Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Memoria e compimento: differenze tra le versioni

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== Dalla caduta del Muro al presente ==
[[File:Moscow Holocaust Memorial - panoramio (1).jpg|250px|right|Memoriale dell'Olocausto di Mosca]]
Nel 1988 Julian Hilton scrisse: "Qualunque cosa l'Occidente tema nella [[w:Repubblica Democratica Tedesca|RDT]], non è la rinascita del fascismo di destra.<ref>Julian Hilton, "Volker Schlöndorf: Back to the Future", in [[w:W.G. Sebald|W. G. Sebald]], cur., ''A Radical Stage. Theatre in Germany in the 1970s and 1980s'', Oxford, New York, Berg Publishers, pp. 124-44; p. 126.1</ref> Meno di due anni dopo, tuttavia, la Germania si trovò al centro di una crisi razziale paneuropea. La demolizione del Muro di Berlino il 9 novembre 1989, e il crollo dell'autoritarismo comunista fu accompagnato da un'ondata di violenza xenofoba in Germania e oltre. L'ascesa della Destra Europea, tuttavia, fu in realtà un problema europeo e non specificamente limitato alla Germania. La frammentazione dell'URSS permise a leader di destra come Milosovic, Karadicz e Zhirinovsky di assicurarsi il potere nell'ex blocco orientale mentre, a ovest, la recessione economica in corso diede ai sostenitori dell'immigrazione come [[w:Jean-Marie Le Pen|Jean-Marie Le Pen]],<ref>Jean-Marie Le Pen in Francia, chiedendo il rimpatrio degli immigrati, ottenne un ampio seguito dai primi anni ’90 in poi, vincendo circa un sesto dei voti alle elezioni parlamentari francesi del 1997. Nel 1996 [[w:Jean-Marie Le Pen#Procedimenti giudiziari|Le Pen venne però condannato]] da un tribunale francese per il reato di incitamento all'odio razziale per aver definito le camere a gas, in cui vennero sterminati gli ebrei, "un semplice dettaglio nella storia della seconda Guerra Mondiale". Nel 2012 venne condannato a 10.000 euro di multa per la frase: "almeno in Francia l'occupazione tedesca non era particolarmente disumana". Nel marzo 2018 Le Pen fu condannato, in via definitiva, a pagare una multa di 30.000 euro per aver nuovamente definito, nell'aprile del 2015, le camere a gas naziste come un "dettaglio" della storia della seconda guerra mondiale.2</ref> [[w:Jörg Haider|Jorg Haider]],<ref>Denis Staunton, "Nazi Echoes Haunt Austrian Elections", ''The Observer'' (3 dicembre 1995), p. 26. Jorg Haider, era stato il Primo Ministro della stato austriaco della Carinthia fin quando non ebbe a commentare nel 1990 sulle "ragionevoli politiche del Führer" e dovette dimettersi. Cinque anni dopo, durante le elezioni nazionali, chiese pubblicamente che l'immigrazione venisse bloccata e che tutti gli immigrati residenti venissero rimpatriati.3</ref> e David[[:en:w:Derek Beackon|Derek Beackon]]<ref>"Nazis. Danger on the Isle of Dogs", in ''Journalist - Magazine of the National Union of Journalists'' (Aprile/Maggio 1994), p. 6; ''After Miliwall'', BBC2 (2 ottobre 1993): Nel 1993 il candidato del [[w:Partito Nazionale Britannico|BNP]], Derek Beackon, fu eletto democraticamente nella circoscrizione del Tower Hamlet a Londra. Un quinto dei bianchi della zona affermò che gli immigrati avevano causato la disoccupazione e la recessione. Dopo la vittoria elettorale del BNP, vennero presentate denunce contro la polizia che era stata riluttante ad agire dopo che un giovane asiatico era stato duramente picchiato da teppisti razzisti. In questi ultimi anni, programmi politici simili al BNP sono stati presentati da altri partiti dell'estrema destra, di solito capeggiati da [[w:Nigel Farage|Nigel Farage]], ma di basso seguito.4</ref> maggiore credibilità nei confronti degli elettori. Furono comunque le immagini televisive dei tedeschi che sventolavano le bandiere nella notte della riunificazione tedesca nel novembre 1990 e gli skinhead che scendevano in strada, a catturare l'immaginazione dei media. La Germania fu messa a fuoco dai riflettori dei media mondiali e vennero tracciati parallelismi storici.<ref>Hermann Kurthen, Werner Bergmann, Rainer Erb, curr., ''Antisemitism and Xenophobia in Germany after Unification'', Oxford University Press, 1997, pp. 8-28: Questa attenzione fu alimentata da un problema di rifugiati unico che improvvisamente travolse la Germania coi problemi in Bosnia-Erzegovina. L'Articolo 16 della Legge Federale Tedesca Basilare concede automaticamente l'asilo politico a qualsiasi individuo in fuga da persecuzioni religiose o politiche. Nessun altro stato europeo è così generoso. Nel 1986, il numero di richiedenti asilo nella Germania occidentale ammontava a poco più di 100.000. Nel 1990, nella nuova Germania, la cifra quasi si raddoppiò a 193.000. Nel 1992 questa cifra di nuovo si più che raddoppiò a 438.000. L'assimilazione di così tanti profughi inevitabilmente prosciugò risorse e portò ad una tensione razziale. Nel 1990 vennero segnalati alla polizia 1.848 incidenti xenofobi. Nel 1992, la cifra salì a 7.684 e nel 1993 raggiunse il picco a 10.561.5</ref>
 
