Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Germania Federale: differenze tra le versioni

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Le vite dei singoli membri della famiglia si intersecano opportunamente con eventi in tutta la geografia europea nei momenti chiave della storia: il prete di Inga, guarda caso, è proprio padre [[w:Bernhard Lichtenberg|Lichtenberg]];<ref>[[w:Bernhard Lichtenberg|Monsignor Bernhard Lichtenberg]] (1875–1943) della Cattedrale St. Hedwig a Berlino, fu internato a Dachau per aver pregato pubblicamente per gli ebrei.</ref> Moses partecipa all'insurrezione del Ghetto di Varsavia; Rudi sta viaggiando attraverso la campagna russa quando incontra gli orrori di [[w:Massacro di Babij Jar|Babij Jar]]<ref>Gilbert, ''The Holocaust'', pp. 202: Un enorme burrone fuori Kiev dove oltre 30.000 ebrei e civili russi furono massacrati con mitragliatrici e poi sepolti.</ref> ed Erik Dorf da solo crea il programma politico dell'eufemismo linguistico nazista. "''Reinsediamento'', signori, per favore", ammonisce rivolgendosi ad un trascurato Eichmann e pedante Himmler. Ci sono anche alcuni momenti di dialogo e recitazione veramente brutti, tuttavia ''Holocaust'' nel complesso è uno sceneggiato avvincente ed emotivo. La sua narrativa improbabile, che copre la maggior parte dei problemi e degli eventi, lo rende comunque uno strumento educativo sintetico ed efficace.
 
Ciò che rese la serie uno spettacolo così emozionante per il pubblico tedesco fu il punto di vista dal quale veniva raccontato: gli spettatori sono costretti a empatizzare con una famiglia ebrea (i Weiss) e identificarsi negli Helms e nei Dorf. ''Holocaust'' è la storia di come i comuni tedeschi risposero al nazionalsocialismo, come abbracciarono l'ideologia o accettarono il sistema e come alcuni di loro lo resistettero. Nonostante l'apparizione di Heydrich, Himmler ed Eichmann, l'unica immagine di Hitler è inserita con un filmato documentario originale o nei ritratti che adornano le pareti degli uffici nazisti. L';autore di ''Mein Kampf'' non è necessario alla narrazione dell'Olocausto: il film illustra l'ascesa del "piccolo uomo"; il tedesco comune; lo scribacchino e l'apolitico.
 
Ciòsi vede molto chiaramente nel personaggio di Erik Dorf e della sua ambiziosa consorte, Marta. Avvocanto brillante ma disoccupato nel 1935, Erik si preoccupa solo di trovar sufficiente denaro per sfamara la famiglia e procurarsi le medicine per curare la malattia cardiaca della moglie. Nonostante la sua antipatia per i "delinquenti" nazisti, accetta un modesto impiego come uno degli aiutanti di Heydrich (interpretato dall'attore [[w:David Warner|David Warner]], di origini ebraiche). A disagio nell'uniforme e incapace di fare il saluto nazista in maniera convincente, le sue preoccupazioni familiari lo fanno invischiare sempre più a fondo nel labirinto nazista. Grazie alla sua mente brillante di avvocato, la sua abilità di essere freddo e obbiettivo, riesce a distanziarsi emotivamente dal suo lavoro e dal giudizio etico, mantenendo una normale vita familiare. Ciò viene dimostrato simbolicamente dalla creatività di Dorf nell'area dell'eufemismo politico e morale. È inoltre manifesto nell'eliminazione del suo "io" morale ed emotivo riguardo al fato degli ebrei. Come spiega al suo collega durante la [[w:Conferenza di Wannsee|Conferenza di Wanssee]]: "Dopo che hai ammazzato dieci ebrei, è più facile ammazzarne cento e poi mille." Gli altri nazisti hanno un aspetto piuttosto rettiliano, col loro sbattere di tacchi, il fare oleaginoso e lascivo: Heinz Müller (stupratore); Heydrich (alcolista); Eichmann (fisicamente insufficiente); Himmler (vampiresco); Marta ([[w:Lady Macbeth|Lady Macbeth]]). I tedeschi sono dipinti o come gente comune o come mostri. Erik Dorf colma l'abisso per illustrare come si può mutare.
 
