Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Appendice 3: differenze tra le versioni

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===I programmi americani<ref>Caiti G: ''la Tragedia dell'indianapolis''</ref><ref>Ghergo F: ''Hiroshima era necessaria?'', I bombardamenti e i civili'', ''Il Terror Bombing'' e ''Firebombing sul Giappone'', Storia Militare dic 2006, gen 05, giu 06</ref>===
A parte l'esperimento di [[w:Alamogordo|Alamogordo]] (dove dal '43 si riunirono i migliori scienziati e tecnici) del 16 luglio 1945, gli americani realizzarono altri due ordigni entro la fine della guerra, praticamente prototipi, anche se destinati a fare 'scuola'. Essi erano i risultati ultimi di tante cose, degli studi di Einstein sul rapporto tra massa ed energia (E=MC<small>2</small>), della sintesi del plutonio da parte di Fermi, della lettera di Einstein a RoosveltRoosevelt sulla possibilità che i Tedeschi costruissero una bomba all'uranio, della fuga di Fermi e di vari altri importanti scienziati negli USA, degli enormi investimenti che, a seguito della prima pila atomica azionata nel '42, vide un programma da miliardi di dollari, che faceva il paio con quello dei bombardieri B-29.
[[Immagine:Little Boy Internal Components.png|380px|left|thumb|Ecco l'interno della 'Little Boy']]
E non fu un caso, forse fin dall'inizio si pensò ad essi come unico vettore pratico, dotati di abbastanza velocità e quota per sfuggire agli effetti delle bombe. A dire il vero, questi effetti si sarebbero potuti ovviare in vari modi: uno era quello di usare un paracadute che ritardasse la discesa alla quota prefissata per l'esplosione, ma forse si temeva che il vento portasse fuori traiettoria l'ordigno facendogli mancare parte dell'obiettivo (ma una grande città sarebbe stata comunque un bersaglio troppo difficile da mancare), l'altro di fornire di una spoletta a scoppio ritardato la bomba, sennonché l'impatto sarebbe stato forse tale da distruggerla prima di esplodere. Un parziale rimedio sarebbe stato cercare il mare, ma forse questo non sarebbe stato considerato 'soddisfacente' quanto ad effetti distruttivi sul porto di Hiroshima.
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Qualcuno si ricorderà di un film d'azione ambientato tra le fredde montagne della Norvegia, con Richard Harris e R.Burton, uno dei film bellici più famosi. Esso, al solito, non era del tutto corretto rispetto alla verità storica, ma di essa ne conservava una grande parte. E la fine del film è sostanzialmente quella che i libri di storia ricordano.
 
I Nazisti erano molto interessati alle armi più avanzate, pensarono persino agli aerospazioplani (del tutto irrealizzabili all'epoca, ma gli studi sulla propulsione di Sanger erano davvero importanti), e naturalmente, anche ai progressi della fisica sub-atomica. Già '''Einstein''', del resto, aveva affermato nel '39, con una lettera a RoosveltRoosevelt che era possibile fabbricare armi all'uranio e che i Tedeschi avevano bloccato la vendita dell'uranio delle miniere cecoslovacche. Ora in Germania c'erano ancora scienziati come Werner '''Heisemberg''' e '''von Weizacker''', e anche se la maggior parte dei migliori fisici era oramai emigrata negli USA, soprattutto per sfuggire alle persecuzioni razziali, in Europa forse si poteva ancora organizzare qualcosa. La coppia francese Joliot-Curie era all'avanguardia sulle ricerche nell'energia nucleare, mentre in Norvegia c'era una fabbrica, la '''Norsk-Hydro''', che pur impegnata nella produzione di ammoniaca, come sottoprodotto produceva 10 litri di [[w:deuterio|deuterio]] al mese.
 
Questa fabbrica della zona di Telemark interessava moltissimo per tale produzione, e c'era da muoversi in fretta per eliminare il rischio che cadesse nelle mani dei Tedeschi. Joliot si mosse in fretta, comprando i 165 litri di acqua pesante che vennero portati segretamente in Francia giusto prima dell'invasione Tedesca, e poi questi litri verranno salvati e portati in Gran Bretagna il 20 giugno 1940, salvando per la seconda volta quest'acqua speciale, fondamentale per la realizzazione dei primi reattori atomici. Gli impianti però erano rimasti in Norvegia e i Tedeschi li fecero lavorare per i loro interessi. Gli Inglesi lo seppero e decisero di colpire tale fabbrica. La migliore possibilità era quella, teoricamente, di colpire con un attacco aereo: ma questo non era fattibile in pratica data la posizione della fabbrica, vicino ad una montagna che di fatto la proteggeva efficacemente dalle azioni d'attacco aereo, almeno all'epoca. Venne quindi programmata un'azione di commandos. Nel frattempo un gruppo di partigiani norvegesi comandati dall'ing. '''Einard Skinnarland''' arrivò con una nave norvegese catturata in Scozia, nel marzo 1942. Ma Skinnarland sarà rimandato in Norvegia, paracadutato con una piccola trasmittente. Da lì tenne i contatti con il '''SOE''', il comando delle forze speciali. Prima si tentò di attaccare l'impianto con un paio di alianti guidati da altrettanti bombardieri da trasporto: ma al momento dell'attacco del 19 novembre il primo aliante andò distrutto assieme all'aereo che lo trainava cozzando contro una montagna, e i superstiti per giunta vennero subito uccisi dall'esercito, mentre il secondo aliante si salvò ma i suoi componenti 2 giorni dopo vennero catturati. Si decise di lasciar perdere gli alianti, e di ricorrere a dei paracadutisti. Il gruppo guidato da '''Knut Haukelid''' era di sette elementi e riuscì ad arrivare via paracadute il 20 febbraio 1943. Dopo una lunga preparazione e varie traversie, riuscirono ad entrare nella fabbrica e manomisero l'impianto elettrolitico e altri sistemi, nonostante la sorveglianza di 20 soldati tedeschi, senza farsi notare e senza uccidere nessuno. Le esplosioni distrussero varie apparecchiature e i soldati Tedeschi non riuscirono a ritrovare questi incursori, anzi all'inizio era anche stato coinvolta la locale popolazione, che si temeva avesse sabotato l'impianto; ma il comandante tedesco si rese conto che un lavoro tanto professionale poteva essere solo l'opera di commandos inglesi. Questi nel frattempo erano andati al confine svedese e si salvarono dalla caccia di 3.000 tedeschi. I danni erano stati calcolati in 8 mesi di stop; invece i Tedeschi riuscirono a riprendere l'attività in appena 4 mesi. Ora la parola passò all'USAAF, che tentò il 16 novembre 1943 di distruggere gli impianti con 155 bombardieri. Gli impianti vennero danneggiati gravemente e sulla neve della Norvegia si levò il fumo della grande fabbrica, con i suoi alti edifici che la facevano sembrare un castello, effettivamente colpita molto pesantemente. La popolazione civile, che si era tentato di risparmiare da un'azione di bombardamento indiscriminata, ebbe 22 vittime. Il film fa vedere che quest'attacco era stato un fallimento, ma questo non corrisponde alla verità. Il punto è che nessuna di queste azioni aveva intaccato le riserve di deuterio accumulate, e i Tedeschi volevano portarle in Germania. Le fecero muovere in parte su treno e in parte su autocarro. Come si vede nel film, dove c'era un traghetto con il carro ferroviario che vi entrava dentro. Non c'era modo di attaccare questo movimento, ma c'era il modo di colpire il punto di arrivo comune, il traghetto.