L'ampliamento delle fessure politiche in Europa aveva consentito a un numero crescente di gruppi neonazisti di ottenere un profilo più elevato. I media internazionali si concentrarono su quelli emergenti in Germania, in particolare nell'ex Est.<ref>James Dairymple, "Holocaust Lies of the Neo-Nazis", ''Sunday Times'' (''News Review'' 2) (26 luglio 1992), pp. 1-2: Dalrymple notò che dal 1982 i movimenti neonazisti erano aumentati in numero, forza e organizzazione non solo in Germania ma in tutta Europa.</ref> Come scrive Hermann Kurthen, "L'ansia era diretta in particolare verso i tedeschi orientali perché si sapeva molto poco dei loro atteggiamenti politici.<ref>Kurthen ''Antisemitism and Xenophobia in Germany'', p. 3.</ref> Tuttavia, si verificarono attacchi xenofobi sia a Ovest che a Est. L'8 marzo 1990, un gruppo di vandali attaccò un ostello per richiedenti asilo a Essen. Il 25 novembre, [[w:naziskin|naziskin]] lanciarono pietre e [[w:bomba Molotov|bombe Molotov]] in una moschea di [[w:Herten|Herten]] ([[w: Renania Settentrionale-Vestfalia|Renania Settentrionale-Vestfalia]]). Nel gennaio 1991 fu attaccato un ostello a [[w:Eisenhüttenstadt|Eisenhüttenstadt]]. La violenza continuò nel 1992 quando bombardamenti contro i turchi e slavi a Rostock e di nuovo a Eisenhüttenstadt provocarono oltre cinquecento arresti.<ref>Catherine Field, "Violence Shatters a Tourist Paradise", ''The Observer'' (13 settembre 1992), p. 11.</ref> A settembre pietre e bombe incendiarie vennero lanciate in un ostello per rifugiati a Quedlingburg<ref>Reiner Oschmann, "A Wall Goes Up Again in German Hearts", ''The Observer'' (13 settembre 1992), p. 11. Oschmann è il redattore-capo del giornale ''Neues Deutschland''.</ref> per tre notti consecutive e il 13 ottobre un ostello venne distrutto da un incendio doloso a Immenstadt. Il 3 novembre, nella città nord-occidentale di Mölln, tre donne turche morirono a seguito di un attacco con bombe incendiarie nella loro casa.<ref>Catherine Field, "Violence Shatters a Tourist Paradise", p. 11.</ref> Alla fine del 1992 diciassette persone erano state assassinate da estremisti di estrema destra. La violenza venne interpretata come un segno che ben poco distanziava i tedeschi contemporanei dai loro antenati nazisti. Gran parte di questa ansia, tuttavia, fu alimentata dai media, come osserva Hermann Kurthen:
{{q|Quando agli inizi degli anni ’90 brutte immagini di violenza xenofoba, graffiti con svastica e atti vandalici sostituirono le immagini allegre e pacifiche dell'unificazione tedesca, alcuni osservatori ipotizzarono che il terribile passato della Germania sarebbe tornato in superficie. La paura che un esercito di laboriosi e obbedienti ''Volksgenossen'' (membri del collettivo nazionale tedesco) avrebbe mobilitato e invaso l'Europa non fu soffocata dalle notizie di milioni di manifestanti che protestavano contro la violenza con fiaccole... Continuo antisemitismo e risentimento xenofobo in una nazione responsabile dell'Olocausto è stata vista come un'indicazione del fallimento della politica tedesca postbellica nel trattare il passato.<ref>Hermann Kurthen, "Antisemitism and Xenophobia in United Germany. How the burden of the Past Affects the Present", in Kurthen, ''Antisemitism and Xenophobia'', pp. 39-61; p. 39.</ref>}}
