Storia della filosofia/Dottrine cristologiche dei primi secoli: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
prima stesura
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{storia della filosofia|volume=2}}
 
Il cristianesimo dei primi secoli fu caratterizzato da una miriade di dottrine diverse sullariguardanti la natura di Cristo e l'interpretazione del suo messaggio. AlcuneFin didalle questeorigini, furonoperò, additatesi fece strada la tendenza a costituire una «Grande Chiesa», secondo un'espressione molto usata nella storiografia. Le comunità dei cristiani iniziarono presto a organizzarsi al loro interno, suddividendo i compiti e adottando una struttura gerarchica; sorse tuttavia anche l'aspirazione a riunirsi per costituire un'unica chiesa, intesa, nella tradizione paolina, come eresiecorpo mistico di Cristo.<ref>{{cita libro | autore=Edmondo Luperini | titolo=Fra Gerusalemme e Roma | curatore1=Giovanni Filoramo | curatore2=Daniele Menozzi | opera=Storia del cristianesimo | volume=1 | editore=Laterza | città=Roma-Bari | anno=1997 | pp=105-107 }}</ref> Allo scopo di raggiungere un'unità teologica, alcune dottrine cristologiche furono contrastate dai padri della Chiesa, che le additarono come errori, tesi eterodosse (eresie) separate dalla linea ortodossa proclamata dalla Grande Chiesa. Nel corso di particolari riunioni tra i rappresentanti delle diverse chiese, detti concili, si arrivò alla condanna di questedelle dottrine giudicate eretiche e alla progressiva formulazione di quella che poi è diventata l'ortodossia dottrinaria cristiana.<ref>{{cita web | autore=Giacomo Di Fiore | titolo=La definizione della dottrina cristiana e le eresie | url=https://library.weschool.com/lezione/la-definizione-della-dottrina-cristiana-e-le-eresie-21377.html | accesso=20 gennaio 2019}}</ref> DecisivoQuest'ultima fuè ilquindi conciliola dilinea Niceateologica deluscita 325,vincitrice nelda qualesecoli furonodi presedispute, importantimentre decisionile sullaeresie, naturasconfitte, dirimasero Cristo e delladottrine Trinitàminoritarie.
 
== Cristianesimo ante-niceno ==
[[File:Good Shepherd Catacomb of Priscilla.jpg|thumb|left|''Il Buon PatorePastore''. Catacombe di Priscilla, Roma, seconda metà del III secolo]]
La situazione delIl cristianesimo nei primi anni dopo la morte di Cristo erasi trovava in una situazione particolarmente complessa. Da un lato la nuova religione si separò progressivamente dall'ambiente ebraico in cui era nata; dall'altro, con la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo, entrò in contatto con la filosofia greca e si confrontò con essa. Questi due fattori portarono, nelnei corso deiprimi secoli, alla definizione del sistema di credenze che sta alla base del cristianesimo.<ref name="patristic-literature-britannica">{{cita web | url=https://www.britannica.com/topic/patristic-literature | titolo=Patristic literature|autore=John N.D. Kelly | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
 
Non fu però un percorso lineare. Cristo aveva affidato il suo messaggio alla predicazione orale, senza mai scrivere nessun'nessuna opera. Tuttavia, fiorì fin dal I secolo una nutrita letteratura cristiana, che comprendeva diversi vangeli, lettere e apocalissi. A questa varietà di testi corrispondeva un'ampia varietà di dottrine, ciascuna delle qualequali interpretava diversamente la natura di Cristo e il suo insegnamento. Ma i primi cristiani subirono anche delle persecuzioni, e gli scrittori cristiani deidi primiquesti secoli dovettero difendere la nuova fede dalle critiche che le venivano mosse.
 
=== I padri apostolici ===
I primi autori della patristica sono i cosiddetti padri apostolici, così chiamati perché secondo la tradizione avrebbero avuto contatti diretti con gli apostoli. A questi scrittori, molti dei quali anonimi, è attribuito un ''corpus'' di opere composte tra il I e II secolo, alcune delle quali, prima che venisse stabilito il canone del Nuovo Testamento alla fine del IV secolo, erano utilizzatiutilizzate per il culto religioso. L'elenco chepiù completo comprende la ''Didaché'' (o ''Insegnamento dei dodici apostoli''), la ''Lettera di Barnaba'', la ''Prima'' e la ''Seconda lettera di Clemente'', le sette ''Lettere di Ignazio di Antiochia'', la ''Lettera di Policarpo ai Filippesi'', il ''Martirio di san Policarpo'', la ''Lettera a Diogneto'', il ''Pastore d'Erma'' di Erma e i frammenti di Papia di Ierapoli.
 
