La prosa ultima di Thomas Bernhard/Introduzione 2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
testo e avanzam.
Riga 22:
Da quello che Bernhard disse a Karin Kathrein nel 1984, egli non prevedeva alcuna risoluzione finale a questo movimento alternato tra opposti; Kathrein riferisce di cercare "weniger de[n] Mittelweg, vielmehr die Balance zwischen den Extremen".<ref>Kathrein, "Es ist eh alles positiv", p. 187. Questo è un articolo-intervista, pertanto le opinioni che Kathrein attribuisce a Bernhard possono considerarsi più una parafrasi in terza persona che il suo proprio giudizio critico.</ref> Più tardi nell'intervista, Bernhard parlò del suo "Haßliebe" per l'Austria. L'inseparabilità e la naturale coesistenza di impulsi positivi e negativi fornisce una delle aree di discussione e interpretazione più potenzialmente rivelatrici in tutta la sua ''œuvre''. Come hanno rivelato le autobiografie, erano presenti sia elementi positivi che negativi nell'introspezione del protagonista e nella percezione del suo ambiente; nelle narrazioni, di conseguenza, le figure di Bernhard possono essere fedeli a se stesse e mostrare al meglio il loro Io più intimo con onestà e accuratezza quando accettano che il mondo non è né un "Paradies" né un inferno nichilista. ''Beton'' è il primo romanzo in cui coesistono entrambi gli elementi, con impulsi costruttivi, concilianti e positivi del narratore e del protagonista che vengono alla ribalta. Nell'intervista a Kathrein, Bernhard fece alcune delle sue inequivocabili confutazioni della sua designazione quale profeta di incessante negatività: "Wenn ich wirklich so negativ wäre, würde ich nicht mehr leben."<ref>''Ibid.'', frase ''[[w:verbatim|verbatim]]'' di Bernhard.</ref> Inoltre, dà un avvertimento in questa intervista a qualsiasi lettore disposto a interpretare acriticamente i suoi paesaggi negativi.
 
Nel caso dei libri precedenti, in cui Bernhard descriveva il suicidio, la disperazione e la noia esistenziale, i critici hanno quasi all'unanimità concluso che le opere rivelano e condonano queste emozioni e azioni, e che lo scrittore alla base della storia deve essere altrettanto negativo e disperato. Kathrein riporta come Bernhard affermi che "positive Regungen, Gefühle, Gedanken" possono essere suscitati dipingendo un quadro narrativo apparentemente negativo.<ref>''Ibid.'', p. 188.</ref> L'implicazione è chiara: il lettore deve cercare indizi sotto la superficie della narrazione per trovare un altro significato. In una storia del genere, piccoli dettagli possono essere più importanti di quanto sembrino e una lettura attenta diventa un potente strumento interpretativo. È richiesto un lettore percettivo e versatile in una tale visione dell'opera artistica. Se vuole riuscire a creare un'opera del genere, Bernhard deve assicurarsi che l'esplorazione intrapresa dalla narrazione non vada in modo significativamente contrario all'esperienza: "Dem Leser einer idealistischen Dichtung, dem kann dagegen Abscheu vermittelt werden. Wer die Absicht durchschaut und erkennt, wie in Wirklichkeit ganz anders ist, der fällt ins Negative zurück."<ref>''Ibid.''</ref> Sebbene Bernhard non specifichi esattamente come lo scrittore debba rimanere fedele alla realtà, le implicazioni sono chiare: il lettore perderà fiducia nel documento letterario se è irrealisticamente idealista o prescrittivo e non descrive la vita con tutti i suoi problemi e difficoltà. Bernhard può essere visto qui assegnare un ruolo estremamente attivo al lettore che è invitato a non accettare alcuna diatriba narrativa a valore nominale, ma piuttosto a discernerne elementi positivi.
 
