La prosa ultima di Thomas Bernhard/Introduzione: differenze tra le versioni

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In questo articolo del 1997, Schmidt-Dengler sostiene che gli scandali che hanno accompagnato Bernhard durante la sua vita hanno eclissato le sue opere. La sua logica conclusione è che raramente è stata intrapresa la necessaria e stretta analisi dei testi bernhardiani:
{{q|Gesichert ist das Gelande der Wirkung [von Bernhards Schriften], der Rezeption, und das ist ja einer der beliebtesten Tricks der neueren Literaturwissenschaft, die die Auseinandersetzung mit dem Primärtext scheut und daher das Interesse auf die Rezeption lenkt. Die Frage nach dem Text selbst und den Problemen, die sich aus ihm ergeben, wird so ausgelagert.<ref>''Ibid.'', p.203.</ref>}}
Lo scopo di questo mio studio è di dare un contributo originale a questotale lavoro correttivo intraprendendo un esame incentrato sul testo degli scritti in prosa selezionati (metodo di Schmidt-Dengler), portando a un'indagine approfondita degli aspetti letterari e creativi di Bernhard (scopo desiderato da Dowden). Questa indagine si sforza di ridefinire alcune nozioni stereotipate sui testi scoprendo temi ricorrenti di comunicazione e speranza che possono aiutarci a comprendere e leggere diversamente le opere in esame.
 
Il metodo di Schmidt-Dengler e l'obiettivo di Dowden sono complementari. Leggendo attentamente le narrazioni, il lettore scopre non solo che i testi di Bernhard sono documenti letterari riccamente gratificanti, ma anche che i suoi narratori sono ansiosi di comunicare con il proprio lettore. Ci sono molti indizi stilistici e tematici che rivelano un impulso autoriale a coinvolgere il lettore nella narrazione. Dopo il 1975, ci sono prove crescenti nei protagonisti di Bernhard di una maggiore socievolezza e desiderio di comunicare. Nonostante la sua diffusa reputazione di essere un triste profeta di sventure, una lettura attenta delle narrazioni qui in discussione attesta uno scrittore che non vuole assolutamente che il suo lettore metta giù il libro. Lungi dall'insistere inutilmente sul nichilismo, Bernhard crea un equilibrio produttivo e positivo tra il contenuto e la forma delle sue narrazioni, o come dice Dowden: "La tensione interiore tra ''ciò'' che Bernhard dice e ''come'' lo dice, è centrale [per contestare il nichilismo esterno che egli propone]."<ref>Dowden, pp.9-10 [corsivo nell'originale].</ref> Concentrandosi sulla complessità letteraria e creativa dei testi, emerge un testo più comunicativo e pieno di speranza, e il lettore trova necessariamente che il "nichilismo esteriore", per il quale Bernhard è famoso, viene smontato.
 