Questo gruppo eterogeneo di opere, ancora fortemente legate alla cultura ebraica, fornisce una testimonianza della grande varietà di dottrine diffuse nelle prime comunità cristiane. Ne è un esempio il dibattito sui rapporti tra cristianesimo ed ebraismo, che in alcuni testi, come nelle lettere di Barnaba e di Ignazio di Antiochia, raggiunge toni aspri. Barnaba in particolare propone un'una nuova interpretazione, in chiave cristiana, dell'Antico Testamento (cioè la Bibbia ebraica), mentre Ignazio critica le tendenze giudaizzanti ancora presentidiffuse nellanelle Chiesacomunità cristiane. SonoQuesti inoltretesti presentifanno riferimentiinoltre riferimento a discussioni dottrinali, relativirelative a temi come il battesimo, il peccato e l'Eucarestiaeucarestia.<ref name="patristic-literature-britannica" />
 
=== Lo gnosticismo ===
Nel II secolo il cristianesimo dovette confrontarsi con la diffusione dello [[../Gnosticismo|gnosticismo]], un movimento filosofico e spirituale che incorporava elementi precedenti al cristianesimo stesso. Secondo gli gnostici, loil spiritoDio dell'Antico Testamento non era il Dio annunciato da Gesù, ma un demiurgo, un essere inferiore a Dio che aveva dato forma al mondo materiale. Partendo da queste premesse, gli gnostici separavano nettamente separatolo spirito dal corpo materiale, ede eraritenevano che fosse possibile ottenere la salvezza solo allontanandosi dalla materia e raggiungendo la gnosi (γνῶσις), cioè la conoscenza didel vero Dio. Si trattava di un percorso iniziatico, riservato a pochi, in cui l'uomo passava attraverso variegradi di illuminazioniilluminazione interioriinteriore.
 
Bisogna però chiarire da subito che lo gnosticismo non fu un movimento unitario, ma si divise in diverse sette, alcune delle quali non avevano nulla in comune con il cristianesimo. Contro queste dottrine i padri della Chiesa condussero un'accanita battaglia, durata fino al IV secolo.<ref>{{cita libro |autore=Dario Del Corno | titolo=Letteratura greca | editore=Principato | città=Milano | anno=1995 | p=599}}</ref> Lo scontro, in ogni caso, contribuì a una formulazione più precisa di quali fossero i caratteri principali dell'ortodossia cristiana.
 
=== Le persecuzioni e l'apologetica ===
[[File:Christus Sol Invictus.jpeg|thumb|left|''Cristo come'' Sol Invictus. Necropoli vaticana, Roma, III-IV secolo]]
Durante il II e il III secolo, però, gli scrittori cristiani dovettero difendere la loro fede da ulteriori attacchi. Da un lato c'erano le aperte ostilità della società pagana, che guardava con sospetto i cristiani e il loro atteggiamento di distacco rispetto alle pratiche pubbliche. NonPer questo motivo, non di rado, venivano quindi accusati di compiere ogni genere di azione immorale e di tramare contro l'ordine costituito. A questo si aggiungere poiaggiunsero anche gli attacchi teorici controda laparte nuovadei religionefilosofi, e tra questi uno dei più agguerriti fu il [[../Medioplatonismo|filosofo medioplatonico Celso]].
 
Sorse così nel II secolo un gruppo di scrittori detti apologisti, che difesero il cristianesimo dalla critiche provenienti da ebrei e pagani. Uno dei primi fu Quadrato di Atene, che indirizzò una lettera in difesa del cristianesimo all'imperatore Adriano. Ma gli apologisti dovettero anche contrastare la diffusione, all'interno della stessa Chiesa, di alcune dottrine giudicate contrarie all'ortodossia e quindi eretiche.<ref name="patristic-literature-britannica" /> Il quadro era tuttavia particolarmente complesso: basti pensare che alcuni apologisti criticarono alcune eresie ricorrendo a loro volta ad altre dottrine eterodosse (Tertulliano, per esempio, criticò la stessa Chiesa cattolica e dapprima abbracciò il montanismo, poi fondò una sua setta).
 
