Storia della filosofia/Dottrine cristologiche dei primi secoli: differenze tra le versioni
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Il cristianesimo dei primi secoli fu caratterizzato da una miriade di dottrine diverse
== Cristianesimo ante-niceno ==
[[File:Good Shepherd Catacomb of Priscilla.jpg|thumb|left|''Il Buon
Non fu però un percorso lineare. Cristo aveva affidato il suo messaggio alla predicazione orale, senza mai scrivere
=== I padri apostolici ===
I primi autori della patristica sono i cosiddetti padri apostolici, così chiamati perché secondo la tradizione avrebbero avuto contatti diretti con gli apostoli. A questi scrittori, molti dei quali anonimi, è attribuito un ''corpus'' di opere composte tra il I e II secolo, alcune delle quali, prima che venisse stabilito il canone del Nuovo Testamento alla fine del IV secolo, erano
Questo gruppo eterogeneo di opere, ancora fortemente legate alla cultura ebraica, fornisce una testimonianza della grande varietà di dottrine diffuse nelle prime comunità cristiane. Ne è un esempio il dibattito sui rapporti tra cristianesimo ed ebraismo, che in alcuni testi, come nelle lettere di Barnaba e di Ignazio di Antiochia, raggiunge toni aspri. Barnaba in particolare propone
=== Lo gnosticismo ===
Nel II secolo il cristianesimo dovette confrontarsi con la diffusione dello [[../Gnosticismo|gnosticismo]], un movimento filosofico e spirituale che incorporava elementi precedenti al cristianesimo stesso. Secondo gli gnostici,
Bisogna però chiarire da subito che lo gnosticismo non fu un movimento unitario, ma si divise in diverse sette, alcune delle quali non avevano nulla in comune con il cristianesimo. Contro queste dottrine i padri della Chiesa condussero un'accanita battaglia, durata fino al IV secolo.<ref>{{cita libro |autore=Dario Del Corno | titolo=Letteratura greca | editore=Principato | città=Milano | anno=1995 | p=599}}</ref> Lo scontro, in ogni caso, contribuì a una formulazione più precisa di quali fossero i caratteri principali dell'ortodossia cristiana.
=== Le persecuzioni e l'apologetica ===
[[File:Christus Sol Invictus.jpeg|thumb|left|''Cristo come'' Sol Invictus. Necropoli vaticana, Roma, III-IV secolo]]
Durante il II e il III secolo, però, gli scrittori cristiani dovettero difendere la loro fede da ulteriori attacchi. Da un lato c'erano le aperte ostilità della società pagana, che guardava con sospetto i cristiani e il loro atteggiamento di distacco rispetto alle pratiche pubbliche.
Sorse così nel II secolo un gruppo di scrittori detti apologisti, che difesero il cristianesimo dalla critiche provenienti da ebrei e pagani. Uno dei primi fu Quadrato di Atene, che indirizzò una lettera in difesa del cristianesimo all'imperatore Adriano. Ma gli apologisti dovettero anche contrastare la diffusione, all'interno della stessa Chiesa, di alcune dottrine giudicate contrarie all'ortodossia e quindi eretiche.<ref name="patristic-literature-britannica" /> Il quadro era tuttavia particolarmente complesso: basti pensare che alcuni apologisti criticarono alcune eresie ricorrendo a loro volta ad altre dottrine eterodosse (Tertulliano, per esempio, criticò la
=== Il marcionismo ===
Una delle prime dottrine a essere
Marcione
Queste teorie furono subito condannate dalla Chiesa. Grazie tuttavia all'intensa attività di predicazione svolta da Marcione, la sua dottrina si diffuse in tutto il Mediterraneo e sopravvisse fino al V secolo. Il suo più accanito oppositore fu Tertulliano, che lo criticò aspramente nella ''Adversus Marcionem''
=== Il montanismo ===
Sempre nel II secolo si sviluppò in Frigia (nell'attuale Turchia) un'altra dottrina condannata come eretica, il montanismo. I suoi seguaci la consideravano una rivelazione profetica: Montano, poco dopo essersi convertito al cristianesimo, disse di ricevere profezie ispirate dallo Spirito. Attorno al 156 iniziò quindi la sua predicazione, accompagnato da due profetesse, Prisca (o Priscilla) e Massimilla, che dicevano di avere le stesse visioni. In breve, tra l'entusiasmo generale, il loro insegnamento si diffuse i molti villaggi rurali della Frigia.