In un'intervista a [[:en:w:Niklas Frank|Niklas Frank]], rilasciata nello stesso anno in cui lavorava su ''Beton'', Bernhard insiste: "Ich brauch’ überhaupt nix erfinden".<ref>Niklas Frank, "Ansichten eines unverbesserlichen Weltverbesserers', in Dreissinger, ''Van einer Katastrophe'', pp. 89-94 (p. 91). Questa intervista fu pubblicata originalmente su ''Stern'' (4 giugno 1981).</ref> In un'intervista un po' più tardi, asserisce a Rambures: "Wenn Ihnen die Wirklichkeit weniger erstaunlich erscheint als meine Erfindung, liegt das einzig daran, daß die Tatsachen in zerstreuter Form auftreten. [...] Das Geheimnis besteht darin, die Wirklichkeit unerbittlich zu raffen [...]."<ref>Rambures, "Alle Menschen sind Monster", p. 111-12.</ref> Per Bernhard, la narrativa letteraria non è lì per inventare scenari piacevoli ma per rielaborare in forma concentrata ("raffen") le esperienze dello scrittore ed esplorarle all'interno di un quadro creativo e letterario. La comunicazione tra lettore e testo dipende dalla volontà del lettore di osservare abbastanza da vicino e di seguire il testo scrupolosamente, per quanto difficile l'autore possa renderlo. Indicando la strada per l'interpretazione che va oltre la superficie o l'immediato percepibile, Bernhard può essere visto qui invitare il lettore a cercare una prospettiva positiva e una speranza nei suoi scritti, pur riconoscendo le critiche sociali e personali contenute nel testo. Anche per i lettori e i critici particolarmente colpiti dal nichilismo esistenziale e sociale di Bernhard, è difficile mettere da parte la spinta inequivocabilmente positiva nei suoi duri commenti a Kathrein: "Es is eh alles positiv [...] Das hat ja das Übergewicht – das Positive."<ref>Kathrein, "Es ist eh alles positiv", p. 187.</ref> Kathrein riferisce "wie ihn das Etikett des unerbittlich Negativen ärgert."<ref>''Ibid.''</ref> Non è solo alla luce di tutte queste affermazioni autoriali, ma principalmente a causa di prove evidenti coerenti con una visione e un atteggiamento narrativi più positivi nella narrazione di ''Beton'', che la ricerca di aspetti di speranza e comunicazione è giustificata e convalidata: questa testimonianza testuale consente di modificare la reputazione di uno scrittore considerato incessantemente negativo.
 
== Sinossi narrativa ==
Per la maggior parte, ''Beton'' è tipico della prosa di Bernhard per la sua assenza di trama: Rudolf, che soffre di sarcoidosi paralizzante e blocco dello scrittore, è il narratore torturato psicologicamente e fisicamente la cui vagante autoanalisi si concentra principalmente sull'influenza esercitata su di lui dalla sua prepotente sorella maggiore, Elisabeth, e il suo inutile progetto decennale di scrivere un pezzo accademico sul suo compositore preferito, [[w:Felix Mendelssohn|Felix Mendelssohn-Bartholdy]].<ref>Si veda, per esempio: Bernhard, ''Beton'', pp. 13-19 e 24-35.</ref> Vive a Peiskam, la casa grande e ben arredata lasciata a lui e a sua sorella dai loro defunti genitori. In superficie, Rudolf potrebbe facilmente essere preso per un altro protagonista bernhardiano difficile, socialmente disadattato, che sfoga la sua rabbia e amarezza per il mondo che lo circonda; uno sguardo più attento al suo racconto, tuttavia, rivela costanti suggerimenti di speranza. La narrazione è principalmente una trascrizione in prima persona dal diario di Rudolf. Quattro quinti della narrazione sono dedicati alle sue osservazioni mentre è in casa, il resto invece descrive il suo soggiorno a Palma di Maiorca. Il romanzo colpisce per le sue discussioni casuali ma intense su argomenti specifici e personali, come gli incontri di Rudolf con il perfezionismo,<ref>''Ibid.'', pp. 116-17.</ref> l'amicizia,<ref>''Ibid.'', p. 72.</ref> e l'ipocrisia,<ref>''Ibid.'', pp. 58-61.</ref> come anche digressioni meno sorprendenti in vaste aree come lo stato abietto della cultura e della vita austriaca,<ref>''Ibid.'', p. 88.</ref> la depravazione della stampa,<ref>''Ibid.'', p. 149.</ref> la politica,<ref>''Ibid.'', p. 146.</ref> e la professione medica;<ref>''Ibid.'', p. 150.</ref> è inoltre notevole per le escursioni discorsive più insolite, come l'"Hundekomödie", un sermone tagliente, percettivo, ma anche surreale con elementi narrativi liberamente associativi sullo stato esagerato concesso agli animali domestici dalle persone e come i cani governino il mondo indirettamente causando guerre e persino conquistando grandi menti, come [[w:Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]].<ref>''Ibid.'', pp. 74-9.</ref> La narrativa, tuttavia, non è principalmente uno strumento per sfogare le frustrazioni personali, sociali e politiche dell'autore. In effetti, molte delle sue parti più fruttuose contengono descrizioni brevi, apparentemente insignificanti, che vanno dai pensieri del narratore sui suoi potenziali acquisti di vestiti<ref>''Ibid.'', p. 106.</ref> a dettagli specifici sullo sviluppo musicale della sua compagna intellettuale a Palma, la giovane ragazza Cañiellas.<ref>''Ibid.'', p.200.</ref> È in descrizioni come queste che si trova il significato nascosto del testo, delineato da Bernhard a Kathrein. Il narratore copre argomenti come la sua vita passata,<ref>''Ibid.'', pp. 142-7.</ref> la natura materialista e prepotente di sua sorella,<ref>Si veda, per esempio: ''ibid.'', pp. 13 e 25.</ref> i suoi amici e colleghi d'affari spudoratamente ipocriti,<ref>''Ibid.'', pp. 62-5.</ref> come anche incontri più piacevoli, tra cui le sue descrizioni comprensive di Frau Kienesberger, la sua fedele domestica,<ref>''Ibid.'', p. 125.</ref> e la sua visita ad un eccentrico veterano di guerra che gli è simpatico.<ref>''Ibid.'', pp. 92-7.</ref> Il suggerimento di sua sorella che dovrebbe andare in un clima più caldo per il suo benessere psicologico e fisico gli ossessiona la sua mente, e dopo un lungo tormento su dove andare, decide alla fine di andare a Palma e prendere la sua stanza preferita, la numero 734, all'elegante e confortevole Hotel Melia.<ref>''Ibid.'', pp. 79-98.</ref> Proprio mentre il lettore sta abbandonando ogni speranza di un cambio di scena da parte di un uomo la cui partenza sembra sempre imminente e dove le parole sembrano essere più forti delle azioni, tale lettore viene improvvisamente informato, a metà frase, dell'arrivo di Rudolf a Palma!<ref>''Ibid.'', p. 170.</ref> Dopo un periodo iniziale di riposo e sonno, la narrazione si concentra sulla storia insolitamente rapida e piena di azione di Anna Härdtl che il narratore aveva incontrato circa due anni prima di questa sua sezione diaristica. Rudolf ricorda in dettaglio l'orribile storia di Anna sul declino dell'attività di famiglia in un sobborgo di Monaco e la successiva disastrosa vacanza della famiglia a Maiorca, dove suo marito Hanspeter cadde misteriosamente dal balcone della loro camera d'albergo, morendo sul colpo.<ref>''Ibid.'', pp. 180-200.</ref> Questi eventi angoscianti sono seguiti da una descrizione delle inefficienze amministrative e degli errori burocratici che tormentano la sfortunata Anna, anche dopo la morte di suo marito. Il libro termina quando d'impulso Rudolf visita la tomba di Härdtl scoprendo con sbigottimento che ora il nome di Anna è stato aggiunto alla lapide. Il custode del cimitero lo informa che si è trattato di un caso di suicidio. Di ritorno in albergo, e con l'aiuto di sonniferi, il narratore altrimenti insonne si addormenta profondamente e dormirà senza interruzioni per ben ventisei ore.
 