=== Il marcionismo ===
Una delle prime dottrine a essere condannatacondannate come eresiaeretiche fu il marcionismo, che sosteneva la totale inconciliabilità tra il Vecchio e il Nuovo Testamento. Secondo il suo fondatore Marcione (85 - 160), un giovane di famiglia agiata originario di Sinope (sul Mar Nero), il Dio Padre di cui predicava Cristo non poteva essere lo stesso Dio creatore di cui parla la Bibbia ebraica. A suo dire, questa distinzione fu tenuta nascosta fin dagli albori del cristianesimo, e: per questo motivo lo stesso Marcione si impegnò a curare una propria versioneedizione, emendataconforme alla sua dottrina, delle lettere paoline e del NuovoVangelo Testamentodi Luca (che riteneva fosse da attribuire a Paolo). In questo modo, conformefu allauno suadei interpretazioneprimi a tentare di organizzare un canone dei testi cristiani. Oltre a ciò, difese le sue concezioni teologiche in un'opera, intitolata ''Antitesi''.<ref name="marcion-britannica">{{cita weblibro |url autore1=https://www.britannica.com/biography/Marcion-of-PontusClaudio Moreschini | autore2=Enrico Morelli | titolo=MarcionManuale ofdi letteratura cristiana antica greca e latina Pontus|accesso editore=20Morcelliana gennaio| città=Brescia | anno=1999 | p=78-79 2019}}</ref>
 
Marcione sisosteneva interessavache esclusivamenteil alDio sensocreatore letteraledell'Antico dei testi sacriTestamento, eche rifiutavaimponeva ogniagli tipouomini diuna interpretazionerigida simbolicalegge oin allegorica.base Nellaalla suaquale operapremiava principale,gli intitolataonesti ''Antitesi'', sostenne che il Dio creatore dell'Antico Testamento, chee puniva duramente gli ingiusti, non poteva affatto conciliarsi con il Dio Padre misericordioso dei Vangeli. Gesù Cristo era quindi Figlio di un altro Dio, la cui caratteristica principale era la bontà, e che Marcione identificaidentificava con il "Dio sconosciuto" di cui Paolo aveva parlato in un suo celebre discorso all'agorà. Commosso per la condizione degli uomini, che erano stati sottomessi dal loro creatore a una dura legge, Dio inviò sulla terra il suo Figlio per annunciare un messaggio di salvezza.<ref>{{cita libro | autore1=Claudio Moreschini | autore2=Enrico Morelli | titolo=Manuale di letteratura cristiana antica greca e latina | editore=Morcelliana | città=Brescia | anno=1999 | p=78 }}</ref> Qui è forse visibilericonoscibile un'influenza gnostica, poiché l'antitesi marcionistamarcionita sembra riprendererichiamare la contrapposizione gnostica tra il dio demiurgo, creatore della materia, e il dio perfettamente buono della sfera spirituale. SecondoCome ilconseguenza marcionismo,delle inoltresue dottrine, Marcione sostenne che Gesù non era nato da una donna, che non aveva un corpo di carne e che non era mai stato soggetto alla legge ebraica. Anzi, con il suo messaggio di misericordia aveva sovvertito il sistema di valori ebraico, esaltando i diseredati e perdonando i peccatori. Tutti gli uomini infine possono così raggiungere la salvezza, svilendo il corpo attraverso il digiuno e l'astinenza.<ref name="marcione-treccani">{{cita web | url=http://www.treccani.it/enciclopedia/marcione/ | titolo=Marcione | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
 
Queste teorie furono subito condannate dalla Chiesa. Grazie tuttavia all'intensa attività di predicazione svolta da Marcione, la sua dottrina si diffuse in tutto il Mediterraneo e sopravvisse fino al V secolo. Il suo più accanito oppositore fu Tertulliano, che lo criticò aspramente nella ''Adversus Marcionem''.<ref name="marcione-treccani" /> (che rappresenta anche la nostra principale fonte di informazioni sul marcionismo). La necessità di controbattere alle tesi di Marcione, d'altra parte, pare abbia stimolatostimolò la Chiesa a stabilire il canone del Nuovo Testamento e a sostenere l'identità di Dio Padre con il Dio creatore dell'Antico Testamento.<ref>{{cita nameweb | url="marcion-https://www.britannica".com/biography/Marcion-of-Pontus | titolo=Marcion of Pontus | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
 
=== Il montanismo ===
Sempre nel II secolo si sviluppò in Frigia (nell'attuale Turchia) un'altra dottrina condannata come eretica, il montanismo. I suoi seguaci la consideravano una rivelazione profetica: Montano, poco dopo essersi convertito al cristianesimo, disse di ricevere profezie ispirate dallo Spirito. Attorno al 156 iniziò quindi la sua predicazione, accompagnato da due profetesse, Prisca (o Priscilla) e Massimilla, che dicevano di avere le stesse visioni. In breve, tra l'entusiasmo generale, il loro insegnamento si diffuse i molti villaggi rurali della Frigia.
 
