Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Memoria e compimento: differenze tra le versioni

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Ci sono state pochissime opere teatrali della Germania occidentale sull'Olocausto negli anni ’90, certamente a causa dei profondi cambiamenti politici e territoriali. Ciò non significa che il pubblico tedesco abbia ignorato l'argomento. Ci sono stati diversi importanti eventi teatrali non tedeschi sull'Olocausto. Negli anni ’90, scrittori israeliani (come Sobol) e compagnie (come il Teatro Akko) hanno fatto ''tournée'' in Germania. E non sono solo gli israeliani che hanno avuto successo lì. Il gruppo britannico, [[:en:w:Towering Inferno (band)|Towering Inferno]], con il loro concerto ''[[:en:w:Kaddish (Towering Inferno album)|rock-cum-performance-art Kaddish]]'' ottenne un enorme successo al Festival della Cultura Ebraica del 1992 a Berlino e il Berliner Ensemble sta attualmente considerando la produzione della commedia di [[:en:w:Roy Kift|Roy Kift]], ''Camp Comedy'' su [[w:Kurt Gerron|Kurt Gerron]] e il suo film del 1944, ''[[w:Theresienstadt. Ein Dokumentarfilm aus dem jüdischen Siedlungsgebiet|Il Führer dona una città agli ebrei]]''.
 
In particolare, nel cuore della trilogia del ''Ghetto'' di Sobol e dell’''Arbeit Macht Frei'' del [http://www.akko.org.il/en/Acco-Theater-Center Teatro Akko] ci sono domande in competizione tra narrazioni storiche, memorie soggettive e l'uso dell'analogia. Sobol ha sempre posto la nozione di memoria personale al centro del suo lavoro. Ciò è particolarmente vero per la sua sceneggiatura per film di ''Ghetto'', ''J.'' Mentre il numero dei sopravvissuti all'Olocausto diminuisce, Sobol si sente obbligato a registrare le loro storie e intrecciarle con il suo testo. ''J'' rimane inedito, ma nel 1995 Sobol cercò lo stesso ideale nella sua produzione di ''Gens-Ghetto Triptychon'' al Weimar Schauspielhaus. In questa produzione, Sobol affermò di aver concentrato tutti i suoi sforzi per arrivare alla verità su chi fosse Adam e su come operasse il Movimento clandestino.<ref>Conversazione con Yehoshua Sobol, dicembre 1995, Weimar.</ref> Sobol era stato rimproverato alla televisione nazionale israeliana dalla moglie sopravvissuta di uno dei combattenti del Movimento di Vilna che aveva contestato la sua versione degli eventi. Di conseguenza, egli cercò ancora di più di mettere insieme la realtà storica o, piuttosto, la storia composta da ricordi in contrapposizione alla storiografia israeliana.<ref>''Ibid.'' </ref>
 
Anche David Maayan, il direttore del [http://www.akko.org.il/it/ Teatro Akko], si occupa dei ricordi individuali. Sia lui che Sobol, in quanto israeliani, ritengono che la storia della nazione ebraica sia stata coscientemente spinta in determinate direzioni politiche e che il loro paese sia quello in cui il collettivo è tradizionalmente apprezzato più dell'individuo. Loro, al contrario, hanno sottolineato il soggettivo. ''[[w:Arbeit macht frei|Arbeit Macht Frei]]'' del Teatro Akko affronta l'Olocausto in un modo simile a quello proposto da Ronnie S. Landau: l'Olocausto presentato da prospettive sfaccettate — una cacofonia di voci individuali, a volte discordanti, a volte complementari, per dare una rapide visione dell'Olocausto nella sua interezza. Maayan ha realizzato con successo la sua visione di Auschwitz nello stesso modo in cui Picasso visualizzò la guerra civile spagnola in ''[[w:Guernica (Picasso)|Guernica]]''. Per i [[w:Cubismo|Cubisti]], l'intero quadro emerge solo quando diverse prospettive simultanee sono "concepite" nell'occhio della mente, liberando così l'intelletto e i sensi dai limiti del realismo.
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=== Contesto ===
La situazione in Israele nei primi anni ’90 era caratterizzata da crescenti complessità politiche e dal continuo terrorismo. In particolare la violenza aveva origine da gruppi esterni all'OLP e, per la prima volta, anche da cittadini israeliani. L'OLP alla fine degli anni ’80 era diventato l'organismo rappresentativo accettato del popolo palestinese incaricato di negoziare una patria indipendente palestinese. Dalla fine degli anni ’70, ha fornito fondi per sostenere le infrastrutture della [[w:Cisgiordania|Cisgiordania]], l'assistenza sanitaria, l'istruzione e i programmi agricoli. Arafat divenne il campione del popolo. Tuttavia, riconoscendo il diritto di Israele a esistere e favorendo un accordo attraverso la negoziazione piuttosto che il terrorismo, aveva alienato molti dei suoi sostenitori. Dalla fine degli anni ’80 l'OLP declinò in potere e, quando Arafat fece concessioni agli israeliani, i palestinesi iniziarono a rivalutare le sue capacità. Lo stesso Arafat era a conoscenza della sua calante popolarità e aveva adottato l'[[w:Intifada|Intifada]]<ref>L'Intifada richiedeva la creazione di una patria palestinese nella Striscia di Gaza.</ref> come sua causa per paura di essere oscurato dalla popolarità del movimento e dei suoi leader emergenti. I gruppi arabi militanti stavano togliendogli sostegno, in particolare ''[[w:Hamas|Hamas]]'', ''[[w:Jihād|Jihād]]'' e ''[[w:Hezbollah|Hezbollah]]'', un gruppo terrorista musulmano sciita, sponsorizzato dall'Iran.
 
