Guida alle costellazioni/Auriga, Orione e il Triangolo Invernale/Gemelli: differenze tra le versioni
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La costellazione giace nella parte occidentale sulla Via Lattea, in opposizione al centro galattico, ma in un'area comunque ricca di oggetti celesti non stellari.
L’oggetto più luminoso è un '''''ammasso aperto''''' che venne osservato anche dal Messier e inserito nel suo catalogo con la sigla '''M35'''. Quest’ammasso è visibile già a occhio nudo in condizioni molto favorevoli e si può individuare con facilità, data la sua vicinanza in cielo alle tre stelle del "piede" dei Gemelli. Con piccoli strumenti è possibile risolvere le stelle più luminose, rivelando un gruppo quasi circolare di stelle uniformemente distribuite. Un binocolo 7x30 consente di iniziarne la risoluzione in stelle, mentre in un 10x50 già si contano una cinquantina di componenti; telescopi amatoriali di bassa potenza e ampia visuale (come un
A solo mezzo grado a sudest di M35 si trova un ammasso molto più piccolo e concentrato, '''NGC 2158'''; le sue componenti sono piuttosto deboli, attorno alla dodicesima magnitudine, con una stella di decima in sovrapposizione. Non è risolvibile in stelle con piccoli strumenti, in cui appare come un insieme nebuloso e molto compatto; la sua risoluzione, per altro soltanto parziale, diventa possibile soltanto con strumenti oltre i
Le regioni circostanti, in direzione del piano galattico, sono ricche di campi stellari e diversi altri ammassi aperti, alcuni molto piccoli e altri al contrario parecchio estesi, al punto che è difficile distinguerli dalle stelle circostanti; fra questi ultimi vi è '''Cr 89''', parte di un’associazione di stelle molto giovani, ma le cui componenti risultano molto sparse.
Fra quelli più appariscenti vi è '''NGC 2129''', piuttosto brillante e facile da individuare, trovandosi poco a ovest della stella 1 Geminorum; può essere notato anche con un binocolo 10x50, ma è solo con un piccolo telescopio che inizia a risolversi in stelle, in realtà non molto numerose e molto vicine fra loro. Con un telescopio da
Nella parte orientale della costellazione si trova il debole ammasso '''NGC 2420''', che essendo tuttavia molto concentrato è facilmente distinguibile; si può individuare con facilità congiungendo idealmente le due stelle luminose Polluce e Procione e fermandosi circa a un terzo della distanza partendo da Polluce. È individuabile anche con un binocolo, ma vi appare come un oggetto nebuloso; un piccolo telescopio amatoriale è invece sufficiente per risolverlo in parte: si possono notare alcune stelle di decima magnitudine, mentre per risolverlo appieno occorrono telescopi da 120-
Numerosi altri piccoli ammassi si osservano sparsi per la costellazione, ma sono molto deboli oppure poco concentrati e sono pertanto di difficile osservazione. Fra questi vi è '''NGC 2395''', visibile presso il confine col Cane Minore; è un ammasso sfuggente a causa della sua bassa densità, che si confonde facilmente fra le stelle dei campi circostanti e per la sua osservazione occorrono comunque strumenti da almeno
Fra le '''''nebulose planetarie''''' ve ne è una molto famosa, la '''NGC 2392''', nota anche come '''Nebulosa Eschimese''' o con la sigla del Catalogo Caldwell '''C39'''. La nebulosa è visibile anche con un telescopio di piccole dimensioni come un
La parte più occidentale dei Gemelli contiene un grande sistema nebuloso appartenente al Braccio di Perseo, cui è legata la giovane associazione stellare '''Gemini OB1''', situata a circa 5000-6000 anni luce. Non vi è accordo sulla sua reale distanza esatta, dato che nel corso del tempo sono stati presentati diversi valori. L'unico punto su cui c'è accordo è sul fatto che l'associazione e le nubi di gas visibili nella sua direzione sono fisicamente connessi e si trovano dunque indicativamente nella medesima regione. L'associazione è composta da 20 stelle di grande massa, di cui 4 di classe O, 13 di classe B e 3 di classe M; queste ultime sono delle supergiganti rosse, le prime ad essersi evolute a causa della loro grande massa, superiore a quella delle altre stelle di Gemini OB1. Ad essa sono legate numerose nebulose di gas ionizzato ben evidenti nelle fotografie a lunga posa; in particolare spicca Sh2-249, una regione H II a forma di fiamma posta in direzione della stella μ Geminorum, la cui luce ne disturba l'osservazione; il fonte di ionizzazione che provoca l'illuminazione della nube proverrebbe dal vento stellare di tre stelle massicce di classe spettrale B e forse anche una di classe O. Poco a ovest di questa nube si trova un gruppetto di stelle azzurre piuttosto vicine fra loro, ma poco concentrate per apparire come un ammasso aperto; l’insieme di queste stelle costituirebbe uno dei nuclei di Gemini OB1 ed è catalogato con la sigla Cr 89.
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