La prosa ultima di Thomas Bernhard/Scrivere contro la morte: differenze tra le versioni

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In questo caso più specifico dei mali della Chiesa cattolica, Murau passa dalle precedenti critiche sulla distruzione delle persone alla distruzione di alcuni elementi non specificati dentro di sé da bambino. La ripetizione di "und" crea il massimo effetto e la personificazione della Chiesa come crudele e spietata è in definitiva piuttosto vaga e, quindi, poco convincente poiché non è rafforzata da esempi specifici o da un ragionamento logico sostenuto.<ref>In una sezione col sottotitolo "Fiktion und Realität", Schlichtmann esamina attentamente le asserzioni di Bernhard sulla collusione tra Chiesa cattolica e organi nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Si veda: Schlichtmann, pp. 56-62.</ref> È l'effetto su di lui da bambino che concentra Murau nella descrizione: "In die Kapelle bin ich immer zitternd hineingegangen, um wie erschlagen wieder aus ihr herauszugehen". <ref>Bernhard, ''Auslöschung'', p. 365, rr. 11-13.</ref> A differenza delle descrizioni tonificanti dei suoi amici e delle loro esperienze condivise, questi passaggi sono piuttosto ripetitivi, anche noiosi al confronto. Tuttavia, i passaggi (come la storia di Schermaier) contenenti critiche o commenti sociali e politici, sebbene indipendenti nella fattispecie delle opinioni di Murau sulla crudeltà e la natura opprimente del nazismo e del cattolicesimo, sono più appaganti per il lettore, come già visto, quando sono collegati con i commenti di Murau su se stesso, il suo stato d'animo e il suo progetto letterario, anch'esso centrale per la sua identità e per la narrativa di Bernhard.
 
Tutte queste critiche sociali e politiche ben collaudate saranno di certo note all'esperto lettore di Bernhard. Tuttavia, in ''Auslöschung'', c'è una dimensione extra nel contenuto politico che solleva le critiche potenzialmente trite della prosa bernhardiana dal loro solito contesto provocatorio. Weinzierl suggerisce che Bernhard abbia modificato sezioni del testo (che altrimenti sarebbe stato in gran parte completo intorno al 1980) al fine di tenere conto degli sviluppi politici di attualità, come l'affare[[w:Kurt Waldheim#Il Caso Waldheim|Affare Waldheim]] — che era una furibonda questione politica nell'autunno del 1986, quando uscì il libro.<ref>Harald Hartung, nella sua recensione del libro, arriva al punto di descriverlo come "Bernhards Beitrag zur Waldheim-Affäre". Si vadeveda: Hartung, "Wolfsegg oder Die ''[sic]'' hohe Schule der Übertreibung". Per una sinossi chiara e concisa dell'[[w:Kurt Waldheim#Il Caso Waldheim|affare Waldheim]], si veda: Melanie A. Sully, ''The Waldheim Connection", in ''Conquering the Past: Austrian Nazism Yesterday & Today'', cur. F. Parkinson (Detroit: Wayne State University Press, 1989), pp. 294-312.</ref> Il suggerimento di Weinzierl non è pienamente comprovato, ma sembrerebbe essere confermato dal testo. Mentre sarebbe esagerato descrivere il libro come un romanzo politico, ci sono semplicemente troppi riferimenti al nazismo, alla guerra e alla chiesa cattolica decadente per poterli trascurare. In questo senso, ''Auslöschung'' è diverso da ''Beton'': Murau non è solo un individuo privato, come Rudolf: solo il suo nome di battesimo – Franz Josef – evoca la storia austriaca.<ref>Si veda anche: Reiter, "Austrophobia as it is", p. 168. Reiter fa risalire il nome di battesimo di Murau a [[:de:w:Franz Josef Altenburg|Franz Josef Altenburg]], un amico di Bernhard, che era discendente dell'[[w:Francesco Giuseppe I d'Austria|Imperatore Franz Josef]].</ref> Inoltre, la sua esplorazione del passato mette in luce non solo le sue stesse esperienze ma anche la colpa storica della sua famiglia di cui parla a lungo.<ref>Si vada, per esempio: Bernhard, ''Auslöschung'', pp. 440-2.</ref> Il nazismo austriaco è quindi integrato nell'azione della storia e si intreccia con la storia personale di Murau: infatti, il tema anticipa ''Heldenplatz''. I ricordi di Murau dei suoi genitori sono impregnati della loro collaborazione nazista. È solo se visto in questa luce che il gesto finale di Murau di dare Wolfsegg alla comunità ebraica di Vienna ha senso come un atto di espiazione. La teoria di Weinzierl sulle modifiche dell'ultimo minuto al testo sembra tanto più plausibile poiché l'ovvio contenuto politico dell'opera entra e esce dal testo; appare con particolare enfasi verso la fine della narrazione di Murau mentre Bernhard prepara il lettore per il gesto finale e drammatico del suo protagonista. La cessione di Wolfsegg da parte di Murau è rilevante per il ragionamento qui in quanto rivela un certo ottimismo per il futuro: nel presentare Wolfsegg alla comunità ebraica, commette quindi un atto personale non solo di estinzione, come dimostrato in precedenza, ma di espiazione; inoltre, intraprende un atto di risarcimento politico e di scuse. Naturalmente, non ha senso in che modo si possa vedere che questo atto compensi le atrocità passate, ma il presente qui riconosce e tenta retrospettivamente di compensare il passato.
 
