Guida alle costellazioni/Da Pegaso a Perseo/Pegaso: differenze tra le versioni

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La costellazione si estende in una regione di cielo non oscurata dalle polveri galattiche, pertanto sono visibili in particolare galassie, alcune delle quali sono piuttosto appariscenti.
 
L’oggetto più notevole della costellazione è però un '''''ammasso globulare''''', uno dei più luminosi del cielo, che riporta la sigla '''M15'''. Localizzare quest’oggetto non presenta alcuna difficoltà, basta infatti prolungare l'asse Baham (θ Pegasi) - Enif (ε Pegasi) di 4° verso NE. La magnitudine dell'ammasso, pari a 6,2, permette di localizzarlo anche con un semplice binocolo 10x50, con cui appare di aspetto nebuloso e più luminoso al centro; un telescopio di 200mm200 mm di diametro permette di risolvere la periferia dell'ammasso in stelle, ma non il nucleo, che essendo molto concentrato permane di aspetto nebuloso o granulare. Con strumenti da 350mm350 mm o più è possibile intravedere la nebulosa planetaria Pease 1, se si riprende una fotografia a lunga posa. L'ammasso è uno dei più densi conosciuti: il suo nucleo ha subìto una contrazione in passato, forse a causa di un buco nero; questo collasso del nucleo è stato osservato anche in altri ammassi, come M30. L'ammasso contiene molte stelle variabili, ben 110, che hanno permesso di stimare una distanza pari a 33.600 anni luce; molte di queste sono del tipo RR Lyrae, ma è nota anche una variabile Cefeide. M15 accoglie anche un notevole numero di pulsar e di stelle di neutroni, resti di stelle massive "morte" durante la giovinezza dell'ammasso; un’altraun'altra interessante particolarità è data dal fatto di essere uno dei pochi ammassi globulari conosciuti a contenere una nebulosa planetaria (Pease 1), situata nella sua periferia.
 
Fra gli oggetti non catalogati dal Messier vi sono le numerose '''''galassie''''' osservabili in questa grande area di cielo; tuttavia sono in massima parte piuttosto deboli e quindi fuori dalla portata di un telescopio di modeste dimensioni.
 
La galassia più notevole, sia per luminosità che per dimensioni apparenti, è '''NGC 7331''', nota anche con la sigla del Catalogo Caldwell '''C30''', visibile nella parte settentrionale della costellazione; si individua circa 4° a NNW della brillante stella η Pegasi; si mostra in piccoli strumenti come una scia chiara disposta in senso nord-sud, appena più chiara al centro. Con un telescopio da 200mm200 mm si nota che il suo alone luminoso si estende maggiormente in direzione sud rispetto al nucleo luminoso. I bracci, perfettamente visibili nelle foto a lunga esposizione, sono tenui e aperti in direzione sud. Questa galassia, la cui distanza è stimata sui 40 milioni di anni luce, viene spesso citata per essere una sorta di “gemella” della Via Lattea: in effetti le sue dimensioni reali sono simili alla nostra, come pure la sua massa e probabilmente anche molti caratteri della sua struttura fisica, come la presenza di quattro bracci di spirale, alcuni dei quali deformati verso la periferia. Tuttavia sussistono anche delle differenze, in particolare per l’assenza di una barra centrale in NGC 7331, che è invece presente nella Via Lattea; un’altraun'altra differenza sostanziale è la rotazione del bulge, che in NGC 7331 è nel verso opposto rispetto ai suoi bracci di spirale: questa differenza potrebbe essersi sviluppata anche in un certo momento dopo la formazione della galassia, magari dalla caduta di materiale proveniente da interazioni con altre galassie, ma la reale causa resta sconosciuta, così come non è noto se questa caratteristica sussista già dalla sua nascita. Un’altraUn'altra differenza potrebbe riguardare il numero dei bracci, che nella Via Lattea sono alternativamente ritenuti essere due o quattro, sebbene gli studi più recenti tendano a indicare come più corretto il numero di quattro. I bracci di NGC 7331 per altro stanno sperimentando uno starburst, ossia un episodio di formazione stellare sostenuto ed esteso all’intero disco galattico.
 