La seguente sinossi espone e chiarisce la struttura dei capitoli. Il CAPITOLO 1 è diviso in quattro sezioni: "Ricezione critica"; "Bernhard e l'autobiografia"; "Comunicazione" e "Speranza". La prima sezione, "Ricezione critica", traccia le opere separate della pentalogia autobiografica di Bernhard [Die Ursache (1975), Der Keller (1976), Der Atem (1978), Die Kälte (1981) e Ein Kind (1982)] e la loro ricezione sia nella stampa sia nel mondo accademico. Ciò dimostra che, sebbene un ristretto gruppo di critici abbia scoperto speranza e desiderio di comunicare in queste cinque opere, nessuno ha affrontato seriamente questi temi in materiale critico sulla pentalogia. La seconda sezione di questo capitolo, "Bernhard e l'autobiografia", si concentra sugli obiettivi autobiografici di Bernhard attraverso un'esplorazione dei temi dell'autoconoscenza (ulteriormente suddivisi in ricostruzione, ordinamento e auto-miglioramento), verità e processo di scrittura. In questa sezione, esamino gli impulsi personali e morali che guidano il progetto e il metodo autobiografico di Bernhard. La mia esposizione critica è aiutata dal riferimento al concetto di "Durcharbeiten" di Freud e all'idea di "verità narrativa" formulata da Donald F. Spence, un teorico americano della psicoanalisi; l'applicazione di un modello psicoanalitico suggerisce come i protagonisti di Bernhard cerchino e ottengano in parte una liberazione dall'infelicità passata. Dopo aver considerato lo scopo alla base della pentalogia, la mia argomentazione si rivolge alla ricerca di autoconoscenza di Montaigne nelle ''Essais'' (1580-95), indotta dalle rispettive allusioni di Bernhard nell'autobiografia. La terza sezione di questo capitolo, "Comunicazione", esamina in dettaglio il modo in cui Bernhard stabilisce una relazione stretta con il suo lettore, vagliando il suo uso insolito di tempi verbali in parti della pentalogia e analizzando il suo impiego a volte idiosincratico e rivelatore del frase "einerseits ... andererseits" e la parola chiave "naturgemäß". La parte finale di questo primo capitolo affronta i temi dell'idealismo decaduto e dell'affermazione di vita sotto il titolo di "Speranza": questa sezione approfondisce la questione ampiamente trascurata della testarda determinazione di Bernhard a vivere, sebbene afflitto da gravi infermità polmonari. I protagonisti della pentalogia (e in particolare ''Der Atem'' e ''Die Kälte'') si aggrappano alla vita nonostante apparentemente denigrino la sua insensatezza. Qui dimostro che l'idealismo contrastato alimenta le critiche di Bernhard alle persone e alla natura umana; per quanto disillusi, questi protagonisti di Bernhard non perdono il loro istinto idealistico e le loro speranze. Lungi dal ripetere i suoi messaggi disperati presenti nella prosa degli anni sessanta e primi anni settanta, emergono chiari segni nella pentalogia che l'adolescente malato e solitario ha superato o "elaborato", per usare il termine di Freud, i suoi travagli per emergerne persona più forte, più felice, e nettamente meno negativa, anche se molti degli indicatori di questo cambiamento si trovano solo in indizi narrativi.
 
