Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-4: differenze tra le versioni

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I piani di coda erano leggermente a freccia, molto allungati anch'essi, con al loro centro una torretta armata di 2 cannoni da 23 mm AM-23, 1.000 colpi l'uno e il radar di tiro Argon sopra di essa, e pesanti blindature protettive, inclusa una serie di blindovetri per l'operatore. Altre torrette erano sistemate nel dorso e sul ventre, con 2 cannoni da 23 mm l'una e struttura di minima resistenza aerodinamica, ma senza radar di tiro dedicati. Ogni cannone aveva 1.100 cp per arma, davvero molti (e anche troppi). Esse erano sistemate nella parte anteriore della fusoliera. Il vano portabombe, dotato di portelloni convenzionali, anche se erano stati studiati sistemi diversi, come quelli a 'scomparsa', portava due FAB-9000 da 9 t, o carichi simili; ma il tipo normale era costituito da una o due armi atomiche da 4 t, eccezionalmente tre ordigni di questo tipo.
 
Nell'insieme si trattava di un allestimento pesante di armamento, che era più stile Seconda guerra mondiale che per aerei moderni. Anche il Tu-16 aveva torrette dorsali e ventrali, che in caso di ingaggio da parte dei caccia intercettori erano di utilità limitata e in caso di ingaggi di missili pressoché nulla. Meglio sarebbe stato eliminare tutto l'armamento eccetto quello caudale affidandosi solo alla velocità e quota, e migliorandole entrambe come anche l'autonomia. In ogni caso, il M-4 aveva il più pesante armamento d'artiglieria mai istallatoinstallato su di un bombardiere a reazione, con un totale di qualche tonnellata di peso (incluse oltre 3-6.000 munizioni).
 
L'abitacolo anteriore era pressurizzato, con struttura a sezione circolare; essa aveva sette posti, con sedili eiettabili verso il basso, ma solo cinque botole, per cui i due piloti e il navigatore dovevano saltare via in sequenza e non in simultanea. Nel muso, parte inferiore, c'era poi il radar RPB-4 'Mushroom'. Dietro l'abitacolo c'era il vano portabombe (dalla radice delle ali in poi), e infine la torretta difensiva per il mitragliere, ampiamente blindata, e con il radar Argon (Bee Hind).
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Nondimeno, i problemi di affidabilità, o meglio di durata, dei motori presenti sugli aerei condussero ad una sorprendente retromarcia, infatti comparvero nuovamente gli RD-3, stavolta nel modello RD-3M-500A del 1959, che avevano una spinta aumentata da 8.700 kg di spinta a 9.500, ma il consumo era ridotto a 0,86 e quindi appena superiore a quello dei motori VD-7. Questi motori saranno stati sì meno potenti e più assetati dei VD-7, ma a differenza loro, erano notevolmente affidabili e diedero molte soddisfazioni ai sovietici, che premiarono il capoprogettista P.Zublets niente di meno che con l'Ordine di Lenin. La combinazione della cellula migliorata e dei motori consentì di ottenere un aumento della autonomia con 5 t di bombe da 8.100 a 9.500 km: ancora troppo poco, specie rispetto al 3M che raggiungeva i 12.000 km, ma oramai era stato accettato che fosse necessario ricorrere al rifornimento in volo per raggiungere gli USA e ritornare.
 
I nuovi aerei, tra l'altro leggermente inferiori anche come prestazioni, vennero considerati soddisfacenti, e con i nuovi motori, istallatiinstallati anche sui Tu-16 e 104, vennero costruiti altri 47 apparecchi. Il progettista dei motori Profokii Zubets ebbe il Premio Lenin per tale nuova versione del motore, e i 47 'Molot' (Martello, nome proprio degli M-4 e successivi derivati, in codice NATO Bison) restarono operativi come bombardieri nucleari strategici per tutti gli anni '60. Anche metà dei Bison/Molot prodotti in precedenza vennero rimotorizzati con tale motore.
 
MA non era finita, perché gli altri apparecchi, non modificati con il RD-3M, vennero aggiornati piuttosto con l''''VD-7B''', versione molto più affidabile del precedente, che aveva portato al '''3MN'''. Da notare che la potenza era stata ridotta ai livelli dell'RD-3 migliorato, il che annullò la differenza di circa 3t. di spinta che esisteva inizialmente. La massa al decollo scese di conseguenza.