La prosa ultima di Thomas Bernhard/Introduzione: differenze tra le versioni

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In un articolo scritto poco prima della morte di Bernhard, Helen Chambers struttura l'analisi critica delle opere di Bernhard in cinque categorie: "l’elenco dei temi"; l’"uso ripetuto di parole chiave"; tendenza dei "critici" ad imitare il suo stile "; la pratica di "confrontarlo con altri scrittori" e, infine, "l’affermazione che Bernhard scrive lo stesso libro più e più volte".<ref>[https://www.st-andrews.ac.uk/modern-languages/people/honorary-and-emeritus/hec Helen Chambers], "Thomas Bernhard", in ''After the "Death" of Literature: West German Writing of the 1970s'', cur. Keith Bullivant (Oxford: Berg, 1989), pp. 197-211 (p.208).</ref> Le conclusioni di Chambers nel suo saggio, secondo cui le esagerazioni di Bernhard non solo distorcono ma anche demistificano o chiariscono alcuni aspetti della realtà, sono in contrasto con molte delle idee proposte sul suo lavoro dalla critica tradizionale.<ref>Queste conclusioni si basano su accertamenti fatti da Walter Weiss ('zugleich Verzerrung und Erhellung der Wirklichkeit'): Walter Weiss, "Thomas Bernhard — Peter Handke: Parallelen und Gegensätze", in ''Literarisches Kolloquium Linz 1984. Thomas Bernhard: Materialien'', cur. Alfred Pittertschatscher & Johann Lachinger (Linz: ORF Landesstudio Oberosterreich, 1985), pp.1-17 (p.14). Wendelin Schmidt-Dengler discute delle necessità di Bernhard "die Welt zu entstellen, um sie kenntlich zu machen". Si veda: Wendelin Schmidt-Dengler, ''Der Übertreibungskünstler: Zu Thomas Bernhard'', II ed., rev. dall'autore (Vienna: Sonderzahl, 1989), p. 104.</ref> Le sue categorie forniscono un interessante punto di partenza per l'analisi della prosa narrativa di Bernhard poiché riflettono trascuratezza nell'esame testuale; solo una delle sue cinque voci ("parole chiave") indica una preoccupazione diretta per lo stile di Bernhard — e gli studi sulle parole chiave bernhardiane sono stati o brevi o incorporati in argomenti più ampi e sostanziali.<ref>Si veda ''int. al.'': Hans Joachim Piechotta, '"Naturgemäß": Thomas Bernhards autobiographische Bücher', ''Text + Kritik'' 43 (1982), 8-24; o la sezione intitolata '"Anschauung", "Künstlichkeit", "Übertreibung"' in: Alfred Pfabigan, ''Thomas Bernhard: Ein österreichisches Weltexperiment'' (Vienna: Zsolnay, 1999), pp.249-57; l'analisi specifica della parola "Auslöschung" in: Silke Schlichtmann, ''Das Erzählprinzip "Auslöschung": Zum Umgang mil Geschichte in Thomas Bernhards Roman "Auslöschung: Ein Zerfall"'', Trierer Studien zur Literatur, 27 (Frankfurt: Peter Lang, 1996), pp.23-31. Esiste anche un breve appunto sull'argomento: Ernst Strouhal, "Naturgemäß", in ''Der Bernhardiner. Ein wilder Hund: Tomaten, Satiren und Parodien über Thomas Bernhard'', cur. Jens Dittmar (Austria [n.p.]: Edition S, 1990), pp.80-2. Questo volume contiene trentanove pezzi e altri articoli umoristici che confermano molti dei pregiudizi sul negativismo e l'illegibilità tradizionalmente associati all'opera di Bernhard.</ref> Tutte le altre categorie affrontano solo in modo obliquo o involontario la questione di come Bernhard costruisca il suo testo (la lista dei temi), o eludono il problema: imitazione dello stile di Bernhard; confronto con altri scrittori e filosofi (studia più influenza e storia intellettuale che analisi stilistica) e che scrive lo stesso libro con lievi variazioni. Sebbene, in teoria, vi sia spazio in queste ultime tre categorie per studiare il modo in cui Bernhard scrive, in pratica tale questione è stata troppo spesso trascurata dalla letteratura secondaria sulla prosa di Bernhard.
 
