Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Memoria e compimento: differenze tra le versioni

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L'ampliamento delle fessure politiche in Europa aveva consentito a un numero crescente di gruppi neonazisti di ottenere un profilo più elevato. I media internazionali si concentrarono su quelli emergenti in Germania, in particolare nell'ex Est.<ref>James Dairymple, "Holocaust Lies of the Neo-Nazis", ''Sunday Times'' (''News Review'' 2) (26 luglio 1992), pp. 1-2: Dalrymple notò che dal 1982 i movimenti neonazisti erano aumentati in numero, forza e organizzazione non solo in Germania ma in tutta Europa.</ref> Come scrive Hermann Kurthen, "L'ansia era diretta in particolare verso i tedeschi orientali perché si sapeva molto poco dei loro atteggiamenti politici.<ref>Kurthen ''Antisemitism and Xenophobia in Germany'', p. 3.</ref> Tuttavia, si verificarono attacchi xenofobi sia a Ovest che a Est. L'8 marzo 1990, un gruppo di vandali attaccò un ostello per richiedenti asilo a Essen. Il 25 novembre, [[w:naziskin|naziskin]] lanciarono pietre e [[w:bomba Molotov|bombe Molotov]] in una moschea di [[w:Herten|Herten]] ([[w: Renania Settentrionale-Vestfalia|Renania Settentrionale-Vestfalia]]). Nel gennaio 1991 fu attaccato un ostello a [[w:Eisenhüttenstadt|Eisenhüttenstadt]]. La violenza continuò nel 1992 quando bombardamenti contro i turchi e slavi a Rostock e di nuovo a Eisenhüttenstadt provocarono oltre cinquecento arresti.<ref>Catherine Field, "Violence Shatters a Tourist Paradise", ''The Observer'' (13 settembre 1992), p. 11.</ref> A settembre pietre e bombe incendiarie vennero lanciate in un ostello per rifugiati a Quedlingburg<ref>Reiner Oschmann, "A Wall Goes Up Again in German Hearts", ''The Observer'' (13 settembre 1992), p. 11. Oschmann è il redattore-capo del giornale ''Neues Deutschland''.</ref> per tre notti consecutive e il 13 ottobre un ostello venne distrutto da un incendio doloso a Immenstadt. Il 3 novembre, nella città nord-occidentale di Mölln, tre donne turche morirono a seguito di un attacco con bombe incendiarie nella loro casa.<ref>Catherine Field, "Violence Shatters a Tourist Paradise", p. 11.</ref> Alla fine del 1992 diciassette persone erano state assassinate da estremisti di estrema destra. La violenza venne interpretata come un segno che ben poco distanziava i tedeschi contemporanei dai loro antenati nazisti. Gran parte di questa ansia, tuttavia, fu alimentata dai media, come osserva Hermann Kurthen:
{{q|Quando agli inizi degli anni ’90 brutte immagini di violenza xenofoba, graffiti con svastica e atti vandalici sostituirono le immagini allegre e pacifiche dell'unificazione tedesca, alcuni osservatori ipotizzarono che il terribile passato della Germania sarebbe tornato in superficie. La paura che un esercito di laboriosi e obbedienti ''Volksgenossen'' (membri del collettivo nazionale tedesco) avrebbe mobilitato e invaso l'Europa non fu soffocata dalle notizie di milioni di manifestanti che protestavano contro la violenza con fiaccole... ContinuoIl continuo antisemitismo e risentimento xenofobo in una nazione responsabile dell'Olocausto è statastato vistavisto come un'indicazione del fallimento della politica tedesca postbellica nel trattare il passato.<ref>Hermann Kurthen, "Antisemitism and Xenophobia in United Germany. How the burden of the Past Affects the Present", in Kurthen, ''Antisemitism and Xenophobia'', pp. 39-61; p. 39.</ref>}}
