Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/L’Arco della Carena: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
n |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 18:
Con un binocolo 20x80 è possibile godere di una visione d’insieme molto appagante: possono essere distinti alcune decine di ammassi più o meno densi o estesi, tutti racchiusi in un’area di cielo di appena 6 o 7 gradi, mentre sullo sfondo la Via Lattea si scinde parzialmente in stelle.
Strumenti da 150-
Il flusso di stelle e ammassi prosegue verso est, fra il Centauro e la Croce del Sud; qua i campi stellari visibili a occhio nudo si fanno più ricchi di stelle di magnitudine 4 e 5, ma allo stesso tempo meno densi se osservati al telescopio: la presenza di ammassi stellari si riduce infatti notevolmente e quelli visibili si mostrano dispersi su un’area di cielo più ampia, mentre la Nebulosa Sacco di Carbone oscura la Via Lattea ancora più a est.
Riga 34:
==La Nebulosa della Carena e i dintorni==
[[File:Carina Nebula by Harel Boren (151851961, modified).jpg|300px|thumb|left|La Nebulosa della Carena è visibile anche
[[File:Keyhole in the Carina Nebula (eso0905a crop).jpg|300px|thumb|left|Dettaglio della nebulosa attorno alla stella Eta Carinae, che mostra la regione scura soprannominata “Buco della Serratura”.]]
[[File:Regioni celesti scelte - CarinaNebula.png|300px|thumb|left|Carta di dettaglio della Nebulosa della Carena.]]
Riga 53:
[[File:IC2602large.png|300px|thumb|left|Le Pleiadi del Sud (IC 2602) è uno degli ammassi aperti più brillanti del cielo ed è già risolvibile a occhio nudo.]]
[[File:NGC 3114 DSS.jpg|300px|thumb|left|Il brillante ammasso aperto NGC 3114 è visibile anche a occhio nudo.]]
La '''Nebulosa della Carena''' ('''NGC 3372''') è la nebulosa diffusa più brillante dell'intera volta celeste, più luminosa pure della ben più famosa Nebulosa di Orione e visibile molto chiaramente anche
La Nebulosa della Carena fa parte del Braccio del Sagittario, il braccio di spirale immediatamente più interno rispetto al nostro; dopo essere passato, dalla nostra prospettiva, davanti al centro galattico, oscurandolo, questo braccio prosegue in direzione del Centauro e della Carena, dove poi gira per passare dall'altra parte della Galassia rispetto a noi. Uno studio del 2008 tuttavia afferma che questo braccio sarebbe solo una grande condensazione di gas e polveri da cui sono nate diverse stelle giovani. Il contesto galattico in cui la nebulosa si trova è pervaso da un gran numero di ammassi aperti e associazioni, molti dei quali si sono formati nella stessa nebulosa. Le sue dimensioni, sia apparenti
Molte di queste stelle giovani sono riunite in ammassi aperti: nelle sue regioni centrali ve ne sarebbero almeno otto, di cui quattro appaiono vicini alle regioni centrali. Fra questi sistemi di stelle massicce vi sono Tr 14, Tr 15 e Tr 16, Cr 228 e Cr 232, più Bochum 10 e Bochum 11; tutti insieme, contengono almeno 64 stelle di classe spettrale O e due stelle di Wolf-Rayet, ossia ciò che resta di un violento fenomeno di formazione stellare avvenuto circa 3 milioni di anni fa. Fra le stelle presenti in quest'area vi sono alcuni esempi di rari astri di classe spettrale O3 di sequenza principale. La regione della nebulosa più studiata è quella centrale, incentrata su un'area di cielo di 0,5 gradi quadrati di cielo contenente le due associazioni Tr 14 e Tr 16, la Nebulosa Buco della Serratura e l'intensa linea scura a forma di "V" che taglia in due parti il complesso nebuloso, linea formata da polveri non illuminate. Studi ottenuti nel lontano infrarosso suggeriscono che la Nebulosa della Carena sia una regione H II molto evoluta, con perdita di polveri e gas neutro dal suo nucleo; inoltre, nella nebulosa non sono presenti gli addensamenti compatti e ad alta densità di stelle circondate da nubi che si osservano in altre regioni H II massicce. Solo alcune aree della nebulosa sono soggette
Fra gli altri oggetti caratteristici situati all’interno della nube vi è la '''Nebulosa Omuncolo''', una struttura formata dalle varie espulsioni di materia della stella η Carinae; si pensa che la struttura maggiore oggi osservabile si sia originata a seguito dell'ultima grande esplosione della stella, avvenuta nel 1841, quando raggiunse e superò la luminosità di Canopo diventando la seconda stella più brillante del cielo. L'esplosione ha prodotto due lobi polari
Molte delle deboli stelle visibili nell’area di cielo dominata dalla Nebulosa della Carena fanno parte dell’associazione '''Carina OB1'''. Questa è composta dall'insieme delle stelle giovani e di grande massa che si sono originate in questa grande regione di gas ionizzato, le quali sono distribuite su più ammassi aperti, fra cui spiccano, nelle regioni più interne della nebulosa, i già citati Tr 14 e Tr 16, più alcune aggregazioni apparentemente separate, come Cr 232 e, probabilmente, altri ammassi più distanti come NGC 3324 e Tr 15, che avendo un'età paragonabile agli altri, si sono probabilmente originati durante lo stesso ciclo di formazione stellare.
