La prosa ultima di Thomas Bernhard/Scrivere contro la morte: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Riga 36:
{{q|Se mi fosse stato possibile, avrei tolto il coperchio della bara in cui giaceva mia madre [...] eppure ebbi quel pensiero, nella mia testa continuava ad affiorare quel pensiero, voglio guardare dentro la bara in cui giace mia madre, la parola ''giace'' la trovavo grottesca.|''Ibid.'', p. 449, rr. 15-22 [corsivo nell'originale].|Wenn es mir möglich gewesen wäre, hätte ich den Deckel des Sarges aufgemacht, in welchem meine Mutter lag [...] doch ich hatte diesen Gedanken, immer wieder tauchte der Gedanke in meinem Kopf auf, daß ich in den Sarg hineinschauen will, in welchem meine Mutter liegt, das Wort ''liegt'' war mir dabei ein groteskes.|lingua=de}}
Se c'è qualche dubbio sul fatto che Murau amasse davvero sua madre, specialmente alla luce dei precedenti commenti aggressivi sul suo volgare ceto medio-basso, allora vengono qui dissipati.<ref>Si veda: ''ibid.'', p. 49.</ref> Ci sono somiglianze tra Murau e [[w:Lo straniero (Camus)|Meursault]] di [[w:Albert Camus|Camus]], entrambi i quali ricevono telegrammi che li informano della morte della madre nella prima pagina delle loro rispettive storie; entrambi i personaggi sembrano non preoccuparsi della notizia:
{{q|Aujourd’hui, maman est morte. Ou peut-être hier, je ne sais pas. J’ai reçu un télégramme de l’asile : "Mère décédée. Enterrement demain. Sentiments distingués." Cela ne veut rien dire. C’était peut-être hier.<ref>Albert Camus, ''[[:fr:w:L'Étranger|L’etrangerL’Étranger]]'' (Paris: Gallimard, 1942), p. 9. Si veda l'analisi della frase in "[[:fr:w:Aujourd'hui, maman est morte|Aujourd'hui, maman est morte]]".</ref>}}
Meursault commenta cinicamente l'apparente riluttanza del suo capo a concedergli un paio di giorni di ferie, ma si rassicura perché il capo è obbligato a lasciarlo andare, dato che ha una scusa a tenuta stagna, "une excuse pareille".<ref>''Ibid.''</ref> Queste non sono certo le parole di un figlio colpito dal dolore. Tuttavia, le somiglianze tra questi personaggi si fermano qui. Nella succitata frase accuratamente costruita riguardo al coperchio della bara, Murau si rivela: usa eccezionalmente il "meine" possessivo per sua madre (che altrimenti, anche quando professa il suo amore per lei, viene solitamente sostituito con "die");<ref>Si veda: Bernhard, ''Auslöschung'', p. 265, r. 15.</ref> ripete in successive [[w:clausola (linguistica)|clausole relative]] il suo desiderio di vederla, quasi come un bambino viziato e insistente; il suo desiderio di vederla ("daß ich in den Sarg hineinschauen will") è superato in forza solo dalla repulsione per la sua stessa descrizione di lei sdraiata nella bara ("grotesk"). L'isolamento della parola "liegt" accentua il fatto della sua morte, sua madre ridotta a un cadavere senza vita, supina e senza respiro, quasi come un pezzo di carne. Diventa ossessionato ("besessen") dal pensiero di aprire la bara, quasi a voler assicurarsi che sia davvero morta.<ref>''Ibid.'', p. 454, r. 27.</ref> L'imbarazzante tentativo fallito di forzare il coperchio inchiodato della bara è, ovviamente, la prova definitiva e visibile dell'impeto dei suoi sentimenti e del desiderio di vedere sua madre.<ref>''Ibid.'', p. 452.</ref> Considerato da questa prospettiva, è quindi difficile giustificare il tema sempre presente dell'estinzione ("Auslöschung") in questo testo come un tentativo di Murau di obliterare la sua famiglia in qualsiasi senso fisico; è l'estinzione mentale, emotiva che cerca per essere meno gravato dal suo passato, non l'estinzione fisica di Wolfsegg, della sua famiglia o di se stesso.