Montano sosteneva di essere il mezzo attraverso cui era
== Dopo il concilio di Nicea ==
[[File:THE FIRST COUNCIL OF NICEA.jpg|thumb|Il concilio di Nicea in un'icona ortodossa]]
Nel IV e nel V secolo la letteratura cristiana conobbe una grande fioritura. Molte cose, d'altra parte, erano cambiate. Nel 313, con l'editto di Milano, l'imperatore Costantino aveva riconosciuto la libertà di culto ai cristiani e aveva posto fine al culto pagano dello stato. In seguito, nel 325, aveva indetto un concilio a Nicea, durante il quale fu stabilita la dottrina ortodossa della Trinità. Queste conclusioni sarebbero poi state confermate dal concilio di Costantinopoli del 381. D'altra parte, il dibattito dottrinale nel V secolo sarebbe diventato ancor più complesso, con il proliferare di nuove dottrine,
=== L'arianesimo ===
[[File:Baptism of Christ - Arian Baptistry - Ravenna 2016.jpg|thumb|left|''Battesimo di Cristo''. Battistero degli ariani, Ravenna, fine del V secolo]]
Tra le dottrine cristologiche che ebbero maggiore diffusione a partire dal IV secolo ci fu l'arianesimo, che fu abbracciato anche da alcuni imperatori come Costanzo II o Valente. Contro questo movimento, i fautori dell'ortodossia cristiana condussero una
Attorno al 320, il presbitero alessandrino Ario (256 - 336) formulò una dottrina cristologica secondo cui Gesù, in quanto Figlio di Dio, era stato creato da Dio. Sosteneva quella che viene chiamata ''omoiusia'': Padre e Figlio hanno una natura simile, ma non identica. Dio,
L'arianesimo fu condannato già nel 525 dal concilio di Nicea, durante il quale furono accettate le tesi di Atanasio sull<nowiki>'</nowiki>''omousia'': il Padre e il Figlio
Alla morte di Costanzo II nel 361, l'ortodossia cristiana si rafforzò in Occidente, mentre l'imperatore ariano Valente (364 - 378) avviò una persecuzione dei non
=== Il Credo e la consustanzialità di Padre e Figlio ===
▲Alla morte di Costanzo II nel 361 l'ortodossia cristiana si rafforzò in Occidente, mentre l'imperatore ariano Valente (364 - 378) avviò una persecuzione dei non-ariani. La diffusione dell'arianesimo in Oriente fu però interrotta dall'editto di Tessalonica del 380, quando gli imperatori Graziano, Teodosio I e Valentiniano II imposero in tutto l'impero il credo niceno e contrastarono la teologia ariana. Questa fu infine condannata dal concilio di Costantinopoli del 381, che confermò le conclusioni raggiunte dal concilio di Nicea. Nel frattempo però l'arianesimo si era diffuso tra le popolazioni germaniche, dove sopravvisse fino al VII secolo.<ref>{{cita web|url=https://www.britannica.com/topic/Arianism|titolo=Arianism|accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
Il concilio di Nicea si aprì il 20 maggio del 325 sotto la presidenza dell'imperatore Costantino. Vi presero parte soprattutto esponenti delle chiese orientali: tra essi vi erano personalità come Eusebio di Cesarea, Eusebio di Nicomedia, Marcello di Ancira e Atanasio, che è la nostra principale fonte di informazioni sul concilio. L'Occidente latino invece era rappresentato solo da Ossio di Cordova, da due presbiteri romani e da pochi altri. Come si è visto, principale oggetto di disputa erano le dottrine ariane sulla natura del Padre e del Figlio. Il 25 luglio i lavori conciliari si chiusero con la formulazione di un «credo», che fu successivamente approvato anche dal concilio di Costantinopoli del 381 (da qui il nome di «simbolo niceno-costantinopolitano», con cui viene a volte indicato). È un testo particolarmente importante, perché contiene le principali affermazioni di fede ritenute ortodosse dalla Chiesa: basato su un testo più antico, il credo fu modificato per contrastare le tesi ariane.