'''Tr 16''', noto anche come '''Cr 234''', è l’ammasso più interno dell’associazione e comprende anche la stella η Carinae. Si trova vicino al centro della caratteristica banda oscura a V della nebulosa ed è individuabile anche con un binocolo 10x50 come un gruppo di stelle di magnitudine dalla 7 alla 9, dominato dalla stella η Carinae, che appare di magnitudine 4 o 5 a seconda del suo ciclo di variabilità; telescopi da 80mm risolvono l’ammasso in una trentina di componenti fino alla magnitudine 12, in gran parte situate lungo una sequenza orientata in senso nord-sud visibile sul lato orientale. Lo sfondo si presenta nebuloso per via dei gas ionizzati, mentre a sudest si trova la banda oscura che taglia la nebulosa. I membri più luminosi dell’ammasso sono η Carinae e WR 25, entrambi con luminosità diverse milioni di volte quella del Sole, cui si aggiungono altre tre stelle estreme con classi spettrali O3; sia η Carinae
La sequenza di stelle delineata da Tr 16 prosegue a sud della banda a V della nebulosa, presentandosi a sua volta come un ricco ammasso denominato '''Cr 228'''. Con un binocolo 10x50 sono visibili una ventina di stelle disposte in vaghe concatenazioni orientate in senso nord-sud, che lo rendono l’ammasso più ricco della nebulosa attraverso un binocolo; strumenti da 80mm rivelano fino a una quarantina di stelle fino alla magnitudine 12, che diventano di più con grandi diametri. Si ritiene che gli ammassi Tr 16 e Cr 228 appaiano separati solo a causa dell’oscuramento dato dalla banda oscura, ma che sarebbero in realtà due parti del medesimo ammasso.
Riga 83:
Circa 25’ a nordovest di questo complessi si trova il ricco ammasso '''NGC 3293'''; già un binocolo 10x50 rivela con chiarezza le stelle principali, che appaiono molto concentrate. Con un telescopio da 80-100mm di diametro l'oggetto appare completamente risolto in decine di stelle, ma è solo nelle foto a lunga posa che risulta visibile la tenue nebulosa presente a nord dell'ammasso. Quest'ammasso è formato da una novantina di stelle dalla magnitudine molto simile fra loro e particolarmente compatte; le più brillanti sono di ottava e nona grandezza, mentre diverse decine sono di decima e undicesima magnitudine. La sua distanza è stimata sui 7600 anni luce dal Sole, all'interno del Braccio del Sagittario e in posizione dunque non lontana dal grande complesso di nubi formanti la Nebulosa della Carena; infatti parte delle nubi di questo complesso lambiscono l'ammasso, che le illumina e le eccita diventando così nebulose a emissione. Inoltre l'ammasso stesso sarebbe legato fisicamente agli altri oggetti visibili nell'area, tutti correlati con la grande associazione OB Carina OB1. Ulteriore indizio della sua appartenenza al complesso nebuloso è la sua età, stimata sui 10 milioni di anni appena; NGC 3293 contiene infatti un gran numero di supergiganti blu, più una supergigante rossa. Secondo alcuni studi sembrerebbe che la formazione stellare nella regione della Nebulosa della Carena sia iniziata proprio nel suo settore nordoccidentale, pertanto quest'ammasso potrebbe essere l'esito dei primi fenomeni di formazione che hanno interessato la regione nebulosa; in seguito alla formazione di questo e del vicino ammasso IC 2581, gli episodi di formazione stellare si sarebbero spostati progressivamente verso sudest, fino a raggiungere l'attuale posizione, a sudest della Nebulosa della Carena. Secondo un altro studio datato 2003, la formazione stellare sarebbe comunque ancora attiva nella regione circostante l'ammasso, come testimoniato dalla presenza di alcune stelle di pre-sequenza principale qui scoperte.