Montano sosteneva di essere il mezzo attraverso cui era finalmente giunto tra gli uomini lo Spirito Santo paraclito, cioè lo Spirito consolatore annunciato da Gesù nel Vangelo. A destare particolare clamore furono le modalità con cui Montano e le due donne riceveva le visioni: cadevadopo infattiessere caduto in ''trance'', eteneve subito dopodei essersi riavuto affermavadiscorsi che, lediceva, paroleprovenivano che aveva pronunciato quando era incosciente provenivanodirettamente dallo Spirito Santo. Predicava inoltre l'imminente ritorno di Cristo, per prepararsi al quale era necessario mantenersi puri e osservare rigide regole morali. I suoi seguaci vivevano pertanto in totale ascetismo, praticando il digiuno e rifuggendo il matrimonio.
 
In quanto eresia, ancheAnche il montanismo fu combattuto dalla Chiesa come eresia: nel 177 circa la dottrina fu scomunicata e la setta pose il suo centro principale nel villaggio di Pepuza, vicino al luogo in cui, secondo Montano, sarebbe discesa la nuova Gerusalemme celeste. Il montanismo si diffuse nell'Asia minore, dove sopravvisse fino al V secolo, quando fu perseguitato e soppresso dall'imperatore Giustiniano. Secondo alcune testimonianze, tuttavia, la setta forse resistette fino al IX secolo. Si estese anche nel Mediterraneo occidentale: attorno al 200 raggiunse Roma e successivamente si radicò a Cartagine, dove ebbe tra i suoi principali esponenti Tertulliano.<ref>{{cita web | url=https://www.britannica.com/topic/Montanism | titolo=Montanism | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
 
== Dopo il concilio di Nicea ==
[[File:THE FIRST COUNCIL OF NICEA.jpg|thumb|Il concilio di Nicea in un'icona ortodossa]]
Nel IV e nel V secolo la letteratura cristiana conobbe una grande fioritura. Molte cose, d'altra parte, erano cambiate. Nel 313, con l'editto di Milano, l'imperatore Costantino aveva riconosciuto la libertà di culto ai cristiani e aveva posto fine al culto pagano dello stato. In seguito, nel 325, aveva indetto un concilio a Nicea, durante il quale fu stabilita la dottrina ortodossa della Trinità. Queste conclusioni sarebbero poi state confermate dal concilio di Costantinopoli del 381. D'altra parte, il dibattito dottrinale nel V secolo sarebbe diventato ancor più complesso, con il proliferare di nuove dottrine, poimolte delle quali condannate come eretiche. I concili di Efeso (431) e di Calcedonia (451), in particolare, ribadirono che in Cristo vi sono due nature, umana e divina, riunite in una sola persona, condannando le dottrine sostenute precedentemente sostenute da Nestorio ed EuticheÈutiche.<ref name="patristic-literature-britannica" />
 
=== L'arianesimo ===
[[File:Baptism of Christ - Arian Baptistry - Ravenna 2016.jpg|thumb|left|''Battesimo di Cristo''. Battistero degli ariani, Ravenna, fine del V secolo]]
Tra le dottrine cristologiche che ebbero maggiore diffusione a partire dal IV secolo ci fu l'arianesimo, che fu abbracciato anche da alcuni imperatori come Costanzo II o Valente. Contro questo movimento, i fautori dell'ortodossia cristiana condussero una violentastrenua battaglia.
 
