La prosa ultima di Thomas Bernhard/Comunicazione: coinvolgere il lettore: differenze tra le versioni

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McLintock descrive il [http://www.treccani.it/enciclopedia/piuccheperfetto/ piuccheperfetto] come il "tempo narrativo principale" di ''Der Atem''. Costituisce il 42,4% dell'incidenza totale delle forme verbali finite in quel libro.<ref>''Ibid.'', p. 9.</ref> L'incidenza media di questo tempo nel tedesco scritto è inferiore al 10%.<ref>''Ibid.'', p. 3.</ref> Il piuccheperfetto esprime "anteriorità o completamento rispetto a un punto nel passato".<ref>''Ibid.'', p. 9.</ref> In ''Der Atem'', la sua preponderanza dà al testo l'effetto di essere distanziato dagli eventi riportati. Gli altri tempi principali sono l'[[w:indicativo imperfetto|imperfetto]] (28,9% nella tabella di McLintock) per mettere in relazione gli eventi passati quando il piuccheperfetto non viene utilizzato, e l'[[w:presente indicativo|indicativo presente]] (12,9%) che Bernhard usa per spostarsi dal passato al presente per rivolgersi al lettore o per mettere in relazione gli eventi passati in un presente storico dando così alla loro rivisitazione un effetto drammatico e immediato.
 
L'uso dei tempi verbali da parte di Bernhard nella pentalogia non è convenzionale; non può essere schematizzato. L'uso del tempo non standard e i cambi imprevisti tra i tempi, una volta analizzati, possono aiutare ad accertare come e con quale effetto Bernhard manipola, guida e persino cattura il suo lettore. Un esempio dettagliato da ''Der Atem'' illustra gli effetti di questo stratagemma. Verso l'inizio del libro, c'è unaun frasebrano di 370 parole ("Als ich [...] hören gewesen"), che descrive la prima puntura toracica del paziente adolescente e i preparativi medici per tale procedura.<ref>Bernhard, ''Der Atem'', pp. 12-14.</ref> L'effetto immediato delladi tale lunga frase sul lettore è di guidarlo verso i metodi impiegati in ospedale: il modo in cui i pazienti vengono trattati come oggetti, strapazzati in modo insensibile. È importante stabilire presto questo stato d'animo poiché prepara il lettore a ciò che deve venire sia in questo libro che in ''Die Kälte''. Dichiarando e descrivendo ripetutamente l'insensibilità e l'inconsiderazione mostrate dagli individui (Grünkranz, Onkel Franz) e la mancanza di professionalità inerente alle istituzioni sociali (medicina, insegnamento), abitua il lettore a questo tipo di critica; una volta che il lettore ha letto tale critica (o le critiche correlate) della professione medica per la settima o ottava volta, sembra inevitabilmente meno esagerato e le critiche si possono quindi ripetere più facilmente. L'ambiente spartano dell'ospedale e i metodi crudeli diventano un fatto indiscusso. Le critiche al trattamento preferenziale riservato ai pazienti più ricchi e la persecuzione del dottore in legge socialista, sono meglio e più facilmente comprese alla luce delle critiche poste nella mente del lettore all'inizio.
 
