La prosa ultima di Thomas Bernhard/Bernhard e l'autobiografia: differenze tra le versioni

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Il narratore autobiografico di Bernhard è profondamente consapevole dell'importanza di alterare la sua prospettiva sul passato. Ma questa non è cosa da poco o facile; in termini personali, è un compito monumentale che non può essere realizzato in modo diretto; inoltre, cambiare la propria comprensione del passato non è un atto di volontà, ma piuttosto un lento processo di cambiamento effettuato attraverso le narrazioni che ricordano. In quello che è l'unico riferimento costante all'autobiografia di un altro scrittore, il narratore bernhardiano chiede aiuto a [[w:Michel de Montaigne|Montaigne]] per formulare e incoraggiare questo cambiamento.
 
Montaigne è una figura fondamentale nell'autobiografia europea moderna e pertinente alle esplorazioni interiori di Bernhard, non da ultimo a causa della sua concentrazione sull'Io come fonte di conoscenza più produttiva e meno inaffidabile.<ref>Bernhard fa diversi riferimenti a Montaigne in ''Die Ursache'': pp.82-3, 88, e 95. Anche l'[[w:esergo|esergo]] di ''Der Keller'' (p. 5) è tratto da Montaigne.</ref> Il compito di Montaigne, come egli lo definisce nel primo libro delle ''[[w:Saggi (Montaigne)|Essais]]'' (1580-95), è l'autocoscienza attraverso l'autostudio concertato. Nello schema di Montaigne, il mondo fornisce una riflessione che consente al soggetto contemplante di capirsi meglio: "Ce grand monde [...] c'est le miroüer où il nous faut regarder pour nous connoistre de bon biais".<ref>Michel de Montaigne, ''Essais'', 3 voll. (Garnier-Flammarion, 1979), I, p. 205.</ref> Mentre il tono di ottimistica meraviglia, evidente in "ce grand monde", è assente nelle più tristi esperienze di vita di Bernhard, le sue opere autobiografiche traggono ispirazione dai duplici obiettivi di Montaigne: autocoscienza e automiglioramento.
 
Per entrambi gli autobiografi, l'auto-miglioramento equivale all'apprendimento dall'esperienza: c'è un senso profondo nelle autobiografie, come nelle ''Essais'', del ragionamento ''a posteriori'', di passare al giudizio su se stessi e sul mondo ''dopo'' l'esperienza. Anche Montaigne riflette, digerisce ed elabora le sue esperienze, rifiutando di racchiuderle in conclusioni ordinate o soggiogandole a principi ''a priori'': "Qui se souvient de s'être tant et tant de fois mesconté de son propre jugement, est-il pas un sot de n'en entrer pour jamais en deffiance?"<ref>Montaigne, ''Essais'', III, p. 284.</ref> L'enfasi qui è sull'esperienza come fonte da cui imparare a raggiungere l'auto-miglioramento. Le parole di Montaigne qui indicano auto-correzione o illuminazione attraverso l'analisi e la descrizione delle proprie esperienze — il che implica un processo profondamente autoanalitico, persino scettico. Man mano che Montaigne sviluppa il suo argomento, la sua importanza per Bernhard diventa più evidente: "Quand je me trouve convaincu par la raison d'autroy d'une opinion fauce, je n'apprens pas tant ce qu'il m'a diet de nouveau et cette ignorance particulière [...], comme en general j'apprens ma debilité et la trahison de mon entendement [...]."<ref>''Ibid.''</ref> Non si tratta solo di autointerrogarsi; è aver dubbi su sé stessi. Montaigne qui solleva interrogativi sul processo stesso su cui deve fare affidamento per comprendere il mondo e, quindi, sé stessi: il suo intelletto o i suoi poteri di comprensione. Il narratore bernhardiano è profondamente consapevole della posizione scettica e autoinquisitiva di Montaigne: l'onere non è solo quello di elaborare logicamente il passato pensandoci con profondità e applicando un'analisi razionale; si tratta di conoscersi meglio ("nous connoistre de bon biais") — un obiettivo che viene raggiunto dalla descrizione e, soprattutto, dalla descrizione di sé stessi nella forma di una narrazione.
 
Il narratore bernhardiano allude specificamente a Montaigne per concentrarsi maggiormente sul legame tra il suo progetto e l'auto-miglioramento. Verso la fine di ''Die Ursache'', il narratore delinea l'influenza delle ''Essais'' di Montaigne sulla sua autocoscienza nei suoi scritti. La sezione centrale di questa esposizione indica l'autodescrizione come aiuto per l'individuo scontento:
{{q|Montaigne schreibt, [...] es gibt nichts Schwierigeres, aber auch nichts Nützlicheres, als die Selbstbeschreibung. Man muß sich prüfen, muß sich selbst befehlen und an den richtigen Platz stellen. Dazu bin ich immer bereit, denn ich beschreibe mich, und ich beschreibe nicht meine Taten, sondern mein Wesen.<ref>Bernhard, ''Die Ursache''. p. 127.</ref>}}