Attorno al 320, il presbitero alessandrino Ario (256 - 336) formulò una dottrina cristologica secondo cui Gesù, in quanto Figlio di Dio, era stato creato da Dio. Sosteneva quella che viene chiamata ''omoiusia'': Padre e Figlio hanno una natura simile, ma non identica. Dio, èidentificato infatticon il Padre, è immutabile e infinito, e per la propria esistenza non dipende da nient'altro che sia a lui superiore. Diversa è la natura del Figlio, che per esistere dipende dal Padre. Ario sosteneva inoltre che la natura divina non erapoteva condivisibileessere condivisa da più persone, e che il Figlio, essendo soggetto a mutamento, doveva essere stato creato dal nulla. Da tutto ciò derivava la tesi che il Figlio non partecipava della conoscenza di Dio, in quanto, a differenza di quest'ultimo, è finito e dipende dal Padre per la sua esistenza. Il Figlio veniva quindi inteso come una creatura, la più perfetta di tutte le creature, e la sua salvezza non consiste nel rinnovare la natura umana, ma nel fornire un modello di bontà e santità.<ref>{{cita libro | autore1=Claudio Moreschini | autore2=Enrico Morelli | titolo=Manuale di letteratura cristiana antica greca e latina | editore=Morcelliana | città=Brescia | anno=1999 | p=218 }}</ref> Stando alla testimonianza di Atanasio, che fu il principale avversario di queste dottrine, Ario arrivò a considerare il Figlio come un semidio e di fatto reintrodusse una forma di politeismo.
 
L'arianesimo fu condannato già nel 525 dal concilio di Nicea, durante il quale furono accettate le tesi di Atanasio sull<nowiki>'</nowiki>''omousia'': il Padre e il Figlio sonocondividono dila stessa identica sostanza (sono cioè consustanziali). Alla morte di Costantino nel 337, tuttavia, l'arianesimo riprese vigore. L'imperatore d'Oriente Costanzio II accettò la dottrina di Ario e tentò di stessadiffonderla identicaanche naturain Occidente, esiliando i vescovi sostenitori dell'ortodossia. DuranteNel frattempo, anche l'arianesimo conobbe un'evoluzione, e alcuni scrittori giunsero a sostenere che il Figlio era diverso (''anomoios'') dal Padre. Questi ebbero la meglio al concilio fuindetto inoltreda formulatoCostanzo ila «credo»,Sirmio poinel conosciuto357. ancheSi generò tuttavia una spaccatura con gli comeariani «Simbolopiù niceno-costantinopolitano»moderati, cioèper i quali invece il testoPadre cheera contienesimile (''homoios'') al Figlio. Il concilio di Costantinopoli del 360 sancì la vittoria di quest'ultima posizione: le principaliprecedenti affermazionidottrine di fede delfurono ripudiate, e fu approvata una formula secondo cui il Figlio è simile al Padre che lo ha cristianesimocreato.
 
Alla morte di Costanzo II nel 361, l'ortodossia cristiana si rafforzò in Occidente, mentre l'imperatore ariano Valente (364 - 378) avviò una persecuzione dei non- ariani. La diffusione dell'arianesimo in Oriente fu però interrotta dall'editto di Tessalonica del 380, quando gli imperatori Graziano, Teodosio I e Valentiniano II imposero in tutto l'impero il credo niceno e contrastarono la teologia ariana. Questa fu infine condannata dal concilio di Costantinopoli del 381, che confermò le conclusioni raggiunte dal concilio di Nicea. Nel frattempo però l'arianesimo si era diffuso tra le popolazioni germaniche, dove sopravvisse fino al VII secolo.<ref>{{cita web | url=https://www.britannica.com/topic/Arianism | titolo=Arianism | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
Alla morte di Costantino nel 337, tuttavia, l'arianesimo riprese vigore. In particolare l'imperatore d'Oriente Costanzio II accettò la dottrina di Ario e tentò di diffonderla anche in Occidente, esiliando i vescovi sostenitori dell'ortodossia. Nel frattempo, anche l'arianesimo conobbe un'evoluzione, e alcuni scrittori giunsero a sostenere che il Figlio era diverso (''anomoios'') dal Padre. Questi ebbero la meglio al concilio indetto da Costanzo a Sirmio nel 357. Si generò tuttavia una spaccatura con gli ariani più moderati, per i quali invece il Padre era simile (''homoios'') al Figlio. Il concilio di Costantinopoli del 360 sancì la vittoria di quest'ultima posizione: le precedenti dottrine di fede furono ripudiate, e fu approvata una formula secondo cui il Figlio è simile al Padre, che lo ha creato.
 