Oltre un grado a nordovest si osserva il già citato ma meno conosciuto ammasso '''IC 2581''', che appare poco concentrato e fortemente oscurato dalla stella V399 Carinae, una stella di tipo α Cygni di magnitudine 4,6. Con un binocolo 10x50 si possono
A breve distanza angolare giace il grande sistema nebuloso di '''Gum 29''', noto anche come '''RCW 49'''; sebbene la nebulosa sia osservabile solo con strumenti di grande diametro, i suoi campi stellari sono alla portata di telescopi da 120-150mm. Si tratta di un'importante regione HII di notevole estensione, oggetto di studio in quanto contiene al suo interno alcuni ammassi stellari come NGC 3247 e Cr 220, oltre al il giovane e brillantissimo ammasso aperto Westerlund 2, composto da alcune stelle particolarmente calde e luminose, come la stella blu MSP 183, e contenente due brillanti stelle di Wolf-Rayet, WR 20a e WR 20b. Questa grande regione nebulosa si trova sul bordo esterno del Braccio del Sagittario a una distanza di almeno 13.700-15.300 anni luce, sebbene alcune stime la indichino come ancora più distante. Tramite le osservazioni condotte ai raggi X, all'interno di Gum 29 sono state individuate 468 sorgenti, 379 delle quali mostrano delle controparti a più lunghezze d'onda, come nel vicino e medio infrarosso e in alcuni casi anche nella luce visibile; alla grande popolazione di stelle massicce di classe spettrale O e B, aggregate nel ricco e compatto ammasso Westerlund 2, si aggiungono numerose stelle giovani di piccola e media massa, che comprendono una grande popolazione di stelle T Tauri con massa fino a 2,7 masse solari e altri oggetti associati a episodi di formazione stellare ancora in atto. Nell’ammasso Westerlund 2, WR20a è il sistema binario più massivo conosciuto finora, motivo per cui la massa delle componenti è stata oggetto di studio; ciascuna delle due componenti ha una massa equivalente a 82-83 volte quella del Sole. Il sistema si trova, stranamente, all'esterno del centro dell'ammasso; si ipotizza che ne sia stato espulso dalle interazioni dinamiche dopo la sua formazione. Il periodo di rivoluzione del sistema è di 3,6 giorni; la loro orbita è molto stretta, ma le due componenti sono ben staccate. Si prevede che in un milione di anni le loro dimensioni cresceranno a tal punto che i loro corpi entreranno fisicamente in contatto. Si è inoltre scoperto che le due stelle possiedono una gran quantità di azoto, circa 6 volte l'abbondanza di azoto riscontrata nel Sole; questo elemento potrebbe essersi formato negli strati più profondi della stella. WR20b sembrerebbe invece una stella singola, leggermente più debole della componente meno luminosa di WR20a.
