Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Romania: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Gian BOT (discussione | contributi)
m Bot: elimina i bold dai titoli dei paragrafi
Gian BOT (discussione | contributi)
m Bot: corregge errori ortografici comuni
Riga 17:
*50 T-72, 200 TR-700, 1.000 T-54/55, alcuni T-62, alcune centinaia di vecchi T-34
*400 BRDM-1 e –2, 2700 mezzi da trasporto truppe del tipo BTR-50,60, 152, OT-62, TAB.72, 200 SU-100, alcun SU.76.
*Missili controcarro AT-1 e 3, cannoni controcarro da 57 re 76 mm, oltre 1.000 cannoni trainati tra cui il 76 mm M48 yugoslavo, D-48 da 85 mm, D-44 da 85mm, M1944 da 100mm100 mm
*artiglierie pesanti D-30 da 122 mm, M1931/37 da 122mm, M1938 da 122mm, D-20 da 152mm, M1937/38 da 152mm, artiglierie costiere
*150 lanciarazzi BM-21 e da 130 mm cinesi, 30 rampe per FROG-7 e infine, l’arma più potente dell’esercito, 20 rampe su scafo JS-III Scud.
*Cannoni contraerei: 500 trainati,tipo ZPU-2, M53, M1939 da 37mm, S-60, KS-12 da 85mm, KS-19 da 100mm100 mm. Alcuni ZSU-23-4, missili SA-6 e 7.
 
===Aeronautica===
Riga 45:
*8 dragamine TR-40
 
Vi erano anche altre piccole navi ausiliarie e la difesa costiera con cannoni da 130mm130 mm, una piccola aviazione navale con 6 Mi-14.
 
===Altre forze===
Riga 71:
L'origine degli Alpini rumeni, relativamente recente, ha avuto luogo dal 3 novembre 1916 con la Scuola Sciatori di Bucarest che nonostante la sua esistenza di ente sportivo, venne trasformata in scuola militare, anzi un reparto cacciatori di montagna. Il primo battaglione, all'inizio del 1917 era su sette compagnie per un totale di 700 uomini (100 l'una). La sede era in Moldavia, a Tirgu Neamt, al comando del capitano Virgil Badulescu, gi° alpinista e sciatore. Durante gli scontri con gli austro-ungarici e tedeschi, si meritarono una fama non indifferente e nel periodo tra le due guerre vennero rinforzati in maniera notevole. La sconfitta rumena nella seconda guerra mondiale ha visto gli alpini rumeni esplicitamente sciolti per volontà sovietica: apparentemente, durante la campagna, loro si comportarono molto bene e vennero rifondati solo nel 1964, tanto per evitare problemi.
 
Le brigate erano una per Armata, eccetto che la 4a Armata di Transilvania, che ne aveva due. La struttura era, per ciascuna brigata: 3 battaglioni cacciatori, un gruppo artiglieria campale, una batteria contraerea, servizi, trasmissioni, genio. Ogni battaglione era in pratica un'unità autonoma, capace di operare in grande libertà con tutto il necessario. La dotazione di armamenti era piuttosto datata, ma completa: anche se non sempre, la composizione era di 3 compagnie su tre plotoni l'una e ub plotone mortai, e uno di armi d'appoggio. Il plotone d'armi disponeva di 4 mitragliatrici portatili e due lanciarazzi AG-7, ovvero gli RPG-7, il plotone mortai aveva 3 armi da 82mm M-37M. Le squadre di fanteria avevano 9 uomini, armati dei fucili AKMS, uno dei quali dotato di lanciagranate da 40mm40 mm di concezione nazionale, sistemato sotto la canna e utilizzabile fino a 450 m con 6 colpi al minuto, mentre il mitragliere della squadra aveva una versione del fucile mitragliatore RPK, e il tiratore scelto presente aveva il fucile Dragunov. Da notare che nella squadra non vi erano né armi controcarro, presenti sol a livello di compagnia, è mitragliatrici, ma solo fucili mitragliatori e lanciagranate. Se non altro vi era un tiratore scelto (uno per squadra!) che forniva un appoggio non di poco conto per ogni esigenza di supporto. Lo spostamento era effettuato a piedi o in autocarri leggeri, ma era presenti anche i mezzi corazzati MVLM: di cosa si trattava? Erano in effetti dei blindati simili ai BMP in miniatura: esso è armato con una torretta simile a quella dei blindati per la fanteria con 1 potente KPV da 14,5mm e 700 colpi, e 1 PKT da 7,62 e 2.500 colpi. Il motore è diesel, in avanti e a destra. La mobilità era di 5-6 km/h in acqua, 50 km/h su strada, bassa a causa della ridotta potenza di 154hp, ma a parte questo, la massa di 9t contro 13,5 e le dimensioni di 5,7x2,8x1,91 sono molto minori e consentono di muoversi anche per le montagne. Un unico portellone incernierato a sinistra consente l'accesso agli uomini che possono sparare dall'interno con feritoie di tiro e iposcopi, ma bisogna fare attenzione perché il carburante del portellone (come nel BMP) rende difficile, quando il serbatoio è pieno, aprirlo e abbandonare il mezzo, cosa non di poco conto in montagna: ma questo appare praticamente l'unico inconveniente, e il mezzo ha visto un veicolo portamunizioni senza torretta da esso derivato. In sostanza si tratta di un MICV da montagna, come lo è, tra i carri, il Tipo 62 cinese. MVLN significa Mascina de Lupta a Vinatur de Munte.
 
