La prosa ultima di Thomas Bernhard/Introduzione 3: differenze tra le versioni

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''Der Untergeher'' parla apparentemente dell'amicizia tra tre ex studenti di musica: il pianista virtuoso, Glenn Gould, Wertheimer e il narratore. Tuttavia, l'impulso che guida le osservazioni del narratore indica i soggetti preferiti di Bernhard in termini di sopravvivenza personale, rappresentazione artistica e perfezionismo. Continuando il tema della sopravvivenza di ''Beton'', il narratore in prima persona sopravvive a entrambi i suoi amici. Alla fine Gould viene distrutto dagli alti standard che si pone; la sua perfetta padronanza del piano non può compensare la sua solitudine.<ref>Bernhard, ''Der Untergeher'', p. 35.</ref> Anche Wertheimer è ridotto al suicidio dal suo perfezionismo ossessivo e incontrollabile che aggrava la sua delusione per la vita, quando sua sorella si sposa e si trasferisce in Svizzera. Il titolo si riferisce a Wertheimer che, a differenza del narratore accomodante (che è socievole e scrive articoli sulla musica), è predestinato al fallimento in un mondo imperfetto. <ref>''Ibid.'', p. 126.</ref> Wertheimer ricorda in modo sorprendente le precedenti figure estreme di Bernhard (vedi Roithamer e Konrad) e, come a sottolineare lo sviluppo della prosa di Bernhard, c'è persino un commento narrativo negativo sui suoi alti standard ("Daß er immer alles gefordert, aber nichts gegeben hat"). <ref>''Ibid.'', p. 144.</ref> Anche il suo suicidio viene deriso dal narratore come il prodotto di un pazzo. <ref>''Ibid.'', p. 178.</ref> Almeno i talenti artistici di Gould lo rendono felice (''"Glenn ist ein glücklicher Mensch"''), ma tali talenti sono una vocazione non una scelta e quindi un'opzione preclusa a Wertheimer e al narratore, che sono semplici mortali. <ref>''Ibid.'', p. 145 [corsivo nell'originale].</ref> A differenza di Wertheimer, il narratore può rinunciare ai suoi sogni precedenti di diventare un virtuoso musicale nella consapevolezza che non raggiungerà mai le altezze di Gould. <ref>''Ibid.'', pp. 158-9.</ref> In confronto con i suoi amici, egli conduce un'esistenza equilibrata. Questo narratore comprova il cambiamento nei narratori di Bernhard dopo Rudolf.
 
In ''Holzfällen'', Bernhard si vendica di [[:de:w:Gerhard Lampersberg|Gerhard Lampersberg]] dopo la dissoluzione acrimonica della loro amicizia più di vent'anni prima. Il narratore, osservando in silenzio dalla sua poltrona durante un'elegante cena viennese, seziona minuziosamente le vite vuote delle persone riunite che chiaccherano senza sosta. La narrazione trasmette l'impressione schiacciante che Bernhard si preoccupi principalmente di demolire passati conoscenti, come la scrittrice [[:de:w:Jeannie Ebner|Jeannie Ebner]] (interpretata nel libro dalla mediocre scrittrice Jeannie Billroth) e, naturalmente, i Lampersberg che, sotto forma di padroni di casa e organizzatori del ''[[w:festa (raduno)|party]]'', tra l'altro chiama "Parasiten". <ref>Bernhard, ''Holzfällen'', p. 154. Si vedano i commenti di Jeannie Ebner e Gerhard Lampersberg in: Fialik, ''Der Charismatiker'', pp. 17-70.</ref> L'autoriflessione si verifica meno frequentemente in questa satira polemica che in ''Der Untergeher'', ma verso la fine di ''Holzfällen'', il narratore insiste sulla propria onestà e si dichiara altrettanto imperfetto e corrotto delle persone superficiali che ha criticato incessantemente per trecento pagine. <ref>''Ibid.'', p. 316.</ref> Come i narratori della pentalogia e Rudolf, il narratore di ''Holzfällen'' si rende conto alla fine del suo racconto che per quanto possa odiare le persone che ha appena descritto, sono comunque "die besten Menschen" e che le "ama". <ref>''Ibid.'', p. 321.</ref> Un insistente senso di speranza scalza ancora una volta fondamentalmente il potenziale pessimismo violento delle sue osservazioni.
 
