Teatro greco/I Greci e il teatro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
Riga 14:
 
== L'organizzazione teatrale ==
[[File:Dionysos kantharos BM B589.jpg|thumb|right|upright = 1.3|Dioniso inseduto dipinto su un dipintokantharos, un vaso risalente al VI secolo a.C. (opera attribuita a Psiax). British Museum, Londra]]
Le rappresentazioni teatrali nell'antica Grecia si svolgevano in determinati periodi dell'anno, in corrispondenza di particolari festività legate al culto di Dioniso. Le più importanti in assoluto erano le Grandi Dionisie o Dionisie urbane, che si tenevano tra il 9 e il 14 del mese di Elafebolione (marzo-aprile).<ref>{{cita libro | autore=Davide Susanetti | titolo=Il teatro dei Greci. Feste e spettacoli, eroi e buffoni | città=Roma | editore=Carocci | anno=2003 | p=27}}</ref> Con la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, i mari diventavano più navigabili e Atene era popolata di forestieri. L'evento teatrale si svolgeva quindi in un clima di festa e in un periodo dell'anno durante il quale le attività lavorative erano sospese. A conferire solennità alle cerimonie era poi il fatto che queste duravano varie giornate consecutive. La comunità usciva quindi dalla sfera del quotidiano e, come scrive Del Corno, entrava in «una dimensione mimetica che contribuiva ad abolire ogni soluzione di continuità fra lo spettacolo e i suoi spettatori».<ref name="DelCorno166" />
 
Riga 61:
 
== La messa in scena ==
[[File:Actor as old woman Louvre CA94.jpg|thumb|upright = 1|Figurina in terracotta del IV secolo a.C., raffigurante un attore che impersona una vecchia. Museo del Louvre, Parigi]]
Il teatro non era coperto e veniva illuminato dalla luce naturale del sole. La struttura architettonica era inoltre progettata in modo che i dialoghi fossero udibili da tutti gli spettatori. A queste esigenze acustiche veniva incontro anche l'uso delle maschere, dotate di un'apertura per la bocca che aveva anche l'effetto di amplificare la voce degli attori.<ref name="DelCorno167" />
 
Riga 72:
Il numero di attori variò nel corso degli anni. Alle origini c'era un unico attore, e fu Eschilo a introdurne un secondo e poi un terzo,<ref name="DelCorno168" /> che con Sofocle divenne una presenza fissa.<ref name="Guidorizzi33" /><ref name="Susanetti31">{{cita libro | autore=Davide Susanetti | titolo=Il teatro dei Greci. Feste e spettacoli, eroi e buffoni | città=Roma | editore=Carocci | anno=2003 | p=31}}</ref> Solo in rari casi era previsto un attore in più rispetto ai tre convenzionali, che veniva detto ''parachoréghema'' (παραχορήγημα) e a cui venivano affidati ruoli marginali.<ref name="DelCorno168" /> Nella commedia c'era invece maggiore libertà e solo con Cratino fu stabilito il numero di tre attori, a cui se ne aggiungeva un quarto per piccole parti.<ref name="Susanetti31" /> Con il tempo, divenne necessario rivolgersi ad attori professionisti, per i quali vennero istituite delle selezioni; nei tempi più antichi questa incombenza spettava direttamente all'autore, e solo in seguito passò all'arconte.<ref name="Susanetti32"/> Dopo il V secolo, gli attori si organizzarono in compagnie e iniziarono a svolgere ''tournée''.<ref name="Guidorizzi33" />
 
[[File:Arheologicheski-Masks.jpg|thumb|left|upright = 1.5|Maschere teatrali. esposte al museoMuseo archeologico di, Nicosia (Cipro)]]
 
L'uso delle maschere consentiva a ogni attore di interpretare più ruoli, compresi quelli femminili (non erano previste infatti attrici donne).<ref name="DelCorno168" /> Le fonti attribuiscono al poeta Tespi (che è considerato anche il primo tragediografo) l'invenzione della maschera, mentre si deve a Frinico la maschera femminile, con un incarnato più chiaro rispetto a quella maschile.<ref name="Susanetti40">{{cita libro | autore=Davide Susanetti | titolo=Il teatro dei Greci. Feste e spettacoli, eroi e buffoni | città=Roma | editore=Carocci | anno=2003 | p=40}}</ref> È comunque probabile che l'uso della maschera fosse collegato ai riti misterici da cui il teatro greco ha avuto origine. Il suo impiego è poi legato alle dimensioni della struttura, che impediva agli spettatori di riconoscere le espressioni del volto: per questo motivo, le maschere erano dipinte con espressioni tipizzate in modo da esibire il carattere del personaggio. La manifestazione delle emozioni, invece, era affidata ai gesti e alle espressioni verbali. La maschera, quindi, consentiva al pubblico di riconoscere immediatamente i personaggi sulla scena,<ref name="DelCorno169">{{cita libro|autore=Dario Del Corno | titolo=Letteratura greca. Dall'età arcaica alla letteratura dell'età imperiale | città=Milano | editore=Principato | anno=1995 | p=169}}</ref> e permetteva a uno stesso attore, cambiandola, di interpretare di volta in volta personaggi differenti, cosa che richiedeva una certa versatilità.<ref name="Susanetti40" /> Sembra inoltre che le maschere comiche riproducessero le sembianze di giovani oppure dei cittadini ateniesi di cui ci si prendeva gioco durante la rappresentazione; in molti casi però gli artigiani che le realizzavano dovevano assecondare la fantasia dei poeti, che portavano in scena cori composti da animali o da creature fantastiche.<ref name="Susanetti42">{{cita libro | autore=Davide Susanetti | titolo=Il teatro dei Greci. Feste e spettacoli, eroi e buffoni | città=Roma | editore=Carocci | anno=2003 | p=42}}</ref>