La prosa ultima di Thomas Bernhard/Presentazione del narratore: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo e avanzam.
mNessun oggetto della modifica
 
Riga 5:
Nella pentalogia, le mutevoli prospettive narrative e la complessa, a volte particolarmente densa relazione tra narratore e protagonista rivelavano importanti informazioni, spesso indirettamente, sulla vita precedente dello scrivente e sul successivo atteggiamento dello scrittore reminiscente. In ''Beton'', le due frasi in terza persona che racchiudono la narrazione hanno un effetto quasi cosmetico. La narrazione in prima persona del diario di Rudolf rende questo libro tutt'altro che una narrativa in prima persona. Le lunghe frasi, le angosciose auto-descrizioni, le critiche virulente alla natura umana e alle istituzioni sono ancora tutte presenti come nei lavori precedenti. La dipartita dalle opere precedenti arriva nelle aree di umanità e speranza, non in un qualche cambiamento fondamentale nello stile o nel metodo narrativo. Come afferma Herbert Pütz dal punto di vista linguistico nella sua lettura dettagliata della narrativa in ''Beton'': "[...] ich [kann] mich allerdings nach der Lektüre von etwas mehr Bernhard des Eindrucks nicht erwehren [.. .], daß es womöglich gar keinen spezifischen ''Beton''-Stil gibt, weil in ''Beton'' vorkommende Eigenheiten sich in anderen Texten von Bernhard ähnlich gehäuft wiederfinden." <ref>Herbert Pütz, "Einige textlinguistische Bemerkungen zu ''Beton''", ''Text und Kontext'', 14 (1986), 211-36 (p.213). Questo è un articolo insolito in quanto Pütz non è uno studioso di letteratura bensì un linguista ed esamina l'opera bernhardiana di conseguenza: "Da ich nicht Literaturwissenschaftler bin, werde ich mich bei den folgenden Bemerkungen zu ''Beton'' ans Deskriptive halten und von Interpretationsversuchen so weit wie möglich absehen" (p.211).</ref> Come nelle autobiografie, è il modo in cui il narratore rivela informazioni che dicono molto sulle sue motivazioni e su se stesso.
 
Nell'intervista a MajorcaMaiorca del 1981 con Fleischmann, quando ''Beton'' era senza dubbio una delle sue maggiori preoccupazioni, Bernhard rivelò: "Ich schreibe immer über innere Landschaften, und die sehen die meisten Leut’ nicht, weil sie innen fast nix sehen". <ref>Fleischmann, ''Thomas Bernhard – Eine Begegnung'', pp. 14-15.</ref>
Questo avvertimento, se tale fosse necessario, dovrebbe evitare una lettura letterale del testo: Rudolf non è semplicemente un introverso quasi psicotico con il blocco dello scrittore, in condizioni di pessima salute. Se fosse considerato tale, ''Beton'' diventerebbe un caso clinico di studio e non una narrazione letteraria sottile e stimolante. Il movimento "hin und her" spiegato a Kathrein assume una forma interessante nella presentazione di Rudolf che narra: da un lato, Bernhard ironizza e distanzia Rudolf dal lettore; dall'altro, tuttavia, incoraggia l'identificazione e l'impegno intellettuale ed emotivo con il suo narratore. Laddove la personalità di un narratore onnisciente e del tutto affidabile sarebbe stata poco appariscente, l'effetto di questo distanziamento e coinvolgimento con Rudolf è quello di portare in rilievo ciascuno dei due aspetti importanti della sua personalità: Rudolf è davvero un tipo strambo, distaccato dal contatto sociale e fuori dal mondo, ma è anche una figura umana che osserva e riflette in modo percettivo sul suo ambiente e ha bisogno del calore umano. Come per le autobiografie, l'effetto principale di questi cambiamenti di messa a fuoco è di incoraggiare il lettore a cercare i paesaggi interiori delle narrazioni di Rudolf in cui si trova il fertile territorio del libro, per quanto riguarda le questioni di speranza e umanità. È attraverso la presentazione del narratore che Bernhard in questo testo guida il suo lettore verso tali questioni importanti.