Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Federale: differenze tra le versioni

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La scelta del vocabolario da parte di Reagan durante le cerimonie gemelle non aiutò a scemare la tempesta. La sua retorica servì ad aggravare la rabbia ebraica e ad appoggiare la strategia di universalizzazione di Kohl. La logica alla base del suo linguaggio era quella di denigrare il totalitarismo (Russia comunista e Germania orientale) e sostenere la democrazia (Germania occidentale). A Bitburg Reagan "piangeva il disastro umano del totalitarismo"<ref>''The Times'' (6 maggio 1985), p. 1.</ref> ed era "contento della rinascita dello spirito democratico in Germania".<ref>''Ibid.'', p. 20.</ref> Ma forse il suo commento più importuno fu quando dichiarò: "Oggi possiamo piangere i caduti tedeschi come vittime di un'ideologia malvagia".<ref>''Ibid.''</ref> La responsabilità veniva limitata a pochi.
 
La condanna internazionale ebraica fu rapida con rabbini e leader ebrei che boicottarono la cerimonia commemorativa a Bergen-Belsen mentre le preghiere cattoliche e protestanti proseguirono come previsto.<ref>''Ibid.'', p. 1.</ref> A [[w:Nahariya|Nahariya]], nel nord di Israele, un sopravvissuto all'Olocausto, Yacor Meinberger, fece sciopero della fame su una tomba dove era sepolto sapone fatto con vittime ebree. Ci furono manifestazioni fuori dall'ambasciata americana a Tel Aviv e davanti al consolato a Gerusalemme, come anche all'ambasciata americana di Amsterdam. Politici israeliani, come Ronnie[[:en:w:Roni Milo|Roni Milo]], vice ministro degli Esteri israeliano, e [[:en:w:Victor ShemtovShem-Tov|Victor Shem-Tov]], leader dell'opposizione nel [[w:Mapam|Partito Mapam]], si sono unirono alle folle rabbiose per le strade. Alcuni politici indossavano stelle gialle di David come segni di ricordo e protesta,<ref>''The Times'' (6 maggio 1985), p. 1 & p. 20.</ref> e il Primo Ministro, Shimon Peres, disse alla Knesset: "Può esserci riconciliazione tra i popoli. Ma non c'è nessuna riconciliazione riguardo al passato", a cui il ''Frankfurter Ailgemeine Zeitung'' rispose: "Dopo trent'anni di NATO, riconciliazione non dovrebbe essere necessaria. Dovrebbe essere una conclusione scontata."<ref>''Sunday Times'' (5 maggio 1985), p. 17.</ref> Tale commento della stampa tedesca indicava quanto tedeschi e israeliani fossero ai poli opposti nelle rispettive polemiche, fraintendendosi a vicenda. Peres indicò che, per quanto lo riguardava, gli israeliani non avevano risentimenti coi tedeschi occidentali contemporanei ma, come questione totalmente separata, il passato non poteva essere dimenticato. I tedeschi, d'altra parte, vedevano l'identità nazionale e il rispetto di sé "inariditi" da un "tumore" storico che doveva essere reciso.
 
Il popolo tedesco nel complesso sostenne la strategia di Kohl. Un sondaggio dimostrò che il 72% dei tedeschi occidentali era d'accordo con la visita di Bitburg-Belsen. Non sorprende che furono principalmente i giovani (sotto i venticinque anni) a opporsi all'insensibilità di Kohl.<ref>''The Times'' (7 maggio 1985), p. 6.</ref> Le interviste con "l'uomo di strada" indicarono che molte persone erano stanche d'essere continuamente rappresentate come i paria dell'Europa. Usando il tradizionale meccanismo di autodifesa dell'analogia storica, indicavano le stragi e genocidi occorsi nei cosiddetti paesi "civilizzati" contro i nativi africani, indigeni americani e i bombadamenti a tappeto di Dresda, Hiroshima e Nagasaki.<ref>''Sunday Times'' (5 maggio 1985), p. 17.</ref>
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== ''Bruder Eichmann'' ==
Il dramma di Heinar Kipphardt fu rappresentato, postumo, per la prima volta nel 1983, prima di Bitburg e dell’''Historikerstreit'', ma entrò nel repertorio nei teatri della Germania orientale e occidentale per gran parte degli anni ’80 e fino agli anni ’90. ''Bruder Eichmann'', ispirato a ''[[w:La banalità del male|Eichmann a Gerusalemme – La banalità del male]]'' di [[w:Hannah Arendt|Hannah Arendt]], fu iniziato nel 1965 al culmine del movimento del teatro documentale. Il dramma di Kipphardt, su incarcerazione, processo ed esecuzione di Adolf Eichmann, è un mix di dramma storico e documenti drammatizzati, basato su trascrizioni del processo di Eichmann e registrazioni del suo interrogatorio fatto dalla polizia di sicurezza israeliana. Kipphardt, come Arendt, cercò di esaminare il fenomeno dell'assassino da scrivania: il funzionario che firmava i mandati di morte. Kipphardt abbandonò la sceneggiatura alla fine degli anni ’60, ma fu ispirato a riprendere il progetto dai commenti di George Tabori nel 1978:
{{q|Da quello che ho letto, sembra il miglior antidoto alla nuova ''Onda Hitler'': rende il fascismo normale e presente invece di lasciarlo al passato demoniaco.<ref>Heinar Kipphardt, ''Bruder Eichmann'', Rowohlt, 1986, p.197.</ref>}}
 
 
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<references/></div>
 
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[[Categoria:Interpretazione e scrittura dell'Olocausto|Federale]]