I passaggi da un tempo all'altro all'interno delladel frasebrano forniscono un punto interessante per l'analisi:
{{q|Als ich zum erstenmal zur Punktion abgeholt worden war, sind mir naturgemäß<br/>
noch nicht die ganze Größe und die ganze Häßlichkeit dieses Krankensaales zu<br/>
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<sup>[35]</sup> für sie bestimmtes Medizinisches, darauf waren wieder Befehle, Anweisungen,<br/>
Geräusche von Gläsern, Schläuchen, Scheren, Schritte zu hören gewesen.<ref>Bernhard, ''Der Atem'', pp. 12-14.</ref>}}
McLintock non esamina questo brano; tuttavia, se uno applica e sviluppa alcune delle sue scoperte, allora emergono alcune scoperte interessanti. Questa lunga frase può essere divisa in sei sezioni principali, delimitate da due punti e virgola (righe 25 e 33) e quattro virgole "estendibili" (righe 3, 6, 11 e 35) che Bernhard usa copiosamente in tutta la pentalogia (e specialmente in ''Die Ursache'' e ''Der Keller'') per allungare artificialmente le frasi in cui un punto fermo sarebbe più idiomatico ed elegante. Le sei sezioni principali del passo scorrono così: introduzione al processo della puntura medica (rr. 1-3); percezione sensoriale personale del paziente (rr. 3-6); come viene trasportato lungo l'ospedale in uno stato semi-cosciente (rr. 6-11); il suo senso di alienazione quando vede mani aliene manipolarlo e un gergo (medico) sconosciuto lo confonde (rr. 11-25); l'atto cosciente di ricordare il processo della puntura e gli errori commessi dal personale medico (rr. 26-33); e, infine, due proposizioni (rr. 33-5 e 35-6) che ricordano l'incoerenza per il paziente dell'intera scena. La punteggiatura e la semplice lunghezza di questa frase estratta da ''Der Atem'' richiederebbero alla maggioranza dei lettori di leggerne delle parti almeno due volte per dare un senso a ciò che sta accadendo e catturare le sfumature delle percezioni riportate. Ma è l'interazione dei tempi qui che sfida maggiormente il lettore e consente un accesso produttivo all'intricata prosa bernhardiana.
 
Il piuccheperfetto iniziale seguito dal perfetto, entrambi nella voce passiva, è disorientante per il lettore poiché crea una combinazione inaspettata di tempi: "Als ich zum erstenmal zur Punktion abgeholt worden war, sind mir naturgemäß noch nicht die ganze Größe und [...] Häßlichkeit [...] zu BewuBtsein gekommen" (rr. 1-3). "Abgeholt wurde" sarebbe standard qui per qualcuno che ricorda un evento molti anni prima, ma dato che Bernhard usa il piuccheperfetto, la seconda metà della proposizione, nel perfetto, stona ancora di più e decelera, persino ferma il lettore che non se lo aspetta. Dà un'immediatezza alla descrizione poiché il tempo perfetto qui crea un legame tra il presente e il passato narrato, accentuato ancora di più dal precedente piuccheperfetto distanziante. Questo effetto disgregante è ulteriormente intensificato perché la penultima frase prima di questa nel testo, che descrive il suo sguardo verso il soffitto a volta, eccezionalmente è nell'imperfetto ("Auf diesem Gewölbe [...] haftete [...] mein Blick").<ref>''Ibid.'', p. 11.</ref> Dopotutto, ci si aspetterebbe l'imperfetto per tutte queste descrizioni in tedesco narrativo standard (o il perfetto in tedesco e austriaco parlato e dialettale), "haftete mein Blick [...] als ich zur Punktion abgeholt wurde [.. .], era ich wahrnahm [...]" e così via. Il perfetto è usato in questi libri, secondo McLintock, nel contesto delle "riflessioni del narratore" o come mezzo del narratore per "mettere in relazione gli eventi del passato con il [...] presente".<ref>McLintock, "Tense and Narrative Perspective", p. 16.</ref> In questo caso, la riduzione della distanza temporale tra passato narrato e il presente del narratore serve a creare un intenso momento di ricordo che consente al narratore di ricostruire la scena in ospedale. Come abbiamo visto, questa ricostruzione è parte integrante del processo autobiografico di Bernhard.
 
