Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Vietnam-2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ortografia
Corretto: "Roosevelt"
Riga 41:
 
[[File:A-7B_VA215_CVA-34.jpg|300px|right|thumb|Gli A-7B, autori del minamento di Haipong]]
Nondimeno, per quanto riguarda la Marina americana, per come venne usata, ottenne grossomodo quello che ci si aspettava potesse fare. Eseguì il 52% delle missioni contro il 47% dell'USAF e il 5% dei Marines, con le portaerei disponibili in media in 4 esemplari, tre dei quali pronti al combattimento, anche perché la Marina è stata poco o niente minacciata da eventuali attacchi aerei o sottomarini nemici, per questo ha potuto stazionare con comodo in zone del tutto prevedibili per un eventuale attacco. In tutto ha perso non meno di 830 aerei, 299 per incidenti e 531 in combattimento. Dei 689 persi durante le operazioni sul Nord, 193 lo furono per incidenti, e 496 per causa nemica: 401 per la flak, 80 esatti per i SAM, 15 per i MiG. Le perdite furono quindi molto pesanti, anche se molte portaerei vennero usate a rotazione: la B.H.Richard, Hancock, Intrepid, Oriskany, Shangri-La, Ticonderoga dei tipi 'Essex' e Essex modificata, la Coral Sea, RoosveltRoosevelt, Midway classe omonima, Forrestal, Indipendence, Ranger, Saratoga classe Forrestal, la Constellation, America e Kitty Hawk, classe omonima, la Enterprise. I caccia della Marina si aggiudicarono 59 aerei, più uno dei Marines di terra, gli F-8 ebbero 18-19 vittorie contro 3-4 perdite, per lo più contro i MiG-17, e superarono in proporzione l'USAF e anche gli F-4 della Marina, che abbatterono 42 MiG contro 6-7 perdite (quelli dell'USAF, maggiormente caricati di bombe, si fermarono poco sopra i 3:1). A questo contribuì anche la serie di 5 vittorie degli F-4 volati da Randy Cunninghan e Steve Driscoll. Ma al solito, nella 'fog of war', non si capisce bene, con i documenti vietnamiti alla mano, quali aerei vietnamiti corrispondano alle loro vittorie dichiarate. Quel 10 maggio 1972, quando abbatterono 3 aerei tra cui quello del 'col Tomb', altre 5 vittorie per altri Phantom e 3 per i colleghi dell'USAF, ma la ricostruzione dei fatti è stata contestata. Quel che conta fu la costruzione, all'epoca, di un concetto degli 'assi' che ricordava epopee più nobili di una guerra in cui ogni 'nobiltà' sembrava sommersa dai massacri e dai bombardamenti al napalm.
 
Le perdite furono davvero alte per il protagonista, l'F-4: 442 USAF più 83 ricognitori, di cui 33 dai MiG, 30 dai SAM, 307 dalla flak, 9 distrutti al suolo da assalti di sabotatori o forze di terra, 63 per incidenti; I Marines ebbero 65 perdite dalla flak, 1 dai MiG, 6 dal fuoco di mortai e incursioni varie, per un totale di 72; più altri 23 per incidenti, il che portò il totale da 95. L'USN ebbe 71 perdite in combattimento di cui 5-6 dai caccia nemici, 13 SAM, 53 flak; 54 persi per incidenti completarono le perdite totali. In tutto, i Phantom distrutti in Vietnam ascesero, tra F-4B, C, D, E, J, RF-4B e C alla cifra sconcertante di 746, per non parlare del logorio dei superstiti che volarono missioni di guerra tirando alle volte oltre 10 g in manovra e riportando danni e consumo della struttura pesantissimi, accorciandone la carriera o costringendo ad onerosi programmi d'aggiornamento e riparazione. In tutto, lo sforzo, e le perdite dei Phantom hanno così oscurato anche gli oltre 330 F-105 schiantatisi al suolo nella stessa guerra, aerei che tra l'altro erano in genere monoposto e in ogni caso, fuori produzione, sostanzialmente usati 'a consumazione'. Mentre l'impegno del SE asiatico fu decisamente un pesante e costoso drenaggio di risorse per le forze aeree americane. Se non altro, esse impararono molto su come assicurarsi la superiorità aerea verso gli avversari del Patto di Varsavia. Ma come dimostrò la guerra del Kippur, le sorprese non erano ancora finite (SA-6 in primis).