In ''Beton'', la elementare, brillante imperfezione della ''performance'' di Mendelssohn scuote Rudolf dalla sua misantropia letargica e gli offre una speranza inaspettata nella forma del racconto di Anna — una vera situazione umana dalla quale può imparare su se stesso in contrapposizione al suo arido, inutile lavoro accademico. Reger, in ''Alte Meister'', è per sua natura più legato alle persone, in particolare a sua moglie. Il narratore bernhardiano allude ripetutamente all'interesse di Reger per tutte le cose umane: Reger afferma apertamente che non può vivere senza le persone; <ref>Bernhard, ''Alte Meister'', p. 291.</ref> afferma quasi con orgoglio che nessuna opera d'arte può sostituire un essere umano vivente e respirante. <ref>''Ibid.'', p. 285.</ref> Per lui, il perfezionismo o gli standard assoluti non hanno posto nelle relazioni personali, e dove Rudolf poteva solo riconoscere con riluttanza il valore del calore umano, Reger lo abbraccia attivamente: "auch einem Menschen hängen wir ja nur deshalb ganz besonders an, weil er hilflos ist [...] und nicht vollkommen." <ref>''Ibid.'', pp. 43-4.</ref> L'imperfezione umana non è più oggetto di lamenti come nella prosa degli anni ’60 e dei primi anni ’70. In effetti, Reger, lo storico dell'arte, fa carriera osservando e dissezionando "Hilflosigkeit", "Unfähigkeit" e "Scheitern" che caratterizzano lo sforzo umano nelle arti visive. <ref>''Ibid.'', p. 71.</ref> Non è un caso che Reger abbia successo e sia ben equilibrato nella carriera prescelta, mentre Rudolf è contrastato e incapace di completare (o iniziare) il suo progetto. Le ripetute valutazioni da parte di Rudolf delle carenze della natura umana sono in netta contrapposizione all'analisi di Reger riguardo alle specifiche qualità umane ineffabili e, sebbene imperfette, positive. Ciò non significa che Reger sia meno critico di Rudolf rispetto alle debolezze umane, come l'ipocrisia, la freddezza e la pretenziosità; egli riconosce solo più prontamente e con calma la necessità di interagire con loro: "Ich hasse die Menschen, aber sie sind gleichzeitig mein einziger Lebenszweck". <ref>''Ibid.'', p. 102.</ref> ''Alte Meister'' contiene una buona dose di polemica triviale, come ''Holzfällen'', ma finisce indiscutibilmente come espressione commovente di perdita personale e solitudine. Ciò conferma pertanto la crescente importanza dei valori umani nella prosa bernhardiana degli anni ’80.
 
Nessuna di queste tre opere contiene l'ampiezza della materia e la sottigliezza letteraria di ''Auslöschung''. In ''Der Untergeher'', il narratore esplora il lato positivo della sopravvivenza confrontandosi con due amici che periscono. ''Holzfällen'', nonostante tutti i suoi sottili commenti sulla natura umana, è prevalentemente una polemica svergognata. I riferimenti a Stifter, Heidegger e Bruckner in ''Alte Meister'' evocano la cultura rurale austriaca (e della Germania meridionale) che è esposta come contesto del fascismo in ''Auslöschung''. Solo in questo lavoro successivo Bernhard riunisce gli aspetti personali e sociali della sua narrativa in prosa degli anni ’80 in un'unica opera.
 
Sebbene non sia stato pubblicato fino al 1986, ''Auslöschung'' fu il risultato di cinque anni di duro e meticoloso lavoro iniziato quando il progetto autobiografico stava per concludersi. <ref>Thomas Bernhard, ''Auslöschung: ein Zerfall'' (Frankfurt: Suhrkamp, 1986). Poiché questa è un'opera molto lunga con una gran quantità di parole in ciascuna pagina, si includono i numeri delle righe col riferimento delle pagine quando si cita direttamente dal testo. Per una copia dell'ultima pagina del manoscritto (dattiloscritto) originale, con le date "1981-1986", si veda: Hans Höller e Matthias Part, "''Auslöschung'' als Antiautobiografie: Perspektiven der Forschung", in ''Antiautobiografie: Thomas Bernhards Auslöschung'', cur. Hans Höller e Irene Heidelberger-Leonard (Frankfurt: Suhrkamp, 1995), pp. 97-115 (p. 106). Questa copia pubblicata è un raro esempio che mostra le correzioni fatte a mano da Bernhard.</ref> È stato collegato direttamente con la pentalogia: Manfred Mittermayer, nella sua monografia su Bernhard del 1995, si riferisce alla scrittura di ''Auslöschung'' come "eine literarische Parallelaktion zum Abschluß der fünf autobiographischen Schriften".<ref>Mittermayer, ''Thomas Bernhard'', p. 110.</ref> Dato che ''Beton'' adattava ed esplorava, all'interno di un quadro immaginario, molte delle preoccupazioni dello scrittore che ricorda e ricostruisce nella pentalogia autobiografica, ''Auslöschung'' può essere legittimamente considerato, più di qualsiasi narrativa in prosa degli anni ’80, come suo naturale successore. Ulrich Weinzierl adduce Schmidt-Dengler e (una conversazione telefonica con) Peter Fabjan per confermare che Bernhard stava lavorando ad ''Auslöschung'' nei primi anni ’80. <ref>Ulrich Weinzierl, "Bernhard als Erzieher: Thomas Bernhards ''Auslöschung''", ''The German Quarterly'', 63 (1990), 455-61 (p. 459).</ref> Mittermayer attira opportunamente l'attenzione sulle rispettive genesi di entrambe queste opere come "zeitlich benachbart". <ref>Mittermayer, ''Thomas Bernhard'', p. 112.</ref> Le somiglianze si estendono oltre questi paralleli esterni ai temi e alle preoccupazioni centrali delle due opere. La narrazione in ''Beton'' prende vita e raggiunge una risonanza poetica quando Rudolf rivaluta la propria vita ricordando e analizzando la storia di Anna, in particolare la morte misteriosa di suo marito e poi quella di Anna stessa. Il resoconto di Rudolf si chiude quasi immediatamente dopo aver scoperto il presunto suicidio di Anna. La morte contribuisce in modo decisivo al finale aperto di ''Beton''. Il lettore è lasciato a meditare sulla possibile interpretazione e significato del successivo sonno insolitamente lungo e ininterrotto di Rudolf. Come per riprendere questo tema e continuare da dove ''Beton'' aveva interrotto, ''Auslöschung'' ha come punto di partenza la morte nella pagina iniziale del libro ed è il catalizzatore fondamentale dell'intera riflessione narrativa di Murau.
 
== Sinossi narrativa ==