Nella seconda sezione della frase (rr. 3-6), dove un piuccheperfetto ("wahrgenommen hatte") è seguito da un imperfetto ("waren") per descrivere le ombre e i rumori che il paziente adolescente può distinguere, c'è un effetto di distanziamento creato dal piuccheperfetto (l'imperfetto sarebbe stato qui più normale); successivamente, l'immediatezza precedente viene sostituita da un avvertimento distanziante che l'evento è passato e viene riportato da un punto di vista più calmo, dopo da molti anni — soprattutto con l'inclusione di "was ich wahrgenommen hatte" che non è strettamente necessario per trasmettere il significato e ribadisce al lettore che il narratore sta cercando di descrivere ciò che il paziente diciottenne aveva provato allora. Finora in questo brano, la narrazione ha reso il lettore consapevole che il narratore sta guardando indietro all'evento mentre impartisce un senso di immediatezza attraverso uno spostamento verso il perfetto e quindi allontanandosi immediatamente dagli eventi con il ripristino del piuccheperfetto. Di certo, il narratore avrebbe potuto optare per il presente invece che per il perfetto per dare un senso di immediatezza, ma ciò avrebbe reso la frase meno idiomatica e quindi sconcertante al punto da spezzare l'incantesimo del flusso descrittivo. Il perfetto è un punto a metà strada tra i due tempi e disorienta, pur mantenendo coerente la narrazione. La differenza nei tempi è scomoda ma non interrompe la concentrazione del lettore sui fatti narrati.
 
Nella terza sezione (rr. 6-11), segue una proposizione protratta nel piuccheperfetto in cui un sostantivo qualificato ("ein von den vielen Penicillin- und Kampferspritzen auf ein Minimum herabgesetztes, mich aber tatsächlich in einen gegenüber meinen Anfangsschmerzen nicht nur erträndenfangen Wahrnehmungsvermögen" — rr. 8-11) ci informa che i poteri di percezione del giovane (di cui in prima persona) sono ridotti. Ormai, il lettore tenace inizierà a soffrire del "disorientamento grammaticale" che McLintock attribuisce generalmente sia a ''Die Ursache'' che a ''Der Atem''.<ref>''Ibid.'', p. 10.</ref>
 
La sezione successiva ("von alien Seiten [...] gerufen hatten" — rr. 11-25) è molto lunga, ed è il punto cruciale dell'intera frase, poiché descrive la manipolazione anonima e disumana del paziente, che stabilisce il tono per il resto della narrazione su Großgmain e Grafenhof. Ancora una volta, il tempo principale qui è il perfetto, ma il narratore include una frase condizionale ("ohne daß ich diese Hände e auch nicht die zu diesen Händen gehörenden Menschen hätte sehen können" — rr. 13-14) che intensifica il senso di incertezza e disorientamento suggerendo che le mani e i corpi degli inservienti manipolatori sono entità separate: i corpi sono appendici alle mani e non viceversa come ci si aspetterebbe. L'inclusione di "auch nicht" non è necessaria per mantenere il significato della proposizione; serve tuttavia a evidenziare la separazione delle mani dai corpi e funge da segnale per il lettore; rallentando la velocità di lettura, il narratore sottolinea l'incertezza del paziente. La vertigine narrativa viene creata abilmente in una collaborazione tra significato, sintassi e struttura della frase. Ora che siamo a metà frase e siamo abituati al piuccheperfetto come principale modo di narrazione in questa sezione, i moniti ("mir war vorgekommen" — r. 12) al lettore che il soggetto narrante sta ricordando come ha percepito tutto questo non sono così distanti come nell'apertura della frase. Questi promemoria creano una duplice prospettiva narrativa e la sensazione che questo sia il narratore che racconta la sua storia si fonde con un secondo elemento: i pensieri diretti dell'adolescente. Sebbene il lettore, se dovesse applicare una fredda razionalità, sia consapevole che il narratore (o lo scrittore che lo inventa) è la sola possibile fonte di narrazione, un'illusione viene qui momentaneamente creata dal flusso narrativo. In breve, sotto l'influenza della canfora stiamo vedendo corridoio e mani minacciose. L'effetto vertiginoso è ulteriormente potenziato dall'uso di parole e frasi come "verschwommen" (r. 16), "Undeutlichkeit" (r. 16) "aus dem Gleichgewicht" (r. 19) e "nicht verstehen" (r. 24) tutti raggruppate vicine tra loro. In questa sezione centrale, con la sua sub-proposizione condizionale sottilmente contrastante, Bernhard attira il lettore nella prosa vertiginosa con le sue proposizioni relative a cascata e il linguaggio scelto con cura, generando allo stesso tempo un'immediatezza descrittiva che gli consente di creare una delineazione precisa per il lettore disposto a seguire questi percorsi tortuosi e l'uso insolito del tempo contribuisce sottilmente all'effetto letterario.
 