=== Il Credo e la consustanzialità di Padre e Figlio ===
Alla morte di Costanzo II nel 361 l'ortodossia cristiana si rafforzò in Occidente, mentre l'imperatore ariano Valente (364 - 378) avviò una persecuzione dei non-ariani. La diffusione dell'arianesimo in Oriente fu però interrotta dall'editto di Tessalonica del 380, quando gli imperatori Graziano, Teodosio I e Valentiniano II imposero in tutto l'impero il credo niceno e contrastarono la teologia ariana. Questa fu infine condannata dal concilio di Costantinopoli del 381, che confermò le conclusioni raggiunte dal concilio di Nicea. Nel frattempo però l'arianesimo si era diffuso tra le popolazioni germaniche, dove sopravvisse fino al VII secolo.<ref>{{cita web|url=https://www.britannica.com/topic/Arianism|titolo=Arianism|accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
Il concilio di Nicea si aprì il 20 maggio del 325 sotto la presidenza dell'imperatore Costantino. Vi presero parte soprattutto esponenti delle chiese orientali: tra essi vi erano personalità come Eusebio di Cesarea, Eusebio di Nicomedia, Marcello di Ancira e Atanasio, che è la nostra principale fonte di informazioni sul concilio. L'Occidente latino invece era rappresentato solo da Ossio di Cordova, da due presbiteri romani e da pochi altri. Come si è visto, principale oggetto di disputa erano le dottrine ariane sulla natura del Padre e del Figlio. Il 25 luglio i lavori conciliari si chiusero con la formulazione di un «credo», che fu successivamente approvato anche dal concilio di Costantinopoli del 381 (da qui il nome di «simbolo niceno-costantinopolitano», con cui viene a volte indicato). È un testo particolarmente importante, perché contiene le principali affermazioni di fede ritenute ortodosse dalla Chiesa: basato su un testo più antico, il credo fu modificato per contrastare le tesi ariane.
 
Viene così affermato che il Figlio è della stessa sostanza del Padre: diversamente dalle dottrine di Ario, il Figlio non è una creatura, ma ha la stessa natura divina del Padre. In termini tecnici, Padre e Figlio sono quindi consustanziali. A questa affermazione, gli ariani obiettarono tuttavia che ''sostanza'' non è un termine biblico. Si aprì inoltre un dibattito sulla distinzione tra sostanza e ipostasi (persona), che fu risolto dai [[../Patristica greca#I padri cappàdoci|padri cappàdoci]].
 
Il concilio di Nicea entrò nel merito anche di questioni relative alla disciplina ecclesiastica e risolse lo scisma dei meliziani, che furono accolti nuovamente nella Chiesa.<ref>{{cita libro | autore1=Claudio Moreschini | autore2=Enrico Morelli | titolo=Manuale di letteratura cristiana antica greca e latina | editore=Morcelliana | città=Brescia | anno=1999 | p=221 }}</ref>
 
=== Lo scisma donatista ===
[[File:Basilique Douimes et baptisphère (Carthage).JPG|thumb|Rovine della basilica e del battistero di Cartagine]]
NelSempre nel III secolo uno scisma si consumò nell'Africa settentrionale, sotto la guida di Donato di Cartagine. Le cause della separazione erano sia sociali sia dottrinali. Nel 311 l'elezione di Ceciliano a vescovo di Cartagine incontrò l'opposizione di molti che lo consideravano un traditore.: Durantedurante le persecuzioni di Diocleziano neldel 303, il presuleCeciliano aveva infatti consegnato i libri sacri agli aguzzini. Il vescovo di Tigisi, Secondo, giunse a Cartagine con un folto gruppo di seguaci e, dichiarò non valida l'elezione di Ceciliano e sostenne Maiorino come nuovo vescovo.
 
L'imperatore Costantino inviò una delegazione, guidata dal vescovo di Roma Milziade, per risolvere la questione. La decisione di riconoscere la legittimità di Ceciliano fu contrastata da Donato, successore di Maiorino. Tra il 317 e il 321 le autorità cercarono senza successo di reprimere lo scimascisma con la forza. Infine, nel 347 Donato e i suoi seguaci furono esiliati.
 