La [[w:Guerra del Golfo|Guerra del Golfo del 1990-1991]] approfondì le divisioni tra israeliani e palestinesi poiché molti di quest'ultimi sostenevano apertamente [[w:Saddam Hussein|Saddam Hussein]] il cui obiettivo politico a lungo termine era di sradicare Israele. I palestinesi erano quindi visti collettivamente dagli israeliani come nemici all'interno. Ciò fu visto nella distribuzione di maschere antigas, gratuitamente, ai cittadini ebrei ma non ai palestinesi. Alla fine il governo accettò di vendere le maschere agli arabi per l'equivalente di novanta dollari al pezzo.<ref>Said K. Aburish, ''Cry Palestine. Inside the West Bank'', Bloomsbury, 1991, p. 12.</ref> Naturalmente molti palestinesi, essendo all'estremità inferiore della scala salariale, non potettero permettersi tali spese.
 
Come in tutte le guerre precedenti, le paure israeliane erano state alimentate dal deliberato parallelismo dell'Olocausto con la minaccia in atto. Come scrive Freddie Rokem:
{{q|Moshe Zuckermann in ''Shoah in the Sealed Room: the 'Holocaust' in Israeli Press during the Gulf War'' (Tel Aviv Authors Press, 1993) ha dimostrato come l'equazione "Sadam <nowiki>=</nowiki> Hitler" fosse stata sviluppata quale reazione alla minaccia dei missili Scud iracheni e come le paure furono accentuate dal fatto che alcune componenti per la produzione del gas iracheno erano state fornite da società tedesche.<ref>Freddie Rokem, "Cultural Transformations of Evil and Pain: Some Recent Changes in the Israeli Perception of the Holocaust", in Hans Peter Bayerdorfer, cur., ''German-Israeli Theatre Relations'', Niemeyer Verlag, 1996. pp. 217-41; p. 219.</ref>}}
 
Dopo la Guerra del Golfo la società israeliana divenne sempre più polarizzata tra coloro che favorivano una pace negoziata e coloro che desideravano una soluzione militare. La situazione per i palestinesi in Israele generalmente declinò. Nel 1992 David Grossman pubblicò נוכחים נפקדים (ebr. ''Nokhehim Nifkadim'', 1992), una raccolta di interviste con i palestinesi e un documento sulle loro condizioni di vita. Grossman rivelò che nei primi sei mesi erano morti il doppio dei bambini palestinesi rispetto a quelli israeliani e che il novantadue percento dei lavoratori arabi era nella metà inferiore della scala sociale. La metà della popolazione palestinese viveva al di sotto della soglia di povertà.<ref>David Grossman, ''Sleeping on a Wire: Conversations with Palestinians in Israel'' [נוכחים נפקדים / Nokhehim Nifkadim, 1992], Farrar, Straus, & Giroux, 1993, trad. {{en}} Haim Watzman, Farrar, Strauss, Giroux & Jonathan Cape, 1992, p. 110.</ref> Grossman sosteneva che ci fosse un tentativo sistematico di creare una sottoclasse araba incoraggiata da un sistema di istruzione arabo sottofinanziato. Ad esempio, Grossman sottolineò che non c'erano programmi professionali in elettronica e computer per gli arabi, ma numerosi corsi di automeccanica per ragazzi e cucito per ragazze.<ref>''Ibid.'', p.295.</ref> Inoltre, la loro scarsa istruzione era stata ulteriormente interrotta da prolungate detenzioni durante l'Intifada. L'Intifada si era guadagnata il soprannome di "Guerra dei bambini". Molti degli arrestati per sospetto da parte della polizia israeliana avevano meno di diciotto anni ed erano tenuti in detenzione amministrativa in attesa di processo. Alcuni aspettarono due o tre anni in custodia durante i quali venne loro negato l'accesso a libri didattici e materiale di scrittura.<ref>Aburish, ''Cry Palestine'', p. 13.</ref> Il libro di Grossman fu considerato infiammatorio e venne bandito nei centri di detenzione dalle autorità israeliane.