Viene così affermato che il Figlio è della stessa sostanza del Padre: diversamente dalle dottrine di Ario, il Figlio non è una creatura, ma ha la stessa natura divina del Padre. In termini tecnici, Padre e Figlio sono quindi consustanziali. A questa affermazione, gli ariani obiettarono tuttavia che ''sostanza'' non è un termine biblico. Si aprì inoltre un dibattito sulla distinzione tra sostanza e ipostasi (persona), che fu risolto dai [[../Patristica greca#I padri cappàdoci|padri cappàdoci]].
Il concilio di Nicea entrò nel merito anche di questioni relative alla disciplina ecclesiastica e risolse lo scisma dei meliziani, che furono accolti nuovamente nella Chiesa.<ref>{{cita libro | autore1=Claudio Moreschini | autore2=Enrico Morelli | titolo=Manuale di letteratura cristiana antica greca e latina | editore=Morcelliana | città=Brescia | anno=1999 | p=221 }}</ref>
=== Lo scisma donatista ===
[[File:Basilique Douimes et baptisphère (Carthage).JPG|thumb|Rovine della basilica e del battistero di Cartagine]]
L'imperatore Costantino inviò una delegazione, guidata dal vescovo di Roma Milziade, per risolvere la questione. La decisione di riconoscere la legittimità di Ceciliano fu contrastata da Donato, successore di Maiorino. Tra il 317 e il 321 le autorità cercarono senza successo di reprimere lo
I donatisti poterono poi tornare in Africa nel 361, e divennero la maggioranza tra i cristiani della regione. Qui incontrarono l'opposizione dei cattolici, guidati da Agostino. Si arrivò al concilio di Cartagine del 411, che condannò il donatismo come eresia. Seguirono dure leggi contro i seguaci di questa dottrina, a cui venivano negati i diritti civili ed ecclesiastici. Il donatismo sopravvisse comunque per molti secoli, fino alla dominazione araba in Nord Africa, nell'Alto Medioevo.<ref>{{cita web | url=https://www.britannica.com/topic/Donatists | titolo=Donatist | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>▼
=== Il manicheismo ===
▲L'imperatore Costantino inviò una delegazione, guidata dal vescovo di Roma Milziade, per risolvere la questione. La decisione di riconoscere la legittimità di Ceciliano fu contrastata da Donato, successore di Maiorino. Tra il 317 e il 321 le autorità cercarono senza successo di reprimere lo scima con la forza. Infine, nel 347 Donato e i suoi seguaci furono esiliati.
[[File:Jesus as a Manichaean Prophet, 13th century.jpg|thumb|left|Gesù Cristo come un profeta manicheo, pittura della dinastia Song del Sud]]
L'arianesimo non fu l'unica dottrina a occupare le dispute teologiche del IV secolo. Il sacerdote persiano Mani, vissuto nel III secolo, aveva formulato una dottrina dualista, fortemente sincretica, secondo cui il male presente nel mondo era da attribuirsi a un principio negativo, antitetico a quello del bene. Influenzato dallo gnosticismo, Mani si proponeva come un ponte tra zoroastrismo e cristianesimo, tra Oriente e Occidente: sosteneva di essere discepolo di Cristo e ispirato dallo Spirito Santo, e credeva che la sua fede avrebbe sostituito ogni altra religione. Anche il manicheismo, d'altra parte, fu vittima di persecuzioni, e nel 297 un decreto di Diocleziano lo condannò in quanto espressione dell'impero persiano, nemico dello stato romano. In seguito, con la diffusione del cristianesimo, fu nuovamente contrastato su impulso delle autorità religiose.<ref>{{cita libro | autore1=Claudio Moreschini | autore2=Enrico Morelli | titolo=Manuale di letteratura cristiana antica greca e latina | editore=Morcelliana | città=Brescia | anno=1999 | p= }}</ref>
Sebbene all'epoca fosse considerato un'eresia del cristianesimo e come tale avversato, oggi si tende a considerare il manicheismo come una religione a sé stante. Fin dai primi anni, i seguaci di Mani dimostrarono grande zelo missionario, diffondendo la loro dottrina in Egitto, poi in Nord Africa e infine a Roma all'inizio del IV secolo. Da qui, proseguì la sua espansione verso ovest, fino in Spagna. In seguito a dure repressioni, tuttavia, scomparve dall'Europa occidentale entro la fine del V secolo, mentre nella parte orientale dell'impero sopravvisse fino al VI secolo. Le comunità manichee in Persia rimasero attive fino al X secolo, quando il loro capo fu esiliato dalle autorità islamiche. A partire dal VII secolo il manicheismo iniziò inoltre a espandersi in Asia, diffondendosi in Cina e poi nel Turkistan orientale; le ultime tracce in queste regioni risalgono al XIII-XIV secolo.<ref>{{cita web | url=https://www.britannica.com/topic/Manichaeism | titolo=Manichaeism | accesso=1 marzo 2020 }}</ref>
