Guida alle costellazioni/Auriga, Orione e il Triangolo Invernale/Orione: differenze tra le versioni

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Fra gli '''''ammassi aperti''''', i più luminosi si trovano lungo la Spada e sono facilmente visibili con un binocolo.
 
Il più settentrionale di questi, che apre a nord la Spada, è '''NGC 1981''', che è visibile ad occhio nudo come una macchia sfocata; le sue componenti sono stelle giovani e azzurre di magnitudine compresa fra 6 e 8, le più luminose delle quali formano un arco nella parte ad est dell'ammasso, mentre quelle meno luminose si dispongono ad ovest. L'ammasso viene risolto completamente con un binocolo 10x50 in nottate limpide; con un telescopio da 100mm100 mm offre una bella visione anche a bassi ingrandimenti. NGC 1981 è immerso nel grande Complesso nebuloso molecolare di Orione e le sue stelle illuminano parzialmente la nebulosa NGC 1977. NGC 1981 è costituito da alcune decine di stelle giovani e brillanti situate alla distanza di circa 1300-1400 anni luce; costituisce uno degli addensamenti più rilevati dell'Associazione Orion OB1, una delle associazioni OB meglio studiate a causa della sua vicinanza.
 
L’estremità meridionale della Spada è invece rappresentata dall’ammasso '''NGC 1980'''. A occhio nudo si nota senza difficoltà la stella ι Orionis, che è l'astro più luminoso dell'ammasso, più alcune stelle di quinta magnitudine; mediante un binocolo sono osservabili ulteriori componenti di settima magnitudine, tutte piuttosto ravvicinate fra loro, mentre con un piccolo telescopio e bassi ingrandimenti si arriva a notare fino a una trentina di stelle. All'ammasso si sovrappone una tenue nebulosità, parte del Complesso di Orione, evidente nelle foto a lunga esposizione. NGC 1980 è un oggetto molto giovane, dominato da stelle calde e azzurre di classe spettrale O e B; se si escludono un paio di stelle che paiono appartenere all'ammasso solo per un effetto prospettico, sovrapponendosi in realtà ad esso, la maggior parte delle stelle di NGC 1980 appartiene all'associazione OB Orion OB1. Si tratta di una vastissima associazione cui appartengono almeno 10.000 stelle, poste a una distanza media di circa 1400 anni luce.
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Il gruppo di stelle a nord della coppia Betelgeuse-Bellatrix costituisce a sua volta un ammasso stellare distinto, noto come '''Ammasso di Lambda Orionis''' o con la sigla '''Cr 69'''. La sua grande luminosità face sì da essere citato anche da Tolomeo. Il binocolo è lo strumento ideale per la sua osservazione, in quanto è molto esteso e un telescopio non è in grado di fornire un suo quadro d'insieme. Ingrandimenti superiori tuttavia consentono di individuare una debole nebulosa diffusa che sembra permeare l'ammasso, che ben si evidenzia nelle foto ad infrarossi. L'ammasso consiste in un gruppo di stelle azzurre di sequenza principale costituenti un'associazione OB, la più luminosa delle quali è λ Orionis (Heka o Meissa), talvolta usata per dare il nome all'intera associazione; a sudest si aggiunge apparentemente una stella gialla, la φ² Orionis, ma il realtà quest'ultima si trova a poco più di 100 anni luce da noi, mentre l'ammasso sta a 1600 anni luce.
 