I donatisti poterono poi tornare in Africa nel 361, e divennero la maggioranza tra i cristiani della regione. Qui incontrarono l'opposizione dei cattolici, guidati da Agostino. Si arrivò al concilio di Cartagine del 411, che condannò il donatismo come eresia. Seguirono dure leggi contro i seguaci di questa dottrina, a cui venivano negati i diritti civili ed ecclesiastici. Il donatismo sopravvisse comunque per molti secoli, fino alla dominazione araba in Nord Africa, nell'Alto Medioevo.<ref>{{cita web | url=https://www.britannica.com/topic/Donatists | titolo=Donatist | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
 
=== Il manicheismo ===
L'imperatore Costantino inviò una delegazione, guidata dal vescovo di Roma Milziade, per risolvere la questione. La decisione di riconoscere la legittimità di Ceciliano fu contrastata da Donato, successore di Maiorino. Tra il 317 e il 321 le autorità cercarono senza successo di reprimere lo scima con la forza. Infine, nel 347 Donato e i suoi seguaci furono esiliati.
[[File:Jesus as a Manichaean Prophet, 13th century.jpg|thumb|left|Gesù Cristo come un profeta manicheo, pittura della dinastia Song del Sud]]
L'arianesimo non fu l'unica dottrina a occupare le dispute teologiche del IV secolo. Il sacerdote persiano Mani, vissuto nel III secolo, aveva formulato una dottrina dualista, fortemente sincretica, secondo cui il male presente nel mondo era da attribuirsi a un principio negativo, antitetico a quello del bene. Influenzato dallo gnosticismo, Mani si proponeva come un ponte tra zoroastrismo e cristianesimo, tra Oriente e Occidente: sosteneva di essere discepolo di Cristo e ispirato dallo Spirito Santo, e credeva che la sua fede avrebbe sostituito ogni altra religione. Anche il manicheismo, d'altra parte, fu vittima di persecuzioni, e nel 297 un decreto di Diocleziano lo condannò in quanto espressione dell'impero persiano, nemico dello stato romano. In seguito, con la diffusione del cristianesimo, fu nuovamente contrastato su impulso delle autorità religiose.<ref>{{cita libro | autore1=Claudio Moreschini | autore2=Enrico Morelli | titolo=Manuale di letteratura cristiana antica greca e latina | editore=Morcelliana | città=Brescia | anno=1999 | p= }}</ref>
 
Sebbene all'epoca fosse considerato un'eresia del cristianesimo e come tale avversato, oggi si tende a considerare il manicheismo come una religione a sé stante. Fin dai primi anni, i seguaci di Mani dimostrarono grande zelo missionario, diffondendo la loro dottrina in Egitto, poi in Nord Africa e infine a Roma all'inizio del IV secolo. Da qui, proseguì la sua espansione verso ovest, fino in Spagna. In seguito a dure repressioni, tuttavia, scomparve dall'Europa occidentale entro la fine del V secolo, mentre nella parte orientale dell'impero sopravvisse fino al VI secolo. Le comunità manichee in Persia rimasero attive fino al X secolo, quando il loro capo fu esiliato dalle autorità islamiche. A partire dal VII secolo il manicheismo iniziò inoltre a espandersi in Asia, diffondendosi in Cina e poi nel Turkistan orientale; le ultime tracce in queste regioni risalgono al XIII-XIV secolo.<ref>{{cita web | url=https://www.britannica.com/topic/Manichaeism | titolo=Manichaeism | accesso=1 marzo 2020 }}</ref>
I donatisti poterono poi tornare in Africa nel 361, e divennero la maggioranza tra i cristiani della regione. Qui incontrarono l'opposizione dei cattolici, guidati da Agostino. Si arrivò al concilio di Cartagine del 411, che condannò il donatismo come eresia. Seguirono dure leggi contro i seguaci di questa dottrina, a cui venivano negati i diritti civili ed ecclesiastici. Il donatismo sopravvisse comunque per molti secoli, fino alla dominazione araba in Nord Africa, nell'Alto Medioevo.<ref>{{cita web|url=https://www.britannica.com/topic/Donatists|titolo=Donatist|accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
 
=== Il pelagianesimo ===
Line 70 ⟶ 81:
In seguito, tesi simili furono riprese dal semipelagianesimo, sostenuto da Giuliano di Eclano contro la teoria del peccato originale di Agostino. La polemica fu poi portata avanti da vari monaci di Marsiglia, come Vincenzo di Lérins, Arnobio il Giovane e Fausto di Riez, e trovò molti seguaci in Gallia. Secondo questi scrittori il desiderio di salvezza nasceva spontaneamente negli uomini, che quindi erano in grado di raggiungere da sé la salvezza; la libertà umana inoltre veniva riconosciuta come un valore assoluto e autonomo.
 