A Wolfsegg, dopo aver tentato di aprire la bara di sua madre e sentirsi molto imbarazzato di fronte ai giardinieri che lo guardavano, Murau cerca di distogliere la mente da questa dolorosa sconfitta. Pensa simultaneamente all'ingiustizia di Schermaier non solo per mano dei nazisti ma per causa di meschini informatori, e al suo progetto letterario. Il modo in cui propone di includere la storia orrenda di Schermaier nel suo racconto rivela molto sull'inclusione e sulla funzione di elementi politici e sociali nell’''Auslöschung'' di Bernhard.
 
Nella storia di Schermaier, temi personali e politici si fondono. Murau inizia riferendosi all'ingiustizia inflitta a Schermaier che ora vive con sua moglie in povertà: "Deshalb ist es meine Pflicht, in der ''Auslöschung'' von ihnen zu reden und auf die aufmerksam zu machen stellvertretend für so viele, die über ihre Leiden wahrend der nationalsozialistischen Zeit nicht sprechen."<ref>''Ibid.'', p. 457, rr. 27-31.</ref> Il tema di Schermaier è personale poiché Schermaier è un suo buon amico e qualcuno a cui si sente vicino ("dem ich wie keinem andern in der Nähe von Wolfsegg verbunden bin noch heute").<ref>''Ibid.'', p. 446, rr. 25-7.</ref> Schermaier rappresenta altre vittime "silenziose" e allo stesso tempo è un simbolo della crudeltà dei nazisti e dell'ipocrisia e dell'ingiustizia postbelliche. Le critiche alle autorità sono personali e legate alla loro negligenza per l'alto valore della vita umana poiché avrebbero potuto distruggere completamente la vita di Schermaier ("sein Leben [hat] zerstören [können]");<ref>''Ibid.'', p. 458, rr. 8-10.</ref> le critiche non presentano né un argomento ragionato né incoraggiano il dibattito sulle implicazioni politiche del maltrattamento di Schermaier. È rivelante che la storia di Schermaier sia abbastanza importante per Murau da promettere a se stesso di includerla nel suo racconto ("Dieses Versprechen habe ich mir [...] gegeben").<ref>''Ibid.'', rr. 10-11.</ref>
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La riflessione di Murau a Wolfsegg sull'inclusione della storia di Schermaier nel suo "resoconto" ha tre funzioni nella narrazione di ''Auslöschung'': in primo luogo, ha l'effetto di far dimenticare a Murau l'episodio doloroso con il coperchio della bara ("An die Schermaier erinnert, habe ich die Ungeheuerlichkeit, den Sarg mit der Mutter offnen zu lassen, vergessen");<ref>''Ibid.'', rr. 17-19.</ref> in secondo luogo, esorta il lettore a non dimenticare il passato nazista, a differenza delle persone che l'hanno nascosto e quindi hanno commesso un crimine peggiore degli orrori della guerra stessa ("[...] dieses Schweigen ist noch entsetzlicher als die Verbrechen selbst");<ref>''Ibid.'', p. 459, rr. 7-9.</ref> e, in terzo luogo, evidenzia la difficile situazione dei dimenticati, il povero Schermaier e sua moglie ("[Menschen wie die Schermaier haben] die Rolle der Vergessenen zu spielen").<ref>''Ibid.'', p. 460, r. 1.</ref>
 
