Guida alle costellazioni/Da Pegaso a Perseo/Perseo: differenze tra le versioni

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Fra gli '''''ammassi aperti''''' di aspetto tradizionale ve ne è uno catalogato dal Messier, '''M34'''. si individua con facilità praticamente a metà strada fra le due stelle Almach e Algol, entrambe ben note e di seconda magnitudine; è visibile persino ad occhio nudo nelle nottate più buie e limpide. Un binocolo 10x50 è sufficiente per iniziare la sua risoluzione in stelle, le quali sono di settima e ottava grandezza; un telescopio da 114mm lo risolve appieno, mostrando decine di stelle spesso disposte in sequenza; uno strumento con ingrandimenti eccessivi fa perdere la visione d'insieme. M34 si trova ad una distanza di circa 1400 anni luce dalla Terra ed è costituito da circa 100 stelle; la componente apparentemente più brillante è in realtà estranea all'ammasso (prospettica) ed ha magnitudine 7,3, mentre i membri più brillanti sono di magnitudine 7,9-8,0. La sua età è stimata in 190 milioni di anni. Il diametro apparente dell'ammasso è di 35 minuti d'arco, da cui si ricava un raggio reale di 15 anni luce.
 
Perseo è però famosa per ospitare una coppia di ammassi molto ricchi e luminosi, relativamente simili fra loro e posti a una vicinanza tale che a bassi ingrandimenti appaiono assieme nello stesso campo visivo; da questa caratteristica deriva il loro nome proprio di '''Ammasso Doppio'''. Possiedono pure una lettera di riferimento ('''h''' e '''χ'''), nonché numeri di catalogo indipendenti ('''NGC 869''' e '''NGC 884'''); collettivamente sono anche noti con la sigla '''C14'''. Sono ben visibili ad occhio nudo come una macchia chiara allungata con una strozzatura centrale, che le conferisce la forma di un "8" rovesciato; notissimi fin dall'antichità, questi due magnifici oggetti celesti si presentano circumpolari in gran parte dell'emisfero boreale terrestre. Un binocolo di piccole dimensioni consente di risolvere in parte i due oggetti, che per altro non appaiono molto diversi fra loro: χ Persei è dominato da due stelle di settima magnitudine a nord, h Persei presenta due stelle di settima ad ovest; con un binocolo h Persei sembrerebbe appena più ricco del compagno, il quale però mostra un gran numero di componenti se visto con un piccolo telescopio. Con un newtoniano di 200mm200 mm di apertura si può godere di un vero e proprio spettacolo: le componenti diventano centinaia; entrambi gli ammassi mostrano al loro interno una ventina di supergiganti rosse, che contrastano con il colore azzurro delle altre componenti. Entrambi gli ammassi si trovano nel Braccio di Perseo, il braccio di spirale della Via Lattea immediatamente più esterno rispetto al nostro, il Braccio di Orione. Tuttavia gli ammassi si trovano più lontani fra loro di quanto possa sembrare dalla Terra; se infatti le stime sulla loro distanza da noi sono corrette (6800 anni luce per NGC 869 e 7600 anni luce per NGC 884) e deriverebbe che la distanza reale tra i due ammassi sia di circa 800 anni luce.
 
'''NGC 869''' ('''h Persei''') è l'ammasso posto ad ovest (a destra nella foto): la sua età è stimata sui 19 milioni di anni e si trova nell'associazione Perseus OB1; in piccoli telescopi appare il più concentrato e il più luminoso dei due, con una magnitudine pari a 4,3. Appare dominato da un gran numero di stelle blu molto luminose, tra le quali spiccano alcune stelle arancioni, che rendono l'ammasso un insieme multicolore di stelle.
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'''NGC 884''' ('''χ Persei''') è l'ammasso visibile ad est (a sinistra nella foto): è leggermente meno luminoso del precedente e anche più giovane, con un'età stimata sui 12,5 milioni di anni; si mostra meno compatto del suo compagno e quasi diviso in due piccoli gruppi più densi, mentre le sue componenti sono anch'esse azzurre con alcune stelline arancioni. A nord sono presenti due stelle di sesta e settima magnitudine, che estendono apparentemente i limiti dell'ammasso.
 
