Storia della filosofia/Gnosticismo: differenze tra le versioni
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Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca ''gnósis'' (γνῶσις), cioè «conoscenza», intesa però come una conoscenza non razionale, a cui l'uomo può giungere dopo un lungo percorso di illuminazione e attraverso la quale può unirsi con Dio. Il termine ''gnosticismo'' tuttavia non si ritrova negli scritti dell'epoca, ma venne coniato da Henry More nel 1669,<ref>''An Exposition of the Seven Epistles to the Seven Churches together with a Brief Discourse of Idolatry, with Application to the Church of Rome'', "To the Reader": ''though it be indeed but a spice of the old abhorred Gnosticism'', (pagina non numerata).</ref> con esplicito riferimento al vocabolo greco «gnosi» utilizzato nell'antichità dai seguaci del movimento<ref>''Annali di scienze religiose'' [ADSR], volume 11, pag. 200, Vita e Pensiero, 2006.</ref>
Anche se parrebbe collocarsi principalmente in un contesto cristiano<ref>Adolf von Harnack definì lo Gnosticismo l'acuta ellenizzazione del Cristianesimo ("Die Gnosis ist akute Hellenisierung des Christentums", in ''Lehrbuch der Dogmengeschichte'', Freiburg 1888, vol. I, p. 162); Moritz Friedländer, ''Der vorchristliche judische Gnostizismus'', Göttingen, 1898 ne invocò le origini giudaico-ellenistiche e Wilhelm Bousset, ''Hauptprobleme Der Gnosis'', Göttingen, 1907 le origini persiane.</ref><ref>Karen L. King, ''What is Gnosticism?'' (2005) "Bousset held that Gnosticism was a pre-Christian religion, existing alongside of Christianity. It was an Oriental product, anti-Jewish and un-Hellenic..."</ref>, in passato alcuni studiosi ritennero che lo gnosticismo precedesse il cristianesimo e includesse credenze religiose pre-cristiane e pratiche spirituali comuni alle origini del cristianesimo, al neoplatonismo, all'ebraismo del Secondo Tempio, alle religioni misteriche e allo zoroastrismo (specialmente per ciò che riguarda lo zurvanismo). La discussione sullo gnosticismo è cambiata radicalmente con la scoperta dei ''Codici di Nag Hammâdi'', che condussero gli studiosi ad una revisione delle precedenti ipotesi.▼
▲Anche se parrebbe collocarsi principalmente in un contesto cristiano,<ref>Adolf von Harnack definì lo Gnosticismo l'acuta ellenizzazione del Cristianesimo ("Die Gnosis ist akute Hellenisierung des Christentums", in ''Lehrbuch der Dogmengeschichte'', Freiburg 1888, vol. I, p. 162); Moritz Friedländer, ''Der vorchristliche judische Gnostizismus'', Göttingen, 1898 ne invocò le origini giudaico-ellenistiche e Wilhelm Bousset, ''Hauptprobleme Der Gnosis'', Göttingen, 1907 le origini persiane.</ref><ref>Karen L. King, ''What is Gnosticism?'' (2005) "Bousset held that Gnosticism was a pre-Christian religion, existing alongside of Christianity. It was an Oriental product, anti-Jewish and un-Hellenic..."</ref>
== Storia ==▼
[[File:Lion-faced_deity.jpg|thumb|left|Serpente dal volto di leone, detto glicone, uno dei simboli gnostici della sapienza divina.<ref>Louis Charbonneau-Lassay, ''Il bestiario del Cristo: la misteriosa emblematica di Gesù Cristo'', p. 413, Mediterranee, 1994.</ref>]]▼
