Guida alle costellazioni/Arturo, Spica e il Polo Galattico Nord/Boote: differenze tra le versioni

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Nonostante le sue grandi dimensioni, entro i confini del Boote non ci sono oggetti non stellari notevoli; le galassie di quest'area di cielo sono molto remote e poco luminose, mentre gli oggetti appartenenti alla Via Lattea mancano quasi del tutto, trovandosi a elevate latitudini galattiche.
 
'''NGC 5466''' è l’oggetto più cospicuo della costellazione, pur essendo comunque debole; si tratta di un '''''ammasso globulare''''' posto circa 5° a WSW della stella ρ Bootis, in un’area di cielo povera di stelle di fondo vicino al confine con i Cani da Caccia. Quest’oggetto è al di fuori della portata di piccoli strumenti e può essere individuato con un telescopio da 100-120mm120 mm di apertura come una macchia chiara priva di stelle di forma circolare. Strumenti da 200mm200 mm di diametro permettono di iniziare una parziale risoluzione delle stelle più luminose, che restano comunque avvolte da un apparente velo di nebulosità; con un telescopio da 300mm300 mm la risoluzione è molto più facile, ma le stelle più deboli possono essere notate solo con strumenti di aperture maggiori di 400mm400 mm. NGC 5466 è uno degli ammassi globulari meno concentrati che si conoscano: appartiene alla classe XII della scala di densità dei globulari, quindi la meno densa; il suo nucleo è marcatamente privo di concentrazione rispetto alle aree periferiche. Questo fatto si riflette anche sulla sua luminosità superficiale, che è infatti molto bassa e ciò è causa della sua difficoltà di individuazione. La sua distanza è stimata sui 52.000 anni luce. Nel 2006 è stata scoperta una corrente stellare chiamata “Corrente Tidale dei 45°”, la cui origine sembrerebbe essere quest’ammasso; la corrente si estende per circa 1,4° ed è orientata dal Boote verso l’Orsa Maggiore.
 
Fra le '''''galassie''''', quasi tutte molto deboli e remote, spicca '''NGC 5248''', nota anche con la sigla del Catalogo Caldwell '''C45'''. Si individua circa 9° a ESE della stella Vindemiatrix, una gigante gialla appartenente alla costellazione della Vergine; la regione di cielo in cui si trova è in realtà povera di stelle appariscenti. Può essere scorta anche con un classico telescopio da 114 mm, se il cielo è in ottime condizioni atmosferiche; con uno strumento da 200mm200 mm appare come una macchia ben evidente di forma ovale e dai bordi irregolari, traccia questa che lascia intendere la presenza di bracci di spirale, che tuttavia restano invisibili anche con strumenti molto grandi. NGC 5248 presenta un nucleo brillante attraversato da una barra molto appariscente, da cui partono due bracci di spirale principali piuttosto deboli, più altri bracci secondari; si stima che il suo diametro sia di 123.000 anni luce, con una massa di 140 miliardi di Soli. Tende ad allontanarsi dalla Via Lattea con una velocità pari a 1156 km/s.
 
L’evidente assenza di galassie appariscenti sull’area di cielo occupata dal Boote e oltre, si spiega con la presenza di un cosiddetto “supervuoto”, ossia una grande regione dello spazio quasi completamente priva di galassie. Nell’Universo si conoscono diversi supervuoti, ma questo ha la caratteristica di essere il più vicino conosciuto; dista mediamente circa 200 milioni di anni luce e ha un diametro di circa 340 milioni di anni luce sul lato inferiore. Al suo interno sono note soltanto alcune galassie isolate, principalmente di tipo a spirale, e alcuni piccoli ammassi di galassie, tutti assai lontani fra di loro; queste galassie e gruppi di galassie dividono idealmente il supervuoto in alcuni “vuoti” minori. Le galassie che si osservano pertanto in direzione del Boote si trovano principalmente al di là di questa grande regione del cosmo, a una distanza minima che quindi sfiora il mezzo miliardo di anni luce.