Guida alle costellazioni/Auriga, Orione e il Triangolo Invernale/Cancro: differenze tra le versioni

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La costellazione contiene pochi oggetti non stellari cospicui, ma fra questi ve ne sono di particolarmente brillanti e conosciuti fin dall'antichità.
 
Il Cancro in particolare è ben noto tra gli appassionati di astronomia per ospitare il '''Presepe''' ('''M44'''), un '''''ammasso aperto''''' dalla forma caratteristica, che contiene anche la stella ε Cancri. Il Presepe è uno degli oggetti più facili da osservare: si individua infatti anche ad occhio nudo, in un cielo discreto; per trovarlo si fa spesso riferimento a due stelle molto brillanti, Regolo e Polluce: il Presepe si trova a circa metà strada fra le due stelle. Ad occhio nudo si distingue come una macchia chiara e dall'aspetto nebuloso o granulare; sotto cieli assolutamente perfetti e con l'aiuto di un'ottima vista si possono talvolta individuare 2-3 minutissimi astri, ma su un fondo che resta sempre nebuloso e indefinito. Un semplice binocolo già è sufficiente sia per risolvere completamente l'ammasso, che per appurare che non vi è traccia alcuna di nebulosità reale fra le componenti stellari dell'oggetto; attraverso un 10x50 si distinguono diverse decine di stelle bianco-giallastre fino alla nona magnitudine, disperse su oltre un grado di diametro. Con un telescopio da 150mm150 mm di corta focale e bassi ingrandimenti è ancora possibile averne uno sguardo d'insieme, mentre a ingrandimenti superiori, a causa dell'estensione dell'ammasso, l'osservazione risulta meno appagante, non essendo possibile inquadrarlo per intero. Nel suo complesso, l'ammasso del Presepe contiene almeno un migliaio di stelle legate gravitazionalmente, per una massa totale di circa 500-600 masse solari. Uno studio del 1999 ha individuato 1010 stelle quali membri quasi certi, di cui il 68% sono nane rosse di classe M, il 30% sono stelle simili al Sole, con classi F, G e K e circa il 2% sono stelle luminose di classe A. Sono presenti anche cinque stelle giganti. Nel Presepe si trovano anche diverse stelle variabili: se ne contano infatti circa un centinaio; molte di queste sono delle variabili δ Scuti di classe spettrale A, che hanno appena lasciato la fase stabile di sequenza principale per evolversi verso la fase di gigante. Le stime più accurate sulla sua distanza sono state ottenute tramite la combinazione dei dati di Hipparcos e del diagramma HR e forniscono una distanza di circa 593 anni luce. Dal punto di vista delle caratteristiche fisiche, il Presepe viene spesso paragonato alle Ìadi: questa relazione è dovuta al fatto che entrambi gli ammassi possiedono un'origine comune e, di conseguenza, pure un'età paragonabile. Vi sono tuttavia alcuni indizi che testimoniano delle differenze fra i due ammassi, evidenziati in particolare dall'analisi delle loro variabili rotazionali. Assumendo un'età di 625 milioni di anni per le Ìadi, la relazione periodo-colore derivata per le componenti dei due ammassi ha mostrato che le stelle del Presepe possiedono un'età leggermente inferiore, stimata attorno ai 578±12 milioni di anni; ciò comporterebbe che la formazione del Presepe sia avvenuta circa 45-50 milioni di anni dopo quella delle Ìadi. L'età del Presepe risulterebbe così molto più simile a quella dell'ammasso aperto della Chioma di Berenice (Mel 111), stimata tramite lo stesso metodo attorno ai 584±10 milioni di anni.
 