Le origini dello gnosticismo sono state per lungo tempo oggetto di controversia e sono tuttora un interessante soggetto di ricerca. Più queste origini sono studiate, più sembra che le sue radici affondino in epoca precristiana. Mentre in precedenza lo gnosticismo veniva considerato soprattutto una delle eresie del cristianesimo, sembra che le prime tracce di sistemi gnostici possano essere trovate già alcuni secoli prima dell'era cristiana. Al quinto Congresso degli Orientalisti (Berlino 1882) Rudolf Kessler<ref>''Über Gnosis und althabylonische Religion'', Berlino 1882.</ref> fece notare il collegamento tra ''gnosis'' e religione babilonese, non la religione originale della Babilonia, ma la religione sincretistica che si sviluppò dopo la conquista della regione da parte di Ciro il Grande. Sette anni più tardi (1889) Wilhelm Brandt pubblicò il suo ''Mandäische Religion''<ref>''Die mandäische Religion: Eine Erforschung der Religion der Mandäer in theologischer, religiöser, philosophischer und kultureller Hinsicht dargestellt'', Leipzig 1889.</ref>, in cui descriveva la religione mandea. In tale opera l'autore dimostrò che questa religione è una forma così chiara di gnosticismo, da essere prova che lo gnosticismo è esistito indipendentemente ed anteriormente al cristianesimo.▼
[[File:Abatur at the scales.jpg|thumb|right|Raffigurazione di Abatur dal ''Diwan Abatur'', uno dei testi gnostici del mandeismo]]▼
▲[[File:Lion-faced_deity.jpg|thumb|left|Serpente dal volto di leone, detto glicone, uno dei simboli gnostici della sapienza divina.<ref>Louis Charbonneau-Lassay, ''Il bestiario del Cristo: la misteriosa emblematica di Gesù Cristo'', p. 413, Mediterranee, 1994.</ref>]]
▲Le origini dello gnosticismo sono state per lungo tempo oggetto di controversia e sono tuttora
Molti studiosi, invece, hanno ricercato la fonte delle teorie gnostiche nel mondo ellenistico e, specialmente, nella città di Alessandria d'Egitto. Nel 1880 Manuel Joël<ref>''Blicke in die Religionsgeschichte zu Anfang des zweiten christlichen Jahrhunderts'', Breslau, 1880.</ref> cercò di provare che l'origine di tutte le teorie gnostiche risiedeva in Platone. Anche se la tesi su Platone può essere considerata come una forzatura, l'influenza greca sulla nascita e sullo sviluppo dello gnosticismo non può essere negata. In ogni caso, che il pensiero alessandrino abbia avuto qualche influenza, almeno nello sviluppo dello gnosticismo cristiano, è dimostrato dal fatto che la maggior parte della letteratura gnostica di cui siamo in possesso arriva da fonti egiziane (copte).
== Fonti per lo studio dello gnosticismo ==
[[File:Dialogue of the Savior.jpg|thumb|
Fino al Novecento, le principali fonti per lo studio dello gnosticismo erano rappresentate delle opere dei padri della Chiesa dedicate alla confutazione delle eresie. Frammenti dai testi degli gnostici sono riportati nelle opere di Ireneo di Lione, Clemente Alessandrino, Ippolito Romano, Origene ed Epifanio di Salamina.<ref>{{cita libro | titolo=Introduzione | curatore=Luigi Moraldi | opera=Testi gnostici | editore=Utet | città= Torino | anno=2008 | annooriginale=1982 | p=10}}</ref> Altre fonti indirette, però di autori pagani, sono le opere in cui Plotino e Porfirio polemizzano con lo gnosticismo. Benché ci forniscano molte informazioni, è necessario ricordare che tutte queste fonti sono opera di avversari dello gnosticismo, che quindi lo descrivono in modo negativo.
