La prosa ultima di Thomas Bernhard/Presentazione del narratore: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
testo
Riga 11:
 
Quando, poco dopo, la narrazione rivela l'atteggiamento insolito di Rudolf verso i ristoranti in cui lui stesso sceglie di cenare, invita il lettore non solo a sorridere a Rudolf ma a chiedersi perché si impegni in un'azione: "Wenn ich essen gehe, fliehe ich, kaum daß ich eingetreten bin und meine Mahlzeit, vor welcher es mich ekelt, gegessen habe, aus dem Gasthaus." <ref>''Ibid.'', p. 27.</ref> Sceglie di scrivere un'opera su Mendelssohn ma evita di utilizzare le sue ampie note; va a mangiare in un ristorante ma fugge il prima possibile. Il lettore può stabilire un collegamento tra queste due azioni apparentemente incomprensibili e collegarle all'infelicità di Rudolf — il fatto che si trovi in situazioni (di sua propria creazione) in cui preferirebbe non trovarsi. Non è solo ciò che dice il narratore o lo scrittore dietro di lui gli fa dire, è come lo dice il narratore e come suona al lettore, che ne determina l'interpretazione. In un testo ricco di "paesaggi interiori", questo processo è particolarmente importante.
 
Immediatamente dopo questa descrizione delle sue esperienze al ristorante, Rudolf parte per una disquisizione apparentemente divagante sui suoi problemi con la comunicazione linguistica, sia con gli altri in generale che con Frau Kienesberger in particolare; il lettore si chiede se questa esposizione sia una serie di descrizioni sciolte e sconnesse o se esista effettivamente un legame tra la sua incapacità di relazionarsi coi clienti nel ristorante e il suo ritiro dalla società. Ciò, a sua volta, porta alla domanda sul perché si sia ritirato dalla società e così via. Una tale narrativa, se seguita assiduamente, richiede una resistenza interpretativa da parte del lettore. Bernhard stabilisce collegamenti sia come connessioni intertestuali secondo quanto evidenziato nella sezione sul perfezionismo e la speranza, sia come connessioni biografiche tra autore e protagonista che forniscono soddisfazione al lettore aiutandolo a mettere insieme e completare linee di interpretazione coerenti e consistenti; richiedono quindi e premiano una lettura attenta e meticolosa.
 
Istanze quasi-autistiche quando Rudolf si esercita nel parlare<ref>''Ibid.'', pp. 27-8.</ref> e ride ad alta voce senza una ragione apparente<ref>''Ibid.'', p. 51.</ref> o si precipita in qualche modo inspiegabilmente nel cortile e allunga le braccia e respira profondamente<ref>''Ibid.'', p. 41.</ref> quando è da solo, fa sì che il lettore metta in discussione la normalità del protagonista, e lo stabiliscono fino a un certo punto come una persona morbosa, un po' ossessiva. Questa prospettiva è intensificata dai numerosi attacchi a Rudolf da parte di sua sorella. Elisabeth è per molti versi l'epitome di una notevole donna d'affari: socievole, di successo e articolata. Le sue critiche a Rudolf sono difficili da confutare: lo rimprovera per il suo morboso interesse per i morti (filosofi, scrittori) a scapito delle persone viventi e con le quali potrebbe avere contatti proficui; lo accusa di aver trasformato la casa in un obitorio, in breve, di esser diventato "eine traurige, komische Figur".<ref>''Ibid.'', p. 26.</ref> La sua normalità — è stata sposata, ha amici e amanti, viaggia, si diverte a leggere ed è ambiziosa — la contraddistingue nel testo come simbolo della società. È in netto contrasto con Rudolf, e questi è felice di permettere questa opposizione, reputandosi lui come persona immaginativo e lei come persona realistica ("phantastisch" e "realistisch").<ref>''Ibid.'', p. 52.</ref> L'effetto è che Rudolf viene presentato come alienato alla vita, insalubre in ben più del senso fisico, mentre Elisabeth viene sempre più a rappresentare gli scopi salutari della cosiddetta società normale.