Torah per sempre/La Torah originale: differenze tra le versioni
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Quanto attenti erano i copisti antichi nel riprodurre accuratamente il testo che avevano a fronte? Tov scrive: "Nell'ultimo secolo p.e.v. e nei primi secoli dell'era volgare, gli scribi erano impegnati ''principalmente'' nel processo di trasmissione, ma precedentemente molti si consideravano anche di essere collaboratori minori nella creazione dei libri."<ref>Tov, ''Scribal Practices'', 25.</ref> Di sicuro, nel periodo rabbinico gli scribi si curavano meticolosamente di conservare i testi sacri. [[:en:w:Rabbah bar bar Hana|Rabbah bar bar Hana]] riportava a nome di Yohanan (terzo secolo e.v., Palestina) che i correttori dei rotoli (''magihei sefarim'') a Gerusalemme venivano pagati coi fondi del tesoro del Tempio.<ref>TB ''Ket.'' 106''a''.</ref> Una ''[[w:Baraita|baraita]]'' citata nel Talmud gerosolimitano menziona a nome del discepolo e collega di Yohanan, [[:en:w:Shimon ben Lakish|Simon ben Lakish]], che tre rotoli della Torah erano tenuti nella corte del Tempio e che, in tre occasioni, furono fatte correzioni secondo la lettura principale:
{{q|Trovarono tre rotoli della Torah nella corte del Tempio: ''maoni, zatutei'', e ''hi''. Nel primo trovarono scritto "Il Dio eterno è la tua dimora (''maon'')" (Deuteronomio 33,27), ma negli altri due era scritto ''me`onah''; essi confermarono i due e rifiutarono l'altro. In uno trovarono scritto "Egli mandò i piccoli (''zatutei'') degli Israeliti" (Esodo 24,5);<ref>Questo è uno dei cambiamenti che si dice siano stati fatti dagli autori della traduzione greca (TB ''Meg.'' 9''a'').</ref> ma in due stava scritto "ed egli mandò i giovani (''na`arei'') degli Israeliti"; confermarono due e rifiutarono uno. In uno trovarono ''hi'' scritto 9 volte e in due era scritto 11 volte; confermarono due e rifiutarono uno.<ref>TG ''Ta`an.'' 4:2 (68''a''). Tov, ''Textual Criticism'', 32; Talmon, "The Three Scrolls of the Law"; Levy, ''Fixing God's Torah'', 7segg. Levy basa la sua analisi sella versione rielaborata nel trattato dell'800ca., ''[[:en:w:Soferim (Talmud)|Soferim]]''.</ref>}}
Questo resoconto indica che i saggi talmudici erano consapevoli delle varianti scribali e sostenevano quegli sforzi che cercavano di stabilire ciò che si credeva fosse il testo corretto. Il metodo, simile a quello usato dai copisti dei Rotoli del Mar Morto e rivendicati da rabbini successivi, si basa sul principio halakhico di
David Rosental nota diversi esempi in cui i saggi, anche quando determinavano che ci fosse una lettura "corretta", basavano un ''[[w:Pardes|derashah]]'' sulla lettura respinta. Per esempio, il testo masoretico di [[w:Esodo|Esodo]] {{passo biblico|Esodo|21,29}}, relativo ad un bue il cui padrone era stato avvisato e non lo aveva custodito, riporta ''velo yishmerenu ba`alav'' "e il suo padrone non lo aveva custodito". La Septuaginta traduce ''kai mē aphanise auton'', "e non lo abbattè", che presuppone una lettura di ''yishmedenu'' invece di ''yishmerenu''. Rosental propone che questa sia una giustificazione di Rabbi Eliezer per aver decretato "l'unica sicurezza [adeguata contro tale animale] è il coltello".<ref>Rosental, "On the Sages' Treatment", 407; TB ''BK'' 45''b''. Rosental presumibilmente respingerebbe i tentativi di Rabbah e di Abbaye rif. 46''a'' di concordare la legge col testo corrente.</ref>
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