L'armamento per le truppe da montagna rumene nel 1992 comprendeva sistemi obsoleti, ma ancora abbastanza validi: nel battaglione alpini, almeno in quello di Mierculea-Ciuc, vi erano 3 compagnie fanti, ma anche ben 6 di supporto, armati con vari sistemi d'arma: tra questi la compagnia d'appoggio mortai pesanti con 4-6 armi da 120mm120 mm, con proiettili da 16 kg e gittata di 6km, mentre la compagnia artiglieria ha gli obici da montagna da 7,62/15,5mm. Questi sono presenti in forse 4-6 esemplari, e sono derivati dal pezzo da montagna M-48 yugoslavo. Essi hanno una struttura scomponibile, e nell'insieme sono valide armi da montagna: con una massa di appena 705 kg in ordine di marcia e 690 in batteria (la metà di un M-56 a 105mm italiano), hanno una gittata di 8,6 km (10,5) con proiettili da 6kg(15). A differenza dei mortai pesanti possono essere utilizzati anche in tiro teso, con gittata massima pratica di 460m460 m contro obiettivi puntiformi. In termini di artiglierie di brigata, sistemate in un apposito battaglione, vi erano ancora i mortai e gli obici già visti, ma anche gli obici da 100mm100 mm, che non erano someggiabili (pesando 1500 kg) ma nondimeno utili, capaci di arrivare a 10 km di gittata massima, e 600m600 m a tiro teso (importante soprattutto contro blindati leggeri e anche controcarri, se presenti le granate HEAT). La modesta difesa antiaerea comprendeva le mitragliere KPV-2 da 14,5mm,in pochi esemplari sul battaglione ma anche per la brigata, ma capaci se non altro di essere someggiate. La dotazione di armi controcarri era data da una compagnia con altre armi potenti ma obsolete, i cannoni SR AG-9, ovvero gli SPG-9: capaci di perforare 400 con la testata HEAT in tiro diretto su distanze massime di circa 1km, e di raggiungere con cariche HE un raggio di 4,8 km, si tratta di un'arma assai potente, soprattutto con un peso abbastanza ridotto di 60kg. L'equivalente M40 statunitense, da 106mm, è più potente, ma ha una gittata utile e una capacità di perforazione solo marginalmente superiori, mentre pesa 200 kg circa. 12 cannoni AG-9 erano nella batteria controcarri, mentre non v'era traccia di missili AT.
 
