Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Memoria e compimento: differenze tra le versioni

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Dalla metà degli anni ’80 in Germania si è assistito a un flusso costante di opere teatrali e film non tedeschi riguardanti l'Olocausto. Quando ''Ghetto'' venne rappresentato al Volkstheater di Berlino, Sobol disse che il dramma ricevette la più straordinaria reazione emotiva che avesse mai visto: "Fu quasi spaventoso", disse, "il pubblico applaudì per un quarto d'ora, in piedi, gridando e chiamando gli attori... ho pensato che fosse una reazione schietta, non falsa."<ref>Sobol intervistato su ''The Daily Telegraph'' (24 aprile 1989).</ref> Dal 1984, la trilogia ''Ghetto'' è stata rappresentata al National Theater Mannheim, al Maxim Gorki Theater di Berlino, a Stoccarda, a Weimar e in altre città tedesche. Il Maxim Gorki Theater scelse di organizzare la trilogia per celebrare il suo quarantesimo anniversario.<ref>''Süddeutsche Zeitung'' (6 ottobre 1992).</ref> Dopo la caduta del Muro, la guerra e l'Olocausto sono ora reinvestigati da una nuova generazione che da sola sta cercando di riscoprire la storia. Con un afflusso di 8000 ebrei dall'URSS, la cultura ebraica è stata riproposta soprattutto lungo la Oranienbergstrasse di Berlino, l'ex quartiere ebraico. Nel 1994 fu aperta la prima scuola media ebraica del dopoguerra in Germania, cinquantadue anni dopo la chiusura dell'ultima. E nell'aprile del 1992 ha avuto luogo il Festival della cultura ebraica di Berlino. Tra le attrazioni c'era il gruppo musicale inglese ''[[:en:w:Towering Inferno (band)|Towering Inferno]]'' che eseguì la propria opera rock, ''[[:en:w:Kaddish (Towering Inferno album)|Kaddish]]'', descritta dalla rivista tedesca ''ZAP'' come un montaggio di "canzoni popolari ebraiche, chitarre metal, discorsi di Hitler, suoni industriali". [[w:Brian Eno|Brian Eno]] proclamò che i compositori di ''Towering Inferno'', [[:en:w:Richard Wolfson (musician)|Richard Wolfson]] e Andy Saunders, avevano scritto la colonna sonora "più spaventosa" mai prodotta.<ref>Bernard McMahon, cur., ''Towering Inferno Press Pack''.</ref>
 
[[File:Schindler, Oskar.jpg|right|150px|thumb|[[w:Oskar Schindler|Oskar Schindler]], ca. 1946]]
Ma l'evento artistico più singolarmente importante degli anni ’90 fu ''[[w:Schindler's List - La lista di Schindler|Schindler’s List]]'':
{{q|Se uno degli obiettivi di Steven Spielberg era quello di scuotere la coscienza tedesca, allora c'è riuscito nel modo più evidente di chiunque altro.<ref>Adrian Bridge, "Spielberg Brings the Holocaust Home to Berliners", ''The Independent'' (5 marzo 1994), p. 7.</ref>}}
L'esempio di [[w:Oskar Schindler|Oskar Schindler]], l'imprenditore cattolico tedesco che salvò i suoi operai ebrei dalle camere a gas, servì da esempio di "buon tedesco" come Gerstein in ''Il Vicario'' o il personaggio di Meryl Streep in ''Holocaust''. Tuttavia, Schindler fu un personaggio moralmente complesso con molte carenze morali. Ciò venne sottolineato da un diretto parallelismo con il suo malvagio ''[[w:Doppelgänger|Dopplegänger]]'', l'ufficiale delle SS [[w:Amon Göth|Amon Göth]]. Schindler non era un angelo. Inoltre, a differenza del Gerstein di Hochhut, o dell'Harras di Zuckmayer, l'esempio di Schindler mostra che era possibile resistere con successo al regime.<ref>Anche se si può sostenere che la posizione finanziaria di Oskar Schindler gli rese più facile imbrogliare il regime e dare rifugio agli ebrei in un modo che molti tedeschi all'epoca non potevano.</ref> Pertanto, ''Schindler’s List'' non servì a giustificare l'inazione dei tedeschi ordinari come, ad esempio, ''Il Vicario'', ma servì a evidenziare la scelta individuale allo stesso modo del ''Dr Korczak e i bambini''. Come scrisse il ''Frankfurter Aligemeine'': "Lo spettatore è costretto a chiedersi «perché gli altri non hanno provato a fare quello che fece lui?»"
 
Dieter Stolz scrive che la vera identità nazionale può essere derivata solo dall'interno, dalla cultura e non imposta dai politici: "L'arte dà spiritualità laddove i politici hanno fallito".<ref>Dieter Stolz, "Deutschland - em Literarischer Begriff: Günter Grass and the German Question", in Arthur Williams, Stuart Parkes e Roland Smith, curr., ''German Literature at a Time of Change 1989-1990. German Unity and German Identity in Literary Perspective'', Peter Lang/University of Bradford, 1991, pp. 207-24; p. 207.</ref> Dal 1945, l'identità nazionale nella Germania orientale e occidentale fu generata dall'esterno — dagli americani e dai russi. Secondo [[w:Wim Wenders|Wim Wenders]], i tedeschi diventarono "stranieri" dopo il novembre 1989. Dovevano "colonizzare" la propria terra e diventare i propri generatori di identità.<ref>Anthony S. Coulson, "New Land and Foreign Spaces: the Portrayal of Another Germany in Postunification film", in Durrani, ''Literature and Society After Unification'', pp. 213-30; p. 213-4.</ref> L'identità tedesca e le narrazioni tedesche della Storia sono gli argomenti principali degli scritti tedeschi negli anni ’90. Ad esempio, ''[[:de:w:Wessis in Weimar|Wessis in Weimar]]'' di Hochhuth, diretto da [[:en:w:Einar Schleef|Einar Schleef]] nel 1992 per il Berliner Ensemble, esamina le questioni di "Est incontra Ovest". ''[[:en:w:Schulz & Schulz|Schulz & Schulz]]'', una serie televisiva in cinque parti, parlava dei fratelli gemelli Wolfgang e Walter Schultz, che crebbero in parti opposte del Muro. La serie fu girata tra agosto e settembre 1987 e proiettata nel dicembre 1989, un mese dopo il [[w:Muro di Berlino|crollo del Muro]]. Fu un tale successo che una sequel, ''Aller Anfang ist schwer'', entrò in produzione immediata e fu trasmessa nel 1991.<ref>Andrea Rinke, "From Motzki to Trotzki: Representations of East and West German Cultural Identities on German Television after Unification", in Durani, ''Literature and Society After Unification'', p. 234.</ref> La Germania, per la prima volta, affrontava il passato alle sue condizioni... per conto suo.
 
== ''Conclusione'' ==