La prosa ultima di Thomas Bernhard/Valori personali: differenze tra le versioni

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{{q|Amiamo i nostri genitori, com'è naturale, e i nostri fratelli, com'è altrettanto naturale [...] e non ci accorgiamo che a partire da un certo momento li odiamo, contro la nostra volontà ma con la stessa naturalezza con cui prima li abbiamo amati.|''Ibid.'', p. 13, rr. 4-12.|Wir lieben naturgemäß unsere Eltern und genau so naturgemäß unsere Geschwister [...] und bemerken nicht, daß wir sie von einem bestimmten Augenblick an hassen, gegen unseren Willen, aber auf dieselbe natürliche Weise, wie wir sie vorher geliebt haben.|lingua=de}}
Da una meditazione in prima persona singolare sul ritorno a Wolfsegg, Murau passa qui al plurale in prima persona per affermare un fatto generalmente valido sull'innegabilità del legame familiare. L'amore è senza restrizioni, del tutto naturale; l'odio è la conseguenza naturale o logica dell'esperienza. Significativamente, l'odio è "gegen unseren Willen". Il narratore ripete l'avverbio "naturgemäß" per affermare l'amore iniziale per la famiglia, ma sceglie una diversa frase avverbiale ("auf dieselbe natürliche Weise") per descrivere l'odio che cresce. Questo cambio di espressione indica una differenza tra la fonte delle due emozioni: l'odio emerge naturalmente dagli anni di abbandono e indifferenza; l'amore, tuttavia, è predefinito, il punto di partenza originale, parte della natura umana. Col tempo diventano ugualmente forti, ma l'odio non annulla l'amore; esiste in aggiunta ad esso.
 
Nel collegare "naturgemäß" all'amore familiare, Bernhard sviluppa un tema di libri precedenti. Konrad, Roithamer e persino Rudolf sono troppo vicini alle loro famiglie per analizzare o sezionare le loro relazioni con calma: Konrad uccide sua moglie; Roithamer si uccide e Rudolf fugge da Peiskam. Murau, invece, affronta il suo passato in modo più calmo. C'è una cospicua mancanza di violenza nel libro (a parte il fatale incidente d'auto che si verifica prima dell'inizio della storia) e, inoltre, Murau non trova conforto in una situazione temporanea: non è un turista, a differenza di Rudolf a Palma; vive permanentemente a Roma. Il suo ritorno a Wolfsegg e le sue riflessioni sulla sua infanzia, lungi dal segnare una regressione, aiutano a raggiungere una continuità nella sua mente tra passato e presente. Questa continuità, a sua volta, facilita lo sviluppo di sé (Murau pone costantemente domande su se stesso e sul comportamento della propria famiglia) che, nel testo, è fonte di molto ottimismo e speranza. Questo protagonista bernhardiano non sta cercando di tirarsi fuori da un pantano emotivo con l'aiuto di un progetto intellettuale; Murau è, infatti, già felice a Roma all'inizio del libro. La parola "naturgemäß", dove viene utilizzata per rivelare la sua relazione con la famiglia, fa parte di un processo di elaborazione del passato, come nelle autobiografie, ma a uno stadio più avanzato di accettazione di sé e felicità.
 
Mentre, a volte, l'odio si mescola ad esso, l'amore è una presenza coerente in cui "naturgemäß" converge con discussioni sulla famiglia e integra la rappresentazione bernhardiana degli amici di Murau e il suo senso dei valori personali. Nonostante l'insistenza di Murau di non essere in subbuglio a causa delle morti improvvise, egli rivela sempre più il suo attaccamento alla famiglia. Degli incidenti mortali, dice: "Wir haben ein solches Unglück ''naturgemäß'' auszuhalten, zu ertragen mit alien Fürchterlichkeiten".<ref>''Ibid.'', p. 107, rr. 11-12 [corsivo nell'originale].</ref> Il semplice fatto che è nella "natura" delle cose che la morte sia un fatto ineluttabile della vita potrebbe qui essere un'allusione privata di Bernhard al costante declino fisico e alla morte di Hedwig Stavianicek, ma per Murau indica il suo dolore nel perdere la maggior parte della sua famiglia in un sol colpo. Mettendo "naturgemäß" in corsivo, il narratore attira l'attenzione sulla parola e sulle sue connotazioni emotive di naturale affinità.