Nella parte settentrionale dell'asterismo dello Scudo di Orione, poco a nordovest della stella π1 Orionis, si trova l’ammasso '''NGC 1662'''; è visibile con facilità anche con un binocolo 10x50, dove si presenta come un piccolo gruppetto di stelle di magnitudine 8 e 9. Con un telescopio da 80mm80 mm di apertura è perfettamente risolto in una dozzina di stelle fino alla magnitudine 11 ed è evidente che molte delle stelle più deboli si concentrano attorno alla stella più luminosa, una gigante arancione di magnitudine 8,33; ingrandimenti troppo spinti ottenibili con telescopi di grande diametro non consentono di apprezzarne la visione d'insieme e l'ammasso appare disperso. NGC 1662 è un ammasso di età intermedia e non molto popolato, situato alla distanza di 1425 anni luce; possiede un'età stimata attorno ai 420 milioni di anni, non molto diversa da quella delle Ìadi e del Presepe. Fra i membri accertati vi sono 15 stelle di classe spettrale B, 8 di classe A e 3 di classe F, più alcune stelle meno massicce e più deboli.
 
Lungo la scia della Via Lattea, nella parte nordoccidentale della costellazione, si trova infine '''NGC 2169''', in direzione di un campo stellare ricco di stelle deboli; attraverso un binocolo è visibile come una piccola macchia chiara su cui spiccano alcune deboli stelle e, in particolare, una stella azzurra di magnitudine 7,2. Attraverso un piccolo telescopio è già perfettamente risolto anche a bassi ingrandimenti ed è ben evidente la distribuzione a formare una figura simile al numero "37" delle sue stelle principali. Le piccole dimensioni dell'ammasso permettono osservazioni ad alti ingrandimenti, ma non vi sono comunque stelle di fondo da risolvere. Si tratta di un oggetto piuttosto concentrato e dalla forma caratteristica, costituito da due gruppi distinti di stelle tendenzialmente di colore bianco-azzurro; la sua distanza è stimata attorno ai 3430 anni luce. La sua stella più luminosa, HD 41943, una gigante blu di classe spettrale B2III e magnitudine 7,18, possiede una compagna di magnitudine 8,1 a circa 2,6 secondi di separazione e costituisce un buon test per i telescopi. È un ammasso molto giovane, la cui età è stimata attorno agli 11 milioni di anni al massimo; le sue componenti più massicce possiedono una classe spettrale B e A, alcune delle quali sono già in una fase avanzata del loro ciclo vitale.
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Fra M42 e NGC 1981 si trova la nebulosa '''NGC 1977''', illuminata da un brillante gruppo di stelle giovani. La fonte di ionizzazione dei gas della regione è principalmente la stella azzurra 42 Orionis, sebbene molte altre stelle concorrano ad illuminare le nubi, come altre due stelle simili e la gigante gialla 45 Orionis; la responsabile del piccolo lembo nebuloso catalogato come NGC 1973 è invece la variabile KX Orionis. Tutte queste nebulose estese lungo la Spada di Orione costituiscono il sistema nebuloso di Orion A.
 
Alcuni gradi a nordest si trova il secondo sistema che forma il Complesso di Orione, noto come Orion B; si tratta in prevalenza di nebulose oscure, ma alcune parti sono illuminate da stelle giovani emettendo una luce bluastra. Fra queste si trova '''M78''', che si individua molto facilmente partendo dalla stella Mintaka, una delle tre stelle della Cintura di Orione, e spostandosi di 3° verso est e mezzo grado a nord. L'oggetto è anche alla portata di un binocolo 10x50, sebbene occorra un cielo molto nitido per la sua osservazione, come pure osservandolo con un telescopio da 60-80mm80 mm di apertura; si vede invece molto ben chiaramente in un 140mm140 mm, dove si mostra come una macchia ampia di colore grigiastro o azzurrognola e circondante una coppia di stelle. In un 300mm300 mm il lato settentrionale possiede un bordo netto, causato dalla presenza di una banda oscura. M78 è la nebulosa a riflessione più brillante del cielo; fa parte di un gruppo di nebulose che comprende NGC 2064, NGC 2067 e NGC 2071, lontano 1.600 anni luce dalla Terra. Le due stelle che illuminano la nube di polvere in M78 sono catalogate come HD 38563A e HD 38563B e sono di magnitudine 10; l'estensione reale della nebulosa è pari a circa 4 anni luce. Nel gennaio del 2004 la stella V1647 Orionis, una giovane variabile eruttiva situata sul bordo nordoccidentale della nube, subì un improvviso picco di luminosità, illuminando una parte dei gas della nube, che fu chiamata Nebulosa di McNeil dal nome del suo scopritore: questo evento ebbe notevole importanza nello studio delle dinamiche correlate alle giovani stelle di pre-sequenza principale e fu intensamente studiata per due anni, corrispondenti al periodo in cui mantenne una luminosità superiore alla norma; nell'ottobre del 2005 la sua luminosità scese bruscamente.
 
