Guida alle costellazioni/Auriga, Orione e il Triangolo Invernale/Gemelli: differenze tra le versioni

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La costellazione giace nella parte occidentale sulla Via Lattea, in opposizione al centro galattico, ma in un'area comunque ricca di oggetti celesti non stellari.
 
L’oggetto più luminoso è un '''''ammasso aperto''''' che venne osservato anche dal Messier e inserito nel suo catalogo con la sigla '''M35'''. Quest’ammasso è visibile già a occhio nudo in condizioni molto favorevoli e si può individuare con facilità, data la sua vicinanza in cielo alle tre stelle del "piede" dei Gemelli. Con piccoli strumenti è possibile risolvere le stelle più luminose, rivelando un gruppo quasi circolare di stelle uniformemente distribuite. Un binocolo 7x30 consente di iniziarne la risoluzione in stelle, mentre in un 10x50 già si contano una cinquantina di componenti; telescopi amatoriali di bassa potenza e ampia visuale (come un 90mm90 mm con oculari da 15mm) mostrano M35 al suo meglio, mentre con telescopi più grandi è possibile vedere anche un secondo ammasso più fioco, NGC 2158. In telescopi da 120-150mm150 mm le componenti osservabili diventano più di cento e l'ammasso appare completamente risolto. M35 misura apparentemente una trentina di primi d'arco e contiene circa 200 componenti comprese fra le magnitudini 8,3 e 13; la magnitudine integrata complessiva dell'ammasso è invece pari a 5,8; la componente più brillante è una gigante azzurra di classe spettrale B3, di magnitudine 8,2. La distanza è stata stimata in circa 2800 anni luce, che equivalgono ad una dimensione reale di circa 24 anni luce di diametro; l'età è stata invece indicata sui 110 milioni di anni, il che spiega la presenza di alcune stelle di post-sequenza principale, in età avanzata ed evolute in giganti gialle e rosse, di classi spettrali G e K. La densità è elevata, pari a circa 6,21 stelle per parsec cubico nelle aree centrali e con una media di 0,7 stelle per parsec cubico. In M35 è evidente il fenomeno noto come segregazione di massa, tipico di molti altri ammassi aperti, come il Presepe; ciò ha aperto la strada ad alcune supposizioni, come quella secondo cui la concentrazione osservata in ammassi aperti molto giovani sarebbe la precursore di concentrazioni simili osservate in oggetti più vecchi.
 
A solo mezzo grado a sudest di M35 si trova un ammasso molto più piccolo e concentrato, '''NGC 2158'''; le sue componenti sono piuttosto deboli, attorno alla dodicesima magnitudine, con una stella di decima in sovrapposizione. Non è risolvibile in stelle con piccoli strumenti, in cui appare come un insieme nebuloso e molto compatto; la sua risoluzione, per altro soltanto parziale, diventa possibile soltanto con strumenti oltre i 200mm200 mm di apertura e forti ingrandimenti. La scarsa luminosità di quest'ammasso è giustificata dalla grande distanza a cui si trova, pari a oltre 16.000 anni luce, ossia alla periferia della Via Lattea, sul Braccio del Cigno; pertanto appare anche fortemente oscurato dalla polvere interstellare che si frappone lungo la linea di vista. NGC 2158 è un ammasso insolitamente ricco situato a una latitudine galattica bassa, in prossimità del piano galattico; si tratta di un oggetto piuttosto antico, la cui età è stimata come superiore a 1 miliardo di anni. Molte delle sue stelle più massicce sono evolute verso la fase di gigante rossa, mentre si contano numerose stelle di classe spettrale A, F e G. La metallicità delle sue stelle più evolute è risultata tendenzialmente inferiore rispetto alla metallicità solare.
 
Le regioni circostanti, in direzione del piano galattico, sono ricche di campi stellari e diversi altri ammassi aperti, alcuni molto piccoli e altri al contrario parecchio estesi, al punto che è difficile distinguerli dalle stelle circostanti; fra questi ultimi vi è '''Cr 89''', parte di un’associazione di stelle molto giovani, ma le cui componenti risultano molto sparse.
 
Fra quelli più appariscenti vi è '''NGC 2129''', piuttosto brillante e facile da individuare, trovandosi poco a ovest della stella 1 Geminorum; può essere notato anche con un binocolo 10x50, ma è solo con un piccolo telescopio che inizia a risolversi in stelle, in realtà non molto numerose e molto vicine fra loro. Con un telescopio da 150mm150 mm di apertura la sua risoluzione è completa. A parte una stella di magnitudine 7 e una di magnitudine 8, le sue componenti sono di decima e undicesima grandezza, racchiuse entro un diametro di soli 3’; la sua distanza è stimata sui 7200 anni luce e appartiene pertanto al Braccio di Perseo, similmente ad altri piccoli ammassi visibili nei dintorni e ai brillanti e ben noti ammassi aperti dell’Auriga.
 