;Dalla nota critica di [[w:Luigi Reitani|Luigi Reitani]] per l'edizione italiana ''[https://books.google.co.uk/books/about/Cemento.html?id=IO_VsgEACAAJ&redir_esc=y Cemento]'' (2014):
{{q|''Per scrivere il suo studio su Mendelssohn Bartholdy, il narratore, Rudolf, ha bisogno di essere a casa propria, in campagna. Ha dunque atteso con impazienza la partenza della sorella, venuta a trascorrere qualche giorno con lui. Ma non era stato forse lui a invitarla, proprio perché non riusciva a mettersi al lavoro? Così, dopo la sua partenza, Rudolf non riesce ugualmente a scrivere. Avverte dovunque la presenza invadente di lei, sente il suo discorso protettivo, ironico, provocatorio... Ancora una volta Thomas Bernhard ha costruito una macchina che funziona alla perfezione, l'implacabile radiografia di un'ossessione: impossibilità di essere solo e di non esserlo, impossibilità di scrivere e di rinunciare a scrivere. Rudolf, tuttavia, penserà di sfuggirle intraprendendo un viaggio. Ma il suo soggiorno a Palma, in un hotel che conosce bene, non farà che rianimare in lui il ricordo di un dramma di cui è stato testimone anni prima: un suicidio, un fatto di cronaca di desolante banalità, cioè di atrocità quotidiana. È raro, nell'opera di Bernhard, vedere il racconto oltrepassare i limiti di un mondo chiuso per aprirsi all'esterno. Ma l'apertura non è che illusione, poiché non fa che rimandare colui che aveva creduto nella possibilità della fuga alla sua angoscia più profonda.''}}
 
 
{{clear}}
== Note ==
<div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" >
<references/></div>
 
{{Avanzamento|75100%|1314 aprile 2020}}
[[Categoria:La prosa ultima di Thomas Bernhard|Introduzione 2]]