La quinta parte ("wie ich mich [...] zugedreht worden war" — rr. 26-33) di questa lunga frase è principalmente nel piuccheperfetto ma, nel tentativo di trascinare il lettore lontano dalla precedente descrizione intensa ed inebriante del rapido movimento lungo i corridoi, il narratore passa al presente ("wie ich mich auch noch an die Tatsache erinnere" — r. 26) e traccia una netta distinzione tra la sua rappresentazione di questa procedura piuttosto semplice (la puntura non è nemmeno iniziata; è stato portato solo nella sala operatoria) e il suo attuale stato distaccato, rallentando così il flusso frenetico di brevi proposizioni. Invece di ridurre l'immediatezza della descrizione, il passaggio al tempo presente in effetti evidenzia per contrasto l'immersione del lettore in essa direttamente prima di questo punto. Il lettore deve lavorar duro per tenere traccia delle successive proposizioni relative e delle loro sub-proposizioni (= [[w:proposizione subordinata|proposizioni subordinate]]) di cui non ha il pieno controllo, e viene nuovamente immerso a capofitto nella disperazione, nella paura e nell'urgenza della difficile situazione del giovane. Due sub-proposizioni qualificano la relativa clausola con "Bahre" (r. 27, due volte) dopo "wie ich mich [...] erinnere, daß plötzlich [...]" (r. 26). Quando arriva alla parte principale della proposizione che segue da "plötzlich", il narratore introduce immediatamente un'altra proposizione. La narrazione intensifica il senso di movimento improvviso ("plötzlich") con un accumulo di sostantivi verbali (generali e non specifici: "das [...] Aneinanderschlagen [...] Lachen, Schreien, Zufallen von Türen [.. .]" — rr. 29-31) che contribuiscono al senso di un osservatore isolato circondato da azioni non specifiche al di fuori del suo controllo. Questo senso di un individuo indifeso sommerso da ciò che sta accadendo intorno a lui è acuito dall'uso della voce passiva: "[wie plötzlich] [...] Wasser aus einem Leitungshahn in eine Emailschüssel heruntergelassen, der Leitungshahn wieder brupt zugedreht worden war" (rr. 31-3). La struttura stessa della frase, con i verbi alla fine, crea confusione e fa capire al lettore che il ragazzo non ha alcun controllo sul proprio destino ed è nelle mani di coloro che non può vedere né fidarsi adeguatamente.
 
La frase, lunga e talvolta nella sua seconda o terza proposizione subordinata, spesso minaccia di sfuggire al controllo, e il suo quadro grammaticale è sul punto di crollare — ma Bernhard con abilità la mantiene sintatticamente e semanticamente intatta. La struttura narrativa qui ha una funzione mimetica, personale (autoriale) e testuale: essa riflette, ricrea per lo scrittore e crea per il lettore l'impotenza del ragazzo. L'assenza di una congiunzione collocante tra le due metà della proposizione incrementa il senso di disunione e confusione dell'adolescente accelerando la velocità di lettura. La parte finale di questa frase (rr. 33-6) ritorna al narratore che ricorda ciò che il ragazzo pensava in quel momento — la memoria distaccata, e completa la confusione del ragazzo in termini più convenzionali: egli semplicemente non capisce una sola parola di ciò che dicono. Stanno letteralmente parlando una lingua diversa: il [[w:lingua latina|latino]].
 