Gli gnostici erano autori prolifici e all'epoca si impegnarono in vivaci dibattiti. Tuttavia, nonostante questa ricchezza, pochi dei loro scritti si sono salvati e sono giunti fino ai nostri giorni nella loro completezza. Nel 1772 fu rinvenuto il ''Codex Askewianus'', contenente la versione in copto della ''Pistis Sophia'', un importante trattato riconducibile agli ambienti delle antiche comunità gnostiche cristiane dell'Egito. La prima edizione del testo fu pubblicata però solo negli anni cinquanta dell'Ottocento.<ref>{{cita libro | titolo=Introduzione | curatore=Luigi Moraldi | opera=Testi gnostici | editore=Utet | città= Torino | anno=2008 | annooriginale=1982 | p=56}}</ref> Un altro codice copto era intanto stato ritrovato nel 1769 in un mercato egiziano nei pressi di Luxor: noto come ''Codex Brucianus'', è composto da due manoscritti, uno contenente il ''Primo e Secondo dei libri di Jeu'', e l'altro il trattato conosciuto come il ''Testo gnostico senza nome''. La prima traduzione, in francese, apparve nel 1891, seguita l'anno successivo da un'edizione in tedesco.<ref>{{cita libro | titolo=Introduzione | curatore=Luigi Moraldi | opera=Testi gnostici | editore=Utet | città= Torino | anno=2008 | annooriginale=1982 | pp=56-58 }}</ref>
Gli studi sullo gnosticismo furono però rivoluzionati nel 1946, quando Tago Mina, all'epoca curatore del Museo copto del Cairo, acquistò un codice rinvenuto pochi mesi prima da una famiglia di contadini presso la falesia di Jabal al-Tarif, a 11 chilometri dalla città di Nag Hammâdi. Il codice destò l'attenzione degli studiosi francesi, perché conteneva il testo di alcuni importanti trattati gnostici dei quali fino allora erano conosciuti solo i titoli. Si scoprì così che il codice non era unico, ma faceva parte di un gruppo di tredici codici contenuti in un giara sotterrata in una grotta e riportata fortunosamente alla luce. La scoperta fu particolarmente importante: i testi provenivano da una comunità gnostica cristiana, che li aveva accuratamente nascosti per sottrarli alla distruzione messa in atto dalla Grande Chiesa. Si sono così salvati 52 scritti gnostici, tra i quali figurano i titoli di importanti opere come l<nowiki>'</nowiki>''Apocrifo di Giovanni'', il ''Vangelo degli Egiziani'' e il ''Trattato tripartito''. <ref>{{cita libro | titolo=Introduzione | curatore=Luigi Moraldi | opera=Testi gnostici | editore=Utet | città= Torino | anno=2008 | annooriginale=1982 | pp=61-79}}</ref> I codici di Nag Hammâdi hanno così consentito agli studiosi di potere leggere direttamente alcuni dei più importanti testi dello gnosticismo.
▲[[File:Dialogue of the Savior.jpg|thumb|right|Frammento del ''Dialogo del Salvatore'', uno dei testi gnostici ritrovati nei codici di Nag Hammâdi.]]
== Le scuole ==
La gnosi ebbe come centri di maggiore fioritura soprattutto Alessandria d'Egitto e Roma. Un particolare impulso ebbe, negli ultimi secoli, in Siria ed in Egitto, grazie alla sua diffusione in ambienti monastici, attraverso le numerose correnti ascetiche. Lo gnosticismo, comunque, ebbe i suoi rappresentanti più noti nei primi secoli dopo Cristo, con prominenti insegnanti come Marcione, Valentino e Basilide. Altri gnostici noti furono Cerinto, Carpocrate e Simon Mago con tutta la sua scuola. Anche quando la corrente principale e centralizzata della Chiesa divenne il corpo cristiano dominante e iniziò a sopprimere le idee cristiane alternative e il paganesimo, lo gnosticismo non svanì senza lasciar traccia, anche se sant'Ireneo di Lione, Tertulliano e Giustino rimasero le uniche fonti di conoscenza fino al 1945, anno in cui furono scoperte, nei pressi del villaggio di al-Qasr, 44 opere gnostiche.▼
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▲La gnosi ebbe come centri di maggiore fioritura soprattutto Alessandria d'Egitto e Roma. Un particolare impulso ebbe, negli ultimi secoli, in Siria
== Caratteristiche e definizione ==
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Lo gnosticismo descrive un insieme di antiche religioni il cui principio base era l'insegnamento attraverso il quale si può fuggire dal mondo materiale, creato dal Demiurgo, per abbracciare il mondo spirituale. Gli ideali gnostici furono influenzati da molte delle antiche religioni<ref>John Hinnel (1997). ''The Penguin Dictionary of Religion''. Penguin Books UK.</ref> che predicavano tale gnosi (variamente interpretata come conoscenza, illuminazione, salvezza, emancipazione o ''unicità con Dio''), che, a seconda del culto in questione, poteva essere raggiunta praticando la filantropia, tale da raggiungere la povertà personale, l'astinenza sessuale (per quanto possibile per gli ''ascoltatori'', completamente per ''iniziati'') e una diligente ricerca della saggezza aiutando gli altri<ref>Tobias Churton (2005). ''Gnostic Philosophy: From Ancient Persia to Modern Times''. Inner Traditions, VA USA.</ref>.
