La prosa ultima di Thomas Bernhard/Bernhard e l'autobiografia: differenze tra le versioni

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Nelle sue interviste e nei suoi discorsi al di fuori di questi libri, Bernhard custodiva con zelo la sua privacy. L'ovvia impertinenza dietro un commento come "Ich meine alles, was meine Figuren sagen [...]" non è solo tipica dell'abituale, malizioso ironia di Bernhard nell'evitare una seria discussione del suo lavoro ma, soprattutto, è sintomatica di un uomo che ha ancora molto da mettere in gioco e non è pronto a rivelare direttamente i suoi pensieri più intimi.<ref>Conny Bischofsberger e Heinz Sichrovsky, "Der letzte Akt", in ''Van einer Katastrophe in die andere: 13 Gespräche mit Thomas Bernhard'', cur. Sepp Dreissinger (Weitra: Bibliothek der Provinz, 1992), pp. 154-8 (p. 157).</ref> Non è diverso nelle autobiografie. Quel lettore che accetti le pretese affermazioni di "verità" da parte di Bernhard, rischia di trascurare le implicazioni dei ricordi dei narratori. Le dichiarazioni autobiografiche non sono le reminiscenze generali e soddisfatte di uno scrittore contento che guarda indietro ai successi e ai rimpianti della sua carriera: Bernhard, dopo tutto, aveva solo quarantaquattro anni quando ''Die Ursache'' fu pubblicato. Non c'è qui un senso di ordine cronologico e categorico sereno e soddisfatto dello sviluppo della sua carriera. I cinque libri, infatti, non sono nemmeno apparsi nell'ordine giusto, poiché ''Ein Kind'', che si occupa della sua prima infanzia, è stato l'ultimo ad essere pubblicato. Al contrario, la pentalogia è molto più una cronaca di processi psicologici intensi e di importanti esperienze personali, ordinate perché si adattino allo scrittore.
 
Per quanto Bernhard abbia spesso usato le interviste e le sue dichiarazioni pubbliche per confondere e prendere in giro gli interpreti entusiastici, il suo stile in questi libri in discussione può essere inteso a rivelare di frequente informazioni privilegiate o private. Sono queste intuizioni, peculiari della narrativa in prosa, che rendono preziose le autobiografie non solo per un potenziale biografo di Bernhard ma anche per un critico letterario che cerca di valutare l'opera creativa. Saunders descrive questa "struttura apertamente artistica" della pentalogia come "insolita per l'autobiografia [...] [che elimina] dettagli biografici esterni esatti, concentrandosi invece e principalmente sulla natura emotiva delle esperienze".<ref>Saunders, p. 57.</ref> Tuttavia, l'"Andeutung" del sottotitolo del primo volume non riguarda solo la trascrizione delle sue esperienze che, a distanza di trenta anni, può solo fornire un ''accenno'' sui motivi di ciò che è accaduto ("die Ursache"), ma segnala anche il testo stesso come intimazione o indizio da esplorare nella speranza di mettere insieme un quadro della natura dell'identità personale del narratore.
 
Nel suo capitolo intitolato "The Elusiveness of Truth", il perfezionamento di Roy Pascal del concetto di verità nell'autobiografia fa luce e può essere visto per corroborare una comprensione soggettiva e personale della verità nella pentalogia: "Dobbiamo [...] definire quale tipo di verità si intende [nell'autobiografia], e questo possiamo scoprirlo solo in relazione all'intenzione generale dell'autore. Non sarà una verità oggettiva, ma la verità nei confini di uno scopo limitato."<ref>Pascal, p. 83.</ref> Bernhard discute della propria comprensione della verità in relazione al suo progetto specifico, il suo "scopo limitato", in particolare in ''Der Keller'', dove lo Scherzhauserfeldsiedlung, il quartiere sporco e svantaggiato della città, viene introdotto come simbolo di tutto ciò che Salisburgo non è: "hier war alles zu finden, was die Stadt zu verschweigen oder zu vertuschen versuchte".<ref>Bernhard, ''Der Keller'', p. 34.</ref> Il racconto autobiografico qui presenta una definizione negativa di verità: un rifiuto delle visioni turistiche ingannevoli e unilaterali di Salisburgo.
 
L'intera città evita la "verità" caratterizzata dal quartiere. Bernhard la trasmette in dichiarazioni che sono allo stesso tempo metaforiche e letterali, vedi la sua descrizione di come le persone non solo evitino di entrare nello Scherzhauserfeldsiedlung, ma smettano anche di pensarci: "Die ganze Stadt machte einen Bogen um die Scherzhauserfeldsiedlung".<ref>''Ibid.'', p. 36.</ref> L'effetto di questa affermazione è di guidare l'attenzione del lettore sia sugli aspetti esterni (sociali, geografici, fisici) della descrizione sia sulle dimensioni interne (personali, psicologiche) del resoconto biografico. L'ipocrisia e la falsità prevalenti a Salisburgo sono assenti anche dall'uso del linguaggio da parte degli abitanti del Scherzhauserfeldsiedlung: "Diese Leute hatten nie ein Blatt vor den Mund genommen".<ref>''Ibid.'', p. 51.</ref> Nella loro sincerità, si feriscono a vicenda, ma c'è onestà in questo e per il narratore l'onestà è il più vicino possibile alla verità. La sua allegria nel negozio indica che è preferibile la dura onestà della gente della classe operaia nello Scherzhauserfeldsiedlung, piuttosto che l'ipocrisia che si trova altrove in città (scuola, ospedali, anche a casa): "Jetzt existierte ich in der Gegenwart, in alien ihren Gerüchen und Härtegraden."<ref>''Ibid.'', p. 13.</ref> La verità è equiparata a vivere e realizzare il proprio potenziale umano qui, e contrastata coi libri che occupano il mondo della teoria, non l'esperienza della vita reale. Nel contesto della vita di tutti i giorni, queste persone sono più felici degli abitanti di Salisburgo che si autoingannano con la loro presunta importanza personale e il loro autoinganno. Il legame è cruciale: l'onestà è la causa di una vita quotidiana più felice (non vengono emessi giudizi morali più ampi). Dato che la verità è una precondizione di speranza e felicità per il narratore bernhardiano, la sua importanza può essere ricondotta all'oggetto delle descrizioni qui, e non solo ai commenti sull'autoinganno. La coerenza del messaggio tra gli obiettivi professi del narratore per l'autobiografia e gli oggetti delle sue descrizioni (qui il quartiere dello Scherzhauserfeldsiedlung) è troppo pressante per essere trascurata dal lettore.
 
 
 
 
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