Poco a nord di M78, sempre alla distanza di 1600 anni luce, si trova la già citata '''NGC 2071''', anch’essa piuttosto brillante, anche se meno della precedente; può essere osservata con un telescopio da 200mm200 mm ed è ben evidente nelle foto a lunga esposizione. Possiede al suo interno una grande popolazione di stelle T Tauri e una piccola nube di idrogeno ionizzato individuata alla banda delle onde radio e catalogata come NGC 2071-OH, al cui interno è presente una stella massiccia ancora avvolta nel suo bozzolo originario. Sono quindi presenti numerosi indizi che fanno ritenere che i fenomeni di formazione stellare siano ben attivi anche nei pressi di queste nebulose.
 
A sud della stella Alnitak si può osservare nelle foto a lunga posa o direttamente con strumenti di diametro molto grande la lunga nebulosa '''IC 434''', che mostra una forma a lama orientata in senso nord-sud, che si assottiglia nella parte meridionale. Il suo gas riceve la radiazione ionizzante direttamente dalla stella σ Orionis, un brillante membro della grande associazione Orion OB1. La temperatura della regione è stata misurata tramite varie metodologie e sfruttando vari rapporti di radiazione, ottenendo inizialmente dei valori compresi fra gli 8000 K e i 7600 K; successivamente questo valore fu ridotto a 3360 K e anche meno a seconda della mappa presa come riferimento.
 
È proprio grazie a questa nebulosa che si rende visibile un getto di gas oscuro che si sovrappone ad essa mascherandone la luce; questo getto prende il nome di '''Nebulosa Testa di Cavallo''' (nota anche con la sigla '''B33''') ed è uno degli oggetti più famosi e caratteristici del cielo. Tuttavia è molto difficile poterla osservare visualmente: la sua forma caratteristica si può individuare principalmente attraverso le fotografie dell'area, oppure solo sfruttando telescopi di diametro davvero molto grande, oltre i 300mm300 mm. È talvolta confusa con IC 434, che è in realtà la nebulosa a emissione alle sue spalle, di colore rosso. L'oscurità della nebulosa è principalmente causata da polvere densa, anche se la parte più bassa del "collo" getta un'ombra sulla sinistra. I flussi di gas che lasciano la nebulosa sono incanalati da un forte campo magnetico; le macchie brillanti alla base di questa nebulosa sono invece giovani stelle in formazione. La Testa di cavallo dista circa 1500 anni luce e la sua massa è di circa 27 masse solari; possiede una velocità radiale di 5 km/s, con uno spostamento verso il rosso nella parte sudorientale; quella che appare come una “testa di cavallo” è di fatto una colonna di gas in sovrapposizione con IC 434, da cui emerge una sporgenza nella parte settentrionale (il "naso") che possiede una velocità radiale leggermente superiore, indice che sta subendo una spinta accelerativa a causa delle turbolenze.
 