Riga 94:
==Dalla Carena al Centauro==
La Via Lattea
La quasi totalità di questi ammassi si trovano sul Braccio del Sagittario e dunque sono posti a distanza di diverse migliaia di anni luce; tuttavia, ve n’è uno molto ricco posto in primo piano ed è il famoso '''NGC 3532''' (avente anche sigla '''C91'''), noto anche come '''Pozzo dei Desideri''' per via del brulicare di centinaia di stelline che lo fanno somigliare a un pozzo pieno di monete. Si tratta di un ammasso estremamente denso, visibile
Molti degli ammassi e dei gruppi stellari visibili in questa regione appartengono invece a '''Carina OB2''', una grande e popolosa associazione che si estende sul lato orientale della Nebulosa della Carena, in direzione dei grandi archi nebulosi di RCW 54, a sud del brillante ammasso aperto NGC 3532. A questa grande associazione potrebbero appartenere fino a oltre 470 stelle di classe O, B e A, centrate attorno all'ammasso NGC 3572; secondo alcuni studi, anche i vicini ammassi NGC 3590, Hogg 11 e Tr 18, situati sul bordo meridionale della regione alla stessa distanza dal precedente, sarebbero fisicamente legati a quest’associazione, mentre probabilmente il vicino Cr 240 costituirebbe un’associazione OB a parte. La distanza media di Carina OB2 è stata indicata in molti studi come pari a 10.100 anni luce, anche se gli studi più recenti tendono a ridurla portandola a 9500 anni luce. Oltre una ventina delle componenti più massicce mostrano segni di una possibile variabilità. Le componenti di grande massa realmente accertate sono 91, cui se ne aggiungono 66 la cui probabilità di appartenenza è molto elevata; fra queste vi sono due supergiganti blu di classe B, HD 96248 e HD 96261, tre stelle di classe O e 15 delle prime sottoclassi della classe B, quasi tutte giganti o subgiganti. L’associazione è circondata da un'enorme cavità del mezzo interstellare, ben evidente nella banda dell’idrogeno neutro (HI); probabilmente la sua origine è da ricercarsi nell’azione combinata del vento stellare delle componenti più massicce dell'associazione, che ha ripulito il mezzo interstellare circostante da ogni traccia di gas, accumulandolo sul bordo della bolla, che risulta in espansione.
Riga 104:
Un altro ammasso di difficile osservazione, ma qui descritto perché sovente riportato nelle carte, è '''NGC 3496'''; le sue componenti più luminose sono soltanto di magnitudine 12 e 13, così con un telescopio da 200mm appare come un leggero alone appena più luminoso rispetto al chiarore diffuso della Via Lattea, su cui brillano una decina di deboli stelle. È un oggetto molto difficile da staccare dai ricchi campi stellari circostanti, ma piuttosto compatto; analisi fotometriche hanno rivelato che nella sua direzione si osservano due popolazioni stellari distinte: una formata da un piccolo gruppo di stelle di classe A e B8-B9, con un’età non superiore ai 400 milioni di anni, e un gruppo più cospicuo di stelle fra le quali spiccano delle giganti rosse, la cui età è stimata sui 600-900 milioni di anni. La distanza media è indicata sui 3200 anni luce.
'''Cr 236''' è un altro blando addensamento, visibile poco meno di un grado a SSW del precedente; può essere notato come un leggero addensamento di stelle di magnitudine 12 e 13, dominate da 5 stelle di magnitudine 9, per cui un telescopio di grande diametro (da 200mm a salire) unito a bassi ingrandimenti è indispensabile per poterlo notare. Si tratta di un ammasso che, nonostante la sua età di soli 32 milioni di anni luce, si trova in fase di dissoluzione, con le sue componenti che iniziano a disperdersi nei campi stellari circostanti; la sua distanza è stimata sui 6100 anni luce ed è dunque situato nei pressi della Nebulosa della Carena. Nella sua direzione si osserva la variabile cefeide WZ Carinae, la quale però non farebbe parte dell’ammasso, trovandosi ad almeno 14
'''NGC 3572''' è più facile, sebbene non appaia particolarmente ricco. Con strumenti da 80mm è visibile come un piccolo addensamento di stelle azzurre di magnitudine 9 e 10, appena 16’ a WNW della stella V533 Carinae, di tipo α Cygni e magnitudine 4,5; anche con piccoli telescopi l’ammasso appare ben risolto in una quindicina di stelle. Trovandosi alla distanza di 9000 anni luce circa, ricade nella medesima regione dell’associazione Carina OB2, di cui potrebbe fare parte assieme agli ammassi circostanti; le sue stelle più brillanti sono infatti di classe O e B e ionizzano i gas di un vicino sistema nebuloso visibile poco a nord nelle fotografia ad alta sensibilità. Questa nebulosa presenta strutture a “proboscide” tipiche delle regioni di formazione stellare con stelle di grande massa; un bozzolo di gas isolato forma una piccola struttura ad anello visibile nei pressi di una stelle di classe O9/B0: la sua natura è dibattuta e potrebbe trattarsi di un residuo di un globulo molecolare in evaporazione, ossia la naturale evoluzione dei famosi globuli di Bok. In passato era stato anche ipotizzato che si potesse trattare di una nebulosa planetaria, ma la sua distanza compatibile con l’ammasso esclude quest’ipotesi, dato che NGC 3572 ha un’età stimata di circa 10 milioni di anni.