Nel CAPITOLO 2, indago su ''Beton'' (1982) applicando e sviluppando i risultati del primo capitolo. A prima vista, il narratore-protagonista, Rudolf, sembrerebbe essere strettamente legato ai suoi predecessori nella prosa bernhardiana: è malato, frustrato, infelice e solo. Tuttavia, uno sguardo più ravvicinato alla narrazione rivela che questo miserabile essere solitario e vacillante è, in effetti, un uomo che impara a cercare il miglioramento di sé e che alla fine riesce a capire come trovare la felicità. Dopo una sezione sull'accoglienza critica, che descrive non solo il modo in cui il testo è stato interpretato all'ombra dei precedenti lavori di Bernhard, ma anche quanto ''Beton'' sia stato (ed è tuttora) trascurato dai recensori e dalla critica accademica, ci sono altre cinque sezioni: "Contatto umano"; "Perfezionismo, speranza e imperfezione"; "Musica e letteratura"; "Presentazione del narratore" e "La storia di Anna". La sezione sul contatto umano indica una nuova preoccupazione nella prosa di Bernhard degli anni ’80: Rudolf può sì criticare severamente tutti i suoi conoscenti, ma alla fine mette amici e parenti davanti al suo progetto intellettuale, in particolare Anna Härdtl, che incontra a Palma e, di conseguenza, impara a guardare nella sua stessa vita da una nuova prospettiva. Nella terza sezione di questo capitolo, "Perfezionismo, speranza e imperfezione", mostro come il tema del perfezionismo, che aveva afflitto molti dei protagonisti ossessivi di Bernhard, prende una svolta insolitamente positiva. Attraverso la memoria di un'opera di [[w:Felix Mendelssohn|Mendelssohn]], Rudolf impara non solo ad accettare l'imperfezione, ma a considerarla desiderabile. Si rende conto che l'interazione con gli altri può essere un'esperienza positiva e vitale e raggiunge quello che un critico, [[:en:w:Martin Chalmers|Martin Chalmers]], ha definito un "potenziale d'umanità".<ref>Si veda: Martin Chalmers, "Introduction" in: Thomas Bernhard, ''Concrete'', trad. {{en}} David McLintock (London: Quartet, 1989) p.v. Non ci sono numeri di pagina; vengono usati numeri romani per riferirsi al testo di Chalmers nell'introduzione. Questa traduzione {{en}} venne pubblicata per la prima volta nel Regno Unito cinque anni prima: Thomas Bernhard, ''Concrete'', trad. David McLintock (London: Dent, 1984). La mia edizione {{en}} è di Faber & Faber del 2013.</ref> Sottolineando l'importanza dell'esperienza di Mendelssohn da parte di Rudolf, dimostro come altri indizi nel testo si incastrino al loro posto. Nella quarta sezione del capitolo, "Musica e letteratura", collego la comprensione che Rudolf acquisisce dell'imperfezione umana al suo importantissimo progetto musicologico e alle sue allusioni letterarie, in particolare allo ''[[w:Zadig|Zadig]]'' di [[w:Voltaire|Voltaire]] (1747). Il riferimento improvviso e senza preavviso a ''Zadig'' segna un importante passo avanti nel resoconto di Rudolf: vive un momento completamente naturale di felicità, senza le lotte emotive, mentali e fisiche dalle quali è altrimenti perseguitato. Nella penultima sezione, "Presentazione del narratore", sostengo che Bernhard pone una traccia coerente di indizi su Rudolf che rafforzano la mia graduale interpretazione dello sviluppo del narratore. Prospettive narrative mutevoli e inaffidabilità espositive spesso rivelano le vere intenzioni di Rudolf — ciò che Bernhard chiamava "paesaggi interiori".<ref>Fleischmann, ''Thomas Bernhard – Eine Begegnung'', p. 15.</ref> La mia analisi e interpretazione delle incoerenze nel racconto di Rudolf rivela una figura che sottilmente, spesso indirettamente sostiene valori umani positivi e dignitosi, non un nichilista deciso a denigrare e distruggere tutto ciò che lo circonda. Nella sezione finale, "La storia di Anna", l'influenza della disperata condizione di un altro essere umano è collegata alla situazione di Rudolf: a differenza del ciclo autobiografico, in cui l'autocontemplazione ha portato alla conoscenza di sé, qui Rudolf impara a conoscere se stesso attraverso un'altra persona. Di conseguenza, mette da parte brevemente le sue preoccupazioni per fare un "nuovo inizio" speranzoso. Rudolf condivide molto con i precedenti protagonisti bernhardiani, ma la sua storia segna un'importante dipartita: la speranza e il potenziale di felicità vengono realizzati, sebbene in brevi scorci di intuizione.
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Solo quando si arriva a ''Auslöschung'' (1986), ampiamente riconosciuto come il ''magnum opus'' di Bernhard, questi scorci diventano più duraturi. Il CAPITOLO 3 analizza la storia di Murau in tre sezioni: "Ricezione critica", "Valori personali e alterità" e "Scrivere contro la morte". Nella prima sezione, "Ricezione critica", una panoramica dettagliata delle reazioni critiche a questo testo mostra che aspetti importanti della comunicazione autoriale e narrativa sono stati ampiamente trascurati. Come per la pentalogia e per ''Beton'', alcuni critici riconoscono apertamente la sotterranea corrente ottimistica e le fiduciose prospettive del testo, ma nessuno lo ha davvero esplorato. Intendo quindi affrontare queste domande critiche nel CAPITOLO 3. Nella seconda sezione, "Valori personali e alterità", la cerchia di amici e conoscenti di Murau viene analizzata una ad una al fine di mostrare, aggiungendo prove testuali dettagliate, quanto questo protagonista di Bernhard sia diverso da uno qualsiasi dei suoi predecessori. Viene esaminato l'uso di alcune parole di Bernhard, come "Mensch" e "naturgemäß", e viene delineato uno sviluppo chiaro delle opere precedenti (pentalogia e ''Beton''). Murau è felice a Roma, il suo "paradiso", e affronta psicologicamente i ricordi e i problemi associati al ritorno forzato a Wolfsegg, la sede di famiglia in Austria. L'ultima sezione di questo Capitolo, "Scrivere contro la morte", è divisa in tre sottosezioni: "Wolfsegg e Roma", "Obliterazione" e "Critica sociale". In "Wolfsegg e Roma", esaminerò i riferimenti al contrasto tra il Nord e il Sud (riflesso nei severi confronti tra Wolfsegg e Roma) che tradiscono più di quanto non sembri. Ad esempio, i ricordi dell'amato zio umanista di Murau e la fiducia psicologica che la sua vita a Roma gli dà, gli consentono di confrontarsi con la sua famiglia e le esperienze passate a Wolfsegg quando torna per il funerale dei suoi genitori e fratello recentemente deceduti in un incidente. Nella seconda sottosezione, "Obliterazione", la mia stretta analisi testuale mostrerà che l'obliterazione può, in effetti, essere esattamente l'opposto di ciò che sembra essere: "cancellando" la sua casa d'infanzia e adolescenza (eliminandola e cancellandola dalla sua mente), Murau è paradossalmente in grado di preservare la sua identità e la sua felicità a Roma. È in grado di guardare a un futuro più positivo e pieno di speranza. Nella sottosezione finale, "Critica sociale", attiro l'attenzione sul rinnovato e positivo esito degli attacchi di Murau al nazionalsocialismo e al cattolicesimo. Nelle precedenti opere di prosa di Bernhard, il commento politico era stato limitato alla satira accidentale (''Amras'' 1964, per esempio) o alle escursioni imbarazzanti (come nella pentalogia e ''Beton''). Murau, invece, affronta direttamente le domande sulla storia recente dell'Austria che si interseca con il suo passato; è quindi in grado di effettuare una "elaborazione" più completa dei suoi ricordi rispetto a tutti i precedenti protagonisti bernhardiani, poiché riunisce l'espiazione della sua identità personale e nazionale nell'atto unico di rinuncia a Wolfsegg, che donerà alla Comunità ebraica di Vienna. Rudolf finisce per essere un essere sociale reintegrato che non ha permesso ai suoi alti standard e grandi aspettative di distruggerlo. È sopravvissuto e la sua sopravvivenza non è solo fisica; è anche una vittoria emotiva (la sua vita a Roma) e morale (cessione di Wolfsegg alla Comunità ebraica).
 