Nella parte meridionale della costellazione vi è un altro importante ammasso, anch’esso catalogato dal Messier; si tratta di '''M67''', relativamente esteso e facile da individuare, grazie alla presenza della stella Acubens (α Cancri) poco più ad est; si individua nella parte meridionale della costellazione del Cancro, circa 9° a sud del brillante ammasso del Presepe. La sua luminosità totale fa sì che si trovi al limite estremo della visibilità ad occhio nudo e soltanto nelle notti più limpide e con calma atmosferica, pertanto un semplice binocolo 7x30 è già sufficiente per individuarlo; tuttavia attraverso questo strumento si presenta come una chiazza di natura nebulare, con qualche stellina nel mezzo. Per poter risolvere la gran parte delle componenti occorre dunque un telescopio, anche di medio-piccole dimensioni: uno strumento da 120-140mm140 mm di apertura è adatto a individuare decine di componenti, tutte di un colore tendente al giallastro. Con strumenti da 200mm200 mm e oltre la visione è ottimale e l'oggetto appare perfettamente risolto in stelle senza traccia di nebulosità. M67 è l'ammasso antico più vicino conosciuto, situato a 2700 anni luce, ed è diventato un esempio standard per studiare l'evoluzione stellare; pur non essendo il più antico conosciuto riveste un ruolo importante per via della sua facilità di osservazione, dato che non appare minimamente oscurato dalle polveri interstellari. Appare come un ammasso molto compatto, il cui nucleo centrale ha un diametro di circa 15' e si estende per circa 12 anni luce. Dalla sua velocità radiale, 32,30 km/s, si deduce che M67 si sta allontanando dalla Terra alla velocità di 116.280 km/h: questa velocità deriva dalla combinazione della sua velocità orbitale attorno al nucleo della Via Lattea più la velocità propria del Sole e della Terra. Con un’età stimata di 3,2 miliardi di anni (ma ulteriori studi lo datano anche a 4 miliardi di anni), è uno dei più antichi ammassi conosciuti. È stato stimato che M67, come ammasso, esisterà circa per altri 5 miliardi di anni. M67 contiene approssimativamente 500 componenti, tra cui 11 luminose giganti di tipo spettrale K con magnitudine assoluta da +0.5 a +1,5; appaiono anche delle stelle, situate in prossimità della parte blu della sequenza principale, rappresentative della categoria delle cosiddette blue stragglers, la più luminosa delle quali è di classe spettrale B8 o B9 e di magnitudine apparente 10.
 
Attorno a M67 sono stati notati e catalogati nel corso del tempo alcuni addensamenti stellari, come NGC 2678 e Chupina 1, che sono stati indicati come ammassi aperti a sé stanti. La reale esistenza di questi ammassi come oggetti indipendenti è stata in seguito messa in dubbio e si ritiene che si tratti di frammenti dispersi dello stesso ammasso M67, avendo le loro stelle lo stesso moto proprio.
 
Nel Cancro si possono osservare numerose '''''galassie''''', gran parte delle quali sono però piuttosto deboli e remote, difficili da osservare. Vi è tuttavia una galassia luminosa, situata sul confine con l’Idra, nota come '''NGC 2775''', o anche con la sigla del Catalogo Caldwell '''C48'''. Si tratta di una spirale gigante, di dimensioni notevolmente maggiori di quelle della Galassia di Andromeda. È ben visibile anche con piccoli telescopi 3 gradi a ENE della stella ζ Hydrae; si presenta come una macchia chiara molto concentrata e luminosa, apparentemente senza tracce di strutture a spirale. Un telescopio riflettore da 200mm200 mm può permettere di intravedere dei sottili bracci molto stretti intorno al nucleo, in particolare verso la parte meridionale; di fatto, la grande luminosità del nucleo disturba molto la loro osservazione. La classe a cui appartiene questa galassia è Sa, molto simile dunque alla famosa Galassia Sombrero, ma con diversa inclinazione (39° dalla visione di faccia). Negli ultimi 30 anni, tra i suoi bracci sono state osservate 5 supernovae. Diverse sono le stime sulla sua distanza; quella più accreditata indica un valore di 55-60 milioni di anni luce dalla Via Lattea. Se questo valore è corretto, il diametro della galassia sarebbe di 73.000 anni luce, con una luminosità pari a 17 miliardi di Soli. La galassia appartiene al gruppo Antlia-Hydra, un ammasso di galassie che conta oltre un centinaio di membri; NGC 2775 è la galassia più grande del sottogruppo a cui appartiene, formato da altre galassie minori come NGC 2777, osservabile a poca distanza.
 
A circa 1° a NE della stella δ Cancri si trova '''NGC 2672''', un po’ più debole della precedente e situata in prossimità di una stellina di magnitudine 9,8; si può iniziare a scorgere con strumenti di 150mm150 mm o, meglio ancora, con uno da 200mm200 mm, nel quale si presenta come un alone chiaro dai contorni sfumati. Si tratta di una galassia ellittica distante circa 200 milioni di anni luce.
 
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