Riga 126:
La terza nube è molto più a sud delle precedenti ed è nota come '''Gum 41''' (o '''RCW 61'''); si trova a sudovest del grande complesso nebuloso di IC 2944 e riceverebbe la radiazione ionizzante della gigante blu HD 100099, di magnitudine 8,1 e classe spettrale O9. La nebulosa presenta una forma sferica con un diametro di 20 minuti d’arco e questa stella si può osservare esattamente al suo centro. La sua distanza sarebbe sugli 8200 anni luce e non è chiaro se si trovi fisicamente associata al sistema di IC 2944; alcuni studiosi lo ritengono probabile.
Si arriva infine alla grande nebulosa '''IC 2944''', talvolta soprannominata '''''Nebulosa di Lambda Centauri''''' perché visibile in direzione di un gruppo di stelle apparentemente dominato dalla stella λ Centauri, dove nelle foto a lunga posa si evidenzia la grande nebulosa di fondo; in realtà questa nebulosa si trova molto più distante da λ Centauri e non è quindi fisicamente legata
'''Crux OB1''' è l'associazione OB connessa alla nebulosa IC 2944; poiché ricade in realtà nella cotellazione del Centauro, la sua denominazione risulta piuttosto insolita, tanto che in alcuni studi viene indicata col nome '''Centaurus OB2'''. Quest'associazione conta una trentina di componenti stellari di grande massa, fra le quali spiccano quindici stelle di classe O, in prevalenza sulla sequenza principale, cui se ne aggiungono una decina di classe B, in prevalenza giganti e supergiganti. Crucis OB1 contiene anche stelle massicce di classi diverse, come una supergigante gialla (classe G0Ia), una bianca (classe A2Ia) e alcune supergiganti rosse di classe M. La distanza media dell'associazione è di circa 8150 anni luce, compatibile con quella della nebulosa IC 2944. La stella più massiccia di Crucis OB1 è HD 101205, una stella talmente luminosa che la sua magnitudine apparente dalla Terra raggiunge il valore di 6,5, ossia di poco inferiore al limite della visibilità
Un grado e mezzo a nord di λ Centauri si trova infine l’ammasso aperto '''NGC 3766''', noto anche con la sigla del Catalogo Caldwell '''C97''', immerso in un campo molto ricco di stelle di fondo; può essere individuato anche
==Verso la Croce del Sud==
Riga 152:
L’ammasso più notevole e famoso della Croce del Sud è senz’altro '''NGC 4755''', conosciuto anche come Scrigno di Gioie o Ammasso di Kappa Crucis, oppure con la sigla '''C94'''; fu scoperto da Nicolas Louis de Lacaille nel 1751 ed è l'oggetto non stellare più luminoso della costellazione. Con l'aiuto di un binocolo 8x40 o 10x50 già si nota la sua caratteristica più evidente, e cioè il forte contrasto tra il colore rosso di una delle sue stelle principali (che per altro sarebbe estranea all'ammasso e vi apparirebbe sovrapposta solo per un effetto ottico), e quello dominante dell'ammasso, che è invece composto da stelle bianche e azzurre; proprio questo contrasto di colori, che fa pensare a un insieme di gioielli multicolori, è all'origine del nome proprio di NGC 4755, Scrigno di Gioie. Un piccolo telescopio rifrattore è già sufficiente per risolverlo completamente in stelle. L'ammasso contiene circa 280 stelle concentrate entro un diametro di appena 10', che alla distanza comunemente accettata di 6440 anni luce dal Sole equivalgono a circa 14 anni luce; la sua distanza è rivelatrice della sua posizione in un braccio di spirale galattico diverso dal nostro, ossia quello del Sagittario, più interno. La sua età è stimata sui 10 milioni di anni, ossia coetaneo di altri ammassi ben conosciuti, come l'Ammasso Doppio di Perseo e NGC 2362, l'ammasso di τ Canis Majoris; inoltre appare oscurato dalle polveri oscure interstellari, pure in maniera irregolare: la media dell'assorbimento della luce dell'ammasso sulla nostra linea di vista è di 0,4 magnitudini, ossia il 30% della sua luce viene oscurata. Al suo interno sono note nove variabili Beta Cephei.
