Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Memoria e compimento: differenze tra le versioni

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L'establishment teatrale rispecchiava l'impulso di vedere i conflitti contemporanei attraverso l'obiettivo dell'Olocausto. Quando ''Das Ghetto—Tryptichon'' di Joshua Sobol venne diretto da Carl Hermann Rise al Maxim Gorki Theater di Berlino, nell'ottobre 1994, il recensore del ''Der Nord Berliner'' commentò: "''Ghetto'' è ancora una pièce rilevante, il che è una deplorevole rivelazione dopo Rostock e Sachsenhausen."<ref>''Der Nord-Berliner'' (29 gennaio 1994): "''Ghetto'' ist, und das ist nach Rostock und Sachssenhausen eine jämmerliche Erkenntnis, schon wieder em aktuelles Stück."</ref> La drammaturga austriaca, [[w:Elfriede Jelinek|Elfriede Jelinek]] ([[w:Premio Nobel per la letteratura|Premio Nobel per la Letteratura, 2004), collegò in modo specifico il razzismo contemporaneo tedesco al Terzo Reich. Il suo dramma ''Totenauberg'' (1993) rappresentò, secondo un recensore, "un continuum di oppressione dall'antisemitismo del Terzo Reich alla xenofobia dei giorni nostri".<ref>Katrin Sieg, ''Theatre Journal'', Vol. 45 (marzo 1993), pp. 35-47; p. 43.</ref>
[[File:{{Immagine grande|Moscow Holocaust Memorial - panoramio (1).jpg|750px780px|center|thumb]]Memoriale dell'Olocausto a Mosca}}
 
== Teatro nell'ex-Est ==
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== ''Arbeit Macht Frei'' ==
{{Immagine grande|Gates.jpg|780px|''Arbeit Macht Frei'' — Immagine costruita con alcuni nomi delle vittime della [[w:Shoah|Shoah]], presi dal Database Centrale [[w:Yad Vashem|Yad Vashem]]}}
[[File:Gates.jpg|center|750px|thumb|]]
=== Contesto ===
La situazione in Israele nei primi anni ’90 era caratterizzata da crescenti complessità politiche e dal continuo terrorismo. In particolare la violenza aveva origine da gruppi esterni all'OLP e, per la prima volta, anche da cittadini israeliani. L'OLP alla fine degli anni ’80 era diventato l'organismo rappresentativo accettato del popolo palestinese incaricato di negoziare una patria indipendente palestinese. Dalla fine degli anni ’70, ha fornito fondi per sostenere le infrastrutture della [[w:Cisgiordania|Cisgiordania]], l'assistenza sanitaria, l'istruzione e i programmi agricoli. Arafat divenne il campione del popolo. Tuttavia, riconoscendo il diritto di Israele a esistere e favorendo un accordo attraverso la negoziazione piuttosto che il terrorismo, aveva alienato molti dei suoi sostenitori. Dalla fine degli anni ’80 l'OLP declinò in potere e, quando Arafat fece concessioni agli israeliani, i palestinesi iniziarono a rivalutare le sue capacità. Lo stesso Arafat era a conoscenza della sua calante popolarità e aveva adottato l'[[w:Intifada|Intifada]]<ref>L'Intifada richiedeva la creazione di una patria palestinese nella Striscia di Gaza.</ref> come sua causa per paura di essere oscurato dalla popolarità del movimento e dei suoi leader emergenti. I gruppi arabi militanti stavano togliendogli sostegno, in particolare ''[[w:Hamas|Hamas]]'', ''[[w:Jihād|Jihād]]'' e ''[[w:Hezbollah|Hezbollah]]'', un gruppo terrorista musulmano sciita, sponsorizzato dall'Iran.
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''Arbeit Macht Frei'' è interpretato come un ''[[:de:w:stationendrama|stationendrama]]''. La produzione inizia in un museo dell'Olocausto, o museo di guerra, a seconda della produzione individuale. Ad Amburgo, ad esempio, il pubblico fu accompagnato in autobus al [[w:Campo di concentramento di Neuengamme|campo di Neuengamme]]. A Berlino, la produzione iniziò nella [[w:Conferenza di Wannsee|Villa Wannsee di Hitler]]. Momenti teatrali secondari si svolgono sul bus. Il fatto che questi momenti siano "teatrali" diventa evidente al pubblico solo in una fase successiva. Ad Akko la maggior parte della produzione si svolge in un complesso sotterraneo appositamente costruito in cui attori e pubblico si mescolano e si scambiano pensieri. È qui che inizia il dramma "vero e proprio", contrassegnato dalla raccolta dei biglietti all'ingresso. All'interno di questa catacomba simile all'[[w:Ade (regno)|Ade]], il pubblico assiste e partecipa a diverse scene mentre viene condotto in spazi sempre più limitati che ricordano le baracche di Auschwitz. Attraverso un percorso male illuminato e tortuoso all'interno del complesso, il pubblico è disorientato e "esplorato" dagli attori. È il pubblico che sta al centro di questa esperienza teatrale. Poiché la pièce riguarda la percezione israeliana dell'Olocausto e come è stato impiantato nella società israeliana, il pubblico, in quanto rappresentante di tale società, deve necessariamente essere messo al microscopio.
 
[[File:{{Immagine grande|Aqueduct - amphi - Lochamey Hegetaot 2011-3.jpg|center|750px|thumb780px|[[:en:w:Lohamei HaGeta'ot|Lohamei HaGeta’ot]]: Museo dei Combattenti del Ghetto, visto dall'Acquedotto Ottomano del XVIII secolo (Israele)]]}}
Nell'aprile 1996, io e altri ventidue spettatori ci siamo incontrati in un parcheggio ad Akko. Il pubblico era volutamente piccolo, non solo, come dovevamo scoprire, a causa dei confini dello spazio di scena, ma perché il discorso generato tra gli attori e gli spettatori e tra gli spettatori stessi è la parte più importante dello spettacolo. Cinque ore e mezza dopo sapevamo delle cose l'uno dell'altro che in condizioni normali non avremmo mai divulgato a totali estranei. Nel parcheggio fummo accolti da Moni Josef che ci accompagnò ad un autobus. Una guida ci informò che saremmo andati a '''[[:en:w:Lohamei HaGeta'ot|Lohamei HaGeta’ot (לוֹחֲמֵי הַגֵּיטָאוֹת, "Combattenti del Ghetto")]]''', un museo dell'Olocausto, istituito da un gruppo di sopravvissuti dell'Olocausto, molti dei quali furono leader della rivolta del ghetto di Varsavia. Tutti i temi esplorati in ''Arbeit Macht Frei'' sono stabiliti nel museo e ampliati nella seconda parte del dramma.