Gli atteggiamenti non erano uniformi: altri tedeschi protestarono contro la violenza nel 1992 con la dimostrazione della "Catena di luce" e il concerto "Rock contro la Destra".<ref>Wolfssohn, ''Eternal Guilt?'' p. ix.</ref> L'interpretazione errata del problema peculiare della Germania sorse perché la coscienza popolare e la copertura mediatica internazionale confusero la xenofobia con l'antisemitismo. Ad esempio, il 7 gennaio 1989, il Memoriale alla Deportazione degli ebrei di Berlino al Pulitzbrücke di Berlino fu imbrattato di sangue di maiale. Nel 1990, i cimiteri ebraici furono profanati a Stoccarda, Monaco e Baden-Wurtemberg. Nel settembre 1991, alla vigilia del Capodanno ebraico, i neonazisti bruciarono le baracche ebraiche di [[w:Campo di concentramento di Sachsenhausen|Sachsenhausen]] (che erano già state attaccate il 5 agosto di quell'anno). Anche i memoriali ebraici a Ravensbrück e la città sul lago di Uberlingen furono profanati. Il 2 marzo 1992 la sinagoga di Lubecca fu distrutta da un incendio doloso. Era la prima volta che una sinagoga era stata distrutta sul suolo tedesco dal tempo della guerra.<ref>Mary Fullbrook, ''The Two Germanies 1945-90: Problems of Interpretation'', Macmillan, 1992.</ref> Nel 1991, furono segnalati in totale 367 incidenti antisemiti. Nel 1992 la cifra venne quasi raddoppiata a 627. Nel 1994 furono segnalati 1.366 incidenti e nel 1995 la cifra raggiunse il picco a 1.155.<ref>Kurthen "Antisemitism and Xenophobia in United Germany", p. 34.</ref> Queste statistiche vennero prese come prova concreta del crescente neonazismo. Tuttavia Werner Bergmann scrive che queste cifre sono fuorvianti. Venivano segnalati più casi perché vi era una maggiore consapevolezza, in particolare dall'ex settore orientale in cui l'antisemitismo era stato segnalato per la prima volta.<ref>''Ibid.''</ref> Il risentimento antisemita non era mirato contro le persone in quanto tali, ma era espresso in atti simbolici contro le proprietà. Numerosi sondaggi condotti in tutta la Germania negli anni ’90 mostrano che la maggior parte dei suoi cittadini, sia a Est che a Ovest, possiede una notevole conoscenza dell'Olocausto e sostiene giornate commemorative e memoriali. Le indagini indicano anche che molti sono preoccupati per l'antisemitismo.<ref>''Ibid.'', pp. 46-8.</ref> La xenofobia espressa nella Germania riunificata ha ben poco a che fare con la questione ebraica:
{{q|Il rifiuto degli ebrei in Germania oggi deve essere visto nel contesto degli atteggiamenti nei confronti del nazionalsocialismo e della storia tedesca. La colpa, la responsabilità e le riparazioni sono le principali questioni coinvolte, in contrasto con le questioni relative ai diritti civili e ai servizi di assistenza sociale o ai sentimenti di isolamento culturale, che influenzano gli atteggiamenti nei confronti dei lavoratori migranti in Germania. L'estremismo di destra abbina sempre l'antisemitismo alla xenofobia, anche se ognuno svolge una funzione diversa: gli ebrei sono contestati come gruppo politicamente influente che è sospettato di essere dietro agli attacchi statali e mediatici contro la Destra. Gli stranieri (Ausländer), invece, sono considerati concorrenti.<ref>Bergmann, "Antisemitism and Xenophobia in Germany since Unification", in Kurthen, ''Antisemitism and Xenophobia'', pp. 21-38, p. 21.</ref>}}
I commentatori, sia al di fuori della Germania che all'interno, non sono riusciti a distinguere tra xenofobia – causata dalla disoccupazione, da sconvolgimenti politici e da rapidi cambiamenti sociali – e l'antisemitismo reale, derivato da un senso di colpa che è rimasto inespresso a causa dei tabù culturali, e interessa principalmente un piccolo numero dei neonazisti. Inoltre, non hanno differenziato tra le cause basilari della violenza xenofoba nell'Est (isolamento culturale, tradimento, impotenza e povertà) e quelle in Occidente (patriottismo e risentimento).
 
 
 
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== Teatro nell'ex-Est ==
 
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== ''Arbeit Macht Frei'' ==
[[File:Gates.jpg|center|500px580px|Immagine composta dai nomi di alcune vittime di Auschwitz: banca dati di Yad Vashem]]
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