concentrazione stellare è molto elevata al centro, al punto che in tutto l'ammasso sono state scoperte 47 blue stragglers, mentre altre 55 componenti mostrano un colore giallo tipico delle classi spettrali F e G; sono inoltre presenti 174 giganti rosse. Un'ulteriore particolarità deriva dalla sua grande abbondanza di nane bianche, il cui studio permette di affinare le teorie sull'evoluzione stellare e la fisica del plasma, dunque sull'origine stessa dell'Universo; la sequenza di raffreddamento insolita osservata per nane bianche di quest'ammasso è stata spiegata con l'ipotesi che circa il 34% di esse costituisca in realtà un sistema binario di nane bianche.
 
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