La prosa ultima di Thomas Bernhard/Ricezione critica 1: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
testo
Riga 52:
 
== Articoli e libri ==
Dalla discussione sulle recensioni di tutte e cinque le opere emerge chiaramente che un gruppetto di critici effettivamente rilevò l'espressione di speranza e il desiderio positivo di comunicare nella narrativa reminiscente di Bernhard. È quindi sorprendente che questo tema non venga considerato seriamente in nessuno dei materiali accademici critici sulla pentalogia. Il corpo della scrittura critica è meglio valutato in due categorie principali: primo, libri e articoli sulla pentalogia in particolare e, secondo, monografie e libri generali sulle opere di Thomas Bernhard.
 
Tutti i libri specialistici sulla pentalogia collocano questi scritti nell'ambito dell’''œuvre'' bernhardiana. Sono fortemente influenzati dall'accoglienza delle prime opere e, di conseguenza, questi commentatori si soffermano sui commenti critici, sociali e politici sull'Austria e sul pubblico. Momenti e pensieri personali sulla felicità e la speranza per il futuro sono in gran parte trascurati.
 
Lo studio più dettagliato incentrato sul testo delle opere autobiografiche di Bernhard rimane la tesi di dottorato di [[:de:w:Urs Bugmann|Urs Bugmann]] pubblicata nel 1981.<ref>Urs Bugmann, ''Bewältigungsversuch: Thomas Bernhards autobiographische Schriften'', Europäische Hochschulschriften: Series 1, 435 (Berne, Frankfurt & Las Vegas: Peter Lang, 1981).</ref> Senza il senno di poi offerto dalle opere di prosa più ottimistiche (tra cui ''Die Kälte'' e ''Ein Kind''), Bugmann si concentra sulle esperienze dolorose dell'infanzia di Bernhard e la sua incapacità di superare il loro terribile peso. L'esame critico di Bugmann si concentra sulla creazione letteraria come attività che aiuta Bernhard a superare i problemi personali, piuttosto che esaminare gli effetti sul lettore delle tecniche stilistiche o dei dettagli linguistici. Analizzando dettagliatamente l'effetto del ciclo autobiografico, Bugmann trae la ragionevole conclusione che questi lavori mostrano l'impegno verso la conoscenza di sé che Bernhard tentò senza successo di raggiungere nelle sue opere prima del 1975: "Darin musste ''[sic]'' er [Bernhard] scheitern , weil er sich aus der Unmittelbarkeit dieses solipsistischen Kosmos nicht zu lösen vermochte."<ref>''Ibid.'', p. 337.</ref>
Mentre le opere autobiografiche superano questo vicolo cieco ("die Ueberwindung ''[sic]'' dieser Ausweglosigkeit"), falliscono comunque perché non riescono a raggiungere una definizione soddisfacente di conoscenza o verità oggettiva che egli vede come il massimo, sebbene teorico, obiettivo di Bernhard.<ref>''Ibid.''</ref> Poiché Bugmann attribuisce ai romanzi di Bernhard un fine letterario quasi assoluto di verità oggettiva e indiscutibile, non sorprende che egli concluda che il progetto è destinato a fallire ''a priori''. Eppure, nella sua analisi di quella che allora era una trilogia, c'è anche l'individuazione di una motivazione più realistica dietro il progetto autobiografico, che viene validata e realizzata dalle opere in prosa degli anni ’80: "Nicht die Widerstände sind für ihn [Bernhard] der treibende Motor, sondern der Wille zur Heilung, die Hoffnung auf Rettung."<ref>''Ibid.'', p. 150.</ref> Il desiderio di essere salvato, sia in ''Der Atem'' sia in ''Die Kälte'', è una necessità fisica di fronte a una malattia estrema. Esistono poche prove testuali che suggeriscano che Bernhard aveva intenzione di esplorare la validità delle nozioni di obiettività; anzi, questi testi, come gli altri tre volumi, si occupano della sua vita e dei suoi pensieri sul passato. La pentalogia è un documento creativo; non è principalmente filosofico, teorico o analitico.