Gli alpini rumeni avevano anche reparti genio da montagna, reparti rocciatori ed esploratori, con personale professionista o di leva ma con capacità superiori alla media in questi contesti. Gli animali erano anch'essi una notevole risorsa: un battaglione poteva averne, per esempio, tranquillamente 47 esemplari. Con la viabilità piuttosto malmessa, anche in pianura, la Romania aveva certamente necessità di questi animali per compiti militari. Da notare l'uso di cavalli piuttosto che muli. La razza era lipizzana e Hutzul, e in tempo di guerra altri cavalli sarebbero stati integrati nei reparti. Quanto alla forza del battaglione, la sua forza di pace era dell'ordine di 650, in gran parte di leva, ma in tempo di guerra sarebbe giunta a circa 1350, e in fretta. Le montagne della Romania non sono particolarmente alte, massimo 2544m (monte Virful), ma non costituiscono semplicemente i confini della nazione, come spesso accade, ma buona parte del territorio, e anche il 'bastione centrale' da difendere ad ogni costo, e già rifugio delle popolazioni dacie all'arrivo dei Romani, era una zona montuosa, la Transilvania. L'addestramento degli alpini rumeni, ancora nel 1992 era intenso: corsi di roccia (a cui il 30% dei ragazzi riusciva a brevettarsi), comprendenti per esempio, salite e discese con doppia corda e fucile sparato con una mano, mentre l'altra controllava la discesa. Le montagne rumene erano ancora densamente popolate: non era un problema ottenere molti ragazzi del posto ben disposti alla vita sulle montagne, come alla cura dei cavalli, che richiedevano 6 kg di fien, 6 di paglia, 5 di avena, 20 grammi di sale per giorno (e birra a volontà). La loro capacità di carico è di 120-130 kg e potevano così portare con otto bestie il cannone da 76, 6 per il mortaio da 120 (due dei quali per le munizioni), 3 per il mortaio da 82mm, 4 per la mitragliera ZPU-4, appena uno per il cannone AG-9 che nonostante i suoi 63,5 kg complessivi era un vero 'cannone per cavalli'.
Riga 83:
La tratta rumena del Danubio è di ben 1075 km, tutti navigabili: questo spiega da solo come sia necessario utilizzare dei reparti fluviali consistenti che la difendano in maniera specifica. Le flottiglie erano due, una fluviale, l'altra per il delta. I rumeni avevano le navi di piccole dimensioni nella prima. Le unità erano di tipo particolare: le VB (Vedette blindate) ebbero un nome proprio solo dopo la rivoluzione del 1989, ma in ogni caso, avevano 2 motori diesel da 600hp per 18 nodi, un pescaggio di appena 90 cm che ne rendeva possibile l'uso anche a ridosso della costa (non farsi vedere navigando sotto gli alberi era la migliore tattica), mentre se l'obiettivo da raggiungere era a valle era possibile farlo a motori spenti, grazie alla forte corrente del Danubio. La protezione era leggera, ma adeguata al fuoco delle armi leggere e schegge per le sovrastrutture. L'armamento era di un cannone in torretta da 76mm con gittata di 13km, due mortai da 82mm e un impianto binato da 14,5mm. Le dimensioni erano di 32 m di lunghezza e 85 t di peso, praticamente simili alle navi sovietiche di analoghe caratteristiche. La forza dell'equipaggio, 25 uomini, era per l'8% di leva, per il resto era normale trovare il comandante, secondo, motorista, due mitraglieri. Frequenti le esercitazioni in cooperazioen con l'esercito, mentre i 18 mesi di leva erano ancora sufficienti per addestrare in maniera approfondita gli equipaggi. In tutto vi erano 6 vedette corazzate di questo tipo, che con i marinai dalla caratteristica uniforme blu scuro con maglietta a righe facevano un effetto indubbiamente 'retrò' nel panorama della guerra moderna. Le navi supporto erano costituite da mezzi come la nave.base Crisul, che le supportava, come nave officina e caserma, armata di due impianti da 14,5mm e di base nella cittadina di Braila. La composizione della Brigata fluviale rumena, in tutto, vedeva 5 reparti fluviali, due misti marina-esercito e un'officina galleggiante. La forza era di 6 vedette blindate per ciascuno di due reparti fluviali, mentre gli altri 3 erano su sei dragamine l'uno, navi che avevano l'80% del personale professionista, data la difficoltà del loro tipo di operazioni. Due reparti logistici a livello di battaglione erano disponibili con mezzi navali e autocarri rumeni DAC 665. Le vedette, come i dragamine erano di costruzione rumena, degli anni '70. I dragamine erano armati con il solito impianto da 14,5mm in due esemplari, e pesavano 65 t per 26 m di lunghezza. Essi avevano la capacità di operare anche come posamine e la velocità di 18 nodi era comparabile con quella delle vedette, costruite anche per far loro la scorta. L'addestramento era molto duro e intenso, con molte missioni svolte al buio, cosa che per un fiume non è mai banale, con l'ausilio anche di visori notturni. Vi erano anche delle lance leggere da ricognizione, ma non capaci di operare al buio e di tipo non noto. La competenza della Brigata fluviale rumena si arrestava a Ceatal-Ismail a 80 km dal mare. A quel punto si considerava l'inizio del Delta, di competenza della Brigada Fluviali-Maritima di Tulcea. I bracci del Danubio sono tre: Chilia a nord, Sulina a centro e infine, suqllo di Sfintu Gheorghe era il braccio meridionale. Come aggiornamenti e particolari, da notare che le vedette avevano i mortai da 82 mm sbarcabili a terra, e che la mitragliera binata e il cannone sarebbero forse stati sostituiti a breve, la prima con un lanciamissili SA-7: peraltro questo avrebbe tolto una massiccia fonte di fuoco d'appoggio alle truppe sbarcate, e i missili SA-7 sono portatili e lanciabili da spalla, dunque l'esigenza assoluta di una sostituzione non c'era.
 