Wendelin Schmidt-Dengler, probabilmente il più importante e prolifico critico di Bernhard, illustra chiaramente come l'accoglienza critica dell'opera di Bernhard sia arrivata a mettere in ombra le sue indipendenti qualità letterarie:
{{q|Bernhards Aktionen haben immerhin dafür gesorgt, daß sich der Wirbel darum zwischen ihn und seine Texte schiebt, daß sie ein Objektiv für das abgeben, was in seinem im engeren Sinne literarischen Werk aufscheint. Dariiber hinaus scheint es, daß gerade durch diese Auftritte die Bernhard-Rezeption nicht unwesentlich gesteuert wird. [...] So hat sich die Rezeption der Texte Bernhards weitgehend emanzipiert von dem, was seine erzählenden und dramatischen und lyrischen Texte denn auch bewirken können. Bernhard ist zur Kunstfigur geworden, und sein Werk läßt sich nicht mehr ablosen von der Wirkung, die es gehabt hat.<ref>Schmidt-Dengler, ''Übertreibungskünstler'', pp.93-4.</ref>}}
Schmidt-Dengler qui riassume sinteticamente il problema principale relativo alle analisi critiche di Bernhard: la combinazione della ricerca di pubblicità da parte di Bernhard con la creazione di immagini da parte dei giornalisti, che ha portato a una marcata riluttanza della critica letteraria ad impegnarsi direttamente coi suoi testi. Sin dal debutto letterario di Bernhard nel 1963 con il suo lungo romanzo, ''[[Thomas Bernhard/Gelo|Frost]]'', egli è stato rinomato per la messa in scena di acrobazie pubblicitarie, che vanno da aspre lettere alla stampa, a dichiarazioni sensazionali su personaggi pubblici di spicco.<ref>''Ibid.'', pp.93-106. Questo capitolo (intitolato "Bernhards Scheltreden: Um-und Abwege der Bernhard-Rezeption") fornisce un utile riassunto della maggiori controversie incentrate su Bernhard; apparso originalmente in: Pittertschatscher e Lachinger, pp.89-112. Per una seria introduzione alla provocazioni pubbliche di Barnhard, si veda: Holler, ''Thomas Bernhard'', pp. 7-17. Per resoconti più dettagliati, in forma di lunghe conversazioni sul comportamento imprevedibile ed eccentrico di Bernhard, si vedano le segg. opere: Maria Fialik, ''Der konservative Anarchist: Thomas Bernhard und das Stoats-Theater'' (Vienna: Löcker, 1991) e: Maria Fialik, ''Der Charismatiker: Thomas Bernhard und die Freunde von einst'' (Vienna: Löcker, 1992).</ref> Come [[w:Peter Handke|Peter Handke]] con il suo famoso sfogo a Princeton nel 1966, Bernhard era l'austriaco di provincia determinato in una fase iniziale della sua carriera a lasciare il segno nel mondo letterario di lingua tedesca.<ref>Per un introduzione, molto succinta ma utile, alla scena letteraria postbellica in Austria, si veda: Stephen D. Dowden, ''Understanding Thomas Bernhard'' (Columbia, SC: University of South Carolina Press, 1991), pp.11-15. Per uno studio aggiornato e dettagliato: Wendelin Schmidt-Dengler, ''Bruchlinien: Vorlesungen zur österreichischen Literatur 1945 bis 1990'' (Salzburg e Vienna: Residenz, 1996).</ref> Ancor più di Handke, tuttavia, il corteggiamento dell'attenzione mediatica da parte di Bernhard ha portato a fattori extraletterari che oscurano i veri aspetti letterari del suo lavoro.
 
Stephen Dowden, nella sua monografia ben bilanciata ed estremamente utile, traccia un legame importante tra le esplosioni pubbliche di Bernhard e il suo acume commerciale:
{{q|[Bernhard] is also a commercially successful writer, since 1965 a mainstay of West Germany's prestigious Suhrkamp publishing house. Bernhard’s ''popular'' reputation probably rests on his aggressive personal style; he liked to antagonize the prominent and the powerful. His popularity also stems in part from the exotically repulsive things he chose to write about: disease, isolation, madness, and death.<ref>Dowden, p.2 [corsivo nell'originale].</ref>}}