Gli atteggiamenti non erano uniformi: altri tedeschi protestarono contro la violenza nel 1992 con la dimostrazione della "Catena di luce" e il concerto "Rock contro la Destra".<ref>Wolfssohn, ''Eternal Guilt?'' p. ix.</ref> L'interpretazione errata del problema peculiare della Germania sorse perché la coscienza popolare e la copertura mediatica internazionale confusero la xenofobia con l'antisemitismo. Ad esempio, il 7 gennaio 1989, il Memoriale alla Deportazione degli ebrei di Berlino al Pulitzbrücke di Berlino fu imbrattato di sangue di maiale. Nel 1990, i cimiteri ebraici furono profanati a Stoccarda, Monaco e Baden-Wurtemberg. Nel settembre 1991, alla vigilia del Capodanno ebraico, i neonazisti bruciarono le baracche ebraiche di [[w:Campo di concentramento di Sachsenhausen|Sachsenhausen]] (che erano già state attaccate il 5 agosto di quell'anno). Anche i memoriali ebraici a Ravensbrück e la città sul lago di Uberlingen furono profanati. Il 2 marzo 1992 la sinagoga di Lubecca fu distrutta da un incendio doloso. Era la prima volta che una sinagoga era stata distrutta sul suolo tedesco dal tempo della guerra.<ref>Mary Fullbrook, ''The Two Germanies 1945-90: Problems of Interpretation'', Macmillan, 1992.</ref> Nel 1991, furono segnalati in totale 367 incidenti antisemiti. Nel 1992 la cifra venne quasi raddoppiata a 627. Nel 1994 furono segnalati 1.366 incidenti e nel 1995 la cifra raggiunse il picco a 1.155.<ref>Kurthen "Antisemitism and Xenophobia in United Germany", p. 34.</ref> Queste statistiche vennero prese come prova concreta del crescente neonazismo. Tuttavia Werner Bergmann scrive che queste cifre sono fuorvianti. Venivano segnalati più casi perché vi era una maggiore consapevolezza, in particolare dall'ex settore orientale in cui l'antisemitismo era stato segnalato per la prima volta.<ref>''Ibid.''</ref> Il risentimento antisemita non era mirato contro le persone in quanto tali, ma era espresso in atti simbolici contro le proprietà. Numerosi sondaggi condotti in tutta la Germania negli anni ’90 mostrano che la maggior parte dei suoi cittadini, sia a Est che a Ovest, possiede una notevole conoscenza dell'Olocausto e sostiene giornate commemorative e memoriali. Le indagini indicano anche che molti sono preoccupati per l'antisemitismo.<ref>''Ibid.'', pp. 46-8.</ref> La xenofobia espressa nella Germania riunificata ha ben poco a che fare con la questione ebraica:
{{q|Il rifiuto degli ebrei in Germania oggi deve essere visto nel contesto degli atteggiamenti nei confronti del nazionalsocialismo e della storia tedesca. La colpa, la responsabilità e le riparazioni sono le principali questioni coinvolte, in contrasto con le questioni relative ai diritti civili e ai servizi di assistenza sociale o ai sentimenti di isolamento culturale, che influenzano gli atteggiamenti nei confronti dei lavoratori migranti in Germania. L'estremismo di destra abbina sempre l'antisemitismo alla xenofobia, anche se ognuno svolge una funzione diversa: gli ebrei sono contestati come gruppo politicamente influente che è sospettato di essere dietro agli attacchi statali e mediatici contro la Destra. Gli stranieri (Ausländer), invece, sono considerati concorrenti.<ref>Bergmann, "Antisemitism and Xenophobia in Germany since Unification", in Kurthen, ''Antisemitism and Xenophobia'', pp. 21-38, p. 21.</ref>}}
I commentatori, sia al di fuori della Germania che all'interno, non sono riusciti a distinguere tra xenofobia – causata dalla disoccupazione, da sconvolgimenti politici e da rapidi cambiamenti sociali – e l'antisemitismo reale, derivato da un senso di colpa che è rimasto inespresso a causa dei tabù culturali, e interessa principalmente un piccolo numero dei neonazisti. Inoltre, non hanno differenziato tra le cause basilari della violenza xenofoba nell'Est (isolamento culturale, tradimento, impotenza e povertà) e quelle in Occidente (patriottismo e risentimento).
 
 
 
== Teatro nell'ex-Est ==