La prosa ultima di Thomas Bernhard/Ricezione critica 1: differenze tra le versioni

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Tre questioni dominano l'accoglienza di ''Der Keller'': primo, la polemica pubblica, questa volta nelle ripercussioni della rappresentazione di Karl Podlaha da parte di Bernhard ; secondo, la reiterazione di Bernhard come pessimista senza speranza, e terzo, accenni di speranza e comunicazione, al di là della complessiva accusa critica di nichilismo.
 
La domanda se Bernhard e Residenz usassero consapevolmente il sensazionalismo generato dalla copertura mediatica della controversia su ''Die Ursache'' per aumentare le vendite di ''Der Keller'', o se scrittore ed editore fossero vittime di vendette personali e mediatiche, è resa superflua dal fatto che sia i media sia Bernhard beneficiarono dell'indignazione pubblica: "Da der Residenz Verlag anscheinend die Publicity des noch laufenden Prozesses zu Marketing-Zwecken nutzen wollte, erganzten sich Sensationsgier der Zeitungen und ökonomisches Interesse des Verlages ideal".<ref>Huber, '"Möglichkeitsfetzen von Erinnerung'", p. 47.</ref> Non ci sono dubbi che questo il secondo volume della pentalogia venne recensito meno ampiamente del primo, un segno, secondo Ernst Wendt, di una stella in fase calante: "[...] ein sicheres Indiz, daß ein Stern im Kulturbetrieb ins Sinken geraten ist."<ref>Ernst Wendt, "Servus, es ist alles egal", ''Die Zeit'', 17 settembre 1976. Per una testimonianza della scarsa copertura della stampa riguardo a questo secondo volume, si veda la più corta bibliografia di Dittmar per questo testo, nel suo ''Werkgeschichte'', pp. 417-18. Per una selezione di estratti di recensioni, si veda: ''ibid.'', pp. 178-80.</ref> L'effetto di questa percezione che Bernhard avesse esaurito le sue opzioni di prosa e stesse semplicemente ripetendo una trita formula al fine di esercitare il suo mestiere diede ai critici un motivo in più per concentrarsi su eventi estranei alla narrativa. Podlaha sostituì Wesenauer come centro dell'attenzione. In una recensione pubblicata all'uscita del libro, [[:de:w:Jürgen Peter Wallmann|Jürgen Wallmann]] fa riferimento al ritratto narrativo di Podlaha come "ein intelligenter, redlicher Mann".<ref>Jürgen Wallmann, "Thomas Bernhard als Ladenschwengel", ''Rheinischer Merkur'', 3 settembre 1976.</ref> Quasi tre settimane dopo, un articolo apposito cita Podlaha che ammette che il ritratto di Bernhard dello Scherzhauserfeldsiedlung in ''Der Keller'' "im großen und ganzen schon stimmt".<ref>Anonimo, 'Preßlufthammer oder Schreibmaschine", ''profil'', 21 settembre 1976.</ref> Bernhard inviò al suo ex datore di lavoro una copia firmata personalmente dell'opera, e Podlaha sembra ne fosse colpito: "an den Bernhard kann i mich noch gut erinnern, und der war immer a netter Mensch."<ref>''Ibid.''</ref> Tuttavia, qualche settimana dopo, il ''Salzburger Volkszeitung'' dipinge un'immagine completamente diversa: Podlaha, il giornale riferisce, è stato minacciato dagli irati abitanti del Scherzhauserfeldsiedlung, e si dice che lo stesso Podlaha affermasse: "Ich war schockiert, als ich das alles lesen mußte, vieles is vollig aus der Luft gegriffen und beleidigend für die heute noch Lebenden."<ref>Anonimo, "Keller–Kaufmann bedroht", ''Salzburger Volkszeitung'', 10 novembre 1976.</ref> In gran parte a causa della manipolazione dei media (sembra improbabile che ciò che molti accademici avevano ritenuto troppo pesante, i residenti della famigerata tenuta di Salisburgo avessero letto dalla prima all'ultima pagina), Podlaha brillò per la sua assenza alla cerimonia del Premio [[:de:w:Wirtschaftskammer Österreich|Bundeswirtschaftskammer]] per ''Der Keller''.
 
L'effetto di questa seconda controversia nel giro di un anno fu, ancora una volta, di distogliere l'attenzione dalle sottili qualità stilistiche e formali della ricca narrativa di Bernhard. I recensori stavano ancora leggendo Bernhard alla luce della sua reputazione di negatività, trascurandone i pregevoli contenuti letterari. Proseguendo dalla sua recensione di ''Die Ursache'', Elisabeth Effenberger si riferisce all'"ähnlich lustvoller Vernichtung" di Bernhard;<ref>Elisabeth Effenberger, "Thomas Bernhard entzieht sich", ''Salzburger Nachrichten'', 25 settembre 1976.</ref> Claudia Lipp, scrivendo almeno tre mesi dopo la pubblicazione del libro, allude a "diesem kafkaesken Entwurf eines negativen Universalismus";<ref>Claudia Lipp, '"Es ist alles egal'", ''Die Welt''. 11 dicembre 1976.</ref> Anche Wallmann richiama le opere precedenti per collegare ''Der Keller'' con gli altri "Monologen der Hoffnungslosigkeit und Verzweiflung" di Bernhard.<ref>Wallmann, "Thomas Bernhard als Ladenschwengel".</ref> Heinz Schafroth fa un ulteriore passo avanti parlando di un quasi sistematico "Prinzip Hoffnungslosigkeit" in ''Der Keller''.<ref>Heinz F. Schafroth, "Die unmögliche und skeptische Hoffnung", ''Weltwoche'', 19 gennaio 1977. L'"unmöglich" del titolo si riferisce a ''Der Keller'', "skeptisch" si riferisce a ''Jugend'' (1976) di Wolfgang Koeppen.</ref> Schafroth vede l'evocazione del rapporto frustrato di Bernhard con sua madre non come una contrastata richiesta di comunicazione intima e d'amore non ricambiato, ma come una fonte di irrevocabile amarezza e nichilismo.
 
=== ''Der Atem'' ===