La CONCLUSIONE riunisce le questioni di comunicazione e speranza esplorate nel corpo principale del mio studio e traccia uno sviluppo delle opere in discussione, mostrando quanto siano complementari questi due concetti. Viene comprovato che la pentalogia segna l'inizio della speranza; ''Beton'' rappresenta una figura che si allontana dai suoi sforzi intellettuali e si concentra sulle persone, finendo per raggiungere momenti limitati ma reali di felicità. Le circostanze personali di Murau ad ''Auslöschung'' sono del tutto più tranquille e la speranza è molto più di una semplice possibilità o di un lontano ricordo; più di tutti i suoi predecessori nella prosa di Bernhard, Murau raggiunge l'autosufficienza e una comunicazione umana positiva.
 
In sintesi, lo scopo dello studio è quello di esporre e analizzare gli aspetti della comunicazione e della speranza ricorrenti nelle opere in prosa di Barnhard dopo il 1975. Questo risultato è ottenuto attraverso una lettura approfondita rafforzata da testimonianze biografiche, letterarie e personali pertinenti al fine di rivalutare la narrativa ultima di uno scrittore la cui ricezione sensazionale e immagine pubblica hanno troppo spesso messo in ombra le sue qualità letterarie. Si spera che, intraprendendo un esame critico delle narrazioni selezionate, questo ''Wikibook'' riempia una lacuna critica nel consistente materiale secondario su Bernhard.
 
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{{Avanzamento|50100%|1213 marzo 2020}}
[[Categoria:La prosa ultima di Thomas Bernhard|Introduzione]]