La prosa ultima di Thomas Bernhard/Perfezionismo, speranza e imperfezione: differenze tra le versioni

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Naturalmente, Rudolf non trova qui le risposte definitive e, alla fine del brano citato, cambia argomento e torna alle contemplazioni sulle sue valigie. L'effetto del punto interrogativo che chiude la discussione è di porre l'accento sulla questione stessa, non su una soluzione specifica: i pensieri di Rudolf possono non aiutarlo a decidere se andare a Palma o se continuare con il suo progetto Mendelssohn, ma lo aiutano comunque a riconoscere i suoi fallimenti passati (rigoroso perfezionismo) e a tracciare una via potenzialmente più felice per il futuro (raggiungere un equilibrio tra standard troppo alti o troppo bassi). Anche se potrebbe non avere un nuovo modo di condurre la propria vita o risposte sicure alla sua depressione e malattia, esprime e riconosce la necessità di un equilibrio nella sua percezione di sé. La discussione all'interno del diario qui vede non solo una rivalutazione di alcuni concetti centrali (perfezionismo, speranza): questa rivalutazione ha un effetto sulle sue azioni da quel momento in poi. Questo importante brano sul perfezionismo si verifica poco dopo la metà del diario e segnala una svolta. La seconda metà del diario è, considerata nella sua interezza, molto meno amara. Per tutta la prima metà del suo racconto, Rudolf è stato all'attacco, principalmente contro sua sorella. Nella seconda parte della narrazione, Rudolf è un personaggio più mite, non solo nei suoi rapporti personali (con Anna, Frau Kienesberger, il veterano di guerra, la ragazza Cañellas e persino Elisabeth), ma anche nelle sue riflessioni sulla natura umana e sulle persone. Il contributo del suddetto monologo sul perfezionismo in questo processo di modifica e ridefinizione è decisivo.
 
La nuova speranza delineata da Rudolf, quella in cui deve aprire gli occhi su ciò che è già lì, non è solo il prodotto di un logico processo di deduzione; è una risposta radicata all'interno del suo Io più intimo. È anche un'azione riflessa, come testimoniato altrove nel testo. L'implicazione di questa speranza appena conquistata è di porre saldamente l'onere del cambiamento sulle spalle di Rudolf: come nelle autobiografie, dove il protagonista ha dovuto imparare dalle esperienze passate, Rudolf rivaluta le sue azioni passate alla luce dell'attuale conoscenza di sé, l'autocoscienza. Quando chiede a sua sorella di venire a Peiskam e il suo arrivo indica più infelicità per lui, Rudolf non è sorpreso. Egli ha spesso chiesto il suo aiuto in passato solo per essere scoraggiato e schiacciato ogni volta. Tuttavia ciò non gli impedisce di commettere la stessa azione o "errore" riflesso: "Und obwohl ich das weiß, habe ich ihr wieder telegrafiert, zum hundertstenmal habe ich meine Zerstörerin ins Haus geholt." <ref>Bernhard, ''Beton'', p. 36.</ref> La speranza, l'aspettativa che lei lo possa aiutare è un'azione riflessa. Non impara dall'esperienza passata. Il motivo è: nonostante la delusione ricorrente qualcosa dentro di lui ("die Menschennatur") <ref>''Ibid.'', p. 117.</ref> gli fa credere che stavolta potrebbe andare meglio; questo è esattamente lo stesso impulso di quello che gli dà un infondato ottimismo sull'avvio del suo lavoro la mattina in cui si sveglia, quando riprende la storia nel suo diario.
 
Lo stesso accade più tardi, e significativamente, dopo il monologo del perfezionismo. Riflette, prima della sua partenza per Palma, su come trascorrerà i suoi giorni a Maiorca, e ironizza sulle speranze e le aspirazioni che ha per il suo soggiorno lì in una dichiarazione generale: "So alt wir sind, wir erwarten immer noch eine Wendung, [...] weil wir vom klaren Verstand entfernt sind." <ref>''Ibid.'', p. 155.</ref> Questa osservazione potrebbe essere considerata desolante nel suo contesto nel mezzo di una disquisizione sull'autoinganno. Sebbene sia vero che il pensiero logico e severo potrebbe ricordarci che in realtà non si verificano tali punti di svolta decisivi, c'è un altro aspetto di questo pensiero: le aspettative di Rudolf non sono diminuite; rimangono alte. Per quanto inequivocabile sia la disperazione di un cambiamento decisivo, la speranza testarda non consente allo spirito umano di arrendersi. All'inizio della narrazione, la speranza era associata all'impulso praticamente insostenibile verso il perfezionismo; ora, è un impulso umano duraturo che è proprio lì e non verrà negato nemmeno dal ragionamento intellettuale. Senza ricorrere alla logica o alla ragione, crea le aspettative di miglioramento. La persistenza di questa speranza riflessa non può, in ultima analisi, essere ignorata da Rudolf o dal lettore. Man mano che la sua storia procede, Rudolf impara a rispondere a questo impulso naturale che spesso, come in questo caso, mette in discussione e sostituisce il ragionamento mentale. Questa volta Rudolf usa la stessa frase in un senso implicitamente positivo che aveva definito un paio di pagine prima in termini dispregiativi: "Wir redeten immer vom klaren Verstand, hatten aber nie einen [...]." <ref>''Ibid.'', p. 153.</ref> Alla luce di questo precedente uso della frase ("vom klaren Verstand") e dei precedenti esempi di speranza riflessa, si può vedere che il passaggio in questione qui indica un senso inarrestabile di speranza e aspettativa.