L'altro filo narrativo principale è quello della famiglia Weiss. Green forza i telespettatori tedeschi ad empatizzare con la prospettiva ebraica. Durante lo svolgimento dello sceneggiato siamo testimoni di come ogni membro della famiglia (ad eccezione di Rudi) venga ammazzato. Josef Weiss è deportato a Varsavia dove si unisce al fratello Moses, nel ghetto. La sua figlia quindicenne, Anna, rimanendo a Berlino viena ripetutamente violentata dai nazisti, ha una crisi nervosa e viene gasata con monossido di carbonio in una "clinica" in cui era stata ricoverata per un "trattamento speciale". Karl è il primo a soffrire. È spedito a Buchenwald nel 1938 dalla Gestapo per crimini non meglio specificati. Il fatto che egli abbia sposato una bella donna ariana è sicuramente il motivo principale. Viene poi trasferito a [[w:Campo di concentramento di Theresienstadt|Terezin]] a causa delle sue abilità artistiche. L'imbroglio del campo "modello" è rivelato in tutta la sua ipocrisia. Viene torturato a causa di alcuni disegni "politici" da lui eseguiti e deportato a Auschwitz. Non prima però che sua moglie Inga lo abbia seguito a Terezin, avendo richiesto di essere denunciata in modo da riunirsi a lui. Non ne aveva avuto notizie sin dal 1938. Karl ha perso le mani a causa delle torture subite ed è inabile al lavoro. Morente per denutrizone ad Auschwitz, afferra un pezzo di carbone tra i moncherini e cerca di disegnare ciò che vede. Muore di fame poco prima della liberazione. Rudi, il figlio più giovane di Josef e Berta, si unisce ai partigiani e sposa una ragazza ceca che viene uccisa in azione. Rudi però sopravvive ed emigra in Palestina. Tutti gli aspetti dell'Olocausto sono contenuti ordinatamente e cronologicamente in questa struttura narrativa. Tuttavia, è la sopravvivenza di Rudi che crea uno dei maggiori problemi rappresentativi.
 
Berta, Josef e Karl cercano ripetutamente di ignorare i cambiamenti politici, riponendo la loro fiducia nella vera Germania: la Germania di Goethe, Schiller e Kant. Perfino la perdita di Karl e Anna non convince Berta e Josef che la follia nazista non sia transitoria. È solo quando marito e moglie si riuniscono nel ghetto di Varsavia e apprendono del vero stato dei "campi di lavoro" che decidono di partecipare alla resistenza segreta. Moses partecipa attivamente all'insurrezione e muore la morte di un eroe. La ripetuta acquiescenza di Berta e Josef porta solo a ulteriore sofferenza. Muoiono separatamente nelle camere a gas di Auschwitz. Rudi, d'altra parte, lascia Berlino in fase iniziale per darsi da fare. I suoi istinti combattivi e la sua filosofia pragmatica lo aiutano a sopravvivere. Agli [[w:ebraismo ortodosso|ebrei ortodossi]] e al loro punto di vista viene assegnato poco spazio. Sono identificati come vittime e mostrati solo per enfatizzare la loro condizione patetica. I collaboratori, in particolare la polizia ebraica nel ghetto di Varsavia, sono abbozzati con disprezzo. Moralmente, il film è chiaro nel suo atteggiamento verso coloro che hanno reagito e coloro che sono andati come "pecore al macello". L'identità ebraica dopo la guerra è legata alla creazione dello stato di Israele. Rudi decide di andare in Palestina. È l'unico modo possibile per ricominciare la vita. Come dice un volontario del [[w:Insediamento comunitario (Israele)|Gruppo di Insediamento Israeliano]] alla ricerca di sopravvissuti, "Abbiamo bisogno di combattenti come te". È interessante notare che Gerald Green tagliò quest'ultima scena dalla versione cinematografica tedesca. Consapevole di come la nozione di Israele quale simbolo di ripagamento morale per l'Olocausto sarebbe stata accolta dal pubblico tedesco, eliminò la partenza di Rudi verso il tramonto.<ref>Herf, "The Holocaust Reception in West Germany, Right, Centre, and Left", p. 233.</ref>