La struttura di questa ulteriore brigata era su dragamine e motovedette, con due squadriglie delle prime. Una su navi simili a quelle fluviali, l'altra con imbarcazioni molto più consistenti: si trattava di scafi da 310 t, armate pesantemente con un cannone da 100mm100 mm, due lanciarazzi da 122mm, e difese a distanza ravvicinata da un impianto binato da 30mm30 mm ADG-230 (o meglio, l'equivalente rumeno) e due mitragliere da 14,5mm, mentre erano presenti anche due lanciamissili SA-7 Strela. A parte questo, per la difesa generale vi erano anche due mitragliere da 14,5mm del tipo di quelle dei veicoli TAB-71 con mitragliera da 14,5mm e una da 7,62mm. La possibilità di operare in acque basse era assicurata da una inedita carena a catamarano. I dragamine erano invece i VD 141 uguali a quelli già visti , e altri con dislocamento maggiore.
 
===Aeronautica===
Riga 97:
Nel frattempo, il riordino delle F.A. aveva visto la riduzione di 41,000 uomini e di ridurre a 195.000 la forza complessiva delle F.A. rumene entro il 2000. Nel frattempo, la Romania voleva entrare nella NATO e anche l'opinione pubblica era d'accordo, con un sondaggio del 95% di favorevoli a tale decisione.
 
Tra i programmi d'aggiornamento vi erano quelli per 4 C-130B, l'aggiornamento dei MiG-21 allo standard LANCER con la Elbit israeliana, che avrebbero avuto comandi HOTAS, nuovo radar, GPS e altro ancora e le cui forniture iniziarono nel 1996 , aggiornamento degli IAR-93 e 99, dei cannoni binati da 30mm30 mm, introduzione dei missili Magic 2, aggiornamento dei carri con il TR-85M1, nuovi APC, munizioni NATO e relative armi da 5,56mm, 9mm, 155mm.
 
La situazione, in termini di uomini ed equipaggiamenti era la seguente:
Riga 150:
La Romania ha cercato di trovare una sua autonomia ed indipendenza anche nel settore blindati realizzando mezzi su licenza e veri e propri modelli derivati o addirittura, veicoli di progettazione originale. Negli anni '70 i rumeni si rivolsero all'Occidente anche per i blindati e in particolare, ebbero modo di ottenere tecnologie da un Paese formalmente nemico, la Germania Occidentale. Rielaborando il T-55 realizzarono il TR-580, che all'export era noto come TR-77 o M-77 perché apparso ufficialmente nel 1977. Esso aveva un nuovo motore da 600 hp, appena più potente del precedente, e anche per questo cambiamento disponeva di scafo allungato, 6 ruote anziché 5, skirts laterali, e la massa arrivava a 38,3 t. Nell'insieme era un miglioramento progettuale, ma i carri esportati in Irak e Egitto presentarono molti problemi meccanici e in parte vennero restituiti. L'economia di lavorazione aveva prodotto un mezzo inferiore a quello russo originario, ma i rumeni non si persero d'animo e realizzarono il TR-85, appena l'anno successivo.
 
Questo mezzo era ben più potente, con una nuova torretta, più squadrata, un cannone cinese da 100mm100 mm con manicotto termico, telemetro laser incorporato nel sistema di tiro e addirittura una direzione di tiro digitale, forse la prima su di un carro del Patto di Varsavia. Il motore tedesco da 620hp dava una potenza leggermente maggiore ma il peso saliva a 43t. Il nuovo carro era meglio protetto e meglio armato del T-55, e pur essendo meno mobile, nell'insieme si trattò di un successo e venne prodotto in centinaia di esemplari, nella cui ultima versione è chiamato TR-800. [[Immagine:Expomil 2005 01 TR-85M1 03--A.jpg|300px|right|thumb|L'ultima versione del TR-85,la M1, è stata presentata ad Expomil 05. Essa presenta una nuova torretta e sistemi di controllo del tiro.]]Un kit di aggiornamento per i T-55 venne prodotto per l'export, basato presumibilmente su quello del TR-85 e comprato dall'Irak negli anni '80 per aggiornare una minima parte dei suoi T-55. Infine, da segnalare una versione 'indigena' del T-72 (in servizio in pochi esemplari anche in Romania) che aveva lo scafo allungato e il peso aumentato a ben 48 tonnellate, ma nonostante l'aumento di protezione e di spazio esso era forse troppo sottopotenziato e ne vennero costruiti solo 3 esemplari, praticamente giusto a livello di prototipi.
 