A solo un grado a sudest da questa galassia si trova il celebre '''Quintetto di Stephan''', un gruppetto di galassie molto deboli ma molto conosciuto presso gli astronomi amatoriali; il gruppo è fuori dalla portata di un piccolo telescopio, ma può essere individuato, seppur con difficoltà, attraverso un telescopio da 250mm250 mm di diametro o anche da 200mm200 mm se la notte è veramente buia e limpida e il sito osservativo è situato in alta quota. Le galassie del Quintetto di Stephan non sono tutte realmente connesse fra loro: NGC 7320 ha un valore di redshift molto piccolo (760 km/s), e le altre quattro galassie si muovono molto più velocemente (6600 km/s circa). Dato che il redshift indica la distanza dalla Via Lattea, NGC 7320 potrebbe trovarsi solo a 32 milioni di anni luce dalla nostra, mentre le altre quattro sono a distanze comprese fra 280 e 340 milioni di anni luce. Tre delle restanti galassie, NGC 7317, NGC 7318A e NGC 7319, mostrano un redshift comune, mentre NGC 7318B, quella che ad una prima vista appare a contatto fisico con NGC 7318a, possiede un blueshift di 900 km/s ed è quindi in avvicinamento. Tre delle galassie del Quintetto, NGC 7318A, NGC 318B e NGC 7319, mostrano segni di irregolarità morfologica, mentre NGC 7317 sembra apparentemente di forma regolare. Nel gruppo è pure presente un elevato numero di candidate galassie nane mareali, fra cui 13 nella lunga coda di NGC 7319, alcune ad est di NGC 7318B e altre nella sua regione settentrionale, in cui ha luogo un esteso fenomeno di formazione stellare.
 
Circa 2° a sud della coppia di stelle π<sup>1</sup>-π<sup>2</sup> Pegasi si trova la galassia '''NGC 7217''', una spirale molto ben avvolta vista perfettamente di faccia; la sua distanza è stimata sui 50 milioni di anni luce. Si tratta di una galassia povera di gas la cui caratteristica principale è la presenza di diversi anelli concentrici di stelle nel suo nucleo: tre sono i principali, il più esterno dei quali è quello più ricco di gas e quello che ospita il maggior numero di episodi di formazione stellare, a cui se ne aggiungono altri, più interni, scoperti dal telescopio Hubble. Questo suggerisce che le sue regioni centrali abbiano subìto diversi starburst. Altra caratteristica degna di nota è la presenza di un certo numero di stelle rotanti attorno al nucleo della galassia in direzione opposta rispetto alla maggior parte delle altre e di due distinte popolazioni stellari: una di età intermedia nelle regioni più interne, una più giovane ma più povera di metalli verso l'esterno. Si ritiene che queste caratteristiche siano state causate dalla fusione con un'altra galassia.
 
Circa 3° a sud della stella α Pegasi si trova la spirale barrata '''NGC 7479''' ('''C44'''); può essere individuata soltanto con un telescopio da almeno 120mm120 mm di apertura e con un buon ingrandimento. Viene considerata un esempio di galassia di Seyfert, che sta sperimentando intensi fenomeni di formazione stellare sia nel nucleo che nei bracci esterni. Gli studi sulla polarizzazione indicano che in tempi astronomicamente recenti subì una fusione con un'altra galassia; si tratta di un caso particolarissimo se studiata alle frequenze delle onde radio, poiché a quelle lunghezze d'onda si osservano i bracci di spirale andare in senso contrario rispetto a quelli visibili in luce ottica. Dista sui 105 milioni di anni luce.
La '''NGC 7814''' ('''C43''') è una galassia a spirale vista perfettamente di taglio circa 2° a ovest di γ Pegasi, distante 40 milioni di anni luce; appare come un lungo e stretto fuso attraverso telescopi da 120-150mm150 mm di diametro, mentre con grandi strumenti si evidenzia una lunga banda oscura che la percorre longitudinalmente e che la fa somigliare a una versione molto ridotta della ben più famosa Galassia Sombrero nella Vergine.
 
Le altre galassie sono per lo più deboli, sebbene siano comunque numerose. Una curiosità è data dalla galassia che porta il primo numero del catalogo NGC, che si trova proprio nella costellazione di Pegaso: '''NGC 1''' è una debole e remota galassia spirale di magnitudine 13,6, situata a una distanza di 188 milioni di anni luce.