Pelagianesimo e semipelagianesimo furono definitivamente condannati dal concilio di Orange del 529, quando furono definiti i 25 canoni della dottrina cattolica della Grazia, approvati nel 530 da papa Bonifacio II. L'uomo è dotato di libero arbitrio, ma questo non è sufficiente affinché si sviluppi la fede e possa quindi raggiungere la salvezza; per questo è necessaria la Grazia divina, la quale viene data gratuitamente e non c'è nulla che l'uomo possa fare per meritarla. Venne inoltre condannata qualsiasi forma di predestinazione alla salvezza o alla dannazione. Tesi pelagiane sarebbero tuttavia risorte nei secoli successivi della storia del cristianesimo.<ref>{{cita web | url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pelagianesimo_%28Dizionario-di-Storia%29/ | titolo=pelagianesimo | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
 
=== Il nestorianesimo ===
Line 78 ⟶ 89:
Nel 430 un sinodo tenutosi ad Alessandria confermò che la doppia natura umana e divina di Cristo implicava che Maria fosse ''Theotokos''. A Nestorio fu quindi ingiunto di ritrattare le sue tesi. Il patriarca si rivolse allora all'imperatore Teodosio, nella speranza di risolvere la questione. Il concilio che ne seguì, svoltosi a Efeso nel 431, si concluse con la condanna e la deposizione di Nestorio dalla sede di Costantinopoli. Il nestorianesimo sarebbe poi stato confermato come eresia nel concilio di Calcedonia del 451.
 
Confinato in un monastero ad Antiochia, Nestorio si trasferì nel deserto libico e successivamente si spostò a PanopolisPanopoli, nell'Egitto settentrionale, dove concluse la sua esistenza. Durante l'esilio compose un trattato, il ''Libro di Eraclide'', in cui riprese le sue dottrine. Il testo, scoperto solo nel 1895, sembra mostrare che in realtà le tesi sostenute da Nestorio erano conformi all'ortodossia.
 
Tuttavia la dottrina di Nestorio, così come era stata interpretata all'epoca, si diffuse rapidamente. Il nestorianesimo sostiene il difisismo: in Cristo la natura umana e quella divina sono divise in due persone distinte, unite da un'attività comune. I nestoriani inoltre negavano che Dio si fosse effettivamente incarnato e consideravano Gesù come un uomo ispirato da Dio (e non come un Dio fatto uomo). Bandito dall'impero romano, il nestorianesimo si diffuse verso Oriente, fu adottato dall'impero persiano e si estese fino all'India e alla Cina. Attualmente gruppi nestoriani sopravvivono in Iraq e Iran.<ref>{{cita web | url=https://www.britannica.com/biography/Nestorius | titolo=Nestroius | autore=John N.D. Kelly | accesso=20 gennaio 2019}}</ref>
 
=== Il monofisismo ===
Contro le dottrine nestoriane prese posizione anche il monaco EuticheÈutiche (forse 378 - dopo il 454). Sostenuto da un suo discepolo, l'eunuco Crisalfio, che godeva di una certa influenza presso l'imperatore d'Oriente Teodosio II, iniziò dopo il 440 un'aspra polemica contro il difisismo. Nel farlo, però, si spinse fino a negare la doppia natura, umana e divina, di Cristo. EuticheÈutiche e i suoi seguaci riconoscevano al Figlio la sola natura divina, mentre negavano quella umana. Sostenevano inoltre con decisione che la natura umana di Cristo dopo l'incarnazione era diversa da quella degli altri esseri umani.
 
La dottrina di EuticheÈutiche fu accusata di monofisismo, cioè di attribuire una sola natura a Cristo, e nel 448 fu condannata. Grazie all'appoggio di Teodosio II l'eutichismo ottenne l'assoluzione al concilio di Efeso del 449, ma alla morte dell'imperatore la situazione si rovesciò. EuticheÈutiche fu condannato come eretico nel concilio di Calcedonia del 451 e concluse i suoi giorni in esilio.<ref>{{cita web | url=http://www.treccani.it/enciclopedia/eutiche/ | titolo=Èutiche | accesso=20 gennaio 2019}}</ref> Il concilio stabilì che in Cristo esistono due nature (''dyo physeis'') dopo l'incarnazione e una sola persona (''prosopon'') e sussistenza (''ypostasis'').
 
Il monofisismo fu una delle più importanti dottrine teologiche tra il V e il VI secolo, ed è tutt'oggi professato dai fedeli della Chiesa copta, della Chiesa siriaca giacobita e della Chiesa armena.