A breve distanza dall'Ammasso Doppio si trova un altro ammasso piuttosto appariscente, anche se poco noto; si tratta di '''Tr 2''', situato sul bordo di un ricco campo stellare. Comprende diverse stelle giallastre di magnitudine 7 piuttosto sparse e disposte lungo una concatenazione orientata in senso est-ovest, su cui domina una stella arancione di magnitudine 7,44. Con un binocolo 10x50 appare già risolto in una decina di stelle; attraverso un telescopio da 100mm100 mm si possono individuare una trentina di componenti sparse fino alla magnitudine 12 senza particolari accenni di concentrazione. Ingrandimenti oltre i 120x non permettono di avere una facile visione d'insieme. La sua distanza è stimata attorno ai 2120 anni luce e ricade così sul bordo esterno del Braccio di Orione. La sua età è stimata sui 150 milioni di anni e mancano in esso stelle massicce di sequenza principale di classe spettrale O e B. Nella sua direzione sono state scoperte una dozzina di stelle variabili, fra le quali sei hanno un'elevata probabilità di appartenere fisicamente all’ammasso; si tratta per la maggior parte di stelle le cui oscillazioni avvengono fra la magnitudine 12 e 13, dunque molto deboli. Fra queste vi sono alcune variabili a eclisse e una semiregolare.
 
Un altro ammasso rilevante è '''NGC 1528'''; si individua nella parte nordorientale della costellazione, lungo un tratto della Via Lattea fortemente oscurato ma comunque ricco di ammassi aperti; la sua posizione è recuperabile poco meno di 3° a nord di μ Persei. L'ammasso è perfettamente visibile con un binocolo 10x50, attraverso cui si presenta come una macchia chiara allungata in senso est-ovest, su cui si stagliano alcune debolissime stelle; con un telescopio da 100mm100 mm è già possibile la sua risoluzione in alcune decine di stelle fino alla magnitudine 12. In strumenti da 200mm200 mm è perfettamente risolto in almeno un centinaio di stelle già a bassi ingrandimenti; oculari di focale troppo corta non consentono di avere una visione d'insieme a causa delle dimensioni dell'ammasso. Si tratta di un oggetto piuttosto ricco e popoloso, ben contrastato rispetto al fondo cielo; la sua distanza è stimata sui 2530 anni luce dal Sole, venendo così a trovarsi probabilmente in prossimità del bordo esterno del Braccio di Orione. NGC 1528 ha un diametro angolare di 18 minuti d'arco e una magnitudine apparente visuale di 6,4; possiede un'età stimata attorno ai 370 milioni di anni. Ricerche sulle stelle peculiari nei dintorni di quest'ammasso hanno permesso di individuare quattro stelle di carbonio come possibili membri.
 
'''NGC 1342''' è meno appariscente degli altri oggetti descritti, ma è anch’esso facilmente osservabile. Si individua nella parte meridionale della costellazione, quasi a metà strada fra le stelle Algol e ζ Persei; giace lontano dal piano della Via Lattea, in direzione di un campo stellare relativamente povero. Attraverso un binocolo 10x50 è visibile come un piccolo addensamento di deboli stelle di magnitudine 8 e 9; con un telescopio da 120mm120 mm si risolve in una ventina di stelle fino alla magnitudine 12 sparse su un diametro di 14', mentre con strumenti ancora più grandi si evidenzia maggiormente la scarsa concentrazione e il basso numero di componenti, benché l'oggetto appaia comunque contrastato rispetto ai campi stellari circostanti. Si tratta di un ammasso poco popoloso e debolmente concentrato, seppure relativamente appariscente; la sua distanza è stimata attorno ai 2170 anni luce, mentre la sua età è di 450 milioni di anni.
 
Nella parte nordorientale della costellazione si trovano numerosi altri ammassi aperti, sebbene siano meno ricchi o più difficili da osservare.
 
Perseo ospita anche la '''''nebulosa planetaria''''' '''M76''', famosa per essere una delle quattro catalogate dal Messier. M76 è individuabile con difficoltà, sia a causa della sua debole luminosità (si tratta dell'oggetto più debole fra quelli indicati da Messier), sia perché nei suoi dintorni non si trovano stelle luminose: un metodo per rintracciarla è raggiungere la stella φ Persei, di quarta magnitudine, e poi muoversi di circa un grado verso nord; è al di fuori della portata di un binocolo, con l'eccezione di un 11x80, in cui si mostra come un puntino pallido e sfuocato. Un telescopio da 150mm150 mm lo mostra come un oggetto allungato in senso nordest-sudovest; strumenti superiori mostrano due lobi, che la fanno rassomigliare alla Nebulosa Manubrio (M27) nella costellazione della Volpetta. M76 possiede due numeri NGC perché si sospettava che fosse una nebulosa doppia con le due componenti in contatto; in realtà NGC 651 è soltanto la parte nordorientale della medesima nebulosa, cui è assegnata la sigla NGC 650. Il soprannome Piccola Campana Muta deriva invece dall’inglese “Little Dumbell”, con significato analogo; Dumbell è il nome utilizzato in inglese per indicare la Nebulosa Manubrio, M27. La zona più brillante di questa nebulosa ha un diametro di 65 secondi d'arco, mentre l'alone ha un'estensione di 290 secondi d'arco. La stella centrale ha magnitudine di 16,6 e una temperatura di 140.000 K; probabilmente raffreddandosi diventerà una nana bianca in una decina di milioni di anni.
 