Pochi minuti d’arco a est di Alnitak si trova invece la '''Nebulosa Fiamma''', nota anche come '''NGC 2024'''; è visibile con telescopi di 200mm200 mm di diametro muniti di filtro UHC ed è molto ben evidente nelle fotografie a lunga esposizione. La grande luminosità di Alnitak disturba però la sua osservazione. La sua caratteristica fisica principale, che le conferisce pure il nome, è una grande banda scura di polveri che l'attraversa da nord a sud, allargandosi progressivamente e conferendo alla parte brillante della nebulosa una forma a fiamma; la sorgente illuminante non è, come potrebbe sembrare, Alnitak, poiché questa stella si trova a circa 820 anni luce, dunque in primo piano a una distanza quasi dimezzata rispetto alla nebulosa, che sta invece a 1500 anni luce circa. La fonte potrebbe essere un giovane ammasso di circa 300 stelle scoperte nella parte meridionale della nube nel corso degli anni novanta, le cui componenti possiedono una magnitudine apparente che arriva fino alla tredicesima, o anche meno luminose.
 
L’insieme delle stelle originatesi in questa regione nebulosa e l’esplosione delle sue componenti più massicce come supernovae hanno generato una gigantesca superbolla in espansione, ben visibile ai raggi X. La parte orientale di questa struttura è delineata da una grande nebulosa ad arco che occupa gran parte dello spazio apparente fra Betelgeuse e Saiph, studiata per la prima volta da Edward Emerson Barnard alla fine dell’Ottocento e chiamata in suo onore '''Anello di Barnard'''. La sua osservazione è preclusa sia a causa della sua debolezza che, soprattutto, della sua estensione; tuttavia è facilmente rilevabile nelle foto a lunga esposizione che riprendono l’intera costellazione di Orione. La bolla si estende in direzione quasi perpendicolare al piano galattico, discostandosene notevolmente e comprendendo la parte settentrionale della costellazione di Eridano, mentre le sue dimensioni reali corrispondono a 460x980 anni luce, valore ottenuto calcolando le dimensioni apparenti (20°x40°) e conoscendo la distanza (circa 1300 anni luce di media). Il confine della bolla più prossimo alla nostra direzione sembrerebbe trovarsi a circa 590 anni luce dal Sole, ossia a meno della metà della distanza fra quest'ultimo e la regione centrale del complesso nebuloso molecolare; secondo alcune teorie, queste estese dimensioni, unite alla presenza del plasma caldo osservato nel settore più esterno della bolla, sarebbero un indizio che farebbe pensare all’esplosione di una supernova avvenuta negli ultimi milioni di anni in una posizione intermedia fra il sistema solare e la regione di Orione.
 
Completamente distinta dal Complesso di Orione è invece la nebulosa '''NGC 2174''', nota anche con la sigla '''Sh2-252''' o il nome proprio '''Nebulosa Testa di Scimmia'''. Si trova nella parte più settentrionale della costellazione, lungo il piano della Via Lattea, vicino al confine con i Gemelli; è una nebulosa piuttosto debole, per cui non può essere osservata direttamente a meno di non disporre di un telescopio di grande diametro, oltre i 200mm200 mm, e bassi ingrandimenti per avere una visione d’insieme. È una grande regione H II estesa per circa 25'; talvolta viene anche identificata con la sigla NGC 2175, facendo riferimento ad un ammasso aperto che però potrebbe non esistere fisicamente, dato che le stelle visibili nella parte centro-meridionale della nebulosa apparterrebbero a dieci distinti agglomerati posti a distanze comprese fra 1340 e ben 26.500 anni luce. Le misurazioni della distanza di questa nebulosa invece variano a seconda degli studi, ma sono generalmente comprese fra i 6500 e i 7200 anni luce; in entrambi i casi la regione viene a trovarsi all'interno del settore occupato dall'associazione Gemini OB1, un'estesa associazione OB situata a circa 5000-6500 anni luce il cui nucleo si trova nella vicina costellazione dei Gemelli, che giace sul Braccio di Perseo.
 
Fra gli oggetti extragalattici infine non ve ne sono di particolarmente facili da individuare; le galassie visibili in questa direzione infatti sono per lo più deboli e remote, fuori della portata di piccoli strumenti.