▲I donatisti poterono poi tornare in Africa nel 361, e divennero la maggioranza tra i cristiani della regione. Qui incontrarono l'opposizione dei cattolici, guidati da Agostino. Si arrivò al concilio di Cartagine del 411, che condannò il donatismo come eresia. Seguirono dure leggi contro i seguaci di questa dottrina, a cui venivano negati i diritti civili ed ecclesiastici. Il donatismo sopravvisse comunque per molti secoli, fino alla dominazione araba in Nord Africa, nell'Alto Medioevo.<ref>{{cita web|url=https://www.britannica.com/topic/Donatists|titolo=Donatist|accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
=== Il pelagianesimo ===
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In seguito, tesi simili furono riprese dal semipelagianesimo, sostenuto da Giuliano di Eclano contro la teoria del peccato originale di Agostino. La polemica fu poi portata avanti da vari monaci di Marsiglia, come Vincenzo di Lérins, Arnobio il Giovane e Fausto di Riez, e trovò molti seguaci in Gallia. Secondo questi scrittori il desiderio di salvezza nasceva spontaneamente negli uomini, che quindi erano in grado di raggiungere da sé la salvezza; la libertà umana inoltre veniva riconosciuta come un valore assoluto e autonomo.
Pelagianesimo e semipelagianesimo furono definitivamente condannati dal concilio di Orange del 529, quando furono definiti i 25 canoni della dottrina cattolica della Grazia, approvati nel 530 da papa Bonifacio II. L'uomo è dotato di libero arbitrio, ma questo non è sufficiente affinché si sviluppi la fede e possa quindi raggiungere la salvezza; per questo è necessaria la Grazia divina, la quale viene data gratuitamente e non c'è nulla che l'uomo possa fare per meritarla. Venne inoltre condannata qualsiasi forma di predestinazione alla salvezza o alla dannazione. Tesi pelagiane sarebbero tuttavia risorte nei secoli successivi della storia del cristianesimo.<ref>{{cita web | url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pelagianesimo_%28Dizionario-di-Storia%29/ | titolo=pelagianesimo | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
=== Il nestorianesimo ===
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Nel 430 un sinodo tenutosi ad Alessandria confermò che la doppia natura umana e divina di Cristo implicava che Maria fosse ''Theotokos''. A Nestorio fu quindi ingiunto di ritrattare le sue tesi. Il patriarca si rivolse allora all'imperatore Teodosio, nella speranza di risolvere la questione. Il concilio che ne seguì, svoltosi a Efeso nel 431, si concluse con la condanna e la deposizione di Nestorio dalla sede di Costantinopoli. Il nestorianesimo sarebbe poi stato confermato come eresia nel concilio di Calcedonia del 451.
Confinato in un monastero ad Antiochia, Nestorio si trasferì nel deserto libico e successivamente si spostò a
Tuttavia la dottrina di Nestorio, così come era stata interpretata all'epoca, si diffuse rapidamente. Il nestorianesimo sostiene il difisismo: in Cristo la natura umana e quella divina sono divise in due persone distinte, unite da un'attività comune. I nestoriani inoltre negavano che Dio si fosse effettivamente incarnato e consideravano Gesù come un uomo ispirato da Dio (e non come un Dio fatto uomo). Bandito dall'impero romano, il nestorianesimo si diffuse verso Oriente, fu adottato dall'impero persiano e si estese fino all'India e alla Cina. Attualmente gruppi nestoriani sopravvivono in Iraq e Iran.<ref>{{cita web | url=https://www.britannica.com/biography/Nestorius | titolo=Nestroius | autore=John N.D. Kelly | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
=== Il monofisismo ===
Contro le dottrine nestoriane prese posizione anche il monaco
La dottrina di
Il monofisismo fu una delle più importanti dottrine teologiche tra il V e il VI secolo, ed è tutt'oggi professato dai fedeli della Chiesa copta, della Chiesa siriaca giacobita e della Chiesa armena.
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