La prosa ultima di Thomas Bernhard/Valori personali: differenze tra le versioni

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Il contrasto o la tensione tra perfezionismo e pragmatismo si incarna nel modo più efficace nel conflitto tra Spadolini e Maria. Spadolini è consapevole del disprezzo assoluto di Maria per lui ("Maria hält ihre Verachtung Spadolinis aber nie zurück"): nessuno dei due può tollerare l'altro con il risultato di annullarsi a vicenda.<ref>''Ibid.'', p. 227, rr. 27-8.</ref> Murau si trova tra questi due estremi: Spadolini, da un lato, con la sua sofisticatezza mondana e artificiale, e Maria, dall'altro, con la sua personalità naturale, incontaminata, creativa e intellettuale.<ref>''Ibid.'', p. 229.</ref> Si odiano a vicenda, ma a Murau piacciono entrambi. Murau è come un giudice che valuta i meriti e i demeriti di ogni tipo di carattere, ed è rivelatore che egli pronunci Spadolini il più forte ("der Stärkere"); dove Maria si ritira ("zurückziehen"), Spadolini trionfa per difetto.<ref>''Ibid.'', p. 230, rr. 2-8.</ref> Ella potrebbe occupare tutte le altezze morali e intellettuali (se dovesse scrivere un libro su un ciarlatano, dice, Spadolini sarebbe senza dubbio il protagonista), ma Spadolini è una persona nel complesso più di successo socialmente e professionalmente e più sicura di sé.<ref>''Ibid.''</ref> Sebbene entrambe queste figure possano rappresentare elementi integranti del carattere stesso di Murau, vivere ed essere felici (Spadolini) alla fine fornisce a Murau una spinta più forte dell'integrità e dell'intuizione intellettuali (Maria). Le eccessive aspettative e le previsioni di autodistruzione del narratore in ''Wittgensteins Neffe'' vengono così evitate. Bernhard manipola abilmente la relazione di Murau con entrambe queste figure al fine di rivelare al lettore di più sull'atteggiamento pragmatico di Murau nei confronti della vita e degli amici, un atteggiamento che sotto ogni aspetto è più accomodante di quello di Rudolf.
Maria, tuttavia, non è solo una relazione sbiadita dei precedenti protagonisti di Bernhard nella sua severità intellettuale e idealismo. Viene anche coinvolta da Bernhard in molti passaggi che attestano la felicità di Murau a Roma. Come con Spadolini, Murau usa Maria (non in alcun senso sinistro) per i propri fini, e la sua calorosa opinione di lei è in definitiva autoreferenziale: "Was wäre mir Rom wirklich ohne sie".<ref>''Ibid.'', p. 237, rr. 6-7.</ref> A differenza di Rudolf, Murau non è ossessionato soltanto dalle proprie attività intellettuali nella misura in cui non può integrarsi nel suo ambiente sociale e accettare i benefici che tale integrazione offre. Murau elogia la conversazione stimolante di Maria e si considera fortunato ("ein Glück") che ella viva a Roma.<ref>''Ibid.'', r. 7.</ref> Come con Spadolini, tuttavia, Maria è utile per il suo sviluppo personale, e ne è profondamente consapevole: "Beide [Maria und Spadolini] haben mich zu dem geschult, der ich jetzt bin".<ref>''Ibid.'', rr. 24-5.</ref> È significativo che il tempo trascorso con lei sia "beglückend" e sinonimo di "Glückszustand", poiché questo nuovo protagonista di Bernhard attribuisce grande importanza all'essere felici e rilassati in compagnia.<ref>''Ibid.'', r. 13 e p. 542, r. 7.</ref> Tuttavia, quando Murau afferma di non voler mai perdere Maria ("ich will sie [...] nicht verlieren, niemals"), sta recuperando alcuni degli ideali condivisi dai suoi predecessori nella prosa di Bernhard.<ref>''Ibid.'', p. 231, rr. 1-2.</ref> Sebbene egli sia a conoscenza delle di lei carenze (nonostante tutta la sua acutezza e ampiezza intellettuale, Maria semplicemente non riesce a capire l'attaccamento di Murau a Spadolini),<ref>''Ibid.'', p. 228.</ref> allo stesso modo Murau non vuole mai perdere il rigore intellettuale e la lucidità (il suo "unbestechlichen Blick", come lo chiama ad un certo punto), che la caratterizza e che egli ha notevolmente compromesso (nel suo rapporto con Spadolini, per esempio) a favore della felicità.<ref>''Ibid.'', p. 581, r. 12.</ref> Oltre ad essere presentata come un opposto di Spadolini, Maria è anche una reminescenzareminiscenza del passato intellettuale di Murau e un contrappeso al suo nuovo pragmatismo.
 
