Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Aeronautica 3: differenze tra le versioni

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Per il concorso del JPATS, la SIAI-Marchetti si interessò al concorso, presentata localmente dalla Grumman. La società era paritetica e mirava a piazzare il velivolo per il concorso indetto dall'USAF negli anni '80, dopo il costoso fallimento del programma T-46. Dovevano essere sostituiti centinaia di obsoleti T-37 a posti affiancati, con due turboreattori Malboré. La macchina presentata, talvolta indicata anche come S.211C, era migliorata. Già in partenza l'S.211 era nato come macchina italo-americana, con motore, strumentazione e gran parte della progettazione dell'ala americani. Le prestazioni sono state migliorate con un motore potenziato, che ha portato la velocità massima della macchina da 667 a 740 km/ha a 7.600 m, velocità massima limite da 740 a 980 km/h (0,8 mach), carico alare di 250 kg/m2, tangenza da 12.200 a 12.800 m, mentre l'autonomia cadeva leggermente a 3h 15 minuti. Il carico sostenibile era passato a -3+7g. La velocità massima di salita, grazie alla maggiore potenza era di 26 m/s. Altri miglioramenti sono stati l'aggiunta di 2 alette fisse, con funzione stabilizzatrice, sotto il motore e estremità alari piegate in basso.
 
La macchina era simile in particolare allo IA-63 Pampa (leggermente superiore come pesi e caratteristiche) e assieme a questo e a molti altri competé per la gara JPATS. Data la flessibilità della specifica (velocità 463 kmh a 300 m, -3/+6g, posti in tandem scalati e capacità di atterrare su piste di 1.500m500 m), un gran numero di contendenti parteciparono al contratto per oltre 600 macchine. Vi erano velivoli rumeni, argentini, svizzeri e 2 italiani (MB 339C e S.211), sia a reazione turbojet/turbofan che turboelica. Alla fine vinse il PC-9 della Pilatus svizzera.
 
Nonostante la modernità e l'economia di esercizio dell'S.211 non ha trovato grossi successi di vendita[citazione necessaria], pari a circa un decimo di quella dell' SF-260, anche se si tratta di macchine più costose in termini unitari. La concorrenza di addestratori a turboelica avanzati con alte prestazioni e di macchine a getto intermedie ad alte prestazioni ha posto di fatto fine alla tipologia dell'addestratore basico a getto (come gli MB-326, Magister e T-37) accusati di essere più costosi in termini di consumi, nonostante la maggiore efficacia nel preparare gli allievi alle macchine a reazione operative[citazione necessaria]. L'S.211, forse l'addestratore a getto più economico ma anche più modesto, non ha saputo giustificare appieno il suo maggiore costo rispetto alle appena più lente macchine turboelica di grande potenza, che né l'S.211 né l'SF-260TP (turboelica, 430 km/h) hanno potuto contrastare.