La prosa ultima di Thomas Bernhard/Perfezionismo, speranza e imperfezione: differenze tra le versioni

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Come in ''Das Kalkwerk'' e ''Korrektur'', il perfezionismo è un argomento che preoccupa il protagonista di ''Beton''. La differenza tra Rudolf e le figure precedenti, Konrad e Roithamer, è che Rudolf impara a riconoscere e controllare questo forte impulso, mentre Konrad e Roithamer ne vengono sommersi e periscono. Come i primi due protagonisti, Rudolf è per natura un perfezionista estremo. Tuttavia, si differenzia nettamente dai protagonisti dei romanzi di Bernhard fino al 1975, in quanto la ripetuta delusione non porta esclusivamente al cinismo e alla disillusione — come incarnato nel suo atteggiamento verso il progetto mendelssohniano in cui il suo entusiasmo per iniziare lo studio non è attenuato da dieci anni di fallimento evidente.<ref>Per esempi lampanti della sua convinzione che prima o poi lo inizierà, si veda: ''ibid.'', pp. 20, 23, 24, 43, 47-8, e 138.</ref> In realtà, non cede la speranza in nessun aspetto della sua vita. È più volte eccitato dalla prospettiva di una potenziale svolta nel suo lavoro; non rinuncia a provare a comunicare con sua sorella nonostante l'apparente brutto rapporto tra di loro, e si interessa con passione degli aspetti più banali e domestici della sua vita, come se debba o meno andare a Maiorca per una pausa convalescente e se tutte le sue liste sono state aggiornate e tutte le sue faccende domestiche sono state completate. Non sono né le azioni né gli atteggiamenti di un vagabondo intellettuale, nichilista, indifferente alle preoccupazioni quotidiane della vita: si preoccupa esattamente del tipo di dettagli domestici che il narratore di ''Der Keller'' (in quello che potrebbe essere definito il "Samstagkritik") denigra quale quasi-universale fuga illusoria dai duri fatti della vita, come la morte.<ref>Cfr. Bernhard, ''Der Keller'', pp. 86-92.</ref> Rudolf può sì essere apertamente critico nei confronti del suo ambiente e, parola per parola, nel suo diario il negativo supera il positivo; però, man mano che la narrazione si dipana, diventa chiaro che il positivo influenza e qualifica le sue prediche e risposte unilaterali a persone e situazioni; al contrario, le dichiarazioni di speranza sono tanto più marcate perché contrastano con il ronzio di fondo della negatività (sua sorella, altre persone, società, Austria) che accompagna il diario di Rudolf ma che gradualmente svanisce.
 
In effetti, lungi dall'essere la radice della sua caduta, il perfezionismo di Rudolf in ''Beton'' è equiparato alla speranza. Sin dalla (molto lunga) frase di apertura del libro, viene reso chiaro al lettore che lo studio musicologico di Rudolf incombe pesantemente sulla sua esistenza. La narrazione presenta un'immediata e significativa discrepanza: Rudolf si preoccupa moltissimo del suo progetto accademico, tuttavia viene facilmente distratto e non sembra determinato ad iniziare a lavorarci. Che si tratti della luce del sole all'alba o dell'ipotetico pensiero che i vicini lo disturbino, trova scuse per non sedersi alla sua scrivania e lavorare.<ref>Bernhard, ''Beton'', pp. 11 e 23-4.</ref> All'inizio della narrazione, la parola "Hoffnung" è associata indirettamente ma inconfondibilmente ai suoi tentativi di scrivere: "Das Tageslicht zerstörte endgültig meine Hoffnung [...]."<ref>''Ibid.'', p. 11.</ref> È sua speranza di iniziare a scrivere che è qui delusa, e poco dopo, quando rivela di aver chiesto a sua sorella di venire a Peiskam, un composto della stessa radice lessicale è usato per esprimere le sue intenzioni nell'invitare Elisabetta a venire: "Tatsächlich er''hoffie'' ich von ihr eine Hilfestellung [...]." <ref>''Ibid.'', p. 36 [corsivo aggiunto].</ref> La speranza è connessa al suo lavoro, e il suo lavoro è collegato al perfezionismo — poiché sin dalla prima pagina è chiaro che parte del blocco dello scrittore di Rudolf risiede nelle sue aspettative irrealisticamente alte di se stesso, non necessariamente nell'incapacità di produrre la parola scritta. La distinzione è importante. Bernhard stabilisce presto un legame sottile tra queste tre idee importanti (perfezionismo, il suo lavoro, e speranza) in questa narrazione, ed è una connessione che assume maggiore coesione e rilevanza per la comprensione del testo da parte del lettore e la comprensione di se stesso da parte di Rudolf, in seguito nel diario. Il perfezionismo di Rudolf sulla questione del suo lavoro lo rende apparentemente intransigente: vuole creare un pezzo di scrittura che sia "wissenschaftlich einwandfrei". <ref>''Ibid.'', p. 7.</ref>
 
Man mano che il narratore rivela pensieri e aspetti del suo personaggio nelle prime pagine, il lettore è sconcertato da come uno studioso apparentemente impegnato e autodisciplinato possa aver trascorso dieci anni su un progetto senza nemmeno aver iniziato a scriverlo: "Ich hatte um vier Uhr mit meiner Arbeit anfangen wollen, jetzt war es fünf, über diese unvorhergesehene Nachlässigkeit, besser noch Disziplinlosigkeit, meinerseits, war ich erschrocken." <ref>''Ibid.'', p. 10.</ref> Rudolf collega direttamente qui il suo blocco dello scrittore con inadeguatezze più generali: l'evidente discrepanza tra gli alti standard impliciti (meticolosità, disciplina) della sua autopercezione e la realtà del suo progetto non scritto, finora fallito, è importante perché presenta in sostanza un situazione che ricorre in altri aspetti della sua vita. Ha un forte senso di come dovrebbero andare le cose: quando sua sorella dovrebbe partire, a che ora del giorno dovrebbe essere svolto il suo lavoro, persino esattamente a che ora dovrebbe alzarsi al mattino presto. Quando questa desiderata aspettativa viene contrastata, sua sorella allunga il suo soggiorno, ed egli non è in grado di lavorare o si addormenta, ne consegue un'infelicità sotto forma di frustrazione mentale, abuso verbale e persino insoddisfazione fisica: si siede alla sua scrivania in una "mich beinahe wahnsinnig machende Erregung"; maledice la causa del suo perfezionismo contrastato, in questo caso sua sorella, "das geistfeindlichste Wesen", e cerca di superare la tensione fisica: "Ich preßte beide Handflächen an die kalte Mauer, eine schon oft bewährte Methode dieser Erregung Herr zu werden". <ref>Tutte e tre le citazioni: ''ibid.'', p. 12.</ref>