Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 1: differenze tra le versioni

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Il soccorso portato alle popolazioni colpite dalle alluvioni in Tunisia del 1973, dai terremoti in Friuli del 1976, in Irpinia del 1980 e la missione con l’incrociatore Andrea Doria e il rifornitore di squadra Stromboli in soccorso dei profughi vietnamiti nelle acque del Golfo di Thailandia.
 
In seguito all’evolversi della tecnologia, la nave venne sottoposta a lavori di aggiornamento presso l’Arsenale di Taranto durante il periodo 1981-1983, con l’aggiunta di 3 sistemi Breda Dardo, 1 a prua e 2 a poppa, su torri binate da 40mm40 mm e 4 rampe di missili a lungo raggio franco-italiani OTOMAT, entrando così nell’era dei missili antinave. È significativo che essa ebbe le artiglierie Dardo in aggiunta e non in alternativa ai cannoni da 76 mm, portando a ben 14 bocche da fuoco la sua dotazione. Ma lo è anche per via del fatto che evidentemente non si riponeva fiducia nelle doti antimissile dei 76 mm, ed è altrettanto interessante che non si sia sostituito il tutto con 8 cannoni Compatto da 76 mm senza i CIWS. Anche la rampa principale Mk 10 probabilmente analoga a quella dei classe 'Belknap', venne sostituita con un nuovo modello.
 
Il Vittorio Veneto venne a trovarsi così con un armamento molto potente e diversificato, adatto a tutte le esigenze, e con una mezza squadriglia di elicotteri. Uno dei suoi limiti era che i Sea King non potevano operare totalmente dalla nave, perché troppo alti.