Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/India-3: differenze tra le versioni
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Nell’insieme il Su-30 è una macchina ambiziosa e potente. Come aereo da dogfight ha molti pregi, e anche alcuni limiti: il fatto che gli abitacoli sono molto disassati fa sì che non vi sia buona visibilità posteriore, nemmeno per il WSO (un poco come nel caso del Phantom, se non peggio). Insomma, differentemente dai caccia monoposto Su-27 non vi sono tettucci realmente a goccia, cosa mitigata da generosi specchietti laterali, semplici e ragionevolmente efficaci sistemi di 'allerta'. A parte questo l’aereo ha una mole enorme, che lo rende molto visibile sia sul radar che visivamente, essendo oltretutto facilmente riconoscibile. Per eliminare parzialmente il problema ha una efficace e bella livrea da superiorità aerea a macchie grigie e azzurre, mentre le ECM dovrebbero aiutarlo a 'mascherarsi' all'osservazione dei radar. La traccia IR, con due motori molto potenti, è parimenti rilevante, aggravata dal fatto che l’aereo non ha, pare, capacità supercruise e quindi deve usare l'AB per il volo supersonico, va detto anche che i motori orientabili, con alto rapporto bypass, con le superfici di coda che li circondano, li rendono meno facili da agganciare di quanto si potrebbe pensare, anche se con i moderni sensori IR non vi è una grande differenza.
A parte questi problemi, il Su-30 ha anche dei vantaggi, come la formidabile avionica e l’eccezionale agilità: l’aereo è capace di volare ad un minimo di 75 kmh e di sparire alla vista di un radar doppler se necessario, una forma di stealthness 'indotta' dalla bassa segnatura Doppler. Sono in grado di virare quasi istantaneamente sul luogo, e hanno una formidabile capacità di carico bellico e di carburante. Il peso a vuoto è di 17 t (in origine era di circa 14), massimo di 34,5. La corsa al decollo è di circa 550 m, la velocità massima tra 1,2 e 2,3 mach , autonomia di 3000 km con il carburante interno ed eccesso di spinta specifica di oltre
La supermanovrabilità (non è un’esagerazione, ma la definizione delle manovre possibili anche dopo che l’aereo è caduto in stallo) è dibattuta: meglio lanciare un attacco ad alta velocità con i missili moderni e poi disimpegnarsi ad alta velocità o ‘fermarsi’ a duellare con strette virate, rischiando di essere colpiti da qualche missile ad alta manovrabilità (come quelli di ultima generazione: AIM-9X, R-73, IRIS-T, ASRAAM, Python 4 etc.)? Le ipotesi sono tante, ma nelle prove di duello aereo l’F-16 MATV ha dimostrato di poter affrontare e battere anche 2 aerei in rapida sequenza, per cui non si può certo criticare i russi se si sono impegnati sulla stessa via. In realtà quello che realmente conta nei duelli aerei, nella gran parte almeno, è quello che già Olswald Boelke conosceva nel 1917 con i suoi ‘7 comandamenti’: in particolare, sebbene di molti celebri duelli aerei prolungati si hanno racconti dettagliati, quello che non si conosce molto sono i ben meno appariscenti duelli aerei risolti nell’arco di secondi con un attacco rapido alle spalle dell’avversario: soprattutto con l’avvento dei missili che sono armi letali e a lunga gittata, la cosa fondamentale è conoscere la posizione dell’avversario prima che questo conosca la propria e approfittarne: la situation awarness. E in questo ambito i Su-30MKI, nonostante la mancanza di cure per la stealthness, sono certamente molto ben equipaggiati.
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