Carmina (Catullo)/37: differenze tra le versioni

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me una ducentos irrumare sessores?
atqui putate: namque totius vobis
frontem tabernae sopionibus<ref>Esegesi incerta. <i>''Sopio</i>'' è il membro virile</ref> scribam.
puella nam mi, quae meo sinu fugit,
amata tantum quantum amabitur nulla,
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tu praeter omnes une de capillatis,
cuniculosae Celtiberiae fili,
Egnati. opaca quem bonum facit barba <ref>Cicerone ci informa che le <i>''barbulae</i>'' piacevano a Clodia (<i>''Pro Caelio</i>'', 33)</ref>
et dens Hibera defricatus urina.<ref>la maligna allusione alla pratica di pulire i denti con dentifrici a base di cido urico è ben spiegata nel carme 39</ref>
</poem>
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Condanna questi uomini etichettandoli come falliti che non valgono nulla e che non sono degni di Lesbia.
Li disprezza perché si credono superiori essendo riusciti ad avere la donna che lui amava e a farla loro ma Catullo preme a ricordargli che è migliore di tutti loro.
 
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[[Categoria:Carmina (Catullo)]]
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