Bernhard sta attento a mantenere un forte senso di orientamento nella narrazione in tutta la lunga frase e le tangenti del presente, imperfetto, perfetto e condizionale al "piano preterito" a cui McLintock si riferisce come il principale livello temporale della narrazione si aggiungono alle sottigliezze di significato in questo brano importante trovato in un punto significativo di ''Der Atem''.<ref>''Ibid.''Cfr. U. Hauser-Suida e G. Hoppe-Beugel, ''Die Vergangenheitstempora in der deutschen geschriebenen Sprache der Gegenwart'', Heutiges Deutsch 1/4 (Munich e Dusseldorf: Max Hueber, 1972), pp. 160-72.</ref> Questa lunga frase, se analizzata da vicino, rivela perché al lettore di Bernhard si sconsiglia fermamente di saltare e trascurare le apparenti ripetizioni e invece di rimanere "bei den Zeilen", come il lettore ideale di Bernhard proposto da Ilse Aichinger, in modo che il potenziale della ricca narrativa barnhardiana sia realizzato.<ref>Ilse Aichinger, "Bernhard und Stifter", in Dreissinger, ''Thomas Bernhard: Portraits'', p. 322 (p. 322).</ref>
 
Lo sforzo richiesto dal lettore per seguire questa lunga frase è così grande che egli o diventerà frustrato e si arrenderà o, in alternativa, le sottigliezze di tempo e linguaggio lo trasporteranno vividamente tra la camera della morte con tutti i suoi orrori e il punto di vista più calmo del narratore.<ref>I critici letterari non furono i soli a essere frustrati dalla prosa di Bernhard. In un articolo in cui racconta una conversazione con Bernhard, Marlies Hörbe descrive di aver incontrato un poliziotto a Gmunden mentre si recava a visitare Bernhard e finisce per parlargli dello scrittore. Il poliziotto esprime la sua perplessità per lo stile di vita da contadino che Bernhard conduce, in particolare il suo desiderio di comprare una mucca, e aggiunge: "Ich habe versucht, ihn zu lesen... aber sagen Sie ehrlich, verstehen Sie ihn?" Si veda: Marlies Hörbe, "Man weiß nie, wo und wann: ein Gespräch mit Thomas Bernhard", in: Dreissinger, ''Thomas Bernhard: Portraits'', pp. 45-6 (p. 45).</ref> Il collegamento quasi senza soluzione di continuità è spaventoso. Il lettore potrebbe essere il paziente stesso. L'inventario laconicamente correlato di osservazioni ordinarie ma estremamente precise lascia spazio al completamento della frase da parte del lettore. Il narratore è attento a trasmettere uno stato d'animo, un senso di come ci si senta ad essere spinti in giro in un ospedale. Questa è una descrizione disorientante di un'esperienza disorientante. Al lettore non viene solo detto come viene sbattuto il paziente; il lettore stesso è sbattuto nella narrazione, non sapendo dove si trova alla fine della frase. Logicamente, deve rileggerla e, per capirla, è obbligato a ricreare nella sua mente la scena di questo paziente indifeso. Molti lettori che hanno esperienza dei metodi di un ospedale moderno riconosceranno la descrizione; altri potrebbero considerare con trepidazione la sottile linea di demarcazione tra la normale buona salute e l'esperienza degradante che può comportare l'ammalarsi. Eppure questo non è ciò che la narrazione qui riferisce. È una descrizione, una rivisitazione degli incidenti e dei pensieri che il narratore ricorda; diventa più di una semplice descrizione e si sviluppa in un dialogo, quando il lettore riprende il guanto di sfida lanciato dall'autore per seguire le complessità di questa descrizione. In effetti, ci sono due descrizioni qui: una è la sequenza (o simultaneità) riassumibile degli eventi; l'altra è una lettura letteraria più fantasiosa che implica la creazione di significato mettendo insieme indizi o tasselli: "Hier sind Bruchstücke mitgeteilt, aus welchen sich, wenn der Leser gewillt ist, ohne Weiteres ein Ganzes zusammensetzen läßt."<ref>Bernhard, ''Der Atem'', p. 87.</ref>
 
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