Un altro ammasso aperto facilmente rintracciabile è '''NGC 4609''' ('''C98'''), visibile
Un grado e mezzo a SSE della brillante stella Acrux si osserva infine il piccolo ammasso '''NGC 4463''', che ricade entro i confini della Mosca e nei pressi del bordo sudoccidentale della Nebulosa Sacco di Carbone. Appare anche fortemente oscurato dalla presenza di due stelle supergiganti di magnitudine 8 proprio in direzione del suo centro, che farebbero parte dell’ammasso anche fisicamente; le altre componenti sono di magnitudine meno luminosa della 10 e per essere notate occorrono strumenti di 100-120mm di diametro. Va tuttavia notato che l’ammasso presenta una concentrazione piuttosto debole. Si tratta di un oggetto relativamente poco studiato, con stime dell’età che variano da 32 a 93 milioni di anni; anche la sua distanza non è stata definita con precisione, ma si ritiene compresa fra 3400 e 4000 anni luce, a seconda degli studi: in entrambi i casi giacerebbe comunque nel Braccio del Sagittario. Ciò che è stato oggetto di studi più approfonditi è invece la piccola e giovane nebulosa planetaria He2-86, che si ritiene faccia fisicamente parte dell’ammasso stesso.
Riga 160:
Il margine meridionale della Via Lattea in direzione della Carena è popolato di ammassi aperti anche piuttosto brillanti e famosi, alcuni dei quali visibili con chiarezza persino a occhio nudo.
Tra questi il più importante è quello noto come '''Pleiadi del Sud''', che porta anche la sigla '''IC 2602''' (o '''C102'''); il nome proprio è dovuto al suo aspetto e alla sua grande luminosità, che lo rende simile al ben noto ammasso boreale delle Pleiadi. È infatti uno degli ammassi aperti più brillanti della volta celeste; nell'emisfero celeste australe è l'ammasso più luminoso ed è visibile perfettamente
Poco a sud del brillante ammasso delle Pleiadi del Sud si individua l’ammasso '''Mel 101''', nei pressi di una stella azzurra di quinta magnitudine, che contribuisce a oscurarlo. Si può osservare con un binocolo come un 15x70 o, meglio, con un telescopio di 80-100mm; le sue stelle principali sono di magnitudine 10 e 11 e la stella che lo domina è una nana arancione, che però non fa parte dell'ammasso, trovandosi in primo piano. La distanza dell'ammasso è stimata sui 7500 anni luce, pertanto ben più lontano del precedente e situato sul Braccio del Sagittario; per altro appare anche oscurato dalla polvere interstellare, così come l’intero tratto di Via Lattea a sud della Nebulosa della Carena. Le sue stelle sono tutte di colore bianco-azzurro e appaiono fortemente oscurate da una banda di nebulose oscure che si frappone fra noi e l'ammasso stesso. La sua età è invece stimata sui 160 milioni di anni ed è pertanto di età intermedia; sono infatti assenti stelle di grande massa. La sua posizione ricade a circa 750 anni luce di distanza dal piano galattico, un altro fenomeno tipico di ammassi aperti di età moderatamente avanzata.
Ai margini dell’Arco della Carena si trova l’ammasso '''NGC 3114''', anch’esso piuttosto brillante. È individuabile due gradi a nordovest della stella q Carinae, di terza magnitudine, e appare visibile
A brevissima distanza angolare dalle stelle dell’ammasso verso est si trova il piccolo ammasso '''Tr 12'''; può essere individuato come un piccolo gruppetto di stelle di magnitudine 11 e 12 con telescopi da 200mm e forti ingrandimenti, prestando una certa attenzione a non confonderlo come un gruppo facente parte di NGC 3114. Appare dominato da una stella rossa di magnitudine 8,7 sul suo margine occidentale. Si tratta di un oggetto ben poco studiato, di cui mancano dati sia sulla sua età
Altri ammassi visibili nei dintorni, come '''Tr 11''' e, più a nord, '''vdB-Ha 90''', sono decisamente meno appariscenti e ben oltre la portata dei più comuni strumenti, soprattutto considerando che si tratta di oggetti anche molto dispersi.
|