Comunque sia, a parte quest'ultima sfortunata iniziativa, la Romania ha potuto aggiornare ad un buon livello i suoi carri migliori, e grazie al sistema di tiro montato a bordo i suoi mezzi autarchici sono probabilmente superiori anche ai T-72 delle versioni disponibili in Romania (probabilmente solo pochi esemplari del T-72G o M).
Riga 210:
Un esempio di quanto si provò a fare in Romania, con risorse il più possibile 'autarchiche' è la genealogia di elicotteri prodotti dalla IAR. Notevole la presenza di numerosi elicotteri di tipo francese, che sono stati prodotti in grande serie anche in versioni originali. Dal 1971 la Romania, a similitudine della Yugoslavia, cercava degli elicotteri relativamente moderni all'Ovest, e ha ottenuto la licenza di produrre non meno di 250 elicotteri Aerospatiale Aluette III, macchine leggere e per decenni di grande successo, costruite dalla IAR come IAR 316, metà dei quali per compiti militari, armati con lanciarazzi, pod con mitragliatrici da 7,62mm con 1000 colpi l'una, e anche missili AT-3.
 
I più grossi Puma vennero a loro volta costruiti come IAR 330H, e nonostante la loro taglia e costo, in quantità considerevole, non meno di 163: 104 per le forze armate nazionali e 57 esportati in vari Paesi, come il Pakistan e la Guinea. Il totale dei Puma prodotti ha avuto in effetti un congruo aumento con la produzione rumena. Essi sono stati armati con 4 missili AT-3, o più spesso, con 64 razzi da 57 mm, bombe da 50 o 100 kg, pod con cannoni da 23mm con 400 colpi l'uno, mitragliatrici pesanti da 12,7 mm laterali. Aggiornati con il sistema SOCAT hanno avuto armi più moderni come la torretta con cannone THL-20 da 20mm20 mm sistemato nel muso con ben 850 colpi, lanciarazzi, pod con altri cannoni da 20mm20 mm, e 8 missili israeliani Spike LR, potenti armi anticarro con 8 km di gittata e capacità fire-and forget e al tempo stesso, con teleguidabili grazie ad un cavo a fibre ottiche. Il sensore è un avanzato sistema infrarosso e la testata è in tandem HEAT. In effetti, si tratta di un degno successore del TOW. L'aggiornamento è stato curato dall'israeliana Elbit nei tardi anni '90.
 
Un modello davvero originale fu l'IAR 317 Airfox, un autentico mini-elicottero da combattimento. Questo apparecchio era un piccolo, interessante apparecchio. La IAR lo realizzò come prototipo nel 1984 con la struttura base dell'Aluette III, con una struttura diversa nel settore del muso: in pratica vennero adottati gli abitacoli in posti singoli e distribuiti in altezza, scalati. In pratica, si trattava di una soluzione simile a quella del Cobra ma soprattutto, a quella del coevo Mangusta e del futuro Tigre. Era lungo 9,8 m, pesava al decollo 2200 kg e raggiungeva i 200 km/h, con un raggio di 545 km. L'armamento era costituito da una configurazione veramente minima come armi di lancio, ovvero 2 mitragliatrici da 7,62mm a fianco dell'abitacolo biposto, eventualmente rimpiazzabili con cannoni da 20 ma tenendo conto che il motore era ancora era l'Artouste (forse potenziato da 640 kW), pod per mitragliatrici, 4 lanciarazzi da 57 mm con 16 armi l'una, bombe da 50-100 kg, e sistemate sopra le alette d'attacco fino a sei missili AT-3, per un peso massimo di 750 kg, molto teorico visto che il carico utile complessivo era di 1100 kg, di cui circa 200 per i piloti. Il prototipo era comunque il meglio possibile con tale base (in Sudafrica venne prodotto un simile prototipo con l'HX-1 Alpha, che però era fin dall'inizio pensato solo come macchina sperimentale per quello che poi divenne il potente Rooivalk, basato sui motori del Puma) e le modeste dotazioni avioniche, che erano pressoché primitive. Eppure, si trattava di una macchina interessante, quanto di più leggero fosse possibile per un elicottero d'attacco e combattimento e provvista dei 'fondamentali' giusti: nell'insieme esso poteva ricoprire il ruolo di elicottero cannoniere 'economico', possibilmente aggiornabile con avionica, motori e sistemi d'arma modern, per esempio occidentali.