Nello gnosticismo il mondo del Demiurgo è rappresentato dal mondo inferiore, che è associato con la materia, la carne, il tempo e più particolarmente con un mondo imperfetto, effimero. Il mondo di Dio è rappresentato dal mondo superiore ed è associato all'anima e alla perfezione. Il mondo di Dio è eterno e non rientra nei limiti della fisica. È impalpabile, e il tempo non esiste. Per arrivare a Dio, lo gnostico deve raggiungere la conoscenza, che mescola filosofia, metafisica, curiosità, cultura, saperi e i segreti della storia e dell'universo
== Il rapporto con il cristianesimo ==
In generale gli gnostici tendevano ad identificare il Dio veterotestamentario con la potenza inferiore del malvagio Demiurgo, creatore di tutto il mondo materiale, mentre il Dio neotestamentario con l'Eone perfetto ed eterno, il generatore degli eoni Cristo e Sophia, incarnati sulla Terra rispettivamente come Gesù e Maria Maddalena. Dalla concezione docetista insita in gran parte delle religioni gnostiche, deriverebbe poi il rifiuto della resurrezione del corpo di Gesù, poiché dopo la sua morte, egli sarebbe tornato sulla Terra solo nella sua forma divina, liberato dal corpo materiale. Inoltre, nel periodo tra la Resurrezione e l'Ascensione, periodo considerato dagli gnostici ben più esteso dei canonici quaranta giorni, avrebbe impartito solo a pochi dei suoi discepoli una sorta di insegnamento segreto (di tale insegnamento tratta l'apocrifo Pistis Sophia). Tale insegnamento, parallelamente alla dottrina della Chiesa, fondata sulla predicazione pubblica del Cristo, venne tramandato per via occulta a beneficio di pochi eletti, escludendo, così, la gerarchia della Chiesa. Inoltre, aspetto fondamentale, la salvezza doveva giungere attraverso esperienze personali e non attraverso lo studio dei testi canonici. Tutte queste convinzioni contrastavano fortemente con l'ortodossia del cattolicesimo che andava formandosi in quei primi secoli. Fu quindi inevitabile che le dottrine gnostiche, che in un primo tempo si erano diffuse anche all'interno della Chiesa, incontrassero l'opposizione delle comunità cristiane e fossero considerate come eretiche. Ciò portò il movimento gnostico ad un rapido declino, anche se, specialmente in Medio Oriente, alcuni aspetti dello gnosticismo (come l'aspetto ascetico) divennero parte integrante del patrimonio della Chiesa Cristiana per mezzo della corrente filomatica ''philomathìa''-φιλομάθεια
=== Visione gnostica della creazione ===
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Anche il Vangelo di Giuda, recentemente scoperto, tradotto e poi acquistato dalla National Geographic Society menziona gli eoni e parla degli insegnamenti di Gesù al loro riguardo. In un passo di tale Vangelo, Gesù deride i discepoli che pregano l'entità che loro credono essere il vero Dio, ma che è in realtà il malvagio Demiurgo.
Gli gnostici ofiti, o naaseni, veneravano il serpente, perché, come narrato nella Genesi (3,1), era stato mandato da Sophia (o era lei stessa nelle sue sembianze) per indurre gli uomini a nutrirsi del frutto della conoscenza, al fine di infondere in loro la
=== Culto ed etica ===
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Da un punto di vista etico, lo gnosticismo oscillava fra il rigore ed il lassismo: se, infatti, la valutazione negativa della materia e del corpo spingeva alcuni gruppi ad astenersi anche dal matrimonio e dalla procreazione, fino ad arrivare all'ascetismo più rigoroso (Saturnino, encratiti), la convinzione che l'anima fosse assolutamente estranea al mondo materiale portava altre correnti a giudicare in termini relativistici ogni atto connesso con il corpo (Basilide, Carpocrate, barbelognostici, fibioniti, cainiti).
== Note ==
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