Teatro greco/Mimo e fliace: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
m →Mimo |
||
Riga 15:
Il mimo conobbe la sua massima fortuna in età ellenistica: con il declino della ''polis'', anche tragedia e commedia avevano perso la centralità avuta durante l'età classica. Durante l'ellenismo questo genere continuò a vivere nel teatro popolare e si evolse in forme letterarie più sofisticate, come nel caso dei mimi di Teocrito e di Eroda.
Teocrito in particolare, nato attorno al 300 e morto poco dopo il 260 a.C., ricorse all'esametro per descrivere situazioni quotidiane, spesso ambientate in campagna, creando uno stretto rapporto tra il mimo e la poesia pastorale.<ref>{{cita libro|autore=Dario Del Corno | titolo=Letteratura greca. Dall'età arcaica alla letteratura dell'età imperiale | città=Milano | editore=Principato | anno=1995 | p=460 }}</ref> Eroda, vissuto nella seconda metà del III secolo a.C., preferiva invece il giambo scazonte, ponendosi nel solco della tradizione ipponattea (le sue opere venivano infatti
== Fliace ==
|