Tra le '''''nebulose diffuse''''' invece spicca notevolmente '''NGC 1499''', chiamata anche '''Nebulosa California''' per via della sua forma; venne scoperta nel 1884 dall'astronomo americano Edward Emerson Barnard. A causa della sua debolezza e della sua estensione, è molto difficile da osservare visualmente, mentre è un soggetto tradizionale e anche piuttosto facile per gli astrofotografi. Si estende infatti per due gradi e mezzo ed è orientata in direzione est-ovest; giace poco a nord della stella azzurra ξ Persei. La sua distanza è stimata sui 1000 anni luce e costituisce la parte settentrionale, ionizzata, della Nube di Perseo, un grande complesso di nebulose oscure e polveri interstellari che si estende verso sudovest per ben 25°, arrivando a sconfinare nella costellazione dell’Ariete. Grazie alla sua vicinanza, è una delle regioni nebulose molecolari più facili da studiare, in particolare per quanto riguarda la comprensione dei meccanismi di formazione delle stelle di piccola e media massa; essendo infatti una nube minore del braccio di spirale in cui si trova (il Braccio di Orione), al suo interno non avvengono fenomeni di formazione di stelle di grande massa. Gran parte di questi processi sono attivi nella parte centro-meridionale, in direzione delle nebulose NGC 1333 e IC 348, che racchiudono dei giovanissimi ammassi aperti. La prima ondata di formazione stellare avvenuta nella Nube di Perseo ha generato stelle di grande massa raggruppate nell’associazione Perseus OB2, di cui fanno parte le stelle ζ Persei, ξ Persei e 40 Persei; tutte queste stelle hanno un’età media di 6 milioni di anni e sono comprese entro un diametro di 150 anni luce.
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'''NGC 1333''', che come visto fa parte della Nube di Perseo, non è difficile da individuare anche con un piccolo strumento; si trova circa 3 gradi a sudovest della stella ο Persei, in quell'area di cielo in cui si incontrano le costellazioni di Perseo, Ariete e Toro ed formata da un denso banco di gas che riflette la luce delle giovanissime stelle che racchiude al suo interno. La grande sequenza di piccole nebulose a riflessione e nebulose oscure che da qui sconfina in Ariete può essere un facile soggetto per le fotografie a lunga posa e 5-10° di campo celeste ripreso.
 
Fra le '''''galassie''''' la più importante è '''NGC 1023''', una galassia spirale barrata situata a circa 32 milioni di anni luce; può essere osservata anche con un telescopio da 120mm120 mm, dove appare come una macchia chiara un po’ allungata in senso est-ovest; fa parte dello stesso gruppo di galassie cui appartiene anche NGC 891, in Andromeda.
 
Da segnalare infine un grande ammasso di galassie noto come '''Abell 426'''; si trova circa 2° a ENE di Algol ed è uno degli ammassi più grandi conosciuti nell’Universo, composto da migliaia di galassie situate alla distanza di circa 240 milioni di anni luce; le sue emissioni di raggi X sono fra le più forti conosciute nell’Universo profondo.
 
Al suo centro spicca '''NGC 1275''' ('''C24''') nota anche come Perseus A, una galassia di Seyfert di aspetto peculiare, visibile però solo con telescopi di 120-150mm150 mm di diametro. NGC 1275 consiste invero di due galassie, la galassia centrale dell'ammasso, una galassia gigante diffusa, e il cosiddetto "sistema ad alta velocità" che si estende di fronte a questa; questo sistema si muove alla velocità di 3000 km/s intorno al sistema dominante e si pensa che si stia fondendo con l'Ammasso di Perseo. Il sistema ad alta velocità non sembra influenzato dalla galassia gigante e si trova a 200.000 anni luce da questa.
 
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