Nella prima delle tre ragioni per la storia di Schermaier, l'inclusione di una grande ingiustizia di guerra viene usata da Murau per contrastare le proprie insicurezze profondamente personali su sua madre e sui giardinieri. La seconda ragione fornita qui è provocatoria. Il rifiuto di ammettere la colpa è stato direttamente collegato alla conveniente amnesia della nazione austriaca nel caso di Kurt Waldheim.<ref>Si veda: Weinzierl, p. 459.</ref> Bernhard usa qui Murau per manipolare la reazione del lettore invitando rabbia e indignazione; il pubblico austriaco e la stampa a suo tempo abboccarono. Murau, qui, attribuisce anche indirettamente la libertà di parola all'opera letteraria conferendole la funzione di esprimere ciò che altrimenti sarebbe soppresso. La terza e ultima funzione dell'inclusione della storia nel libro di Murau ha anche un ruolo sociale e politico: l'ingiustizia sociale espressa attraverso l'amicizia di Murau con Schermaier. Le amicizie e il calore personale di Murau sono importanti per lui; sono la base della sua "nuova" vita a Roma. Il fatto che ammetta che ci sono molte famiglie come gli Schermaier non solo attesta il suo calore umano, ma esprime anche il suo sdegno per l'ingiustizia inflitta a individui così poveri e impotenti.
 
Le diatribe politiche e sociali di ''Auslöschung'' sollevano un'ulteriore grave domanda: come possono gli elementi di speranza e ottimismo descritti e fatti valere sopra (il ramo d'ulivo al cattolicesimo, l'espiazione della colpa bellica) coesistere comodamente con le diatribe tipicamente pungenti su Austria, nazismo, cattolicesimo e debolezza umana? La risposta sta nella domanda e riporta il lettore bernhardiano al concetto di "Durcharbeiten" rilevato nelle autobiografie. In ''Auslöschung'' l'aggressività di Murau è resa innocua quando assume solo la forma di diatriba semi-seria. Queste diatribe sono principalmente sbocchi per la sua aggressività. Murau non si prende sul serio come i suoi predecessori. È consapevole del fatto che la sua storia, le sue percezioni e, in definitiva, il suo resoconto sono soggettivi, solo un punto di vista: "Jeder kann nur beschreiben, was ''er'' sieht, wie es ''ihm'' erscheint, nicht anders."<ref>Bernhard, ''Auslöschung'', p. 197, rr. 11-12 [corsivo nell'originale].</ref> Nel suo scritto sulle somiglianze e differenze tra [[w:Charles Sealsfield|Charles Sealsfield]] e Bernhard, Andrea Reiter cita la capacità di Bernhard di astrarre le proprie opinioni da se stesso come principale differenza tra i due scrittori: "Bernhard sapeva come incanalare la sua rabbia in forme letterarie come quella della "Erregung", cioè la strumentalizzava esteticamente."<ref>Reiter, "Austrophobia as it is", p. 174.</ref> La canalizzazione costruttiva di questa aggressione ("Durcharbeiten" freudiana di infelicità e amarezza passate) non iniziò in forma completa nella prosa di Bernhard se non dalle autobiografie e raggiunse il suo culmine in ''Auslöschung'' con la sua stimolante provocazione del lettore, lasciando Bernhard più libero di sviluppare una visione più fiduciosa del mondo. In ''Auslöschung'', la versione tematica di questo climax è l'espiazione politica e personale insita nel dar via Wolfsegg. In questo caso, un gesto drammatico è più che provocazione o esagerazione: è il culmine della ricerca personale di identità da parte di Murau. I protagonisti degli anni ’80 nella prosa di Bernhard seppelliscono la testa nella sabbia: Rudolf scappa a Palma; il narratore di ''Der Untergeher'' vede la scrittura di recensioni come un rifugio sicuro lontano dalle acque agitate della creatività artistica; il narratore di ''Holzfällen'' si ritira in poltrona solo per osservare gli altri prima che gli venga ricordato brevemente alla fine che egli fa parte della società, e Atzbacher in ''Alte Meister'' rivela poco di se stesso, preferendo concentrarsi su Reger. Murau, invece, deve affrontare le sue responsabilità; non è un caso che sia l'unico tra i protagonisti di Bernhard che riesce a svolgere il suo compito di completare un libro in un arco di tempo realistico e programmato.
{{Immagine grande|Wolffsegg-neu.jpg|820px|Castello di [[w:Wolfsegg am Hausruck|Wolfsegg]] (incisione di [[:de:w:Georg Matthäus Vischer|Georg Matthäus Vischer]], 1674)}}
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