La prosa ultima di Thomas Bernhard/Introduzione 1: differenze tra le versioni

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''Der Atem'' è forse il più straziante dei cinque volumi: descrive il successivo soggiorno di Bernhard al Landeskrankenhaus di Salisburgo, nel cosiddetto "reparto della morte", una sezione dell'ospedale da cui nessuno, a quanto pare, emerge vivo. Ad un certo punto, l'adolescente malato viene relegato in bagno, lo "Sterbezimmer", di solito l'ultima fermata prima della morte.<ref>Bernhard, ''Der Atem'', p. 26.</ref> Il giovane Bernhard sopravvive al calvario per pura determinazione, tuttavia, e la narrazione traccia una lotta intensamente personale per venire a patti con il dolore e le difficoltà della vita da paziente. Bernhard descrive con infallibile immediatezza e precisione l'assenza di peso, il disorientamento e la quasi asfissia avvertiti dal paziente adolescente mentre viene manipolato come un oggetto da medici insensibili e infermieri.<ref>''Ibid.'', pp. 14-18, 66, e 70.</ref> I suoi problemi sono aggravati dalla malattia concomitante di suo nonno. Gran parte della narrativa si occupa delle descrizioni, a volte tinte di umorismo nero, di altri pazienti, come il generale ungherese che muore improvvisamente e silenziosamente, il commerciante di Mattighofen la cui testa è orribilmente spaccata dal lavandino del bagno e il postino dell'Alta Austria che muore di morte violenta.<ref>''Ibid.'', pp.20 e 24 [morte di altri pazienti], 74 [Generale ungheresel], 78-9 [Marktfahrer aus Mattighofen], e 82-6 [Geldbriefträger].</ref> Le descrizioni dell'amore del ragazzo per il nonno ormai defunto e persino le fasi di tenerezza nella sua relazione altrimenti acrimonica con sua madre, Herta Fabjan, nata Bernhard (1904-50), vengono interrotte dalla sua dimissione e dalla nuova vita nel convalescenziario di Großgmain, noto come "Hotel Votterl".<ref>''Ibid.'', p. 122.</ref> In linea con ''Der Keller'', le descrizioni si incentrano sulle persone, e in Großgmain, il narratore riporta i dettagli del rapporto da convalescenti con uno studente di architettura.<ref>''Ibid.'', p. 126.</ref> La concentrazione della narrazione sulla vicinanza umana in gran parte priva di problemi è insolita nell'opera di Bernhard fino al 1976. La casa di convalescenza risulta essere un luogo dove i casi gravi vengono a morire, e i travagli dell'adolescente sfortunato sono tutt'altro che finiti poiché si prende un'infezione polmonare proprio mentre sta lì.<ref>''Ibid.'', p. 132.</ref> È il 1949 e il libro finisce che si sta recando all'ospedale [[w:Tubercolosi|TBC]] di Grafenhof.
 
''Die Kälte'' descrive gli orrori di Grafenhof ("ein Schreckenswort"), il sanatorio di [[w:Sankt Veit im Pongau|Sankt Veit im Pongau]], dove Bernhard rimase per due periodi: il primo, dal 27 luglio 1949 al 26 febbraio 1950, e il secondo, dal 13 Luglio 1950 fino all'11 gennaio 1951.<ref>Bernhard, ''Die Kälte'', p. 7.</ref> La prima parte della narrazione si concentra sulla sofferenza di essere confinati nuovamente in un'istituzione a causa di una malattia. Le descrizioni delle routine di un ospedale, con tutte le loro insensibilità, inefficienze e casi di trascuratezza umana sono, in parte, indistinguibili da ''Der Atem''. Il narratore descrive, con convincente realismo psicologico, l'assurdità grottesca di una competizione di sputo ("Sputumproduktion [...] Wettbewerb") in cui, fino a quando il paziente non ha riempito la fiasca di espettorato e si è rivelato positivo, non viene propriamente accettato nella comunità dei pazienti.<ref>''Ibid.'', p. 10.</ref> Tra la solitudine, desolazione e disperazione della sua situazione, l'adolescente decide di abbracciare la vita, nonostante tutto, e si ribella contro l'accettazione delle sue miserabili circostanze.<ref>''Ibid.'', p. 26.</ref> È una decisione interiore, profondamente psicologica, positiva, che sfida la sua condizione esterna. Nel Landeskrankenhaus dovette a suo tempo affrontare la malattia di suo nonno; ora, in un orribile parallelo, è la malattia terminale di sua madre che lo preoccupa.<ref>''Ibid.'', pp. 34-5.</ref> Tuttavia, un'altra relazione segna la situazione potenzialmente senza speranza quando il giovane Bernhard fa amicizia con Rudolf Brändle, un co-paziente che è direttore d'orchestra.<ref>''Ibid.'', p. 50. Brändle ha scritto un interessante e particolareggiato resoconto della sua amicizia con Bernhard che include interpretazioni della pentalogia. Si veda: Rudolf Brändle, ''Zeugenfreundschaft: Erinnerungen an Thomas Bernhard'' (Salzburg: Residenz, 1999). Per una descrizione del tempo trascorso insieme a Grafenhof, cfr. il Capitolo 2, "Höhenluft" (pp.45-87).</ref> La stimolazione intellettuale offerta dalle conversazioni sulla musica con Brändle rivitalizza il paziente indebolito la cui morte della madre richiede una lunga riflessione sulla sua famiglia, e il narratore più anziano è portato a riflettere sul passato.<ref>''Ibid.'', pp. 58-84 e 132 (morte della madre).</ref> Un breve interludio a Salisburgo, dopo una breve dimissione dall'ospedale, è seguito da un secondo periodo a Grafenhof quando gli viene diagnosticata la tubercolosi.<ref>''Ibid.'', pp. 88-91.</ref>
Orribili negligenze mediche e diagnosi errate gli bloccano qualsiasi guarigione.<ref>''Ibid.'', p. 96. Brändle conferma che le descrizioni di Bernhard, sebbene possaano sembrare iperboliche, in realtà riflettono il vero stato di cose a Grafenhof. Si veda: Brändle, p. 49.</ref> Ancora una volta, il giovane Bernhard si immerge nell'auto-contemplazione e viene ulteriormente angosciato dalla gerarchia dell'spedale, con i pazienti privati che prevedibilmente ricevono il miglior trattamento.<ref>''Ibid.'', p. 128. Anche Brändle parla di una "Krankenhierarchie" a Grafenhof. Si veda: Brändle, p. 50.</ref> Mentre le sue condizioni fisiche finalmente migliorano con regolarità, egli legge di più e si dedica persino alla scrittura. Il libro si conclude drammaticamente: si dimette prematuramente da Grafenhof, rischia quasi di morire, gli viene richiesto di tornare immediatamente ma rifiuta e non tornerà mai più.<ref>''Ibid.'', pp. 149-51.</ref>