L'incorruttibilità intellettuale di Maria e la sua capacità di rendere felice Murau sono la fonte del suo contributo alla caratterizzazione della protagonista; un importante derivato della sua influenza è la sua poesia. La chiarezza con cui vede il mondo – già stabilita nel contrasto con Spadolini – si riflette nel suo lavoro: "Marias Gedichte sind ''antisentimental und klar.''<ref>''Ibid.'', p. 512, rr. 7-8 [corsivo nell'originale].</ref> Per un uomo che pone molta enfasi sull'avere una testa ''chiara'', questa valutazione della sua opera è ''chiaramente'' un complimento.<ref>Murau usa "klarer Kopf" e varianti ("mit klarem Kopf" ecc.) in punti importanti del romanzo, come quando legge il telegramma (''ibid.'', p. 7, r. 19), sta per partire per Wolfsegg assalito da forti sentimenti di solitudine (p. 306, r. 7), e poco prima di vedere le salme nell'orangeria (''ibid.'', p. 387, rr. 17-18).</ref> L'opinione positiva di Murau sulla sua poesia ci dice più di lui che della poesia: "Ich habe die Gedichte Marias immer geliebt, weil sie so österreichisch, gleichzeitig aber so von der ganzen Welt und von der Umwelt dieser Welt durchdrungen sind."<ref>''Ibid.'', p. 511, rr. 28-31.</ref> Dopo tutto, non vengono rivelati dettagli precisi sulla poesia di Maria. L'elogio di Murau per l'impegno della sua poesia con la vita ("der ganzen Welt"), e non con idee teoriche, suggerisce, alquanto in linea con le sue conversazioni con Gambetti e Spadolini, che dagli sforzi intellettuali scaturisca pertinenza alla vita, sia la sua propria vita sia il mondo intorno a lui. Di particolare nota è il suo apprezzamento per l'identità austriaca intrinseca nella poesia di Maria. Dopo più di cinquecento pagine nel suo racconto, qui il lettore è testimone di un atto di auto-accettazione da parte di Murau, ed tale atto è stato provocato da Maria. Murau è a suo agio con l'elemento austriaco delle poesie di Maria e lo valorizza, e questo segna un altro passo avanti sia nel proprio sviluppo personale che nella presentazione al lettore. L'accettazione e il rispetto di Maria da parte di Murau – Andrea Reiter la definisce "l'unica figura femminile veramente positiva in tutta la ''œuvre'' di Bernhard" – è ulteriore prova dell'atteggiamento fiducioso e meno severo nei confronti degli amici in ''Auslöschung''.<ref>Andrea Reiter, "Austrophobia as it is: Charles Sealsfield, Thomas Bernhard, and the Art of Exaggeration", ''Austrian Studies'' 7 (1996), cur. Ritchie Robertson e Edward Timms, 166-77 (p. 170).</ref>
 
'''Eisenberg''', come Zacchi, è una figura marginale.<ref>Per un'analisi generale di Eisenberg, si veda: Schlichtmann, pp. 74-6.</ref> Bernhard non tenta di rappresentare nessuno di questi personaggi come individui. Come tutto il circolo di Roma, solo ancor di più, fungono da cast di supporto al ruolo principale di Murau. A differenza di Zacchi, Eisenberg è, anche se solo simbolicamente, un breve ma sostanziale momento della storia esterna, in quanto accettatore del lascito di Murau alla comunità ebraica di Vienna. Mittermayer, forse piuttosto ottimisticamente, lo chiama il "Repräsentant eines besseren Österreich".<ref>Mittermayer, '"Die Meinigen abschaffen"', p. 125.</ref> Schlichtmann è più modesta con la sua affermazione percettiva, "daß er [Eisenberg] sogar für eine Freude am Lebensteht".<ref>Schlichtmann, p. 75.</ref>