Nella parte orientale della costellazione si trova il debole ammasso '''NGC 2420''', che essendo tuttavia molto concentrato è facilmente distinguibile; si può individuare con facilità congiungendo idealmente le due stelle luminose Polluce e Procione e fermandosi circa a un terzo della distanza partendo da Polluce. È individuabile anche con un binocolo, ma vi appare come un oggetto nebuloso; un piccolo telescopio amatoriale è invece sufficiente per risolverlo in parte: si possono notare alcune stelle di decima magnitudine, mentre per risolverlo appieno occorrono telescopi da 120-150mm150 mm. Quest'ammasso si trova perfettamente sull'eclittica, al punto da essere frequentemente soggetto a occultazioni da parte degli oggetti del sistema solare, oltre che naturalmente dallo stesso Sole; in quest'epoca il Sole vi transita davanti attorno al 15 luglio. NGC 2420 è un ammasso piuttosto compatto e ricco, comprendente oltre un centinaio di stelle; la sua distanza è stimata sugli oltre 10.000 anni luce ed è situato in una regione esterna della Via Lattea, probabilmente in corrispondenza del Braccio di Perseo o oltre. Possiede tuttavia un'elevata latitudine galattica, che lo colloca ben al di sopra del piano galattico. Quest'ammasso ha un'età considerevole, stimata attorno a 1,1 miliardi di anni; per questo è spesso messo in relazione ad altri ammassi, seppure più vecchi, come NGC 188, M67 e in particolare NGC 2506. La sua orbita attorno al centro galattico è molto eccentrica e presenta una grande ampiezza dell'epiciclo; possiede inoltre dei parametri orbitali piuttosto complessi rispetto ad altri ammassi simili. Le sue componenti presentano una bassa metallicità; gli esami fotometrici eseguiti sulle sue quattro giganti rosse più luminose hanno rilevato un rapporto [Fe/H] pari a -0,57, confrontato con la stella γ Tauri appartenente all'ammasso delle Ìadi. Due delle quattro stelle inoltre si sono rivelate molto ricche di bario, oltre che entrambe binarie.
 
Numerosi altri piccoli ammassi si osservano sparsi per la costellazione, ma sono molto deboli oppure poco concentrati e sono pertanto di difficile osservazione. Fra questi vi è '''NGC 2395''', visibile presso il confine col Cane Minore; è un ammasso sfuggente a causa della sua bassa densità, che si confonde facilmente fra le stelle dei campi circostanti e per la sua osservazione occorrono comunque strumenti da almeno 120mm120 mm di diametro e bassi ingrandimenti. Appare dominato da una stella arancione di magnitudine 9,9, mentre la gran parte delle sue componenti sono di magnitudine 11 e 12; la sua distanza è stimata sui 3900 anni luce.
 
Fra le '''''nebulose planetarie''''' ve ne è una molto famosa, la '''NGC 2392''', nota anche come '''Nebulosa Eschimese''' o con la sigla del Catalogo Caldwell '''C39'''. La nebulosa è visibile anche con un telescopio di piccole dimensioni come un 80mm80 mm, in cui però si presenta come un dischetto chiaro privo di particolari; strumenti di dimensioni molto maggiori come un 250mm250 mm la rivelano come un oggetto dall'aspetto simile alla testa di una persona racchiusa dal cappuccio di una giacca a vento, da cui deriva il suo nome proprio. Il colore che mostra all’osservazione appare tendente al bluastro. Per individuarla si può fare riferimento alla stella δ Geminorum, da cui occorrerà spostarsi di circa 2,5° in direzione sudest. La Nebulosa Eschimese è chiaramente una nebulosa planetaria, di aspetto bipolare e formata da due involucri; è circondata dai gas che componevano gli strati esterni di una stella di tipo solare collassata circa 10.000 anni fa. I filamenti interni visibili sono espulsi da un forte vento di particelle proveniente dalla stella centrale; il disco esterno contiene invece insoliti filamenti arancioni di lunghezza dell'ordine di un anno luce. La sua distanza è stimata sui 5000 anni luce.
 
La parte più occidentale dei Gemelli contiene un grande sistema nebuloso appartenente al Braccio di Perseo, cui è legata la giovane associazione stellare '''Gemini OB1''', situata a circa 5000-6000 anni luce. Non vi è accordo sulla sua reale distanza esatta, dato che nel corso del tempo sono stati presentati diversi valori. L'unico punto su cui c'è accordo è sul fatto che l'associazione e le nubi di gas visibili nella sua direzione sono fisicamente connessi e si trovano dunque indicativamente nella medesima regione. L'associazione è composta da 20 stelle di grande massa, di cui 4 di classe O, 13 di classe B e 3 di classe M; queste ultime sono delle supergiganti rosse, le prime ad essersi evolute a causa della loro grande massa, superiore a quella delle altre stelle di Gemini OB1. Ad essa sono legate numerose nebulose di gas ionizzato ben evidenti nelle fotografie a lunga posa; in particolare spicca Sh2-249, una regione H II a forma di fiamma posta in direzione della stella μ Geminorum, la cui luce ne disturba l'osservazione; il fonte di ionizzazione che provoca l'illuminazione della nube proverrebbe dal vento stellare di tre stelle massicce di classe spettrale B e forse anche una di classe O. Poco a ovest di questa nube si trova un gruppetto di stelle azzurre piuttosto vicine fra loro, ma poco concentrate per apparire come un ammasso aperto; l’insieme di queste stelle costituirebbe uno dei nuclei di Gemini OB1 ed è catalogato con la sigla Cr 89.